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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di G. FIORITO del 31/01/2011 11:35:27
Quelle partite particolari - Parte IV

 

Le partite truccate e la formazione delle griglie con riferimento all’individuazione della griglia madre

Le partite incriminate secondo l’ipotesi accusatoria dei sorteggi truccati che riguardano direttamente la Juventus sono due.

Lecce Juvenutus 0 – 1 del 14/11/2004 . Arbitro Massimo De Santis. L’accusa: secondo De Gregorio Bergamo e Pairetto alterarono “la genuina procedura del sorteggio” del direttore di gara per consentire alla Juventus di battere il Lecce. La conseguenza fu la mancata sospensione della partita per impraticabilità del campo giustificata dal vantaggio della Juventus. Indagati Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Lanese, De Santis, Griselli e Ceniccola. Gli ultimi due erano gli assistenti.

Da Gazzetta.it, 15 maggio 2006: La partita si gioca in condizioni estreme. Il campo è un pantano, la Juve trova il gol vittoria dopo un rimbalzo falso dovuto a una pozzanghera. Contestati anche un fuorigioco non segnalato di Ibrahimovic e uno dubbio, fischiato, a Bojinov: il guardalinee è Ceniccola.
A mio avviso, ma ribadisco che la mia è un’opinione del tutto personale, dopo il precedente creato da Collina in quel di Perugia, nessuna partita dovrebbe mai più essere sospesa a causa delle condizioni atmosferiche. Si potrebbe aggiungere che qualcuno deve avere interpretato allo stesso modo la questione anche a livello europeo, viste le condizioni in cui la Juventus è stata costretta a giocare la partita di EL contro il Lech Poznan il 1 Dicembre 2010.
Più realisticamente si può invece affermare che i giornali dopo l’incontro non si lamentarono del risultato. Nemmeno la Gazzetta dello Sport, che anzi De Santis, fischiando 55 punizioni (29 falli alla Juve e 26 al Lecce), spazientì al punto che gli rifilò in pagella un 5,5.

Roma Juvenuts 1 – 2 del 05/03/2005 .. Arbitro Salvatore Racalbuto. L’accusa: Racalbuto concede un rigore generoso alla Juventus. Indagati Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Fabiani, Fazi, Racalbuto, Pisacreta, Ivaldi e Gabriele. Gli ultimi tre erano i due assistenti e il quarto uomo.

E’ la partita del ritorno a Roma di Capello, Emerson e Vieira a Roma da avversari, dopo che da giallorossi erano diventati bianconeri. Da bolgspot.com del giugno 2006, corredato dell’immagine della prima pagina de Il Romanista che titolava “Questa è una rapina”:
ROMA JUVENTUS 5 MARZO 2005 LO SCIPPO DELLA JUVE SOTTO INCHIESTA
I magistrati vogliono conoscere particolari della strana partita Roma-Juve, il 5 marzo 2005, persa dai giallorossi tra le proteste per l'arbitraggio quanto meno dubbio (fischiava Racalbuto con l'assistenza di Pisacreta ed Ivaldi, quarto uomo era Gabriele): decisivo fu il rigore dato alla Juve per un fallo di mano commesso fuori dall'area. Totti sbottò nella famosa frase che gli costò il deferimento ed una multa: «È impossibile giocare 14 contro 11...». I magistrati chiederanno a lui e a DelNeri di ripercorrere le fasi salienti di quella giornata, ma vogliono anche sapere se i due avessero informazioni specifiche in merito all'arbitraggio.
Ecco quello che abbiamo raccolto:
(ANSA) - ROMA, 5 MAR - Totti protesta veementemente contro Racalbuto, arbitro di Roma-Juve, a partita finita sul 2-1 per i bianconeri. Il capitano della Roma, quando la partita è terminata, è andato al centro del campo per protestare duramente con Racalbuto per i due gol juventini. A quel punto dalla panchina giallorossa lo stesso tecnico DelNeri e Vito Scala, preparatore atletico del giocatore, sono corsi a trattenere Totti portandolo via. Trattenuto anche Cassano.
ROMA, 5 MAR - 'Dal mio punto di vista, ho vinto 1-0...’'. E' questa la protesta più esplicita' di Luigi Delneri contro il trio arbitrale dopo Roma-Juve. 'Io non commento le decisioni dell'arbitro - ha detto il tecnico giallorosso - lascio parlare le immagini: tutti possono giudicare. Le proteste le lascio agli altri, a chi ne ha la competenza. Cosa penso del fatto che sia stato scelto un arbitro non internazionale? E cosa cambia, con quello che penso?...'.
IL MESSAGGERO.IT ROMA - Un altro scandalo e sempre davanti agli occhi di tutti. Racalbuto, arbitro non internazionale, determina il successo della Juventus contro la Roma. Due a uno, il risultato, ma partita falsata. Il primo gol bianconero di Cannavaro è in fuorigioco, il secondo, nasce da posizione ancora irregolare e soprattutto per un rigore inesistente, con fallo, se c’è, commesso da Dellas su Zalayeta fuori area.

La Gazzetta dello Sport commenta: Totti sveglia la Roma e lancia Cassano che segna in fuorigioco. Ibrahimovic segna su assist del solito Camoranesi, ma l’assistente Ivaldi sbandiera un fuorigioco che non c’è. Racalbuto non vede un pugno di Cufré a Del Piero.

Sul Corriere della Sera del 14 Maggio 2006 Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini scrivono: Si arriva così a Roma Juventus, partita di cartello del 5 marzo 2005. Bergamo organizza le cose per bene e raccomanda al «quarto uomo», in questo caso il suo amico Marco Gabriele, di tenere acceso il telefono tra il primo e il secondo tempo. Naturalmente si tratta di un cellulare estero, che dunque non può essere intercettato.
Il 16 marzo 2010 così in aula al processo di Napoli:

PM Narducci: Può illustrarmi per cortesia il contenuto, se esistente, di contatti, colloqui telefonici intercorsi tra Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi nel periodo che precede lo svolgimento di questo incontro di sabato 5 marzo?
Auricchio: Sì. 4 marzo sorteggi e l’arbitro Racalbuto è assegnato alla partita Roma-Juventus. La terna arbitrale, oltre a Racalbuto, è composta dai due designatori (dice proprio così, ndr) Pisacreta e Ivaldi, e il quarto arbitro che è Gabriele. Già il 5 Marzo, cioè il giorno, sostanzialmente, della partita… la partita si svolge in serata, è l’anticipo del sabato, 20.30… il designatore Bergamo, attraverso la Fazi, cura che il quarto uomo, Gabriele, porti con sé durante lo svolgimento della partita un cellulare, un telefonino sicuro, su cui eventualmente procedere ad eventuali contatti durante la partita durante. [...] Devo dire che questa circostanza del telefonino, poi, in corso di attività istruttoria, ha avuto anche un riscontro oggettivo, nel senso che il quarto uomo Gabriele, in quel caso quarto uomo… l’arbitro Gabriele ha consegnato a noi un cellulare in cui era ancora riportato il messaggio partita durante avvenuto inviatogli da Bergamo. Quindi c’è un riscontro oggettivo al di là della ricostruzione telefonica, diciamo, da questo punto di vista. A parte la…
PM Narducci: Che aveva… più o meno, se ricorda… più o meno, il contenuto.
Auricchio: Il contenuto chiaramente era legato, diciamo, ad alcuni eventi avvenuti durante la…
Avv. Trofino: Vorrei fare un intervento. Gabriele il telefonino l’ha dato perché voleva dimostrare che era il suo e non un altro telefonino, per la verità, in quell’inchiesta. Tant’è che è stato prosciolto. Se no diventa una domanda suggestiva. Il teste dice "c’ha consegnato il telefono", sembra un riscontro a questo. Gliel'ha dato esclusivamente per dimostrare che il telefonino era il suo. Questo risulta dal processo che… tant'è che Gabriele viene anche prosciolto da questa imputazione.
Presidente Casoria: E’ così come ha detto l’avvocato? Che l’ha dato spontaneamente per dimostrare che era il suo?
Auricchio: No, per dimostrare, diciamo… no, nel senso è una valutazione che fa l’avvocato, voglio dire.
Avv. Trofino: Non è una valutazione, è un dato processuale.
Presidente Casoria: Va bene. Vabbè, comunque eravamo arrivati al messaggio… il telefonino l’avete accertato di chi era?
Auricchio: Il telefonino l’abbiamo acquisito, ed era un telefonino in uso a Gabriele, diciamo. Non volevo… non era un cellulare arrivato da…
Presidente Casoria: Il Pubblico Ministero voleva sapere se Lei ricordava il contenuto di questo messaggio.
Auricchio: Sì. Il contenuto del messaggio è riferito al… ad una situazione che è accaduta durante il primo tempo della partita Roma-Juventus, dove il primo gol della Juventus era in fuorigioco e quindi il… diciamo, Bergamo lascia un messaggio, appunto, citando questa situazione. Il testuale non lo ricordo, comunque era riferito al…
Avv. Prioreschi: Si lamentava…
Auricchio: … al fuorigioco. Quindi era un avvertimento, nel senso che "Fate attenzione ai gol in fuorigioco". Questo era il senso del messaggio.

Qualche considerazione per riequilibrare ciò che si ipotizzò nel 2006 sia riguardo all’utilizzo di sim svizzere, sia intorno alle accuse mosse ai designatori: il telefonino di Gabriele era dotato di sim intercettabile; Gabriele lo aveva conservato dopo un avvenuto guasto solo perché vi erano conservate le foto della figlia appena nata; il messaggio di Bergamo non è da ritenersi indirizzato a favorire la Juventus nel secondo tempo della partita, ma piuttosto a evitare altri errori sui goal in fuorigioco. Cosa che fa pensare che Bergamo non doveva essere molto contento della convalida del primo goal ai bianconeri: l’SMS è una tirata d’orecchie.
Per questo capo d’imputazione Giraudo è stato assolto.

Nel giugno 2010 siamo venuti a conoscenza di un’interessante intercettazione in relazione alla partita Roma Juventus del 05/03/2005, avvenuta due giorni dopo, tra il designatore arbitrale Paolo Bergamo e il giornalista Ruggiero Palombo della Gazzetta dello Sport. L’intercettazione è del 07/03/05 ed è molto utile a districare la complessa questione della formazione delle griglie che precedeva il sorteggio per la designazione degli arbitri. Un argomento al quale sembravano interessarsi davvero tutti e del quale impicciarsi era pratica diffusa. Come è stato chiarito in questi quattro anni che sono trascorsi dallo scoppio di calciopoli, da quella primavera estate del 2006 nella quale si fece un gran parlare di ragioni etiche calpestate solo dai dirigenti juventini. Invece grigliavano tutti e rimane un acre odore di fumo che tarda a sgomberare l’aria. A scontornare senza ipocrisie i ruoli di molti personaggi rimasti in cerca d’autore in questa rappresentazione che stenta ad elevarsi dal rango della farsa a quello del realismo. Anche se, come disse De Santis, quello delle griglie era un giochino tanto facile che equivaleva al segreto di Pulcinella.

Cerchiamo di raccontare i contenuti del dialogo tra Palombo e Bergamo evidenziandone i punti salienti. E’ lunedì, h 11:53 e Palombo comunica a Bergamo che il martedì, giorno seguente, sarà l’ultima volta che i designatori interverranno sulla Gazzetta dello Sport per commentare l’operato degli arbitri durante la trascorsa giornata di campionato, per evitare ulteriori imbarazzi. Era infatti uno dei comportamenti adottati per contrastare il clima surriscaldato da dirigenti, media, calciatori e tifosi intorno agli errori arbitrali. Palombo dice a Bergamo in confidenza di aver parlato con Carraro, la cui intenzione è di proteggere i designatori fino alla fine del campionato, avendo preso la decisione di cambiare il sistema di designazione. Lo stesso Carraro avrebbe convocato per giovedì Bergamo e Pairetto per affrontare la questione degli errori arbitrali e del loro futuro. Anche Bergamo si lascia andare a confidenze e parla di minacce di dimissioni da parte di Pairetto. Quanto sia etico discuterne con un giornalista non è oggetto di giudizio in questo contesto, ma Bergamo ci tiene a chiarire che la sua preoccupazione non è giustificata dal timore di perdere “una poltrona che già è fredda”, ma è quella di garantire la credibilità della classe arbitrale e la regolarità del campionato. Si duole poi che Giancarlo Abete, all’epoca vicepresidente e oggi presidente della FIGC, si sia lamentato con i giornali dei designatori. Dunque anche Abete e Carraro non lavavano i panni sporchi in casa.

A questo punto Palombo sposta la discussione su uno dei due anticipi del sabato e dice esplicitamente che sarebbe stato meglio non mettere in griglia Racalbuto, estratto proprio per Roma Juventus (l’altro anticipo era Atalanta Milan) dal giornalista Fulvio Bianchi, del tutto casualmente, come ha confermato nel corso della deposizione resa a Napoli. Bergamo sbotta in un: Ma come faccio, Ruggiero! C’erano infatti e lo spiegherà lo stesso designatore nel corso del dialogo, una serie di motivazioni di ordine tecnico che obbligavano l’inserimento di Racalbuto in griglia. Palombo ha bella e pronta la soluzione: l’errore (la cazzata) era stato inserire Siena-Juventus in prima fascia il turno precedente di campionato. Mira a richiedere Collina per Roma Juventus, visto che la designazione per Siena Juventus del turno di campionato precedente ne avrebbe vietato a suo dire l’entrata in griglia. Bergamo appare contrariato e spiega che Collina non avrebbe potuto assolutamente essere messo in griglia per Roma Juventus a causa della designazione per la partita di CL Chelsea Barcellona. Palombo afferma che altri arbitri designati per la CL hanno arbitrato in altri campionati stranieri e Bergamo spiega che Collina avrebbe potuto arbitrare di sabato, ma non di domenica e che non si sarebbe potuta fare una griglia con le sole due partite dell’anticipo, perché in una griglia devono comprendersi tre squadre. La terza avrebbe giocato domenica e Collina non avrebbe potuto arbitrare. Non era possibile una griglia a due, non era possibile secondo il regolamento che un arbitro avesse il 50% di probabilità di essere estratto. Essendosi già giocata la partita Roma Juventus, la conversazione non è da ritenersi accusatoria per nessuno, ma Palombo insiste con la sua tesi e anzi insinua che in passato magari è già successo di aver inserito un arbitro non designabile. Bergamo illustra i motivi per i quali era stato obbligato a inserire Racalbuto in griglia: tre erano romani, Rosetti di Torino, Trefoloni si era ammalato ed era a letto con 40 di febbre, Dondarini era stato contestato per Roma Lazio, Messina per Lazio Parma. Messina poi non lo avrebbe mai messo perché, dice testualmente: … che poi è Messina che fece Roma Juventus con il rigore di Deschamps (Roma Juventus 09/02/1998, rigore non concesso da Domenico Messina per un fallo di Deschamps su Gautieri in area, partita molto contestata dai giallorossi, ndr), se io metto Messina mi uccidono a Roma. Di conseguenza era stato costretto a mettere due internazionali e un non internazionale con molta esperienza, Racalbuto, con la speranza non realizzata che non venisse estratto. Bergamo si arrabbia, facendo capire bene che a suo avviso c’era un problema di errori nel sistema di designazione. Errori che forse nel tempo ci hanno fatto capire come mescolati ai rancori del diffuso sentimento popolare abbiano potuto determinare accuse formali e processi. Perché volete farci fare un imbroglio? Se no le regole le aggiriamo i designatori. Palombo fa la proposta di un’intervista a campionato finito, dicendo: La chiudiamo qui… vediamo di concludere questo campionato con qualche veleno in meno… Ma la stagione dei veleni non era affatto conclusa e avrebbe determinato un epilogo ancora per tanti versi incompiuto.

C’è un’altra intercettazione del 18/12/2004, conosciuta a giugno, che testimonia dell’assoluta casualità del sorteggio e della buona fede di Bergamo. Si tratta di una telefonata tra Bergamo e Marcello Nicchi, ex arbitro e dirigente arbitrale. L’antefatto riguarda la sospensione dell’arbitro Oberdan Pantana per aver concesso un rigore inesistente nel corso di Catanzaro Arezzo 1 - 1, quattordicesima giornata del campionato di serie B, che consentì il pareggio ai padroni di casa. Al rientro dalla squalifica Pantana si ritrovò ad arbitrare proprio Arezzo Perugia.

Bergamo: Domani vengo a prendere qualche sputo (ride, ndr).
Nicchi: M*****a mia, speriamo di no (incomprensibile).
Bergamo: E ma come… Anch’io spero di no, ma sono quasi in preventivo. D’altra parte come fai a lasciare una partita così, dal momento che quel maledetto sorteggio, con Pantana che rientrava dopo un mese per aver sbagliato in Catanzaro-Arezzo, è stato sorteggiato li, e…
Nicchi: Domani è dura, domani è dura, te lo dico io. Domani…
Bergamo: E lo so…
Nicchi: Domani ci vuole una bella botta di culo perché vada tutto bene.
Discutono del sorteggio. Nicchi: … Si aspettano un grande arbitro e arriva Pantana. Non un piccolo arbitro, secondo loro, no, ovviamente, ma non solo, quello che a Catanzaro… ti puoi immaginare là dentro la gente che c’è.
Bergamo: E ma infatti. Però…
Nicchi: Dopo, nella carta, lo sai meglio di me, a volte quelli che sembrano (incomprensibile), ma domani non è così.
Bergamo: Sarebbe stato meglio invece averla prevista… cioè, averla prevista… lui, oltretutto, domenica scorsa, non l’avevamo fatto rientrare perché c’avevamo una serie di partitacce. Questa volta si è detto: ‘dai oh, toccherà proprio quella lì’. E’ toccata proprio quella lì e Bergamo non ha potuto evitare l’incresciosa situazione a causa del sorteggio.
Ascoltando le intercettazioni che è stato possibile conoscere soltanto quest’anno a Napoli, la situazione appare spesso ribaltata. Piuttosto che obbedire alle pressioni della cupola per truccare i sorteggi, i designatori sembrano preoccupati di non dover subire le pressioni dei tanti che intendevano forzare i sorteggi. Abbiamo già preso in considerazione le osservazioni del giornalista della Gazzetta dello Sport Palombo per creare un gioco di preclusioni atto ad indirizzare il sorteggio. Inevitabilmente torna alla mente l’intercettazione Facchetti Mazzei del 25/11/2004, foriera di tante pagine di letteratura calciopolese. Di grande rilievo per una delle questioni principe scaturita dallo scandalo che dal 2006: la legittimità dell’attribuzione a tavolino dello scudetto 2005/2006, vinto sul campo dalla Juventus, all’Inter.
L’intercettazione precede Inter Juventus 2 – 2 del 28/11/2004. Due precisazioni: 1) si tratta di due telefonate, perché cade la linea e Mazzei richiama Facchetti; 2) in televisione fu resa nota sola la prima parte, esattamente come accadde sulla Gazzetta dello Sport e su Repubblica.
La Repubblica, 07/04/2010: Ieri sono trapelate altre due chiamate. Due contatti tra Facchetti e Mazzei, designatore dei guardalinee, avvenuti il 25 novembre 2004, un giovedì pomeriggio, alla vigilia del sorteggio arbitrale per la partita Inter-Juventus. L'Inter imbattuta, ma con 10 pareggi in 12 giornate, di cui gli ultimi 6 consecutivi. Risultati che l'avevano portata già a meno 15 dalla Juve di Capello capolista. I legali di Moggi hanno scovato una telefonata non trascritta, perché giudicata ininfluente dagli investigatori, in cui il dirigente dell'Inter chiede a Mazzei di scegliere bene i guardalinee. "Il numero 1 e il numero 2: da quello che penso Ivaldi e Pisacreta", si sente rispondere. Sembra evincersi così che tre giorni prima della partita e a 24 ore dalla scelta dell'arbitro, l'Inter già conoscesse i guardalinee. Ma all'Inter, secondo la ricostruzione della difesa di Moggi, premeva altro. Volevano Collina arbitro. Mazzei spiega che bisogna affidarsi al sorteggio: "Ti dico la verità, lo fa un giornalista". A Facchetti la storia del sorteggio non va giù: "No, lì non devono fare sorteggi". La soluzione proposta da Mazzei è allora una griglia in cui aumentino le possibilità che esca Collina. Ma precisa: "Dopo ne parlo con Bergamo". Va detto che non finì come voleva l'Inter. L'arbitro fu Rodomonti, Collina toccò a Chievo-Milan. E la caccia alla telefonata decisiva continua.
La Gazzetta dello Sport, 07/04/2010: Tra le intercettazioni (circa 600 tra le circa 15 mila che hanno vagliato i periti della difesa) che i legali chiederanno di acquisire, ieri è stata diffusa quella del 25 novembre del 2004 tra Gennaro Mazzei collaboratore dei designatori arbitrali nella designazione dei guardalinee, e il presidente dell' Inter, Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre del 2006. Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano». Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...». Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta». Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?». Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2». Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...». Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1». Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono...». Mazzei: «Come si fa? Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna». Facchetti: «Ma dai...». Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte». I guardalinee scelti per l' incontro tra Inter e Juventus (2-2), il 28 novembre del 2004, furono Ivaldi e Pisacreta. L' arbitro sorteggiato fu Rodomonti. Il match terminò 2-2.
Ecco la seconda parte dell’intercettazione:
Facchetti: Ma sì, mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può, mettono Rosetti che è di Torino...
Mazzei: Ma devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel regolamento, mi sembra...
Facchetti: Come?
Mazzei: Devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel regolamento mi sembra...
Facchetti: Ah...
Mazzei: Perché non possono forzare con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità, almeno mi sembra che è scritto sul regolamento... dopo ne parlo con Bergamo.
Facchetti: Ma... vabbè vabbè...
Cerchiamo di analizzare i punti essenziali. I tre diversi modi di realizzazione della frode sportiva secondo l’accusa sono: I. Le ammonizioni mirate. II. La formazione delle griglie. III. I sorteggi truccati.

Uno dei capi di imputazione a carico di Moggi è il conoscere alle h 11,56 i nomi di assistenti che sono stati abbinati alle ore 11,15. Facchetti chiede che ad arbitrare la partita sia "il numero uno degli arbitri" e che non si faccia il sorteggio. Nella prima parte. Nella seconda si sbilancia e suggerisce un escamotage per aggirare il sorteggio stesso e arrivare alla designazione di Collina. Quando Mazzei fa riferimento al regolamento, commenta con due “vabbè” che non sappiamo se vogliano indicare “e allora?” oppure “pazienza!”, ma che sembrano in entrambi i casi non soddisfarlo poi troppo. Senza voler addentrarci in ulteriori interpretazioni psicologiche, che sappiamo essere la vocazione di De Gregorio, diremo allora che, di griglia in griglia, questa intercettazione è propedeutica all’intercettazione Facchetti Bergamo del giorno dopo, 26/11/2004. Quella sulla quale, passati di moda i mal di pancia bianconeri legati all’opportunità etica di anche solo predisporsi ad avere contatti con i designatori, il pomo della discordia è la frase”metti Collina” e la sua presunta fondamentale attribuzione a uno dei due interlocutori. Però è sempre De Gregorio che ci suggerisce di porre in atto una “concatenazione logica, temporale e funzionale” al fine di scoprire che il danno, per così dire, Facchetti lo aveva già fatto il giorno prima. Tuttavia la griglia c’è:

Facchetti: Senti, per domenica allora?
Bergamo: Senti, per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente, quindi sono lì e tutti e quattro possono fare la partita.
Facchetti: Vabbè, ma metti dentro qualche...
Bergamo: Collina! Ma tutti internazionali, Giacinto, così perlomeno non c’è discussione... perché c’è dentro... Collina, Paparesta, Bertini e c’è dentro Rodomonti.
Facchetti: Ho capito.

E siccome chi di griglia ferisce di griglia perisce, o se preferite griglia per griglia, nel confronto con l’intercettazione Moggi Bergamo del 09/02/2010 (rigorosamente su sim svizzera e come tale non intercettabile a detta di molti conoscitori dell’affaire calciopoli) decidete voi chi vince e chi perde. Perché mentre Moggi si limita a confrontare la sua griglia con quella di Bergamo ("Vediamo chi ha studiato meglio..."), Facchetti suggerisce escamotages (elegante parola francese sinonimo di una italianissima: trucchi). La grigliata di Moggi è inserita nelle informative, quella tra Facchetti e Bergamo no. Ecco perché l'avvocato Trofino in aula afferma: "Diciamo che è la madre di tutte le intercettazioni", riferendosi all’intercettazione Facchetti Bergamo del 26/11/2004. Qualunque sia l’esito della perizia che la attribuisce a Facchetti o a Bergamo, quel "metti Collina" non s’avea a dire. Perché si incastra perfettamente in una corretta “concatenazione logica, temporale e funzionale” che avrebbe dovuto mettere l’Inter nei guai almeno quanto la Juventus.

Per completare il nostro argomentare, va detto che l’albero genealogico delle griglie vanta un’altra antenata: l’intercettazione Meani Pairetto del 20/09/2004, nella quale il co.co.co. rossonero chiede quale griglia sarà fatta e suggerisce di mettere non Collina, ma Rosetti e Pieri. Pairetto risponde: Sì, questi qui… Rosetti, Racalbuto, Bertini, Dondarini. A volersi addentrare, di ramo in ramo la foresta si fa sempre più impervia. Ma questo Auricchio non lo poteva sapere, perché non aveva ascoltato Meani, non quella volta, semplicemente perché la grandmother fa parte dell’indagine della procura di Torino. E sappiamo che la curiosità di Auricchio, come il suo metodo, non sarebbe mai arrivata così lontano.

Esattamente come anche dalle parti della Gazzetta dello Sport sanno da tempo che c’è uno scudetto che poggia su un tavolino manchevole di qualche gamba che vacilla: ” … con tutto il rispetto per chi non c'è più, se quel pacchetto di intercettazioni fosse stato agli atti della giustizia sportiva nell'estate del 2006, anche l'Inter avrebbe finito con l'essere deferita... Per ora ci sono un paio di telefonate, non di più.. E che prima o dopo costeranno ai nerazzurri quel maledetto scudetto". Ruggiero Palombo, La Gazzetta dello Sport, 15/05/2010.
 
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