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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di L. BASSO del 23/02/2011 19:41:22
Luci a San Siro?

 

Si sono appena spente le luci sul Festival della Canzone Italiana e, con evidente piaggeria, il sito dell'inter dedica la sua Home page alla vittoria di Roberto Vecchioni, cantautore di indubbia fama e tifoso nerazzurro da sempre.
Il solito giornalista comunica la notizia al Bandolero Stanco, che prende atto e risponde che “sì, l'inter è il mio grande amore... io amo il calcio, amo il Napoli, la Roma, ma l'inter è il mio grande amore...” Risposta sibillina, cerchiobottista il giusto, fa fine e non impegna.

Si spengono le luci, dicevamo, e tra i miei pensieri si apre una feroce discussione... feroce perchè non è una lotta, come spesso avviene, tra il cuore e la ragione, bensì tra emozioni contrastanti. Sentimenti contro sentimenti, cuore contro cuore, insomma.

L'anima Giùlemanina più oltranzista mi sussurra all'orecchio che il mio dovere sarebbe quello di cancellare immediatamente il Professore dalla mia memoria cerebrale ancor prima che da quella del mio computer. L'anima di ex-musicista romantico mi ricorda invece che capolavori come “Samarcanda” e “Signor Giudice” travalicano ogni fede calcistica, sono gemme che brillano di luce propria, indipendentemente dal fatto che siano state scritte dalla mano che un minuto prima stringeva una bandiera dai colori tanto odiati.
Un po' come nei cartoni animati, insomma, dove il protagonista si trova tirato in mezzo dall'angioletto e dal diavoletto con le sue stesse sembianze.
Che fare?

Credo che questa mia situazione sia quella che ogni giorno vivono tanti amici di Giù le mani... purtroppo le ragioni della propaganda mediatica non fanno che ricordarci giornalmente che quell'attore, quel cantante, quello sportivo di successo tifano inter.
Avete mai notato? La tale tennista vince un torneo, ecco bell'e pronta l'intervista dove si pone l'accento su “io vincente come la mia inter”.
La vittoria di Vecchioni viene immediatamente “interizzata” come “sesto titulo” conquistato dalla squadra milanese.
Lo insegnava già Goebbels in uno dei periodi più tetri della nostra storia: l'immagine del dittatore deve sempre essere associata a modelli vincenti, buoni, positivi: atleti sani e robusti, donne di rara bellezza o fini pensatori sono, per forza di cose, tutti dalla nostra parte.
E l'elenco è lungo... per restare solo sui casi più noti alla maggioranza dei lettori vorrei citare soltanto i casi di Ligabue, Aldo Giovanni e Giacomo, e Valentino Rossi.

Piccolo inciso personale: nei primi LP Ligabue infilava l'inter in una canzone su due, ora non più. Lo sbandieramento ai quattro venti della propria fede nel biscione è ora patrimonio pressochè esclusivo di comici (comici?) come ad esempio il celebre “Pucci”, uno che se non passasse a “Quelli che il calcio” avrebbe meno fans del mio panettiere. Pur senza andare a scomodare teorici pentimenti Farsopoliani dopo le novità uscite dal Processo di Napoli, in cui non credo neppure io, penso piuttosto che l'inter “sfigato” avesse più fascino bohemien che non l'inter del “triplete”. Dopotutto Topolino è sempre il numero uno, ma a me sta sullo stomaco per quell'aria da eterno primo della classe. E invece adoro Paperino. E pure quel fattone di Paperoga.

Tornando al discorso principale, la televisione non perde occasione per ricordarci quale sia la fede calcistica del folletto di Tavullia o del rocker di Correggio.
E in quel caso, non lo nascondo, anche io per primo trovo un certo disagio a ridere alle gag di “Tre uomini e una gamba” o ad emozionarmi per una staccata al limite di Rossifumi.

Poi la ragione si sforza di conciliare tra loro le mie due anime, quella bianconera, rancorosa e oltranzista, e quella di amante del bello, di esteta.

Per rimanere nell'ambito calcistico prendiamo ad esempio Diego Armando Maradona. Uno che ha truffato il fisco, che ha disseminato figli un po' ovunque senza riconoscerli, che ha fatto uso ed abuso di cocaina, e che quando i giornalisti diventano un po' troppo pressanti li fa accomodare fuori di casa a colpi di 357 Phyton.
Un bel soggetto, indubbiamente.
Però sono ancora negli occhi di tutti le magie che faceva sul rettangolo verde, quando ipnotizzava i difensori con un pallone che sembrava stregato, quando sui calci di punizione disegnava traiettorie che solo il genio folle di Dalì avrebbe immaginato.
Un artista di livello supremo, che penso nessuno possa sminuire.
Ma allora? Possiamo permetterci di separare il Maradona uomo dal Maradona calciatore?
Io dico di sì. Anzi, non “possiamo”, “dobbiamo” farlo.
Perchè è verissimo che a Diego Armando, per dirla alla Suor Nausicaa, bisognerebbe darne tante, ma tante... ma è altrettanto vero che Maradona ci ha regalato opere d'arte pedatoria che ogni calciofilo non può permettersi di ignorare.
Così come non possiamo emozionarci quando Valentino Rossi cancella con la sua moto le leggi della Fisica per riscriverne di nuove, o quando il Liga in “Certe Notti” racconta serate malinconiche che tutti abbiamo vissuto e, talvolta, rimpiangiamo.
E non possiamo, non dobbiamo trattenerci dal ridere quando seguiamo la celebre telefonata di Aldo al suocero tiranno.
Perchè il rischio sarebbe quello di comportarsi esattamente come il Regime dei Talebani quando fece distruggere le meravigliose statue di Buddha a Bamiyan, per ossessione religiosa. E poco importa se erano due opere d'arte di valore inestimabile.
E se essere considerato “juventino rancoroso” è, per me, una medaglia che porto gonfiando il petto, per contro è mio dovere morale non cadere nel talebanesimo, nell'integralismo, versione sbagliata e malata di ogni fede e di ogni amore.

E, concludendo, permettetemi, amici di GLMDJ... tra poco suonerà il vostro campanello la vicina del terzo piano e la stessa vi inviterà come nei film dell'epopea di “Pierino” a prendere un caffè da lei... vi lascerà un attimo da solo per poi riapparire con “qualcosa di comodo”, la cui vista vi farà andare il caffè di traverso... beh, ragazzi, scagli la prima pietra quello che toglierà il disturbo solo perchè ha intravisto nell'ingresso il Calendario dell'inter... IO NO DI CERTO!

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