Non di soli top player vive una società di calcio, specialmente quando quotata in borsa e senza un magnate alle spalle pronto a ricapitalizzare ogni anno. Se a proposito di Marotta, Blanc e gli altri amministratori c'è ormai un'ampia letteratura, si conoscono meno le competenze e i metodi delle figure più nell'ombra, chiamate comunque a svolgere l'importante ruolo di ingranaggi della macchina Juve.
Il 21 gennaio scorso è stata annunciata la riorganizzazione di un settore particolarmente delicato:
comunicazione e relazioni esterne. Qui la società è in crisi da un decennio e negli ultimi 5 anni – complice l'assenza di risultati – hanno avuto modo di accorgersene tutti. L'immagine della Juventus è ai minimi storici e il cambiamento, nell'ottica di un'inversione dell'aspettativa sociale (il volgare “sentimento popolare”), era molto atteso da parte nostra. In un settore enormemente dinamico come la comunicazione, i risultati si possono valutare in fretta, già dalle prime settimane e a maggior ragione dopo mesi di “lavoro”. Voi lettori avete notato qualche valido cambiamento? È migliorata la comunicazione? Le relazioni esterne? C'è più rispetto? Qualcuno ha chiesto più rispetto? I loro amici Della Valle hanno chiesto scusa per certi cori? I nostri dirigenti abbandonano i loro posti allo stadio in segno di protesta? Sono pervenute le scuse di giornali e televisioni per il trattamento a noi riservato da cinque anni? Si sono mossi per fare informazione su farsopoli?
Il ramo più importante, per potenzialità di crescita e coinvolgimento delle masse di tifosi juventini, quello dei new media, da febbraio è affidato a
Federico Palomba. Tipo che, neanche a dirlo, viene dritto dritto da una delle aziende italiane più amate dalla nostra tifoseria: RCS. Il potenziale bellico della società, unito alla profonda conoscenza settoriale dei suoi manager, ha consentito di aprire proprio sul web un “simpatico” siparietto che lo riguarda.
Dopo alcuni mesi di letargia, dal suo
profilo pubblico su Twitter, il buon “Head of New Media Communication” di Juventus ha lanciato un S.O.S. ai 40 followers:
«sto cercando designer top di #infografica meglio se italiani, ok anche stranieri. consigli? contatti?»Nessuna risposta, nessuna resa, le attenzioni si riversano nuovamente su un contatto UK che lo aveva già snobbato e continua a farlo:
15 Apr:
@igotdamaged need to get in contact with you. bye18 Apr:
@igotdamaged sent an email to visualevolution about infographics+football: no answer. I would like 2 have a chat send me a pm w/ your email22 Apr:
@igotdamaged sent you an email some days ago. are you interested or not? please let me knowChe dire? Se ne conoscete qualcuno contattatelo! Prima che abbandoni i “new media” per tornare ai volantini in università.
Per carità, non vuole essere un attacco al povero Palomba e al suo “metodo”; non si è auto-valutato, auto-assunto e auto-incaricato, può pure starci che non sappia dove pescare una precisa figura. Dal mio punto di vista poi è migliore del “metodo Giòn”: in grado di assumere al semaforo quello che sarebbe stato l'amministratore delegato della nuova Juventus simpatica (a Moratti). O del “metodo Cobolli”: «Ricorrere o non ricorrere? Chiediamo consiglio a Vocalelli!».
Non va meglio coi partner esterni, anch'essi legati a quella comunicazione rivoluzionata dalla gestione dell'Elkann acquisito. Tra un canale tematico che non conosce il processo in corso a Napoli, un countdown che esce quando non dovrebbe, il nuovo sito lanciato nel peggiore dei modi possibili ed entusiasmanti spot natalizi messi in onda il giorno di Pasqua. Vedremo quali saranno i comportamenti e i livelli di censura sui social network; le prime ore non sono state incoraggianti.
È palese che il problema continua ad essere la società tutta, ormai votata all'improvvisazione e all'arrangiarsi anche nelle piccole cose. Si parla tanto di top player e di baby prodigio, ma i top manager,
i dirigenti da Juventus, dove sono?