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Farsopoli di N. REDAZIONE del 01/03/2011 10:05:35
Calciopoli, udienza del 01.03.2011

 

Nuova udienza del processo calciopoli nell’aula 216 del tribunale di Napoli. Il giudice Casoria ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri ammettendo i testimoni richiesti sulla base dell’art 507 del cpp. Le difese non si sono opposte. Nove sono i testi previsti: Facchetti Gianfelice, Monti Fabio, Nucini, il maresciallo Ziino, Bresciani Francesco, Zamparini, Corbelli, Baraldi e Minotti, alcuni già sentiti.

Assenti Nucini, Gianfelice Facchetti e Zamparini

Perito Porto
Il perito fa presente che é indispensabile avere l’utenza intercettata per individuare il cd sul quale ci sono le telefonate. Questo numero non trova corrispondenza con il cd per 27 conversazioni (anche con i dati forniti dal consulente della difesa non sono individuabili in quanto le date o le utenze non corrispondono). Il perito deve innanzitutto verificare se gli elementi forniti dalla difesa e dall’accusa sono validi dal punto di vista legale. Ha trascritto ulteriori 36 intercettazioni delle 121 ancora sospese.
L'Avvocato Prioreschi e l’avvocato Gallinelli depositano un altro elenco con le indicazioni richieste dal perito .

Teste Baraldi
Cessione di Di Vaio dal Parma al Juve
Ripercorre la storia della cessione del giocatore il cui procuratore era Alessandro Moggi della Gea la cui valutazione era di circa 27 milioni e mezzo di euro. La trattativa fu impostata con la cessione a titolo definitivo per una cifra intorno ai 15-16 milioni, poi per raggiungere i 27; l’operazione prevedeva l’acquisto del 50% di Brighi con l’impegno per la juve di cedere l’altro 50% dopo due anni. Ci fu una scrittura privata tra le società. Viene ammesso agli atti il documento che secondo il pm bypassava il regolamento federale e fatto perché la Juve chiedeva di pagare in 5 anni e non in tre come era la regola, quindi per venire incontro alla Juve si fece questo accordo. I restanti 11 milioni dovevano essere pagati attraverso un nuovo documento e la Juve avrebbe riacquistato Brighi per quella cifra. Alla scadenza bisognava formalizzare la scrittura privata e a quel punto telefonò a Giraudo per un appuntamento. La controparte firmataria in quel momento era il commissario straordinario del Parma dottor Bondi. All’appuntamento erano presenti lo stesso Barldi e Minotti e Moggi, Giraudo e Bettega che dissero che erano disposti a formalizzare la scrittura chiedendo in cambio opzioni su Gilardino, Marchionni e Bresciano. Non venne accettata la proposta perché non rientrava negli accordi e poi come società in liquidazione non potevano svenderne il patrimonio. Venne concordato un nuovo appuntamento il 23 giugno e Giraudo chiese in cambio un'opzione almeno su calciatori del settore giovanile. Anche questa richiesta non venne accettata. Venne contattato nuovamente da un Giraudo furioso che minacciò di non fare più affari con la società e la minaccia di Baraldi di portare in lega il contratto. Baraldi non ricorda le parole precise: Non ricordo le parole specifiche ma disse che avrebbe manifestato il desiderio di vederci retrocessi ma non ricordo”. Della minaccia non avvertì mai gli organi federali perché aveva “sempre avuto un rapporto di stima per Giraudo” e in quel momento l’aveva “ colto come uno sfogo e basta”.La stagione successiva il Parma si savò dalla B dopo lo spareggio.
Il Pm vuole acquisire un altro documento sequestrato al Parma Calcio nella cartellina di Di Vaio, all’esito delle dichiarazioni, che il Giudice non ammette.

Controinterrogatorio di Prioreschi
Prioreschi chiede se era la prima volta o in cui ha visto una scrittura privata o se è frequente nel calcio per allungare i termini di pagamento. Baraldi risponde dicendo che ne aveva vista un’altra sempre fatta da Sacchi per Gilardino con il Verona. Prioreschi fa presente che il procuratore di Di Vaio non era A. Moggi Ma Zavaglia e Baraldi risponde con un “non ricordo”.

Lecce-Parma 2004-2005

L’avvocato Gallinelli chiede riscontro della partita di cui Baraldi contesta, non l’aspetto tecnico ma quello delle ammonizioni ( le ammonizioni furono a diffidati che non poterono giocare lo spareggio). Il Parma fece un dossier sui torti arbitrali prima di Lecce-Parma.

La difesa di Pairetto chiede se ebbe mai modo di incontrare Pairetto. Il teste risponde affermativamente a casa di Tanzi insieme a Sacchi, lo stesso Tanzi, Pairetto e Bergamo e non ricorda la presenza di Minotti. La scrittura fatta con la Juventus la riteneva rilevante perché è una società quotata in borsa e afferma che Giraudo, nel suo sfogo, non disse come intendeva falli retrocedere.

Teste Minotti

Cessione Di Vaio e affare Brighi
Team manager all’epoca, non partecipò alla trattativa Di Vaio, ma era presente alla trattativa di Brighi. Racconta che, nell’estate del 2004, cominciò a fare il DS anche se le decisioni erano prese da Baraldi e Sacchi. Nello specifico, vi era questa operazione Brighi che la Juve aveva l’obbligo di riportare a Torino. Era giugno e andarono a Torino per incontrare i dirigenti della Juve. Ricorda che loro volevano sistemare questa situazione creando una sorta di vestito all’operazione perché questo accordo non era contemplato dalla Lega. Parlarono anche di opzioni per alcuni giocatori, anche perché Brighi non aveva fatto benissimo. Parlarono in maniera tranquilla ma non si giunse ad un accordo. Ci fu un nuovo appuntamento a Milano qualche giorno dopo. La Juve parlò del settore giovanile ma Baraldi aveva l’input di Bondi di chiudere l'operazione come era stata prevista all’inizio. Nemmeno quella mattina si trovò l’accordo per il Parma fondamentale. La soluzione si trovò nel pomeriggio e la Juve prese Brighi. Sulla sfuriata di Giraudo, il senso era “se così deve andare firmiamo l’accordo ma per me da oggi non esistete più”, “disse cose forti ma non ci minacciò. Per noi sentirsi dire che non esistevamo più per loro non fu una bella cosa, perché per una società piccola i rapporti con le grandi sono importanti”.

Maresciallo Ziino
Anagrafica storica di due sim

Sulla prima “tramite la banca dati, è una scheda prepagata… Nel 2002 viene chiusa e viene riattivata a nome Bresciani Francesco presso il negozio di Napoli, via Petrarca il 23.5.2003, disattivata l’11.11.2004 e poi riattivata nel 2004 a nome Baldassarri Maria a Taranto. Abbiamo anche sentito uno dei titolari del negozio di Napoli…Abbiamo verificato le utenze e risultava per la Tim che aveva attivato altre due utenze. Una delle due era venduta anch'essa nel negozio di Napoli e abbiamo evidenziato che era stata attivata alcuni minuti prima dell’altra utenza, di cui sopra”.

Controinterrogatorio Prioreschi
Prioreschi chiede cosa il pm ha chiesto di verificare e cosa intende per “attivare”. Il teste risponde che il pm ha chiesto la verifica di diverse utenze telefoniche e il significa di “attivare”. Il teste, sollecitato dall’avvocato afferma che attivare significa telefonare e che il 23 maggio non ha verificato se c’è stata questa telefonata. Prioreschi chiede se ha fatto la verifica della scheda che Nucini dichiara che Fabiani gli avrebbe dato a Lamezia Terme (verifica sui numeri) e se una delle schede era intestata alla moglie di Fabiani. Il teste risponde che ha fatto il controllo (elenca i nomi) ma di non conoscere il nome della moglie di Fabiani

Teste Bresciani

Il pm gli chiede se ha mai attivato una scheda telefonica e il teste risponde affermativamente la sua e di conoscere il negozio in via Petrarca. Lui non ha mai attivato schede in quel posto ma i suoi famigliari si. Il pm legge alcuni numeri che il teste non riconosce come appartenenti alla sua famiglia

Teste Corbelli

Nel 2000 fece un contratto di acquisizione del 50% del Napoli calcio con Ferlaino. Il 6 luglio 2000 divenne presidente (Ferlaino ad) nel 2002 ne uscì. Conosce Moggi nel 99-00, presentato da Ferlaino che lo accompagnò nella sua casa di Napoli (in aprile) . Moggi disse che era soddisfatto che arrivavano forze fresche per questa società che era una risorsa importante per il calcio Italiano ma che era un peccato che stesse in B. Il teste parla poi di un nuovo incontro a Monticiano dopo Pasqua dove parlarono di mercato, dell’assunzione di un manager e di una collaborazione con Moggi. In quel momento il Napoli era in B e stava cercando di salire in A, al termine del campionato fu promosso e venne assunto come DS Pavarese dal Torino (una vecchia conoscenza di Ferlaino). Moggi consigliò l’acquisto di Luciano di Amoruso e Pecchia, mentre per Fresi, fu proposto da A. Moggi che era il suo agente (non ricorda di averne parlato con L. Moggi). Il pm ricorda che a novembre 2010 aveva dichiarato che fu Moggi a consigliarlo ed il teste così risponde: “Io oggi non ricordo se Luciano forzò per l’acquisto di Fresi ma ricordo bene che Alessandro lo consigliò” . Per quanto riguarda Zeman, la scelta “tecnica era già stata fatta da altri”.
Alessandro Moggi era sotto contratto e ci fu una rottura a seguito di una su un giocatore uruguaiano, tale Pacheco, sul quale Ferlaino mise un veto assoluto in quanto la presenza dei giocatori legati ai Moggi era già troppa. Qualche giorno dopo Alessandro si dimise senza percepire compenso. Il campionato partì male, la squadra era tutta nuova tanto che Ferlaiono voleva sostituire Zeman già alla seconda giornata; alcuni giocatori non erano contenti del lavoro pesante di Zema (i senatori: Amoruso, Pecchia, Moriero) baraldi fermò l’esonero con la collaborazione di Fusco, ma dopo Perugia Zeman fu esonerato. Baraldi parla di alcuni dubbi sulla condotta di Fresci in due partite. A fine stagione si interruppero i rapporti perchè se ne era andato anche l’addetto stampa Juliano legato a Moggi che creò una frattura con Ferlaino che voleva confermarlo che abbandonò poi il cda. Corbelli giustifica il potere di Moggi per la sua esperienza e perché poteva dare buoni consigli . Il teste afferma di non aver detto che Zeman o alcuni giocatori sono stati consigliati per il male del Napoli , solo dei dubbi su Fresi e non è mai stato querelato .

Teste Monti

Conferma la sua conoscenza con Facchetti che gli ha parlato anche di Nucini: “Molto poco e in maniera molto sfumata. Mi diceva della possibilità che un arbitro parlasse della situazione che definiva anomala”. Era convinto che ci fossero delle anomalie pesanti nel sistema, nel tipo della conduzione delle designazioni e di alcune decisioni, in generale parlava di una tendenza a violare le leggi. Parlava di un Sistema Moggi al di là della Juve della quale riconosceva la forza. Lui individuava lo spartiacque nel 2002, nelle ultime partite ci furono degli episodi (Chievo-inter arbitrata da De Santis).. era convinto che vi fosse un sistema che non garantiva la regolarità del campionato. Era molto attento anche a quello che succedeva nei confronti del Messina, secondo lui in questa orbita ed era convinto che la figura arbitrale centrale fosse quella di De Santis e poi l’arbitro Pellegrino (ha fatto anche il nome di Palanca, Gabriele, Bertini, Trefoloni e Racalbuto). Su Nucini aveva un’idea per la quale non riusciva a decifrare il personaggio mentre per Racalbuto che era molto conciliante all’inizio, poi dopo una gara col Chievo cambiò totalmente opinione, per un atteggiamento tenuto in campo. Tutti gli avvocati si oppongono quando il pm chiede al teste: “Lei ha detto che De Santis in quell’anno, nell’ambiente giornalistico, si raccontava che avrebbe detto ai giocatori Juventini - adesso basta, non contate più su di me - ”
Facchetti gli ha riferito di queste situazioni in diverse occasioni senza avergli mai confidato le fonti.
Contestazione dell'avvocato Prioreschi :”all’inizio del suo verbale del 3 maggio 2010 Lei ha detto che non si trattava di confidenze ma di considerazioni che avvenivano in presenza di altri giornalisti”.
Monti conferma che non c’erano fonti ma che si confermavano e si interpretavano episodi

Paolo Bergamo lascia l'aula urlando al PM: "Non è una cosa seria, è una presa in giro!"

L’avvocato Gallinelli chiede se nel 2010 si è presentato spontaneamente e il teste dice di essere stato invitato Il teste afferma di aver scritto articoli sul fatto e su De Santis. Facchetti non gli disse mai se si era presentato in procura (contestazione delle difese che accusa il teste di aver detto il contrario ai PM, cioè che Facchetti gli confidò che stava svolgendo lavoro di approfondimento personali). Casoria chiede in cosa consistevano questi approfondimenti ed il teste afferma che stava cercando di capire che cosa stava accadendo, ma non sa dire in che modo. Casoria chiede ancora se come giornalista chiedeva approfondimenti e il teste risponde: Chiedevo sì, ma le cose stavano davanti agli occhi di tutti”.

Giudice Casoria: “Lei è un tifoso dell’Inter?”
Monti: “No, non sono tifoso dell'Inter” !
.

Non sa nel caso specifico quali sono gli elementi; sa che cercava di capire che cosa stesse accadendo.
Gallinelli chiede se Moratti era a conoscenza di queste indagini e Monti risponde: “credo proprio di si”.
Il teste afferma di sapere che Nucini venne sentito dalla Boccassini ma non ha un’ idea chiarissima sui rapporti con Facchetti. L’avvocato Gallinelli chiede se è a conoscenza che Nucini fece il quarto uomo per 4 volte nelle gare dell’Inter, che ci furono contestazioni sulla mancata espulsione di Di Biagio e se scrisse nulla su questo fatto. Il teste risponde che non ricorda bene con un generico “si scrisse”. L’avvocato chiede poi se ebbe modo di parlare con Facchetti dell’opportunità che un arbitro che aveva rapporti extracalcistici con Facchetti arbitrasse l’Inter ; Monti risponde di non averne mai parlato. Gallinelli chiede se era nello spogliatoio a gennaio 2006 in Parma-Juve? (Monti: no) e chiede se l’appello dei giocatori lo fece il quarto o l’arbitro? (Monti: non lo so).

Su contestazione di Prioreschi, Monti afferma che Nucini faceva parte della cupola.

La difesa di Racalbuto fa presente che nel verbale del maggio 2010 Monti dice che Facchetti aveva avuto delle esitazioni ad accettare che Racalbuto facesse parte della cupola anche in relazione al lutto che lo aveva colpito (la perdita del figlio) e che avrebbe avvantaggiato i giocatori dell’Inter non ammonendoli in qualche occasione. Il teste chiude dicendo che fu un arbitraggio non all’altezza.

L’udienza è stata fissata per il 15 marzo con i testi Zamparini, Facchetti e Nucini che avevano dato disponibilità per l’8 e che vengono sollecitati a presentarsi il 15 dalla Casoria.

Prioreschi deposita una lista degli arbitri della CAN e un estratto dell’almanacco panini in cui sono indicate le partite di quegli anni.



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