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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di E. LOFFREDO del 28/02/2011 08:32:26
Revocare il cartonato: tante buone ragioni

 

Abbiamo avuto modo di imbatterci nella lettera che lo scrittore (nonché tifoso interista e «amico di Gianfelice Facchetti») Alessandro Arrighi ha inviato in risposta ad un articolo di Fabio Monti sul caso Pandev. L'elemento che ha spinto lo scrittore e tifoso Arrighi alla risposta crediamo sia la frase: «La vicenda [...] anticipa il trattamento che verrà riservato all' Inter a fine stagione, quando le verrà revocato dal Consiglio federale lo scudetto 2006, nell' ambito della rivisitazione di Calciopoli». È comprensibile che questa considerazione possa suscitare qualche ansia nei tifosi nerazzurri, tanto da spingere qualcuno di essi ad impugnare la penna per cercare di respingere simile eventualità.

Lo scrittore coglie al balzo l'occasione per esporre, secondo il proprio modo di vedere, le argomentazioni che in punta di diritto fanno cadere innanzitutto l'ipotesi di una revoca dell'ormai celebre "scudetto di cartone" e, in modo ancor più evidente, il pieno coinvolgimento dell'Inter in calciopoli.

Cerchiamo di rispondere alle argomentazioni del tifoso Alessandro Arrighi, ben sapendo che in quanto tifosi juventini siamo sì di parte, ma non dimenticando che anche lui lo è! Non possiamo tuttavia far rilevare che le argomentazioni di Arrighi ci appaiono ripetitive, i punti "1)" e "3)" sono pedissequi (assenza di comportamenti o telefonate censurabili per la stagione 2005/2006), come lo sono i punti "2)"; "4)"; "5)"; "6)" e "7)", i quali itingono pletoricamente nella (presunta) prescrizione e in una non meglio specificata irrilevanza delle telefonate nerazzurre.

Vediamo dunque per argomenti:
l'Internazionale F.C. ha beneficiato dell'assegnazione dello scudetto 2006 per l'assenza di comportamenti compromettenti e per requisiti esclusivamente morali. Ebbene, si converrà con noi che se lo scudetto a tavolino (quello del 2006) è conferito per qualità morali (onestà), che si ritiene la beneficiaria abbia, quando si scopre che quelle qualità morali (onestà) in realtà non vi erano già da prima, è doveroso, essendo caduto il presupposto fondante, revocare l'assegnazione. Per essere chiari: se nel 2006 gli danno lo scudetto perché sono onesti e poi si scopre che già dal 2004 (ma forse anche da prima) onesti non lo sono affatto, lo scudetto va revocato.

Altro cavallo di battaglia: "la prescrizione". Posto che l'onestà non si prescrive e che comunque la prescrizione è "rinunciabile" (chi non ha nulla da temere vi rinuncerebbe), siamo sicuri che in caso di revisione ex art. 39 CGS la posizione dell'Inter e di tutti i suoi dirigenti e tesserati si prescriva? In più vi è da considerare che la squadra milanese consapevolmente tacendo dell'esistenza di telefonate compromettenti e di contatti con arbitri in attività (Nucini), come fatto notare dall'avvocato Prioreschi, ha reiterato una condotta omissiva che si è protratta dal 2006 fino al 2010, quando cioè sono state scoperte le telefonate interiste. Se fosse accertata questa condotta omissiva, va da sé che la prescrizione non interviene.

L'irrilevanza (sic!) delle telefonate interiste. Non è forse rilevante una telefonata in cui si chiede di fare in modo che una designazione sia obbligata? La telefonata cui ci riferiamo è quella del famoso "metti Collina". Molti si sono soffermati sul chi dica quella frase, ma ascoltiamo tutta la telefonata tra Facchetti e Bergamo, e soprattutto ascoltiamo anche quella precedente e correlata tra Facchetti e Mazzei. Poi ascoltiamo anche le telefonate del "4-4-4" e con vera onestà intellettuale chiediamoci se effettivamente queste non sono realmente gravi!

Questi in sostanza ci sembravano gli argomenti che Alessandro Arrighi ha distribuito in sette punti nella sua lettera, crediamo di non esserci sottratti a nessuno di essi nel rispondere. Ci si può avvedere che di motivi e ragioni per revocare lo scudetto di cartone e per attrarre l'Inter in calciopoli ce ne sono più che a sufficienza.

Revisionare calciopoli non è una evenienza o una possibilità che la giustizia sportiva può prendere in considerazione, la revisione a questo punto è un atto dovuto a milioni di sportivi italiani, primi fra tutti gli juventini . Doveroso è anche la verifica della correttezza dei comportamenti e di eventuali tramestii interisti, perché oltre alle ragioni di diritto (che pure ci sono), vi è la necessità innanztutto etica e morale di verificare se chi si è elevato a moraleggiare da un comodo pulpito, sia in realtà così lindo e specchiabile come vuol far credere o se invece non debbano prender corpo le numerose ombre che su di loro si allungano.

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