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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. VIGHI del 08/02/2011 13:57:17
Con Gigi Delneri

 

Caro Gigi,
sono sempre stato dell’idea che la cultura dell’impegno, del lavoro e della passione prima o poi paghino. Sempre. Mi sei sempre piaciuto come allenatore, ma ancora di più come persona. E’ vero che la televisione crea dei falsi miti e non sempre può rendere davvero con fedeltà quello che uno è nella vita reale. Eppure tu, con quei modi di fare cortesi ma decisi, con quella parlata veloce e così caratteristica, con quella correttezza e mai diplomatica falsità con cui ti sei sempre presentato alle telecamere, mi hai sempre ispirato un sentimento di stima.

Del resto io sono convinto che chi sia persona seria e preparata nella vita lo sia in tutti gli aspetti, nella professione come nell’aspetto privato. Ed il tuo modo di condurre le formazioni che hai allenato è sempre stato garanzia di lealtà. Non ho mai sentito una parola fuori posto verso la squadra, ti ho sempre visto schierare in campo i giocatori più in forma in base a valutazioni meritocratiche e non di blasone dei nomi. E non ti ho mai visto piegato alle logiche extraprofessionali che avrebbero potuto influenzare le tue scelte. Non per niente da Empoli e Oporto sei fuggito o sei stato allontanato prima ancora di poter dimostrare qualcosa. Perché è chiaro che tu, a compromessi, non scendi.

I tuoi meriti ti hanno portato ora alla Juve, la tua terza panchina prestigiosa dopo Porto e Roma. Della prima ho già ricordato sopra, quanto alla Roma non ti ho mai sentito sputare nel piatto in cui hai mangiato, anche se è sempre stato chiaro a tutti che la gestione degli elementi di quello spogliatoio deve essere stata un inferno.
Ora sei alla Juve, la Juve che hai sempre avuto nel cuore senza mai nasconderlo. E ti stai comportando né più né meno come io, tifoso juventino nel sangue, avrei sempre voluto. Quel che c’è da dire lo dici, chi scende in campo non è mai lontanamente ipotizzabile non sia chi lo merita con le prestazioni sul rettangolo di gioco.

Di tattica non parlo, se non per dire che mi piace il tuo gioco, che vedo come si è costruito dal nulla di questa estate, che mi piace come valorizzi i singoli, e perché no non posso negare che invece diffido dalla tua poca sperimentazione di altri schemi al di fuori del 4-4-2, e non ho compreso alcune sostituzioni che ti ho visto operare in diverse partite in corso d’anno. Ma capirai che io sono uno dei milioni di allenatori da tastiera di questo paese. La Juve la vedo sul divano di casa, e durante il giorno sono avvezzo a numeri e relazioni e non a schemi, allenamenti, e gestione di risorse umane pari non a 3, bensì ad una trentina di elementi. Troppo facile…

Questa mia è solo per farti sapere che spero con tutto il cuore che tu possa toglierti soddisfazioni con la nostra Juve. Perché credo che tu le meriti più di tanti altri. Sei arrivato nell’anno zero, dopo lo scempio di quattro anni in cui la squadra bianconera è stata completamente devastata da una gestione che ha lasciato invecchiare i campioni senza sostituirli, ha investito in giocatori mediocri lasciando in eredità un monte ingaggi elevatissimo tale da richiedere un lavoro improbo per chi avrebbe ereditato il ruolo di Direttore Sportivo. E in campo ti sei ritrovato a gestire tre situazioni imbarazzanti di cui non hai colpe: mi riferisco a direzioni arbitrali inique spesso al limite dello scandaloso (le gare di Morganti in primis); ad una serie impressionanti di infortuni (di cui quello di Quagliarella catastrofico per l’impianto di gioco che si era acquisito); ed infine uno spogliatoio che, ne sono convinto, era anni luce da quello un tempo famoso per la compattezza e che tanto aveva regalato a noi tifosi grandi gioie negli anni passati.
Apprezzo molto i tuoi interventi leali, duri ma schietti ed educati, davanti alle telecamere in merito alle conduzioni dei direttori di gara, e sono certo che se correttamente supportati da un’azione ferma di Marotta ed Andrea Agnelli porteranno alla fine di questo scempio.
Mi piace l’opera di ringiovanimento della rosa che è stato fatta dal Direttore Sportivo, sono sicuro di concerto con la tua approvazione sui giocatori acquisiti, e che ci permette di essere oggi una delle poche squadre che sta costruendo un organico pensando al futuro e non solo al presente. E solo un cieco può non vedere che l’anno prossimo, in teoria, poter contare su una coppia d’attacco Matri-Quagliarella, con Toni, Del Piero e qualcun altro a supporto, con l’ossatura buona del centrocampo di oggi e possibilmente l’acquisto di terzini dal rendimento migliore di quelli di quest’anno, la Juventus sarà competitiva a tutti i livelli.
Infine, e questa è una mia interpretazione personale, sono convinto che quasi tutti gli allontanamenti dei giocatori che hanno lasciato Vinovo in questi ultimi sette mesi non siano stati derivanti da scelte tecniche e tattiche, bensì soprattutto dal fatto che alcuni di essi non fossero adatti a quel concetto di “gruppo” che tu (e non solo tu) hai in testa.

Grandinate di critiche ora arrivano per i risultati scadenti dell’ultimo mese, e da che mondo è mondo chi paga è sempre chi è esposto. Nelle aziende si allontanano i direttori commerciali (magari per un buco di bilancio, cosa di cui è l’ultimo dei responsabili), nel calcio gli allenatori.
Se resisterai alla contraerea, molta della quale “amica” (si fa per dire naturalmente), sono certo che quelle soddisfazioni cui aneliamo arriveranno.
Dipende dalla tua forza di volontà
, e dalla capacità di mantenere il gruppo coeso in questi frangenti, operazione che non puoi condurre da solo, ma ovviamente coadiuvato dal management juventino. Per la tua caparbietà parlano i fatti e le parole che hai regalato ieri sera (“gli arbitri vogliono condizionare la Juve, ma noi da questo traiamo energie e sicurezza”) . Quanto ai vertici societari, contrariamente agli ultimi anni, è evidente che non sembra per nulla intenzionato a lasciarti da solo a condurre la barca in tempesta, ma sembra ben consapevole che passata la buriana ci siano tutte le condizioni per invertire la rotta verso gli agognati traguardi.

Grande Gigi, con tantissima e fervida stima, io sono con te. Con chi dimostra di accettare le sfide più ardue e di non mollare mai. Quello che è sempre stato lo spirito Juve, e quello che ha sempre animato la nostra associazione. Che ai dolori del cuore antepone sempre la cultura della ricerca del giusto e dello sforzo di saper guardare al di là della nebbia, con l’obiettivo di quell’alba che arriverà per regalarci un giorno lunghissimo e caldo di soddisfazioni e verità.

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