Mi piace iniziare il racconto di questa giornata calcistica offrendo il ruolo di protagonista ad
Alberto Malesani, allenatore probabilmente sopra le righe nella propria gestualità, nella propria esuberanza dialettica, ma certamente preparato ben oltre i meriti che spesso non vengono riconosciuti.
Il suo Bologna, passato indenne attraverso un possibile fallimento,
è ora squadra con un'identità precisa, tatticamente ben disposta, capace di esaltare la vena realizzativa di Di Vaio, e quella salvezza che pareva un miraggio, oggi, potrebbe trasformarsi in un campionato tranquillo, togliendosi qualche bella soddisfazione.
La soddisfazione di Malesani fa da contraltare alla
disperazione di Ventura il cui Bari, pur se reduce dalla vittoria nel derby pugliese, non riesce a dare continuità di entusiasmo e risultati; la salvezza diventa sempre di più un miraggio lontano.
La Roma cade, o meglio, si sgambetta da sola perdendo in maniera sciagurata una partita che avrebbe potuto vincere tranquillamente; la variabile impazzita,
Juan, consegna prima l'inerzia della partita alla Samp e offre poi l'assist della vittoria agli uomini di De Carlo che, ringraziando, si trovano 3 punti in saccoccia più per demeriti altrui che per meriti propri.
Punti persi a parte, fa discutere, ed è sintomo di probabili frizioni,
la geniale scelta di mister Ranieri che, per raddrizzare la partita, concede il recupero a Totti: prevedo inondazioni...
Non basta il doppio vantaggio al Brescia per conquistare punti al Franchi; una difesa inguardabile ha reso inutili le
prodezze di Diamanti e Cordova, rinfrancando gli umori del pubblico viola finalmente gratificato dal carattere della viola più che dal gioco espresso.
Grappoli di gol e delusione: gli
otto gol tra Milan e Udinese possono essere letti come un inno allo spettacolo ma anche come delusione per entrambe le squadre.
Il Milan, che soffre tremendamente l'assenza di Nesta e, nonostante il rammarico per la mancata vittoria, conferma comunque la devastante forza offensiva, rinforzata ulteriormente con il
recupero di Pato e l'acquisto di Cassano; l'Udinese puo' recriminare per l'impresa mancata, per l'autorete che ha dato il "
la" alla reazione del Milan e per il gol del pari subito in pieno recupero.
In questi casi però rimane sempre il dubbio se a prevalere è la forza dei rispettivi attaccanti o l'allegria delle difese.
Sulla carta la Lazio affrontava la partita più facile della giornata: il Lecce che non ti aspetti ha invece meritamente vinto per gioco e per occasioni create, approfittando dell'abulica prestazione degli uomini di Reja, privi di dinamismo, idee e giocate sopratutto a centrocampo, sino ad ora il reparto più brillante della squadra capitolina.
Non poteva non sfruttare i passi falsi delle prime
la nuova Inter di Mounardo o Leorigno che dir si voglia.
Non è stata una partita facile contro il Catania, capace, specie nel secondo tempo, di mettere i brividi alla retroguardia nerazzurra dopo un primo tempo bloccato tatticamente.
Se è vero che la reazione al vantaggio del Catania appartiene più ai singoli (nello specifico
Cambiasso) piuttosto che alla squadra, è altrettanto vero che, per rosa e convinzione, all''Inter basta poco per tornare ad essere autorevolissima protagonista nel girone di ritorno, senza scomodare colpi di genio del nuovo innamorato allenatore.
Gli unici 0-0 di giornata rispecchiano il gioco espresso tra Chievo e Palermo e Cesena-Genoa. Qualcosina in più (e non per l'assenza di nebbia) si è visto a Verona, grazie a qualche lampo di
Pastore, non sufficiente comunque a scardinare l'attento fortino clivense; a Cesena è valso il detto "
chi si accontenta gode". Un'autentica metamorfosi specialmente per il Genoa che nell'ultimo bienno sapeva divertire come poche altre squadre.
Fuochi d'artificio a Napoli, ahinoi.
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