Fece molto discutere, a gennaio, quella parolina pronunciata dal cugino di Giòn che andava a bollare tutte le indiscrezioni di stampa e gli sforzi giornalistici di dare un significato alla stagione in corso. Termine, e conferenza stampa, bene accolti in questa sede poiché finalmente si tornava a vedere un po’ di sana antipatia e traspariva qualche buon proposito. Il nostro Fabio, per esempio, a termine del suo pezzo scriveva: «Anche per il famoso “esposto” la pazienza sembra finita e la recente riunione tenuta con i legali qualcosa vorrà significare.».
Oggi siamo sul finire del mese di aprile e della stagione. Sono passati dei mesi e di quei buoni propositi sembra non essere rimasto nulla. L’amministratore delegato e direttore generale ridimensiona di continuo il numero degli attesi “top players”, il loro valore, le ambizioni della società e la Juve stessa. La famosa riunione tenuta con i legali, evidentemente, non riguardava l’esposto che, con Abete prima e Palazzi poi, la FIGC non si è fatta problemi a ridicolizzare davanti alla stampa. Tanto il finanziamento della Fiat arriverà comunque.
Tutte minchiate quindi, le promesse fatte durante l’ultimo anno, come e più delle notizie date in pasto ai media affinché potessero rigurgitarle sui propri lettori, spettatori o ascoltatori. Cioè su quei tifosi che si sarebbero attesi un trattamento più rispettoso alla luce di quanto patito negli anni precedenti.
I legali si sono riuniti nuovamente, qualche giorno fa, per far fronte all’unione delle cosiddette “piccole” di fronte alle pretese delle “grandi”. Quando c’è da spartirsi la torta e incassare, ecco che all’improvviso i tifosi tornano a contare, e contano molto. Col ridimensionamento avviato nel 2006, gli amministratori, in perfetta sintonia con l’azionista di riferimento, sono riusciti a rendere “grandi” solo certi record e bilanci: in negativo. Tornano a sentirsi importanti e a fare la voce grossa perché milioni di tifosi non hanno mai mollato la Juventus e gli consentono ancora oggi di essere la più grande tra le grandi.
Quegli stessi tifosi presi per i fondelli dalla famiglia Elkann, dai dirigenti che assumono, dai giornali su cui investono, hanno importanza; non per fare gli interessi della Juventus ma di chi la gestisce. Tra Roma, Napoli, Inter e Milan, la Juventus è l’unica che può fregarsene di quella manciata d’euro in più (in pratica lo stipendio lordo di Blanc, meno del cartellino di Martinez), oggi materia del contendere. È l’unica perché resta la squadra con più tifosi e quindi con più margine di guadagno, se solo ci fosse qualcuno in società capace di far fruttare questo beneficio. Ed è l’unica perché le altre sono prive di uno stadio di proprietà e dei conseguenti ricavi. Nel momento in cui hai dei competitor diretti in difficoltà e tu puoi trarre vantaggio, cosa fai? La logica imporrebbe di approfittarne per indebolirli. In più, proprio sugli stessi competitor, pende dal 2006 quell’ingiusto vantaggio che, loro sì, hanno tratto senza remore.
Invece, Galliani a un braccio, Moratti all’altro, rometta e napule a seguire, la società se li è portati nello studio di Grande Stevens per analizzare una strategia che avvantaggi soprattutto i signori citati; ad esercitarsi sulle minchiate che contano ma anche su quelle che raccontano. Le squadre “rivoltose” possono stare serene: dagli uffici di Grande Stevens sono anni che escono solo patteggiamenti, carta straccia e avvocati pronti al trasferimento, alla ricerca di maggior qualità. Chissà se poi, dietro a questa gran volontà bianconera di fare amicizie, non ci siano i fili di quella persona che ha voglia di rientrare nel calcio ma non più amministrando una società; sostituire Beretta o subentrare a una “parentesi” di un amico (Carraro o Galliani) non gli farebbe certo schifo.
Detto questo, se qualcuno vuole credere che da Exor possa partire l’impulso di chiedere danni alla FIGC dopo averla finanziata; che possa pensare di trarre giovamento dal distruggerne l’immagine dopo aver investito affinché possa goderne Fiat. Se vuole credere che qualcuno possa volere la serie B per l’inter, dopo aver deciso insieme gli ingredienti, la forma e la spartizione della “torta Lega A”. Se i vostri vicini si chiamano Pippo, Pluto e Paperino, continuate pure a dormire, la luce è già spenta da un pezzo.
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