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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 09/12/2010 07:10:12
Calciopoli: Copelli, Maggiani e Beccacece

 

Processo Calciopoli
Tribunale di Napoli – Udienza del 26 ottobre 2010, audizione testi Copelli, Maggiani e Beccacece.

Primo a prendere la parola è l'avvocato Picca per i Della Valle e per la Fiorentina che introduce il primo teste, l'assistente Copelli.

Picca: «Lei attualmente è nell'organico dell'AIA?»
Copelli:«Sì, attualmente sono a disposizione della CAN di Serie A e attualmente sono ancora assistente internazionale»
Picca: «Può dire da quanti anni ha assunto questa funzione?»
Copelli:«Sono dodici anni dal 1999»
Picca: «Sempre come assistente?»
Copelli:«Sempre come assistente, dal 2004 sono internazionale»
Picca: «Lei è chiamato oggi a deporre su una partita specifica, Chievo-Fiorentina disputata nella stagione 2004/05, l'8 maggio 2005. Ricorda oltre a lei qual era la terna arbitrale di questa partita?»
Copelli:«Come arbitro c'era il signor Dondarini Paolo, come secondo assistente il signor Maggiani Luca e come quarto sinceramente non mi ricordo»
Picca: «Lei nella stagione 2004/05 oltre a questa partita aveva svolto la funzione di assistente anche in altri incontri? E se sì, quanti?»
Copelli:«Sinceramente non ricordo; normalmente per anno facevo dai sedici/diciassette ai venti incontri a disposizione della serie A e serie B, però nello specifico non ricordo»
Picca: «In media sedici/dicassette»
Copelli:«Sì. Anche perché attualmente sono l'assistente a disposizione che ha il maggior numero di gare in serie A, sono quasi centonovanta»
Picca: «Quando partecipava ad un incontro era solito svolgere una riunione preliminare con la terna arbitrale in preparazione dell'incontro?»
Copelli:«Sì»
Picca: «Questo avveniva nella stagione 2004/05 per tutti gli incontri ai quali ha partecipato?»
Copelli:«Sì»
Picca: «Questo avveniva anche nelle stagioni precedenti?»
Copelli:«Sì, sinceramente non mi ricordo quando è stata codificata dall'organo tecnico, ma certamente c'era tra i componenti della terna arbitrale un briefing per potere analizzare, preparare e parlare della partita»
Picca: «Questo briefing avvenne anche con riferimento alla partita Chievo-Fiorentina?»
Copelli:«Certamente. Non me lo ricordo nello specifico, ma certamente sì»
Picca: «Mi può precisare l'oggetto di questo briefing, sia in generale, sia nello specifico per Chievo-Fiorentina?»
Copelli:«Nello specifico per Chievo-Fiorentina non lo ricordo. In generale nel briefing si analizza l'incontro perché ogni squadra ha un modo di giocare diverso, ci sono delle disposizioni tattiche, si cerca di capire quali potrebbero essere le azioni che potrebbero porci in difficoltà. Per esempio le posso dire che il Chievo all'epoca giocava con una difesa molto alta e per noi assistenti significava un impegno importante per quanto riguarda la valutazione del fuorigioco. Quindi si cercava di entrare nel clima della partita trovando la maggiore concentrazione possibile»
Picca: «Si può dire dunque che questi incontri erano finalizzati ad organizzare la vostra direzione di gara sul piano tecnico e regolamentare?»
Copelli:«Assolutamente sì»
Picca: «Con riferimento a Chievo-Fiorentina, lei ricorda se l'arbitro Dondarini vi diede particolari disposizioni? Specifico meglio la domanda: disposizioni difformi da quelle che ordinariamente un arbitro riferiva agli assistenti?»
Copelli:«Come detto non ricordo nello specifico, però sinceramente no perché non c'erano indicazioni difformi se non quelle di dover preparare tecnicamente la partita»
Picca: «È capitato nel corso di questo briefing iniziale che l'arbitro Dondarini vi desse indicazioni specifiche di favorire una squadra a danno dell'altra? »
Copelli:« Assolutamente no, mai »
Picca: «Vi diede indicazioni specifiche di favorire espressamente la Fiorentina in danno del Chievo?»
Copelli:«Mai»
Picca: «Questo nel briefing iniziale. Lei ricevette indicazioni in tal senso nel corso della gara?»
Copelli:« Assolutamente mai »
Picca: «Ancora più diretta le faccio la domanda: ci furono circostanze di gioco nelle quali l'arbitro diede a voi assistenti indicazioni di assumere decisioni a favore della Fiorentina e viceversa in danno del Chievo? (qui il legale dice Brescia, ma è un lapsus - ndr)»
Copelli:« No »
Picca: «Prima dell'incontro, lei personalmente ha ricevuto indicazioni da appartenenti all'AIA di gestire o svolgere la sua funzione con lo scopo di danneggiare una squadra in danno dell'altra?»
Copelli:« No »
Picca: «Lei ricevette indicazioni di tal tipo anche da appartenenti alla federazione italiana giuoco calcio?»
Copelli:« Assolutamente no »
Picca: «Fu un incontro (Chievo-Fiorentina – ndr) semplice, complesso, richiese particolari decisioni?»
Copelli:«Per quello che ricordo fu impegnativo, anche perché si trattava di un incontro a fine stagione, se non ricordo male con l'interesse delle due squadre per il fondo della classifica»
Picca: «Quindi, dal suo punto di vista fu un incontro giocato da entrambe le squadre con lo scopo di prevalere l'una sull'altra?»
Copelli:«Sì, come sempre, sì»
Picca: «Ci fu animosità in campo?»
Copelli:«Non particolare, ci fu competitività tra le squadre»
Picca: «Ci furono scontri di gioco particolarmente gravi, significativi, o fu una partita che da questo punto di vista è assimilabile ad altre partite che lei ha arbitrato?»
Copelli:«Una partita impegnativa, ma non mi ricordo di situazioni scabrose o di una difficoltà superiore alla media per queste partite»
Picca: «Oltre al briefing iniziale, vi è disposizione o prassi in forza della quale voi vi riunite dopo la partita?»
Copelli:«No»
Picca: «Non ho altre domande»

Avvocato Gallinelli, difesa di Massimo De Santis

Dopo alcune domande, peraltro già fatte sulla carriera del teste, l'avvocato si concentra sulla stagione 2004/05.
Gallinelli: «Le farò una domanda relativamente al 2005, e nello specifico la finale di supercoppa italiana tra la Juventus e l'inter. Lei ricorda?»
Copelli:«Certamente sì»
Gallinelli: «Lei che attività ha svolto in quella partita?»
Copelli:«Assistente arbitrale nella terna del signor Massimo De Santis»
Gallinelli: «Lei ricorda la condotta arbitrale del signor De Santis in quella partita? »
Copelli:«Mi sembra buona, ottima»
Gallinelli: «Le diede indicazioni su come doveva comportarsi riguardo a decisioni da prendere in favore di una o dell'altra squadra? Magari utilizzare un diverso parametro valutativo?»
Copelli:« No »
Gallinelli: «Non le fece nessuna richiesta in tal senso?»
Copelli:« No »
Gallinelli: «Ricorda il risultato finale di quella partita?»
Copelli:«Sicuramente vinse l'inter, mi sembra 1-0»
Gallinelli: «Lei ricorda di un episodio contestato dalla Juventus, dai giocatori e dai dirigenti relativamente a un gol annullato al giocatore Trezeguet? »
Copelli:« Assolutamente sì, ci fu un mio errore »
Gallinelli: «Lei segnalò quel fuorigioco?»
Copelli:«Sì»
Gallinelli: «E lei poi verificò che è stato un suo errore?»
Copelli:«Sì»
Gallinelli: «L'arbitro De Santis aderì alla sua segnalazione?»
Copelli:«Sì»
Gallinelli: «Le mosse alcun rimprovero a seguito di questa segnalazione? Alcun rilievo, alcuna critica...»
Copelli:« Non mi sembra. Purtroppo è un errore »
Gallinelli: «Nessuna altra domanda, grazie»

Le altre parti non hanno domande da porgere e Copelli viene congedato.

Teste Luca Maggiani, assistente arbitrale.

Picca: «Da quanto tempo è nell'organico dell'AIA?»
Maggiani: «Questo è l'undicesimo anno alla CAN, sempre nei ruoli degli assistenti arbitrali»
Picca: «Lei è anche assistente internazionale?»
Maggiani: «Sì, questo è il quinto anno»
Picca: «Lei è chiamato a deporre su Chievo-Fiorentina disputata l'8 maggio 2005. Ricorda la terna arbitrale?»
Maggiani: «Io ero con l'arbitro era Paolo Dondarini e Cristiano Copelli era l'altro assistente, quarto uomo non lo ricordo»
Picca: «Ricorda a quante partite ha partecipato nel corso della stagione 2004/05?»
Maggiani: «No, non lo ricordo»
Picca: «Era la prima quella? »
Maggiani: «No, se era maggio... per cui direi proprio di no»
Picca: «Lei a svolto una riunione preliminare con terna arbitrale prima di questo incontro?»
Maggiani: «Sì, corretto»
Picca: «Questo briefing lo faceva anche negli altri incontri a cui ha partecipato nella stagione 2004/05?»
Maggiani: «Sì, era una disposizione, comunque era una consuetudine ante partita svolgere un briefing per comunicare le disposizioni della gara»
Picca: «Ricorda se questa disposizione venne varata per il 2004/05 o c'era anche nelle stagioni calcistiche precedenti?»
Maggiani: «Non ricordo, comunque era consuetudine confrontarsi sulla partita»
Picca: «Ci può dire sinteticamente qual era l'oggetto di questo briefing preliminare?»
Maggiani: «Come dicevo, sono disposizioni che venivano impartite dall'arbitro agli assistenti, si disquisiva su come giocano le squadre, su quelli che sono i rapporti tra arbitro e assistenti all'interno di una partita, comportamenti da tenere in funzione di avvenimenti sul terreno di gioco»
Picca: «Quindi è corretto dire che organizzavate sul piano tecnico la gestione dell'incontro?»
Maggiani: «Esatto »
Picca: «Lei ha parlato di “disposizioni che vi dava l'arbitro”, lei registrò nel briefing precedente a Chievo-Fiorentina disposizioni da parte di Dondarini diverse da quelle che erano soliti dare a voi gli arbitri nel briefing precedenti alle partite?»
Maggiani: «No, anche perché non ci sarebbe stato motivo. No assolutamente »
Picca: «Quindi in quella occasione Dondarini dà a voi le disposizioni che lei aveva ricevuto da altri arbitri negli altri incontri in cui aveva fatto l'assistente?»
Maggiani: «Non ricordo nello specifico, ma sicuramente sì»
Picca: «Dondarini vi diede disposizioni di gestire la gara allo scopo di favorire una squadra in danno dell'altra?»
Maggiani: «Assolutamente no »
Picca: «Dondarini vi diede nello specifico indicazioni di favorire la Fiorentina in danno del Chievo?»
Maggiani: «Assolutamente no »
Picca: «Questo nel briefing iniziale. Lei ricevette indicazioni di tal tipo nel corso dell'incontro?»
Maggiani: «Assolutamente no »
Picca: «In occasione di decisioni che lei adottò come assistente dell'arbitro, ricevette da Dondarini l'indicazione di non adottare o adottare la decisione a favore dell'una in danno dell'altra?»
Maggiani: «Assolutamente no ». Il teste è un po' monotono, ma sempre meglio la perentorietà di queste risposte che i “non ricordo”, i “mi sembra” e i “si diceva” di altri.
Picca: «Lei ricevette indicazioni di favorire una squadra a danno dell'altra, e nello specifico la Fiorentina a danno del Chievo, da appartenenti all'AIA? »
Maggiani: «No »
Picca: «Lei ricevette indicazioni di tal tipo da soggetti e da persone che rivestivano cariche all'interno della federazione italiana giuoco calcio?»
Maggiani: «Assolutamente no »
Picca: «Veniamo alla partita. Lei ricorda se fu una partita semplice o complessa dal vostro punto di vista, come arbitraggio, come interventi di gara?»
Maggiani: «Non ricordo nello specifico, ma presumo, visto che non mi torna alla memoria nulla, che sia stata una partita delicata come tante, ma non ci fu nulla di problematico»
Picca: «Ricorda se era una partita delicata per entrambe le squadre ai fini della lotta per non retrocedere?»
Maggiani: «Vista la terna che c'era direi di sì»
Picca: «Perché fa questo riferimento alla terna?»
Maggiani: «All'epoca, 2004/05, eravamo tutti internazionali, e di conseguenza sicuramente la gara aveva una valenza»
Picca: «Lei ci dice che a sua memoria la partita era delicata dal punto di vista della gestione e dello svolgimento, lei ricava questa circostanza dal fatto che fu disposta l'assegnazione di una terna composta da tutti internazionali, questo è il concetto?»
Maggiani: «Presumo di sì, è questo che volevo dire.»
Picca: «Ricorda se ci fu particolare animosità in campo, se ci furono scontri particolari o diversi da quelli che solitamente avvengono nell'ambito di un incontro? »
Maggiani: «No, nello specifico non ricordo»
Picca: «Non ricorda nulla di particolare o nulla di specifico?»
Maggiani: «Nulla di particolare»
Picca: «Non ho altre domande»

Prende la parola l'avvocato Gallinelli.

Gallinelli: «Da che anno è internazionale?»
Maggiani: «Dalla stagione 2004»
Gallinelli: «Ha arbitrato in partite dirette da Massimo De Santis?»
Maggiani: «Sì»
Gallinelli: «Con quale frequenza, raramente o...? »
Maggiani: «Abbiamo arbitrato insieme sia in Italia che all'estero, non in maniera frequentissima, ma è capitato»
Gallinelli: «De Santis, in Italia e all'estero, le ha mai dato indicazioni sull'adozione di parametri “particolari” su talune squadre? »
Maggiani: «No, mai »
Gallinelli: «De Santis ha svolto con lei dei briefing pre-partita? »
Maggiani: «Assolutamente sì»
Gallinelli: «Può indicare al tribunale gli argomenti trattati nel corso di tali briefing?»
Maggiani: «Erano esclusivamente questioni tecniche e di team working, di lavoro di gruppo, solo su questioni tecniche relative alla partita e alle classiche disposizioni che abbiamo noi in campo, sul comportamento che deve tenere l'assistente nei confronti dell'arbitro, sulle segnalazioni»
Gallinelli: «Lei ha svolto e svolge l'attività di assistente anche con altri arbitri, ha notato in questi briefing qualche differenza fra le indicazioni che le venivano date da De Santis e quelle date dagli altri arbitri?»
Maggiani: «No, i briefing sono similari, ognuno lo fa nel suo modo, però è chiaro che le disposizioni sono sempre comuni e uguali »
Gallinelli: «Lei ricorda la partita Parma-Juventus del 6 gennaio 2005?»
Maggiani: «Sì»
Gallinelli: «Lei svolgeva di assistente di linea in quella partita? »
Maggiani: «È corretto»
Gallinelli: «Ricorda chi era l'arbitro di quella partita?»
Maggiani: «Il signor De Santis»
Gallinelli: «Ricorda delle condotte particolari o comunque delle indicazioni che le diede l'arbitro De Santis prima o durante la partita con riferimento a parametri valutativi da adottare eventualmente in favore dell'una o dell'altra squadra?»
Maggiani: «Nessuno in particolare »
Gallinelli: «Ricorda delle proteste dei giocatori della Juventus per la mancata assegnazione di un calcio di rigore?»
Maggiani: «Sì»
Gallinelli: «Ricorda lo svolgimento di quella azione, può descriverla? »
Maggiani: «Lo ricordo, non ero l'assistente di competenza, però ricordo un cross in area e un presunto tocco di braccia su un colpo di testa di Del Piero. Per la Juventus c'era Del Piero come giocatore e un intervento di braccio in area. Protestarono per questo episodio»
Gallinelli: «Ricorda chi era l'altro assistente?»
Maggiani: «Era Farneti»
Gallinelli: «Ricorda se l'arbitro De Santis mosse delle critiche, rimproverò, si arrabbiò per questa mancata segnalazione?»
Maggiani: «No, non si arrabbiò »
Gallinelli: «Ricorda il risultato della partita?»
Maggiani: «Finì 0-0, no, finì 1-1»
Gallinelli: «Ricorda quale era il risultato nel momento di questo episodio, della mancata concessione del rigore?»
Maggiani: «No, ricordo che finì in pareggio»
Gallinelli: «Nessuna altra domanda»

Casoria: «Il teste può andare».

Teste Francesca Beccacece, professore associato alla Bocconi di Milano, consulente di parte dei Della Valle e di Mincucci.

Furgiuele: «Può precisare il settore scientifico disciplinare in cui lei è specializzata?»
Beccacece: «Metodi matematici dell'economia e delle scienze attuariali e finanziarie, in buona sostanza la matematica applicata all'economia e alla finanza»
Furgiuele: «Può illustrare al tribunale esattamente in che cosa consiste questa sua specializzazione?»
Beccacece: «Sono una laureata in economia con indirizzo quantitativo prettamente matematico, quindi tutti i metodi quantitativi che sono applicati nell'azienda, nell'economia e nella finanza. Matematica finanziaria dal calcolo degli interessi di un conto in banca fino a nozioni che riguardano l'equilibrio dei mercati»
Furgiuele: «Signor presidente, vorrei chiedere l'autorizzazione per la professoressa di avvalersi degli atti da lei redatti, perché si tratta di calcoli, numeri e cifre... »
Casoria: «Va bene, viene autorizzata in aiuto della memoria. È un suo elaborato»
Beccacece: «I miei appunti e la mia consulenza»
Furgiuele: «Dottoressa, le sono stati posti dalla difesa alcuni quesiti, vuole sintetizzare esattamente i quesiti che le sono stati posti?»
Beccacece: «Il quesito a cui mi è stato richiesto di dare risposta si articola in cinque punti principali. Il primo punto riguarda la determinazione delle possibilità esistenti sul piano scientifico che la Fiorentina potesse permanere in serie A prima dello svolgersi dell'ultima giornata di campionato, quella che si è giocata il 29 maggio 2005, sulla base delle condizioni di classifica della Fiorentina e delle condizioni di classifica di tutte le altre squadre che erano in zona retrocessione. Secondo punto, la descrizione dei metodi quantitativi che ho utilizzato per calcolare queste probabilità al fine anche di individuare delle condizioni che risultano essere necessarie e sufficienti per la permanenza della Fiorentina in serie A. Inoltre la descrizione di tutti gli elementi in punta di fatto che ho utilizzato per individuare queste probabilità. Infine mi sono concentrata a valutare se fosse sufficiente alterare il risultato finale della partita Lecce-Parma al fine di garantire la salvezza della Fiorentina, tenendo conto di tutte le situazioni a contorno, ovvero della situazione della Fiorentina e di tutte le altre squadre. Se alterare questa partita (Lecce-Parma) non fosse sufficiente, quante e quali altre partite sarebbero dovute essere toccate, avrebbero dovuto essere alterate al fine di ottenere per certo la salvezza della Fiorentina»
Furgiuele: «Quale è la metodologia che ha usato per analizzare i dati a sua disposizione e quali i criteri utilizzati per formulare le sue risposte?»
Beccacece: «Si trattava di un calcolo delle probabilità. Ho pensato fosse opportuno considerare un approccio di probabilità che si chiama “proprietà classica” che risponde alle esigenze di carattere “oggettivo”. Quindi mediante una serie di formule per cui conoscendo il metodo qualunque valutatore ottiene lo stesso risultato»
Furgiuele: «Ci sono dei metodi alternativi?»
Baccacece: «Beh sì, ci sono degli approcci alternativi. In primis, al contrario si oggettiva vi è un concetto di “proprietà soggettivo”, ovvero semplicemente attribuire la priorità a una situazione, ad un evento in funzione del grado di fiducia che quell'evento succeda. È una proprietà soggettiva tipica della scelta e della decisione individuale, più difficile dal mio punto di vista, non applicabile in un contesto collettivo perché dipende dal soggetto valutatore e quindi difficilmente condivisibile»
Furgiuele: «Quindi possiamo dire che il “metodo della probabilità classica” è sostanzialmente un metodo matematico? Oggettivo perché matematico?»
Baccacece: «Certo, è un metodo matematico con la caratteristica della oggettività »
Furgiuele: «Quali sono le fonti normative e quali le fonti fattuali, gli elementi di fatto, a cui si è riferita per esaminare la problematiche poste e quindi per dare le risposte ai quesiti?»
Baccacece: «Dal punto di vista normativo mi sono rifatta alle norme organizzative interne alla Figc come erano in vigore in quel campionato, 2004/05. Dal punto di vista fattuale, dovendo fare una valutazione subito prima dell'ultima giornata, ho fatto riferimento alla condizione di classifica prima dello svolgimento dell'ultima giornata e al calendario delle partite della stessa ultima giornata»
Furgiuele: «Scendiamo più nel particolare. Quale era la situazione di classifica prima dell'ultima giornata e in particolare quale era la posizione di classifica della Fiorentina »
Baccacece: «Concentrandoci sulla zona retrocessione, abbiamo l'Atalanta a 35 punti già condannata alla serie B, quindi la Fiorentina a 39 punti penultima, poi ci sono tante altre squadre relative alla zona retrocessione»
Furgiuele: «Quante e quali erano le squadre che prima dell'ultima giornata erano coinvolte nella lotta per la retrocessione?»
Baccacece: «Bisogna distinguere, per la zona retrocessione che hanno inerenza con la retrocessione della Fiorentina, sono sette. Partendo dal basso: Atalanta, Fiorentina, Siena, Parma, Brescia, Bologna, Chievo; all'interno delle quali l'Atalanta è già retrocessa. Queste sette squadre vanno a giocare cinque partite perché ci sono gli scontro diretti, primo fra tutti Fiorentina-Brescia. Per dare l'idea della complessità e della numerosità dei casi che vanno a costituirsi, le combinazioni di tutti i risultati possibili di queste cinque partite, danno luogo a 243 casi. Quindi l'analisi di questi 243 casi permette di considerare tutti gli scenari possibili di questi risultati»
Furgiuele: «Può precisare quali erano le partite rilevanti per la salvezza della Fiorentina?»
Baccacece: «Le cinque partite sono Bologna-Sampdoria, Fiorentina-Brescia, Lecce-Parma, Roma-Chievo e Siena-Atalanta»
Furgiuele: «Può dirci, alla luce di queste precisazioni, se fra le possibili condizioni ve ne era qualcuna che noi potremmo dire necessaria e indispensabile perché la Fiorentina rimanesse in serie A? Delle partite di cui ha parlato, ce ne era una in cui era indispensabile un certo risultato »
Baccacece: «Contrariamente alla complessità dei 243 casi, al condizione necessaria risulta in maniera nitida ed evidente: la Fiorentina si salva solo se vince contro il Brescia. Se perde o pareggia non vi è alcuna possibilità di risultati sugli altri campi possano consentirle di rimanere in serie A, questa era la condizione necessaria»
Furgiuele: «Quindi la Fiorentina poteva solo vincere per sperare di rimanere in serie A Posto che era una condizione necessaria, era anche una condizione sufficiente o ce ne volevano delle altre?»
Baccacece: «No, era necessaria e non anche sufficiente. Se la Fiorentina vince contro il Brescia può ancora retrocedere, in alcuni casi direttamente oppure in altri casi può andare allo spareggio. Fiorentina che vince non è sufficiente, condizione sufficiente è che su altri campi maturino risultati favorevoli »
Furgiuele: «Veniamo a Lecce-Parma, che si è conclusa con il pareggio. Questo pareggio era sufficiente per la permanenza in serie A della Fiorentina?»
Baccacece: «No, il risultato isolato del pareggio tra Lecce e Parma non sarebbe stato sufficiente, neanche se accoppiato alla vittoria della Fiorentina in casa contro il Brescia, occorre comunque qualcosa d'altro, un altro risultato favorevole nelle altre partite disputate»
Furgiuele: «Può farci degli esempi?»
Baccacece: «Certamente uno poteva essere che se il Bologna non vinceva era un risultato utile da aggiungere ai precedenti per ottenere la salvezza della Fiorentina. Oppure se il Chievo perde rimane a 42 e per una serie di meccanismi di calssifica avulsa accade che la Fiorentina si salva, però va aggiunta ai due precedenti»
Furgiuele: «Facciamo l'ipotesi che il Parma avesse vinto l'incontro. Che cosa accadeva?»
Baccacece: «Poteva accadere di tutto, poteva accadere anche... »
Furgiuele: «Poteva (la Fiorentina – ndr) rimanere in serie A?»
Baccacece: «La Fiorentina poteva rimanere in serie A se il Parma vinceva »
Furgiuele: «Quindi il risultato di pareggio o vittoria del Parma sarebbero stati indifferenti?»
Baccacece: «C'era la possibilità che la Fiorentina si salvasse anche se il Parma vinceva contro il Lecce»
Furgiuele: «In sostanza, se si fosse voluto aumentare le possibilità perché la Fiorentina rimanesse in serie A, quale doveva essere il risultato di Lecce Parma?»
Baccacece: «Al netto della vittoria della Fiorentina, non può essere influente il risultato del Parma nei confronti della situazione in campionato di salvezza della Fiorentina»
Furgiuele: «Presidente, io non ho altre domande»

Avvocato Picca, difesa Della Valle

Picca: «Quando lei ha fatto riferimento al rapporto tra la vittoria della Fiorentina e al pareggio tra Lecce e Parma ha detto che verificatasi la condizione necessaria ma non sufficiente, la vittoria della Fiorentina sul Brescia, il pareggio (in Lecce-Parma) non era comunque sufficiente, e ha indicato l'interferenza tra questi due risultati con altri possibili risultati con altre ulteriori incontri, me li può dettagliare tutti?»
Baccacece: «Ce ne sono ben tre di possibilità. Un terzo risultato che può derivare o dallo scontro tra Bologna e Sampdoria, o dallo scontro tra Siena e Atalanta, o dallo scontro tra Roma e Chievo»
Picca: «Quindi la concatenazione necessaria vede: primo risultato Fiorentina-Brescia vittoria della Fiorentina, un secondo risultato pareggio Lecce-Parma e a questa c'è la concatenazione con altre tre partite e con quali altri risultati di queste tre partite? »
Baccacece: «Prendiamo per assunto che la Fiorentina ha vinto, diamo pure assunto che il Parma ha pareggiato occorre almeno considerare una terza partita tra le tre che ho indicato (Bologna-Sampdoria, Roma-Chievo e Siena-Atalanta - ndr) che abbia un risultato favorevole alla Fiorentina. Risultato (favorevole ai viola – ndr) che si può declinare in questa maniera: per quanto riguarda Siena-Atalanta, l'Atalanta deve vincere o pareggiare; per quanto riguarda Bologna-Sampdoria, la Sampdoria deve vincere o pareggiare; per quanto riguarda Roma-Chievo, il Chievo deve perdere »
Picca: «Quindi ci sono cinque/sei o più variabili?»
Baccacece: «Bisogna fare la combinazione di tutte queste situazioni»
Picca: «Quindi cinque o sei variabili relative a queste tre partite da abbinare poi al pareggio Lecce -Parma e alla condizione necessaria della vittoria della Fiorentina, è corretta questa ricostruzione? »
Baccacece: «È corretta»
Picca: «Va bene, non ho altre domande»

Controesame del pubblico ministero

Capuano: «Rimanendo invece, sulla base del suo studio, alle sole due partite che ha analizzato con maggiore attenzione, quindi stiamo parlando di Lecce-Parma e Fiorentina-Brescia, nel momento in cui si verificassero i due risultati di pareggio tra Lecce e Parma e vittoria della Fiorentina, indipendentemente da tutti gli altri risultati, che sono tre, quattro, cinque o uno, che cosa succederebbe?» Che domanda stupida! Stupida per due motivi, primo perché avendo la consulente utilizzato un metodo oggettivo matematico non può “analizzare con maggiore attenzione” una o più partite a discapito delle altre; secondo perché i due risultati di Lecce-Parma e Fiorentina-Brescia proprio per la loro interdipendenza ai fini della classifica non si possono considerare “indipendentemente da tutti gli altri risultati”. Ai pm ancora non passa per la testa che il capo di imputazione, così come formulato e relativo solo a Lecce-Parma, non sta in piedi neanche a sostenerlo?!
Baccacece: «Non è un caso solo eh»
Capuano alle prese con l'arrampicata sugli specchi: «E' chiaro che non è un caso solo... (ma ci è o ci fa? Ndr) … Ma la situazione meno peggiore per la Fiorentina quale potrebbe essere, c'è una retrocessione matematica?» Ma che farfuglia?
Baccacece: «C'è uno spareggio, quindi non c'è certezza di salvezza»
Capuano: «Ma nemmeno di retrocessione?» Il capo d'accusa retto dall'astratta ipotesi!!
Baccacece: «C'è il caso dubbio, si va allo spareggio». “In dubio pro reo”dicevano gli antichi, ma questa massima giuridica ai pm non l'hanno riferita.
Capuano: «Nella sua analisi ha preso in considerazione anche la Lazio?»
Baccacece: «No, la Lazio prima dell'ultima giornata è a 43, se la Fiorentina che è a 39 vince, arriva a 42 (è irraggiungibile per i viola - ndr) »
Capuano: «Ma rispetto alla lotta per la retrocessione la Lazio prima dell'ultima giornata era matematicamente salva?» Ma il pm sa di cosa sta parlando? Ha capito di quale parte imputata è consulente il teste?
Baccacece: «Io non ho analizzato la situazione della Lazio, io ho analizzato la situazione della zona retrocessione nella considerazione che la Fiorentina retroceda. La Lazio è ininfluente per la Fiorentina, detta in altri termini: se la Lazio retrocede, la Fiorentina retrocede di sicuro, perché le rimane sotto. Quindi non importa studiare questi scenari, perché sono interessata a capire se la Fiorentina permane, va allo spareggio o va giù. Quello che fa la Lazio non influenza e non impatta su quello che fa la Fiorentina, perché la Lazio parte sopra e rimane sopra anche se la Fiorentina vince»
Capuano: «Ma lei ha fatto questo stesso discorso anche per il Lecce? »
Baccacece: «Io ho fatto questo stesso discorso anche per il Lecce, certo. Io ho considerato, come detto precedentemente, sette squadre, quella che ha il punteggio più alto è il Chievo che è a 42, quindi il Lecce a 43 è sopra»
Capuano con la domanda di ripicca: «Quali sono queste sette squadre, me le vuole dire?»
Baccacece: «Partendo dal basso: Atalanta, Fiorentina, Siena, Parma, Brescia, Bologna e Chievo»
Capuano: «Quindi non ci sta nemmeno il Lecce?»
Baccacece, siccome Capuano ancora non vuol capire: «Perché è a 43, né ci sta la Lazio, né ci sta la Reggina»
Capuano: «Presidente noi non abbiamo altre domande». Che peccato, potevamo far cadere qualche altro capo d'accusa...

Il Presidente congeda il teste.

Processo Calciopoli
Tribunale di Napoli – Udienza del 9 novembre 2010, audizione teste Dino Zoff.

L'udienza si apre con la consueta chiamata delle parti, tra le quali è assente Luciano Moggi, nell'occasione assistito dal solo avvocato Marrandino in sostituzione dell'avvocato Trofino stante la contemporaneità dell'udienza di appello per il processo GEA, nel quale è impegnato il collega Prioreschi.

Piccola osservazione, l'avvocato Giuseppe Vitiello, presente per la Juventus (responsabile civile), risponde all'appello e, come già fatto in passato, provvede a nominare l'avvocato Russo quale suo sostituto processuale per il prosieguo dell'udienza. Sembra che il legale della società bianconera presenzi in via incidentale all'appello, quasi si trovasse a passare di lì per caso.

In avvio d'udienza il Presidente del Collegio fa presente alle parti che «l'esame testimoniale deve immancabilmente essere completato entro il 23 novembre 2010».
L'avvocato Botti, difesa Mazzini, comunica « la rinuncia all'unico teste di lista: Ulivieri». Il collegio revoca quindi l'ammissione di questa prova testimoniale.
Nel frattempo giungono in aula l'avvocato Trofino (difesa Moggi) e l'avvocato Fonisto per Mazzei.

Interviene la difesa d'ufficio, l'avvocato Pinto: «Presidente, se c'è esame testimoniale io devo chiedere i termini a difesa perché io non ho letto gli atti precedenti»
Casoria: «Gli altri difensori su questa richiesta dell'avvocato d'ufficio?»
Le altre parti si rimettono alla valutazione del Tribunale.
Casoria: «Oggi chi è presente come teste?»
L'avvocato Picca: «È presente Dino Zoff per la difesa Della Valle»
Il presidente, verificato che l'avvocato d'ufficio sostituisce solo il difensore di Bertini, stabilisce di consentire all'udienza successiva il controesame del teste.
L'avvocato Picca ricorda che la circostanza di prova sulla quale viene chiamato Dino Zoff, è la partita Lazio-Fiorentina, circostanza che come fa notare il Presidente «è indifferente» per la posizione di Bertini.

Prima che venga introdotto il teste, l'avvocato Gallinelli chiede la parola: «Volevo brevemente illustrare al tribunale una ulteriore produzione documentale...»
Casoria: «Va bene, dopo»

Finalmente viene introdotto il teste Dino Zoff, per il quale non c'è bisogno di presentazione.

Dopo le generalità il Presidente chiede: «Attività in atto?»
Zoff: «Pensionato»
Casoria: «Pensionato? Non ha nessuna altra attività nell'ambito del calcio?»
Zoff, un po' divertito: «No, no»

L'avvocato Picca inizia chiedendo al teste di riassumere le pregresse esperienze nel mondo del calcio, sia come calciatore, sia come allenatore.
Zoff: «Beh, è una storia abbastanza lunga... non credo che il tribunale voglia sapere questo. Io ho fatto il calciatore per ventidue/ventitré anni...»
Casoria: «Vabbè, l'avvocato glielo chiede. Effettivamente avvocato, a che fine?»
Picca: «Se questo è un dato noto, io supero questa parte introduttiva. Volevo che sinteticamente riferisse le principali tappe della sua attività sia come calciatore che come allenatore»
Casoria: «L'avvocato vuole sapere nel corso della sua carriera lei che mansioni ha svolto: calciatore, allenatore...?»
Zoff: «Ho iniziato da calciatore, ho giocato per venticinque anni a livello professionistico passando diverse squadre, poi arrivando a fare il dirigente e il presidente della Lazio, allenatore della Juventus prima, poi nell'ultima stagione con la Fiorentina. Ecco, questa è la mia storia»
Casoria: «Può elencare le squadre in cui ha giocato?»
Zoff: «Udinese, Mantova, Napoli e Juventus. Quindi nazionale, campione d'Europa e campione del Mondo»
Casoria: «Può ritenersi soddisfatto l'avvocato Picca»
Picca: «Certamente! Come allenatore, può dire le squadre presso le quali ha svolto questa attività?»
Zoff: «L'ho svolto prima a livello nazionale con la nazionale olimpica, poi sono andato alla Juventus per un paio di anni, poi alla Lazio e l'ultima esperienza la Fiorentina»
Picca: «L'ultima esperienza è quella relativa alla stagione calcistica 2004/2005?»
Zoff: «Sì, la stagione era quella, però io subentrai in terza battuta, credo a febbraio del 2005»
Picca: «Quindi lei assunse la gestione tecnica della squadra a stagione già iniziata? »
Zoff: «Sì, non so se l'ultima metà, ma quasi»
Picca: «Ricorda a chi subentrò?»
Zoff: «Credo a Mondonico. Ci sono stati due o tre passaggi»
Picca: «Lei grosso modo entra come allenatore a febbraio 2005. Rimase allenatore fino alla fine della stagione? »
Zoff: «Fino alla fine, credo a giugno, sempre del 2005»
Picca: «Lei è citato oggi su una specifica partita, Lazio-Fiorentina, che se non ricordo male si disputò l'8 maggio 2005»
Zoff: «Sì, era una delle ultime partite»
Picca: «Lei ricorda il risultato di questo incontro?»
Zoff: «A dir la verità è stato un pareggio, non so se 0-0 credo, o 1-1»
Picca: «Lei ricorda l'arbitro di questo incontro?»
Zoff: «Sì, Rosetti credo»
Picca: «Lei ricorda se nel corso dell'incontro si verificò un episodio legato ad una decisione arbitrale che di fatto determinò una reazione di dissenso da parete dei giocatori della Fiorentina?»
Zoff: «Sì, effettivamente un fatto successe: un giocatore della Lazio respinse la palla con la mano sulla linea di porta. Molti giocatori che erano nei paraggi videro questo e l'arbitro non notò, non lo so questo. Di conseguenza c'è stata qualche protesta perché questo fallo di mano sembrava evidente... però credo che l'arbitro non l'abbia visto, come d'altra parte ho fatto fatica a vederlo io dalla panchina»
Picca: «Le fu riferito dai suoi giocatori di questa circostanza, cioè del fallo di mano evidente non visto dall'arbitro e non sanzionato? Lei ricorda se i suoi calciatori... »
Zoff: «No, no, no, successe che i calciatori, tutti quelli che erano nei pressi protestarono, prima, dopo. Fu evidente, poi la televisione rimarcò questo fatto. È stato abbastanza evidente»
Picca: «Questa era una partita importante visto il momento della stagione?»
Zoff: «E beh, certamente poteva essere determinante, probabilmente una vittoria ci portava fuori non del tutto, ma con un buon vantaggio per poterci salvare. Questo è vero»
Picca: «Ricorda se nel momento in cui si disputò l'incontro la squadra era fortemente coinvolta per la lotta per non retrocedere? »
Zoff: «Eravamo fortemente coinvolti sì, eravamo nelle ultime partite in una situazione precaria, molto di più! Per noi un risultato positivo era basilare».
Picca: «È corretto dire che per effetto di questo risultato l'ultima giornata di campionato diventò determinante ai fini della vostra permanenza in serie A?»
Zoff: «Beh indubbiamente sì, l'ultima partita dovevamo vincere e l'abbiamo vinta, poi per altri risultati concomitanti che potevano essere positivi o negativi, credo che lo abbia spiegato un'altra persona qua, però effettivamente quella partita lì un risultato di tre punti poteva essere non dico decisivo, ma ci portava in una situazione di vantaggio sul resto delle squadre della retrocessione, è successo un pareggio invece che ci ha rimesso di nuovo nella difficoltà di salvarci»
Picca: «”Difficoltà di salvarci” che era legata non solo al risultato della vostra partita, ma anche al risultato di partite concomitanti?»
Zoff: «Beh, credo di sì, perché eravamo diverse squadre in lotta»
Picca: «Vorrei fare un passo indietro alla stagione calcistica che lei ha vissuto come allenatore. Lei ricorda, nel momento in cui assunse la direzione della Fiorentina a febbraio 2005, qual era la condizione complessiva della squadra dal punto di vista fisico, tecnico, del rendimento dei calciatori?»
Zoff: «Beh, era una squadra in crisi, perché quando si arriva a cambiare due allenatori eccetera, i risultati sono probabilmente negativi e la situazione certamente non è delle migliori, sia come serenità. Per prendere un allenatore a febbraio c'erano certamente dei problemi di risultati, di tranquillità, ma è nella logica delle cose»
Picca: «Lei questa condizione complessiva della squadra, dal punto di vista tecnico e anche come condizione psicologica, la riscontra anche da febbraio 2005 quando lei arriva ad assumere l'incarico, o fu una condizione che caratterizzò la squadra per tutto l'arco della gestione tecnica?»
Zoff: «Quando sono arrivato io certamente non era nelle condizioni migliori. Comunque abbiamo lottato tutto il periodo per tirarci fuori da questa condizione, quindi certamente di tranquillità quando vengono meno i risultati non ce n'è molta, come succede a tutte le squadre che sono in difficoltà»
Picca: «Torniamo per un attimo a Lazio-Fiorentina, lei c ha detto dell'errore (arbitrale – ndr) e della reazione della squadra. Prima dell'incontro Lazio-Fiorentina, lei ha ricevuto indicazioni da parte della dirigenza e presidenza della squadra di un intervento da parte della dirigenza finalizzato a garantire un risultato positivo per la Fiorentina? »
Zoff: «No, assolutamente no, nel modo più categorico »
Picca: «Io lei ho fatto la domanda facendo riferimento alla dirigenza in senso lato, lei queste indicazioni in punto di fatto ebbe a riceverle dal dottor Diego Della Valle?»
Zoff: «No assolutamente no, io non ho mai ricevuto pressioni di questo genere da nessuno. Quindi anche in questa situazione assolutamente no »
Picca: «Lei ricevette dal dottor Andrea Della Valle indicazioni che ci sarebbe stata un'azione della dirigenza finalizzata agarantire il risultato favorevole alla Fiorentina nell'occasione della partita Lazio-Fiorentina?»
Zoff: «No, assolutamente no. Come dicevo prima non ho mai ricevuto nella mia carriera queste situazioni. Quindi no, nel modo più categorico »
Picca: «Lei queste indicazioni non ebbe a riceverle neppure dal dottor Sandro Mencucci?»
Zoff: «No, assolutamente no»
Picca: «Questo per quanto riguarda Lazio-Fiorentina. Nelle partite successive e precedenti a questa lei ha mai ricevuto da parte del dottor Andrea Della Valle, da parte del dottor Diego Della Valle, da parte del dottor Sandro Mencucci indicazioni che ci fossero stati dei comportamenti, delle iniziative assunte dalla dirigenza della squadra finalizzate a garantire il risultato positivo degli incontri a favore della Fiorentina? »
Zoff: «No, no, no, non ho mai ricevuto cose del genere né prima né dopo, mai »
Picca: «È corretto dire che la preoccupazione della dirigenza, da identificarsi nelle persone cui ho fatto riferimento prima, era no preoccupazione legate ad una tenuta della squadra in vista della permanenza in serie A? Erano queste le preoccupazioni che la dirigenza le comunicava?»
Zoff: «Le preoccupazioni erano per la posizione di classifica, logico, eravamo tutti preoccupati per la situazione, come succede sempre quando sei nelle ultime posizioni e ti batti per salvarti qualche preoccupazione c'è, ma son sempre preoccupazioni sportive»
Picca: «Di questa “preoccupazione sportiva” i dirigenti ne facevano oggetto di discorsi e di colloqui con lei?»
Zoff: «Ma no, certamente si poteva discutere sui risultati, sulle possibilità di venirne fuori con dei risultati, magari si fanno delle previsioni sportive, “magari se vinciamo qua, là...” eccetera. Questa è cosa normalissima, come tutti sperano di vincere e battere una squadra o l'altra»
Picca: «Erano dei discorsi che le venivano fatti dalla dirigenza che si possono riassumere e qualificare come discorsi normali di preoccupazione sportiva, finalizzati a consentire la permanenza della squadra in serie A?»
Zoff: «Ma certamente, non c'erano altre situazioni»
Picca: «Lei ha fatto riferimento a Lazio-Fiorentina, che se non ricordo male era la penultima del campionato 2004/2005 (era la terzultima – ndr), e ha segnalato questa situazione peraltro nota nell'ambito del processo per altre testimonianze, e cioè di questo errore clamoroso di Rosetti per quanto riguarda il fallo di mano di Zauri non sanzionato. Lei ha registrato nelle partite precedenti situazioni nelle quali gli arbitri avevano assunto decisioni che lei ha considerato particolarmente negative nei confronti della squadra?»
Zoff: «Beh, succede sempre che uno non si accontenta o vede le cose in un modo di parte, questo non vuol dir niente. Non ho trovato niente di particolarmente negativo». In verità. E per correttezza morale, va ricordato che a quel tempo su questo punto l'allenatore viola dichiarò di aver avuto qualche “cattivo pensiero”.
Picca: «Non ho altre domande »

Gallinelli, difesa De Santis
Gallinelli: «Vorrei che lei indicasse al tribunale per quanti anni lei ha svolto l'attività agonistica nella Juventus»
Zoff: «Da calciatore undici anni da portiere»
Gallinelli: «Poi lei ha fatto riferimento a un periodo in cui è stato allenatore della Juventus»
Zoff: «Ho fatto un anno nello staff tecnico, appena smesso di giocare. Poi sono rientrato diversi anni dopo come allenatore della prima squadra»
Gallinelli: «Può indicare al tribunale nel periodo a cui ha fatto riferimento la Juventus quanti titoli vinse?»
Zoff: «Nel periodo in cui giocavo io ne ho vinti sei di campionati»
Gallinelli: «In questo periodo si ricorda di partite della Juventus arbitrate da De Santis?»
Zoff: «Non vorrei fare un torto a de Santis e a tutti gli arbitri, non sempre per me l'arbitro era un ricordo che rimaneva. Probabilmente m'ha arbitrato, non lo so, non saprei dire quando, come, con che risultato»
Gallinelli: «Era in attività l'arbitro De Santis?»
Zoff: «Non lo so»
Gallinelli: «Nessuna altra domanda, grazie»

Il capitano del Mundial di Spagna 82 viene congedato.

Dopo l'unica audizione di giornata, si presenta L'avvocato Palmieri che in sostituzione dell'avvocato Emilio Gueri di Bergamo assume per nuova nomina l'incarico per conto dell'Atalanta bergamasca calcio.

Gallinelli, per De Santis: «Presidente, come avevo anticipato poco fa, volevo produrre al tribunale un documento, di cui ho copia qualora il pubblico ministero non ne fosse a conoscenza o non ne fosse in possesso, documento che ritengo rilevante per due motivi: primo perché nel fascicolo del dibattimento sono transitati nella fase di ammissione prove, documento riguardanti il processo cosiddetto sportivo, cosiddetto calciopoli 1, e secondo perché prendendo atto della rinuncia del teste Tavaroli effettuata dalla difesa di Luciano Moggi. Siccome questo documento fa specifico riferimento sia a Giuliano Tavaroli che al De Santis, infatti come oggetto viene indicato “Accertamenti richiesti dalla procura federale in ordine ad articoli di stampa riguardanti comportamento della società internazionale fc nei confronti di Massimo De Santis” . Mi spiego, è una documento, una missiva a firma di Francesco Saverio Borrelli all'epoca capo dell'ufficio indagini della FIGC, datata 18 ottobre 2006, quindi addirittura prima della richiesta di rinvio a giudizio effettuata dai pubblici ministeri in questo processo, in cui Saverio Borrelli chiedeva al Procuratore della Repubblica di Milano di indicare circostanze dichiarate in sede di interrogatorio da Giuliano Tavaroli con riferimento all'arbitro De Santis. Saverio Borrelli illustra “l'interesse a conoscere quante volte e in quali occasioni il Tavaroli sia stato incaricato da dirigenti di società sportive di compiere o far compiere accertamenti su arbitri o calciatori, ovvero semplicemente consultato circa situazioni e problematice riguardanti simili personaggi”. Ora, siccome io non so se abbia avuto esito tale richiesta, vi è un appunto in calce apposto a penna dal procuratore di Milano. Però sia nel processo sportivo, né credo agli atti di questo processo credo si a transitato»
Casoria: «Allora, lei vuole depositare questo documento?»
Gallinelli: «Esatto»
Sentite le parti, il documento viene acquisito al fascicolo dibattimentale. Il pubblico ministero chiede di averne una copia.

Avvocato Morescanti: «Presidente, io per oggi avevo citato il dottor Iezzi e il dottor Cipriani, i quali hanno giustificato dichiarando che si avvarrebbero della facoltà di non rispondere perché sono o indagati o imputati nel processo Telecom a Milano. Io rinuncerei a questi e vorrei chiamare per la prossima volta Giuliano Tavaroli, se risponde»
Casoria: «Qual è l'imputazione a carico di Tavaroli?»
Morescanti: «È associazione a delinquere...»
Casoria: «Ma è un'altra associazione?»
Morescanti: «Non c'entra assolutamente nulla. Per me la cosa rilevante è una dichiarazione che questo imputato (Tavaroli) ha fatto sul signor Nucini, l'arbitro che è venuto qui a deporre. Io potrei anche chiedere il deposito del verbale di interrogatorio...»
Casoria: «Ma per quale imputato?»
Morescanti: «Per Fabiani»
Casoria: «Ma (Tavaroli)era stato indicato tra i testi?»
Morescanti: «Sono stati indicati tutti quelli del processo Telecom, controlli pure la lista testi di Fabiani. Presidente io ho il verbale di interrogatorio di persona sottoposta ad indagini, che Tavaroli fece unitamente ai propri difensori nel momento in cui fu arrestato nel 2006. Se la procura non si oppone e il tribunale... si oppone, la procura si oppone. Allora io chiedo di chiamare Tavaroli»
Casoria: «Ci riserviamo, controlliamo se è nella lista testi. Dobbiamo chiarire il collegamento. Sempre per i pedinamenti e le intercettazioni?»
Morescanti: «Ma no presidente, per me l'interesse è sull'arbitro Nucini. Gliela dico in breve, Tavaroli dichiara che l'arbitro Nucini aveva raccontato determinate situazioni dalle quali poi sono scaturiti i pedinamenti a carico di alcuni imputati di questo processo, tra cui anche il mio assistito Fabiani. A me interessava la particolarità che Nucini, interrogato poi sugli stessi fatti dalla Bocassini, non ha poi confermato nulla di quanto ha dichiarato in questa sede. Io questa domanda a Nucini la feci e Nucini ha detto “no io non voglio rispondere a questa domanda...”. Non solo, non ha chiarito la circostanza della sua chiamata all'epoca presso il pm Boccassini, da questo interrogatorio emerge che erano gli stessi riferimenti...»
Casoria: «Ma lei chiamando Tavaroli, su che cosa? »
Morescanti: «Sulla circostanza che è venuto a conoscenza che Nucini era stato chiamato per queste stesse dichiarazioni dal pm di Milano Bocassini e in quella sede non confermò»
Casoria: «Ma quali dichiarazioni?»
Morescanti: «Che l'arbitro Nucini rappresentò a Facchetti e a Moratti che De Santis, Moggi, Fabiani avevano degli atteggiamenti particolari nell'ambito della feredazione, e l'inter li fece quindi pedinare dando l'incarico a Tavaroli, che a sua volta diede l'incarico a Cipriani. È una questione un po' particolare »
Casoria: «Lo vuole interrogare su questa circostanza. Pubblico ministero»
Morescanti: «Ultima circostanza rilevante è che il Tavaroli dichiara è che il Nucini si era dichiarato disposto a dire tutti questi fatti, o presunti fatti, in cambio di un favore, ovvero posto di lavoro presso la società inter ». Alla faccia del moralista! «Questi sono i fatti rilevanti per questa difesa. Per questo io vorrei sentirlo»
Gallinelli: «Presidente, mi associo facendo presente che quanto illustrato dalla collega, quindi sulla rilevanza e sul collegamento con i fatti di cui ci stiamo occupando, emerge proprio dal testo del documento che ho pocanzi prodotto, che costituisce la genesi del processo sportivo e credo che abbia una rilevanza quantomeno indiretta riguardo all'accertamento dei fatti oggetto di questo processo»
Casoria: «Lei per oggi lo aveva citato già?»
Morescanti: «Per oggi no»
Narducci: «Stavo controllando, Tavaroli è nella lista testi di Fabiani con altre persone. Il capitolo di prova, lo controllavo adesso, è il seguente: sui controlli e sugli accertamenti cui è stato sottoposto Mariano Fabiani da parte dell'agenzia investigativa Poli nell'ambito dell'operazione “Ladroni”, cioè l'agenzia investigativa del Cipriani che però abbiamo appreso non verrà. Non c'è opposizione su questo capitolo di prova, che è cosa diversa da quella secondo cui Tavaroli dovrebbe fornire notizie sul comportamento e sulle dichiarazioni di Nucini, perché lo abbiamo fatto con Nucini, che è stato già esaminato. Quindi è un teste di lista indicato sin dall'inizio, opposizioni non ce ne sono»
Trofino: «Presidente mi scusi, la difesa di Moggi ha rinunciato al teste Tavaroli, che era anche nella nostra lista, perché era citato già da altre difese. Noi abbiamo un interesse a sentire Tavaroli. Per quanto riguarda la posizione testimoniale che è rilevata dalla lista, è in carattere con la richiesta dell'avvocato Morescanti, perché i pedinamenti furono fatti per una ragione e della ragione Tavaroli fu informato o poteva essere stato informato. Vogliamo chiedergli qual è la ragione per la quale furono disposti i pedinamenti, e quindi andiamo all'origine della natura delle dichiarazioni di Nucini. Quindi nella lista è compresa questa circostanza, credo che ne derivi di conseguenza la ragione per la quale anche noi insistiamo che questo teste venga sentito »
Casoria: «il tribunale, sentite le parti, dispone che per la prossima udienza l'avvocato Morescanti citi con avviso dell'indispensabilità a comparire, con l'avvertimento che comunque è obbligato a comparire e che altrimenti potrà essere tradotto coattivametne in udienza. Per la prossima udienza che è per il 16 chi altro sarà citato?»
Morescanti: «L'ingegner De Falco»
Casoria: «L'ingegner De Falco e poi? Manterremo fermo che oltre il 23 non si andrà»
Picca: «Presidente noi abbiamo altri due testi che verranno il 23»
Casoria: «Per il 23 vi siete anche impegnati a fornire l'elenco definitivo delle telefonate»
Capuano: «Presidente, lei aveva dato anche disposizione alla difesa di Scardina di citare Ciro Vnerato»
Morescanti: «Sì, scusate, quale sostituto processuale dell'avvocato Misiani, “in quella data si disputa la gara Pescara-Piacenza, è giornalista inviato”»
Casoria, dopo aver letto la giustificazione: «Avvocato Morescanti, immancabilente dovrà essere ricitato anche Venerato per la prossima udienza»

Il presidente chiude l'udienza e rinvia al 16 novembre 2010.
 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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