In questo mondo del calcio dicono che non sia indispensabile, per ottenere visibilità, il fatto di aver raccontato le
proprie sensazioni come teste di accusa al processo di Napoli. Però aiuta.
Dopo aver ascoltato una lunga serie di “galantuomini” come Gazzoni Frascara, Dal Cin, Zeman, gente che farebbe ridere chiunque non avesse nauseato da un pezzo, ecco uscire
Luca Baraldi. Già in quel Parma, dove circolava sottobraccio con quel ”galantuomo” di Callisto Tanzi, già di quella Lazio in bancarotta di Cragnotti e pre-Lotito, già AD nuovamente del Parma all’epoca di calciopoli, quello fallito e tenuto in vita artificialmente dalla politica federale, fresco uscito ed ex di quel Bologna anche qui cotto dai debiti.
Debiti e società in liquidazione il denominatore comune del suo curriculum e se aggiungiamo che è un amico intimo di quel Cesare Geronzi che attraverso i crediti che concedeva alle squadre decotte, aveva parecchio ascendente sull’ambiente calcistico, ne individuiamo facilmente la tipologia di operatività.
Oggi dopo l’ultima avventura al capezzale di una società “bollita”
cerca lavoro e quale migliore annuncio poteva mettere se non quello apparso ieri sul quotidiano ‘Avvenire’?
”Credo sia acclarato che Bologna e Parma dovessero essere le due vittime sacrificali di quella stagione. Io avevo anche denunciato alla procura Federale l’arbitraggio sospetto di De Santis – spiega Baraldi – che ne combinò di tutti i colori in un Parma-Lecce… Poi dopo il 2006 hanno denunciato tutti, è stata molto più dura farlo in tempi non sospetti”. “Dal processo di Napoli, in cui ho testimoniato, sta emergendo che era un sistema perverso e ramificato. Moggi era al vertice ed è stato condannato dalla giustizia sportiva e Giraudo anche da quella penale. Quindi cupola o non cupola, dico solo che Moggi è ancora molto osannato in certi ambienti che contano, ma la Federazione non farebbe una bella figura se gli consentisse di rientrare nel mondo del calcio”. Visto che è stato testimone dell’accusa al
processo di Napoli,
ecco come ha contribuito alla conferma della cupola moggiana, apportando le sue importanti opinioni e sensazioni personali.
Lazio-Parma del 27 febbraio 2005Baraldi: «….Un episodio in particolare, addirittura nella stessa azione ci furono due falli da rigore nettissimi, che poi anche le telecamere avevano ripreso, poi la sera ci fu la testimonianza di tutte le moviole.
La mia opinione e di tutti quelli che erano allo stadio, anche i tifosi della Lazio che avevo vicino, veramente gridavano allo scandalo. L’altro episodio che raccolsi nello spogliatoio alla fine della partita: alcuni giocatori mi riferirono che in un paio di situazioni analoghe, due calci d’angolo nella fase di attacco del Parma, l’arbitro prima di far battere l’angolo, andava ad “avvisare” i difensori della Lazio di stare attenti, perché se avessero commesso dei falli, avrebbe dovuto fischiare un rigore. Questo mi lasciò molto perplesso perché evidentemente non è consuetudine che un arbitro avvisi: “guarda che se fai una cosa poi ti sanziono”».
Lecce-Parma del 29 maggio del 2005Baraldi: «Sì, mi ricordo bene. Lì io mi arrabbiai moltissimo alla fine della partita. Perché qui bisogna fare un distinguo rispetto alla valutazione di prima, da un punto di vista tecnico la gestione dell’arbitro, che mi pare di ricordare fosse De Santis, non fu una gestione tecnica sbagliata.
Non commise errori di valutazione, a mio modo di vedere. Però sicuramente ci fu un atteggiamento, sin dall’inizio, di forte aggressività verso la nostra squadra. Tant’è che dopo quindici minuti avevamo già tre ammoniti. Faccio una premessa, era l’ultima partita di campionato, e noi avevamo sei giocatori diffidati. Dei tre giocatori ammoniti, per uno ci poteva anche avere una certa ragione, ma gli altri erano veramente falli non… Però
questa è una valutazione personale…, che magari potevano non meritare l’ammonizione.»
Morescanti: «Lei è sicuro che fosse avvenuto il triplice fischio?»
Baraldi: «Io ero in panchina…
Questa è la sensazione che abbiamo avuto noi e tutti i nostri collaboratori ».
Morescanti: «La difesa si riserva di portare la documentazione filmata della gara».
Capuano: «Ci sono le immagini…».
Baraldi: «E’ una mia valutazione… ».
Baraldi: «Assolutamente no. Però le recito dei due giocatori ammoniti e diffidati… (Giardino e Morfeo - ndr). Lì ci furono ammonizioni molto suggestive».
Morescanti: «Lei fu intervistato da Sky e disse…»
Baraldi: «Dissi che a mio modo di vedere erano state ammonizioni scientifiche».
Morescanti: «Lei ricorda se queste dichiarazioni le ha fatte all’ufficio indagini?»
Baraldi: «All’ufficio indagini sicuramente sì»…..
Morescanti: «Io ho le sue dichiarazioni, nella quale dice: “io non ho fatto nessun tipo di intervista, non ho detto quelle cose anzi ho provveduto a mandare a tutte le testate giornalistiche la smentita”. Se lo ricorda?»
Baraldi: «No assolutamente, io non ho mai fatto questo, lo ricordo molto bene».
L’avvocato Morescanti rilegge la dichiarazione in cui il teste smentisce quanto apparso sulle pagine del quotidiano rosa, che sarebbe il riporto di quanto detto a Sky. Baraldi, nonostante non ricordi le dichiarazioni all’ufficio indagini, comunque riconosce come propria la firma apposta al verbale dell’ufficio indagini. Gli avvocati Morescanti e Prioreschi evidenziano che è strano il non ricordo del teste, visto che è stato proprio Baraldi a chiedere l’intervento degli inquirenti della FIGC.
Parma- JuventusCapuano: «Ha mai visto se i dirigenti della Juventus accedevano nelle stanze degli arbitri? »
Baraldi: «Allora, in quel periodo mi ricordo di un solo episodio. In occasione di un Parma- Juventus, una partita che finì in pareggio sempre, arbitro De Santis mi pare di ricordare. Alla fine della partita, secondo i dirigenti della Juventus c’era stato un arbitraggio a favore del Parma. In quella occasione mi pare vidi i dirigenti della Juventus, con la porta aperta dell’arbitro, non erano dentro lo spogliatoio, però stavano discutendo con l’arbitro e con il guardalinee
perché a loro dire erano stati danneggiati dalla gestione arbitrale. Questo è un episodio che ricordo in quella stagione».
Prioreschi: «Con riferimento all’episodio che ha riferito per ultimo, a parte che lei sa che i dirigenti alla fine della partita possono accedere negli spogliatoi dell’arbitro…»
Baraldi: «Non so se per regolamento, però
è consuetudine».
Prioreschi: «E’ consuetudine. Ha detto “sono andati a protestare”. Non ricordo se lei ha detto chi era l’arbitro di quella partita».
Baraldi: «Era De Santis » .
Prioreschi: «Sì, esatto. Grazie, nessun altra domanda».
Casoria: «L’avvocato le sta contestando che c’è un po’ di contraddizione». Baraldi cerca lavoro e ottiene spazio e visibilità purché, sulla base delle proprie contraddittorie sensazioni
lanci un messaggio in favore del potere, rilasciando una dichiarazione che alla luce dei fatti sta come i cavoli a merenda.
Complimenti a chi glielo permette e non si è mai sognato di andare oltre il sentito dire! Troverà sicuramente collocazione e non appena sceso nuovamente nell’arena alzerà lo squardo all’ imperatore “AVE Cesare Geronzi questi sono moribondi che ‘ffamo?” attendendo il verso del pollice. Che però visti gli ultimi sviluppi economici potrebbe essere verso. Per il nuovo datore diventerebbe una brutta sensazione. Io ci penserei, ma se qualcuno lo assume non dica poi che non lo avevamo avvertito!
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