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Udienze Processi di N. REDAZIONE del 18/05/2011 13:49:35
Requisitoria Narducci/6

 

Processo calciopoli. Trascrizione integrale requisitoria del 10 maggio 2011

Utenza 41764334758 è stata utilizzata da Antonio Dattilo; il periodo di utilizzazione è quello che va dal 12 di novembre al 12 febbraio del 2005 e risultano periodi non continui di utilizzazione della stessa che, ad un certo punto, non risulta più avere telefonate, traffico di telefonate verso le schede straniere.

L’arbitro Dattilo, durante il periodo preso in esame, aveva la propria residenza presso la città di Gioisa Jonica in provincia di Reggio Calabria e altresì, altro indirizzo che risultava perché fornito al gestore Tim per intestazione di utenza mobile, in altro Comune della città di Reggio cioè Siderno. Antonio Dattilo era arbitro Can A e B e apparteneva alla sezione AIA di Locri Calabria.

Registriamo infatti quasi tutte telefonate che partono dalla zona, perché agganciano celle della città del Comune di Siderno in particolare e per quanto riguarda possibili utenze di gestori italiani con cui questa scheda, 758, ha preso contatti, abbiamo in particolare due dati significativi perché risultano esservi state telefonate in alcuni periodi di tempo, verso due utenze telefonica: una mobile che è 339.31.81732 che risulta intestata allo stesso Antonio Dattilo come nato a Melito di Porto Salvo (Reggio Claabria), l’altra è un utenza fissa la 0964/342565 che è la utenza esistente presso la zona Contrada Feudo Vecchio di Siderno Reggio Calabria ed è intestata alla moglie di Antonio Dattilo, cioè la Signora Cinzia Coluccio.

Quando si è verificato la possibile utilizzazione della scheda, allorchè Dattilo partecipava ai raduni arbitrali o risultava assente agli stessi , è risultato che questa scheda ha agganciato celle ubicate nella città di Milano in data 11.12.2004, allorchè Dattilo ha partecipato al settimo raduno che si è svolto al Milano dal 09 all’11 di dicembre; celle di Firenze Coverciano in data 18 dicembre, ottavo raduno; cella di Firenza che esattamente è quella di Firenze mercato centrale (questa è la denominazione), ed è una cella che comprende una zona di Firenze che è quella di via Nazionale, in un momento che sta esattamente a ridosso tra la partecipazione di Dattilo al raduno arbitrale che si svolge a Coverciano (è il nono raduno) fra il 3 e il 5 gennaio e la partecipazione di Dattilo allo partita che verrà disputata e che egli disputerà il giorno 6 gennaio – a brevissima distanza –che si svolgerà ad Empoli. Non risulta traffico allorchè, secondo comunicazione ufficiale, Dattilo è assente dal raduno , anzi dall’incontro con allenatori, capitani, dirigenti, che si svolgerà il 7 gennaio nella città di Milano. Risulta pur tuttavia un'altra significativa circostanza che permette l’attribuzione della scheda a questa persona perché, nella stessa giornata, l’arbitro Dattilo sarà chiamato a dirigere un posticipo di serie B, la 21° giornata del girone di andata di quel campionato, a Piacenza fra Piacenza e Verona. Ebbene, alle 17.50 circa di quella giornata, l’utenza 758, viene utilizzata e aggancia una cella ubicata nel Comune di Piacenza. E’ la stessa conclusine e lo stesso dato che è possibile ricavare allorchè si prendono in esame altri incontri oltre questi a cui risulta aver partecipato Dattilo come arbitro ovvero come quarto ufficiale di agra. Troveremo dunque che la 758 utilizzerà celle ubicate nella zona di Cagliari Elmas, che è la zona aereoportuale in occasione dell’incontro Cagliari-Lazio che si svolgerà il 21 novembre del 2004; ancora quelle della città di Messina in occasione dell’incontro del 28.11.04 Messina –Fiorentina - Dattilo è il quarto ufficiale; a Parma, in occasione dell’incontro del 29.01.02005 fra Parma-Udienese ed ancora a Roma in occasione dell’incontro Roma-Bologna che ci sarà il 06.02.2005.

Questo incontro ha una sua importanza anche dal punto di vista del discorso che sto facendo in questo momento, pur non rientrando nel novero di quelli rispetto ai quali sussiste imputazione e che sembra assolutamente eterogeneo rispetto alle tematiche stiamo affrontando, se guardiamo la lettura del tabulato di alcune conversazioni telefoniche, in particolare di una, che si svolgono fra le giornate del 6 e del 7 febbraio del 2005. Abbiamo detto che in quella occasione, 6 febbraio alle ore 15, avviene questo incontro arbitrato da Dattilo e sappiamo che in quella stessa giornata vi è una conversazione telefonica , ha una durata di circa 2 minuti e 58 secondi , che avviene alle ore 19.12 all’utenza 194 che appartiene a Luciano Moggi verso il numero entrante 758 in uso al Dattilo.

In data 7 febbraio 2005, il progressivo è il 31553, verrà registrata,intercettata, una telefonata che sulla utenza in uso cellulare 335 finale 344 in uso a Luciano Moggi finale intratterrà questa persona con il conduttore di una trasmissione televisiva a cui abbiamo fatto riferimento più volte Aldo Biscardi il processo del lunedì. E’ significativo che a fronte di questi particolari contatti, proprio in quella giornata, allorchè avviene una discussione di commento circa la illustrazione di cose che devono essere fatte vedere, di cose che non devono essere fatte vedere nel corso della trasmissione, ovvero con riferimento a diverse figure arbitrali che vengono citate – adesso non è il momento di intrattenersi su questo – parta una chiara, esplicita indicazione da parte di Luciano Moggi al suo interlocutore, sono prima Aldo Biscardi, successivamente Fabio Badas, per cui deve essere usato un trattamento di tutto riguardo e di tutela proprio nei confronti dell’arbitro Dattilo. A fronte per altro del fatto che l’arbitro Dattilo in questa circostanza non ha certamente arbitrato un incontro della squadra di Luciano Moggi ma altra partita. E a questa indicazione che segue a quel contatto, a questa indicazione chiara telefonica, segue un ulteriore conversazione telefonica che avremo proprio in quel giorno, cioè 7 febbraio alle ore 11.43, per una brevissima durata di un minuto circa, dalla utenza 194 Moggi verso utenza 75887 Dattilo e ancora alle 11.44 di circa… questa ancora un minuto, sempre dalla prima verso la seconda utenza.

L’altra utenza, unica altra utenza attribuibile, anzi, prima di questa, altre due utenze che sono state attribuite all’assistente in questo caso, non arbitro, Marcello Ambrosino sono due. La prima è 41764384497; questa utenza copre un periodo che va, all’incirca dal dicembre 2004 ad inizio 2005, anche se continua ad avere una propria vita ma che non ha particolare significato per il discorso che ci interessa, soprattutto perché non presenta un traffico che ha una sua rilevanza e una univocità di interpretazione. L’assistente Marcello Ambrosino, è nativo di Torre Del Greco e in Torre Del Greco, svolgendo anche professione forense presso il foro di Torre Annunziata, aveva la propria attività, svolgeva la sua attività lavorativa diversa da quella di assistente della Can. Ed è sempre in questa zona che rintracciamo le celle agganciate da questa utenza svizzera, così come ulteriori dati significativi di attribuzione riguardano il fatto che, in data 4 gennaio 2005, allorchè l’assistente Ambrosino partecipa ad un raduno di aggiornamento di categoria che si svolge sempre a Coverciano, questa cella agganci, questa utenza, agganci la cella di quella località, così come questa cella agganci, questa scheda agganci una cella del Comune di Bergamo allorchè Ambrosino partecipa come assistente ad un posticipo di serie B che verrà disputato il 28 febbraio del 2005 presso appunto Bergamo; la partita è quella Albinoleffe-Empoli.
Un dato significativo, anche se riferibile ad un momento successivo a quello che noi abbiamo in esame, ma questo ci serve per il ragionamento sul rapporto fra scheda-persona fisica, è quello che è possibile ricavare dalla analisi di un evento che avverrà soltanto nell’agosto del 2005 poiché c’è ancora traffico di questa utenza. Il 14 agosto del 2005 si svolge la consueta gara, intitolata 15° trofeo Berlusconi, fra le squadre del Milan e della Juventus. L’assistente Ambrosino è uno degli assistenti di gara di questo incontro insieme ad Airoldi, la partita sarà diretta da Dondarini. Il dato ha una sua rilevanza poiché la scheda 497, nella giornata immediatamente successiva alle 13.30, aggancia una cella ubicata nel Comune di Milano e questa utenza svizzera fa partire una telefonata presso, verso la utenza 335/5443344 che è assolutamente ancora la utenza che è stata intercettata sino al maggio del 2005 come utenza in uso ininterrottamente a Luciano Moggi. Alla data dell’agosto 2005, ovviamente quelle intercettazioni non esistono più e dunque questa telefonata non è possibile ascoltarla ma soltanto individuarla dai tabulati.
Uguale è il discorso che riguarda la utenza 41764334753, sempre riferibile all’assistente Ambrosino, per i dati che già evidenziavo prima: collegamento con la prevalenza di telefonate effettuate nel territorio , ovvero di telefonate effettuate verso utenze di gestori italiani e di incontri nel periodo che va sostanzialmente dal 15 novembre 2004 e il 29 gennaio del 2005.

E’ stato possibile attribuire una sola scheda svizzera all’arbitro Massimo De Santis, la scheda in oggetto ha il numero 41764384495. La scheda inizia la sua vita e quindi viene per la pria volta utilizzata in data 7 gennaio del 2005; formalmente ha una durata di vita che prosegue sino al 5 novembre 2005, ma il traffico telefonico che ha caratteristiche di continuità, va fino alla data del 28.03.2005. Dopo questa data, risultano attività di traffico e di telefonate solo in determinati periodi che vanno fino al maggio del 2005, il resto non ci interessa, ma senza più quel carattere di continuità che registriamo dalla data del 7 gennaio.
Nella data del 7 gennaio, che è la data di inizio perché il momento di attivazione di questa scheda, c’è un avvenimento che a nostro avviso permette di collegare questa scheda all’arbitro De Santis in circostanze particolari, perché in data 6 gennaio 2005, l’arbitro De Santis dirige Parma-Juventus che terminerà 1-1. Il fatto non avrebbe particolare rilievo per le circostanze di cui stiamo parlando se non fosse che, sulla base di una serie di conversazioni intercettate, e farò riferimento a quali solo per indicarle, emerge che al termine di quella partita l’arbitro De Santis ha colloquiato con Luciano Moggi ed Antonio Giraudo nello spogliatoio e che è avvenuta una serie di conversazioni di ampio raggio che si farà poi riferimento ancora in vari momenti delle intercettazioni. Fatto questo che, essendo singolarmente avvenuto in data 6 gennaio - ed a distanza di 24 ore almeno dall’attivazione di questa scheda - permetterebbe anche di ritenere che quello sia il luogo di consegna della utenza svizzera di cui stiamo parlando. Le telefonate da cui trarre elementi di prova che permettono di ritenere che quell’incontro vi è stato sono le seguenti: la prima che avviene il 6 gennaio 2005 sull’utenza 3920772372 utilizzata da Massimo De Santis, il progressivo è il 4575 conversa De Santis con persona non meglio identificata ; una del giorno successivo, 7 gennaio appunto, intercettata su una utenza 3357587178 in uso al presidente AIA Tullio Lanese, il progressivo è il 39179, nel corso della quale Lanese parla con l’osservatore arbitrale di quell’incontro che si chiama Alberto Boschi; la terza infine avviene in data 11 gennaio del 2005, il progressivo è il 17245, ed intercorre fra Massimo De Santis e il designatore Paolo Bergamo sull’utenza 3356432164 utilizzata da Paolo Bergamo.

Sappiamo che Massimo De Santis è nativo della città di Tivoli e che in quel periodo storico il suo luogo di vita e la sua domiciliazione ufficiale risultavano essere Roma, poiché l’abitazione era ubicata in questa città, esattamente in una zona Eur-Laurentina, esattamente via dei Carpazi. Luogo quindi di vita di Massimo De Santis e della coniuge Franesca Di Giacomo. Pressochè tutte le celle di questa utenza impegnate nel periodo preso in esame, sono celle della città di Roma, alcune sono direttamente celle che coprono la zona dove esisteva ufficialmente in quel momento la dimora familiare di Massimo De Santis. Infatti abbiamo una che ricorre più volte che è quella ubicata in zona Laurentina ma ve ne sono anche altre; ed abbiamo in altre occasioni celle, sono quantitativamente poche, celle ubicate nel comune di Tivoli. Anche questa utenza, 495, risulta aver intrattenuto traffico con alcune utenze di gestori italiani e dal nostro punto di vista risultano assolutamente decisive telefonate estraibili dai tabulari secondo le quali, oltre ad aver telefonato e sappiamo dalle intercettazioni telefoniche ascoltate che esisteva un rapporto molto stretto di amicizia, oltre che di lavoro, fra Massimo De Santis e Manfredi Martino (addetto alla segreteria Can), in quel periodo li sentiamo più volte e con toni di confidenza e amicizia ed abbiamo infatti telefonate che da questa utenza raggiungono la utenza 393933327313 che è quella intestata appunto a Manfredi Martino. Ci sembrano addirittura ancora più importanti le conversazioni che questa utenza risulta aver fatto, intrattenuto, con utenze cellulari; una di queste utenze è intestata a un parente di Massimo De Santis ed è Stefania De Santis, che è nata a Tivoli Roma nel 1965 e che risulta aver colloquiato attraverso la utenza 3933201549357. Risultano telefonate con altra utenza cellulare che è la 3933995789 che è intestata alla Signora Francesca Di Giacomo che è nata a Roma nel 69 e che è la coniuge in quel periodo di Massimo De Santis. E la utenza 6495 risulta aver colloquiato telefonicamente e sempre con la S.ra Di Giacomo anche su altra utenza telefonica si tratta della utenza telefonica fissa seguente 06/5921362.

In due circostanze, sono quelle del 21.01 e del 25.02 del 2005, questa 758 fa telefonate ed aggancia celle ubicate, nella prima circostanza via Morini – si riferisce a Firenze- Coverciano -, nella seconda in via Soldani sempre a Firenze-Coverciano. Si tratta di due raduni arbitrali:il primo 20-22 gennaio 2005 e il secondo 24-26 febbraio del 2005 a cui Massimo De Santis partecipa come arbitro di serie A, come arbitro Can; vedremo poi un’altra questione. E ancora in altre 3 circostanze allorchè Massimo De Santis dirigerà 3 incontri di quella stagione nel periodo gennaio /febbraio. Il primo allorchè viene agganciata da questa utenza alle ore 18:05 del 30.01.05, una cella del comune di Milano per conversazione che si intrattiene con l’utenza 194 finale di Luciano Moggi, momento successivo a quella della direzione di gara di Massimo De Santis Milan-Bologna che terminerà 0-1 in quella giornata. In quella stessa giornata, questa utenza, siamo sempre al 30.01 – 31.01 per gli orari anche notturni, risultano colloqui con l’utenza 584 riferibile a Mariano Fabiani e in piena ora notturna ancora – sono le ore 1:55 – con l’utenza 194 di Luciano Moggi.

La 758 (495 ndr errore) risulta utilizzata agganciando due diverse celle della città di Palermo – Via Marchese di Villabianca e piazza Castelnuovo – in cui Massimo De Santis arbitra l’incontro di calcio del 05.02.05 in serata Palermo-Juventus. Ed ancora infine allorchè – vedremo poi una serie di sviluppi – quando in occasione della partita Palermo – Lecce del 20.02.2005 questa utenza aggancia una cella della zona Principe Belmonte di Palermo e colloquia con l’utenza 194 di Luciano Moggi.

Durante uno degli esami dei testimoni, se non ricordo male è il maresciallo di Laroni, sono state fatte delle domande tese ad analizzare che il dato, questi di cui abbiamo parlato, erano dati non corretti poiché per prova documentale esisteva la prova appunto che Massimo De Santis non poteva trovarsi in determinati posti in determinate giornate, ergo quella utenza chissà da chi era stata utilizzata. Sono state fatte delle domande al Maresciallo Di Laroni che in verità rispondeva asserendo che sulla base dei dati in suo possesso ricavabili dagli atti delle indagini quei risultati, quella esposizione di circostanza era corretta ed è stato poi da noi come dire rintracciato, era nascosto (incomprensibile)….anche un’attestazione . In altri termini la difesa dell’imputato De Santis ha prodotto un’attestazione - io ce l’ho qui in copia - dalla quale desumersi, - rilasciata dall’amministrazione penitenziaria ministero della giustizia - in determinati periodo – sono tre periodi , giornate di tre mesi - gennaio, febbraio e marzo del 2005; l’attestato, il foglio, insomma non so come definirlo, riguardante il vice commissario della polizia penitenziaria Massimo De Santis, risulta aver –la dizione è quella di presenze in aula anno 2005 – con una sintetica indicazione di giornate indicate analiticamente in cui per ciascuna giornata, ad esempio lunedì 3 gennaio in questo caso - questa mi sembra una lettura univoca da fare, credo di non errare nell’interpretazione del foglio – risulta A,una P di presenza e una A di assenza, questa dovrebbe essere una corretta interpretazione ritengo e con indicazione di un prestampato che contiene la seguente legenda per cui gli orari di servizio, intesi come evidentemente orari di presenza in aula di partecipazione al corso, viene indicato nel modo seguente e per la parte che interessa: dal lunedì al giovedì ore 9-13/14-18, venerdì ore 9/13. Se ne dovrebbe dunque riferire che, in queste giornate se risulta un P di presenza, questa significa che c’è una presenza in un’aula di un corso che è innanzitutto a Casal Di Marmo, poi non so esattamente quanto e come anche diramazione via Inselci Roma e dunque riferirne che con riferimento a telefonate che risultano essere state effettuate da determinati luoghi ciò non è possibile o meglio ciò significa che la scheda è in mano a qualcun altro evidentemente poiché Massimo De Santis è in un luogo fisico e partecipa ad un corso. Le cose non stanno così. Abbiamo un attimo ricontrollato ovviamente come era la situazione e se questo foglio, molto sintetico per verità ma comunque potesse essere utile alla dimostrazione di questa tesi e c’è qualcosa che non torna e secondo noi le cose sono in modo differente. Che cosa sulla base di questo foglio è stato anzitutto contestato; come emerge da un breve non compiutamente spiegabile intelleggibile alternarsi di domande e risposte rivolte al maresciallo Di Laroni che, poiché in data 21.01.2005, alle ore 14.19 risulta una telefonata che dalla utenza 495 attribuita De Santis, verso la utenza 1294 attribuita a Luciano Moggi, agganciando la prima una cella ubicata in via Moreni 48, Firenze dunque Coverciano, ciò sarebbe –ripeto ovviamente ritorniamo ad una presenza ad un raduno che ho già citato più volte 20-22 gennaio raduno a Coverciano nell’arco di 3 giorni 2 giornate e mezzo giù di li – raduno per altro come dire, a cui la partecipazione di De Santis viene desunta, non sulla base di, come dire, di ipotesi o di ragionamenti, ma per il fatto che la Federazione Italiana gioco calcio comunica che De Santis c’era a Coverciano. Ma non fermiamoci al dato documentale, poiché esiste un dato documentale di cui dobbiamo fare i conti anche se non ha una sua capacità di illustrazione specifica. La soluzione della questione è affidata all’analisi delle telefonate, degli spostamenti e delle celle impegnate dalla utenza di Massimo De Santis sotto intercettazione. L’utenza in questione è la 39220772372 e si trattava di un’utenza intercettata in quel periodo e certamente utilizzata da Massimo De Santis, poichè questo non viene non può essere contestato o disconosciuto. Ebbene dall’analisi del tabulato di questa utenza cellulare, credo sia un’utenza wind., ritengo, risulta che e c’è l’inizio del raduno quel giorno, il 20 gennaio questa utenza nel corso del pomeriggio aggancia celle ubicate in località Magliano Sabina e poi Orte; si tratta cioè dunque della strada che tutti conosciamo, cioè del percorso autostradale che dal sud, cioè da Roma, conduce certamente verso la Toscana e Firenze. Ma esiste un altro elemento poiché, nell’effettuare una telefonata, nella serata del 20.01 alle ore 20.40, la utenza cellulare 392 aggancia proprio una cella di Via Soldani 23 Firenze che è una delle due celle abitualmente accertate come di Coverciano ed agganciate a Coverciano.

Sarà nella giornata successiva che riscontreremo un intenso traffico di utenze cellulari, già precedute da alcune del giorno 20, perché in quella giornata la diversa utenza 495 intrattiene conversazioni con utenze riferibili ad altri imputati ed è singolare che a conferma di un ragionamento generale che abbiamo fatto fino a questo momento sulla storia dei raduni, stando a Coverciano queste varie utenze svizzere, colloquiano molto tanto è vero che potete leggere dal tabulato che si riferisce a quella giornata come,sempre agganciando cella di via Soldani a Firenze ad esempio, la 213 di Pairetto colloquia d ali con la 741 di Moggi, la 187 di Racalbuto con quella 584 di Fabiani, ovvero con la 194 di Moggi e la 555 la 155 di Bertini con la 751 di Fabiani. Ma io leggo – e tornando al 20-21 – che da questo sintetico prospetto se ne dovrebbe inferire che in data 20-21 gennaio, Massimo De Santis, se è segnato con la P, ritengo sia presente presso Casal di Marmo Roma, ma mi sembra che le cose non stiano affatto così, perché certamente Massimo De Santis è già a Coverciano la sera del 20 e c’è certamente alle ore 10: 11 del giorno 21 di gennaio, quando parla con l’utenza cellulare intercettata 392. Il discorso può essere addirittura, come dire, ampliato e ribadito in riferimento alle altre date che io leggo essere in gioco come possibile contestazione e cioè a due date successive che si riferiscono a momenti non di raduno arbitrale ma di ordinarie ragioni di vita, ordinari accadimenti di vita; quindi non parliamo più di Coverciano o cose di questo tipo perché sono state fatte domande e leggo, come dire, da questo foglio di presenze che analoghe contestazioni vengono fatte con riferimento alla utilizzazione in Roma della utenza cellulare svizzera 495 allorchè prima in data 27.01.05 poi in data 01.02.05 - date queste che sono ricomprese come attestazione di presenza nell’elenco - non sarebbe possibile la attribuzione poiché Massimo De Santis è ristretto in un ben determinato luogo fisico che è quello di svolgimento del corso. Se leggerete i tabulati e il traffico telefonico dell’utenza 392 di cui parlavo prima che ci permette di decifrare alcuni dati; vi renderete conto di come non è errata la attribuzione della cella a De Santis e l’utilizzazione da parte dello stesso, allorchè questa utenza impegna celle della città di Roma, come via Massimiliamo Massimo, come via cesare Pavese, poichè la utenza 392 intrattiene un rilevante traffico di telefonate con altre utenze collocandosi in diversi posti della città di Roma e risulta addirittura che ad un certo punto della giornata, del giorno 1 febbraio del 2005, la giornata in ballo perché la 495 aggancia alle 12.58 la utenza 584 di Mariano Fabiani in cella di via Laurentina.

In realtà Massimo De Santis è in procinto di allontanarsi dalla città di Roma insieme ad altri colleghi della Can è in procinto di partire –non so esattamente in questa giornata per dove e per quale località – fatto è che il traffico telefonico si interrompe allorchè la utenza 392 con la persona che la porta deve prendere posto sull’aereo alle ore 17:00 di quella giornata per allontanarsi per una destinazione diversa dalla città di Roma. Non mi sembra dunque che queste contestazioni e indicazioni di elementi alternativi abbiano sortito o possano sortire il proprio esito, anzi direi che sorge più di una perplessità sulla genuinità di questo attestato di presenze presso la scuola di Casal di Marmo.

Quando sono state fatte domande o quando imputati di questo processo hanno affrontato il tema delle schede svizzere e così via, abbiamo ascoltato pochissime versioni e pochissime dichiarazioni; in realtà ad oggi -credo di non errare – nessuno degli imputati individuati in un momento successivo ha fatto –cioè a partire dal 2007 – ha fatto dichiarazioni nemmeno larvatamente ammissorie. Intendo riferirmi anzitutto all’imputato Mariano e Fabiani e poi a tutti gli arbitri o assistenti CAN. Ed anzi, da questo punto di vista e in maniera esplicita più volte o implicita –come dire – a questo discorso per la validità che ha, è stato affrontato dicendo che nessuno di questi e diversi vari imputati ha mai usato l’utenza di contestazione che è lo stesso…

Fanno eccezione tre persone, tre imputati che al tema hanno dedicato almeno qualche parola. L’ultimo che abbiamo ascoltato attraverso una dichiarazione spontanea –l’ultimo..uno dei tre, l’ultimo in ordine di tempo che abbiamo ascoltato - nel corso di una dichiarazione spontanea resa recentissimamente è stato l’imputato Pairetto che in sostanza ha detto: io ne avrò utilizzate molte nella vita e durante quel periodo, certamente mai schede di questo tipo o che mi siano state fornite da Luciano Moggi.
Il primo imputato che smentisce sul punto Pierluigi Pairetto è Paolo Bergamo. Nel verbale di interrogatorio acquisito da voi, reso il 25 maggio del 2006 al pubblico Ministero, P. Bergamo sollecitato rispondeva più o meno nel seguente modo: ”Effettivamente Moggi mi consegnò, probabilmente fra il dicembre 2004 e il gennaio 2005 un apparecchio cellulare contenente una scheda di nazionalità sicuramente non italiana e di cui adesso non riesco a fornire indicazioni più precise affinchè comunicassimo con tale apparecchio” . E quando gli viene chiesto “scusi Bergamo, attraverso quale attività e azione materiale lei effettuava la ricarica di questa scheda”, risponde: “su indicazione di Moggi digitavo un codice numerico sull’utenza cellulare sapendo che attraverso questa semplice operazione veniva la scheda ricaricata” . Quando gli viene chiesto:”con chi ha parlato utilizzando quella scheda?”, risponde “ho ricevuto telefonate solo da Luciano Moggi e Pierluigi Pairetto” poi si corregge “anzi preciso, che certamente ho ricevuto telefonate su detta utenza solo da Luciano Moggi e in quanto a Pairetto non rammento se ho ricevuto da lui telefonate, ovvero se sono stato io a telefonare allo stesso Pairetto” , ma la sostanza non cambia. Quando si affronta il tema del contenuto delle intercettazioni, Bergamo dice: “si è deciso di utilizzare l’apparecchio anche per nostre comunicazioni su argomenti più delicati”. E quando viene chiesto perché questi argomenti non potessero essere affrontati nel corso di normali conversazioni su altro topo di utenze, Bergamo risponde: ”si trattava di questioni molto delicate che preferivamo…affrontare talvolta anche di persona” . Viene chiesto a Bergamo: “ma Pierluigi Pairetto aveva un proprio apparecchio cellulare riservato datogli da Moggi?” e lui dice: ”so solo che anche Pairetto si dotò di un’utenza riservata, di cui adesso non so fornire i dati le coordinate e che utilizzò pochissimo per comunicazioni con me” . E quando mi viene chiesto se Pairetto ebbe questo apparecchio prima o dopo il momento in cui lo ricevette lui, risponde ancora che probabilmente, per il suo ricordo, questo avvenne dopo. Ancora quando a Bergamo viene chiesto”Perché esattamente lei riceve da Luciano Moggi almeno una scheda riservata, perché lei accetta questo omaggio, questo dono, questa scheda, le parole di Bergamo testuali sono queste: ”Moggi in realtà non mi diede spiegazioni particolari, o quantomeno non ricordo che in quella circostanza mi vennero offerte spiegazioni particolari, e mi disse, mi consegnò questo telefono prospettandomi la possibilità di essere chiamato da lui su questa utenza” . E poi dice che si trattò da parte sua, di una leggerezza aver accettato quella scheda avendola utilizzata non molte volte, ma in realtà abbiamo visto che la utilizzazione è stata molto più che non molte volte. Precisa ancora non ho usato più questa utenza cellulare a partire da un certo punto. E quando gli viene chiesto:”ha mai ricevuto specificatamente apparecchi cellulari riservati da altri dirigenti del mondo del calcio?”, la risposta di Bergamo è negativa.

Questa fino ad un ceto momento, sia dell’indagine, sia del dibattimento, era sostanzialmente l’unica indicazione proveniente da un imputato che comunque affrontava il tema delle schede. E analoga indicazione in realtà non era rintracciabile da nessuno altro atto di indagine, neppure nel verbale di interrogatorio del 16 maggio, reso da Luciano Moggi, nel corso del quale nessuna questione veniva affrontata sul tema, né per sollecitazione degli interroganti, ne per autonoma indicazione della persona che veniva interrogata. Ad un certo punto del dibattimento, avendo il pm appreso che nel corso di una trasmissione televisiva erano state rese dall’imputato Luciano Moggi delle dichiarazioni afferenti al tema, il contesto non ci riguardava ovviamente, il pm chiese a voi di acquisire il nastro, la registrazione, limitatamente a questa parte, questo brano, non tutta la discussione, ovviamente quella acquisizione è stata da voi disposta, nei termini di acquisibilità per dichiarazioni provenienti dell’imputato. Io non so se avete avuto modo di ascoltare quella breve parte di conversazione, ovviamente in cui interloquiscono più persone e nel corso della quale, insieme a giornalisti presenti in quella sala, Luciano Moggi dice alcune cose. Ci sono presenti in questa sala della trasmissione “Matrix”, della emittente mediset alcuni giornalisti o interlocutori chiamati a discutere del tema, Vinci, Bartolozzi, Liguori, almeno questi nomi ricavo io, c’è certamente Luciano Moggi che prende la parola, fa il suo intervento; ad un certo punto –come potete ascotlare- per battute offerte da due interlocutori presenti, Bartolozzi e Vinci, si affronta il tema delle schede svizzere date almeno ai due designatori e Paparesta e quando il giornalista Bartolozzi pronuncia la seguente frase: “Si questo è un dato di fatto”, Luciano Moggi prende la parola e dice: Su questo non c’è dubbio, preciso non a Paparesta arbitro ma a Paparesta padre”. Abbiamo già visto perché in realtà quella questione riguarda a partire da un certo punto molto più Paparesta figlio che Paparesta padre. Più avanti –lasciamo da parte cose che non ci riguardano assolutamente – il giornalista Vinci dice:”restiamo sul caso delle schede svizzere perché le ha date” e Moggi dice, prende la parola e dice: ”Allora adesso cena di natale. Ero stato informato e guarda caso Tavaroli in una deposizione ha detto : ‘mi ha chiamato Moratti alla Saras, c’era Facchetti e mi hanno incaricato, mi hanno incaricato di fare praticamente pedinamenti e intercettazioni’, questo è agli atti del tribunale, la deposizione di Tavaroli “ ma stiamo parlando delle vicende milanesi ovviamente, allora ha cominciato con “Cipriani è andato a interrogare Cipriani…” e Vinci in causa: ”mi risponde alla domanda delle schede svizzere per favore?” e Moggi: ”Sto venendo, sto venendo. Ero stato informato di queste cose, io me ne sono uscito alla cena di Natale, ho detto siccome io so che c’è uno spionaggio industriale e ho reso anche pubblico, ancorchè prima che venisse fuori Telecom, alla deposizione che ho fatto al primo interrogatorio” - ma la circostanza non risulta essere vera in realtà - “io uso schede, delle schede svizzere” “Quindi lei dice uso delle schede svizzere per proteggermi dallo spionaggio”, “certo, industriale; purtroppo poi è venuta fuori Telecom” . Sul calciomercato e Moggi: ”Ha dimostrato la cosa” . E dice Vinci: “Mi spiega cosa c’entra l’arbitro con il calciomercato? “Certo” , Vinci: “é’” e Moggi dice: “Semplicissimo, io a sentire queste cose mi ha detto Bergamo e mi ha detto Pairetto ‘daccele anche a noi’ ce ne avevo due e le ho date anche a loro e poi poi a Paparesta padre” . “E perché?” chiede Vinci e Moggi: “Questo problema riguarda loro, mica me” e ancora Moggi poi chiudiamo “Scusate, Paparesta padre faceva Rai International no? Siccome ci si trova in un mondo un po’particolare, ci si trova in un mondo particolare io mi informavo sui comportamenti arbitrali” . Porsegue ma non ci interessa più la discussione di questa trasmissione. Queste sono le cose essenziali che dice Luciano moggi.

Da un lato, dunque, dice, e siamo ormai nell’anno 2010: ‘io avevo due schede, Bergamo e anche Pairetto mi chiedono di dargliele, e io glie le do’. E poi ce n’è una per Paparesta…padre, d’accordo…quella per Paparesta padre è singolare nella giustificazione, o nella versione, che rende, dicendo queste battute, Luciano Moggi; è molto sintetica, ci troviamo in un posto particolare, certo, una trasmissione televisiva…però, che una scheda svizzera, che in realtà poi sappiamo che le schede, secondo Paparesta padre, sono state almeno 4 se non 5 nel corso di un anno e mezzo, viene consegnata al signor Romeo Paparesta perché faceva RAI International -non so esattamente cosa- e ‘si trovava in un mondo particolare e mi informava sui comportamenti arbitrali’…cioè, dunque, è come se Romeo Paparesta, che è un ex arbitro di calcio magari con molta esperienza, e che può certamente capire più di noi quello che accade in una determinata partita o rispetto a certi tipi di arbitraggi, debba fare, o faccia, il consulente personale e privato di Luciano Moggi, che sarebbe cosa ammissibilissima e fattibilissima, ma non si comprende perché la dovrebbe fare usando una scheda svizzera, e non parlando di cose assolutamente normali su utenze fisse o mobili italiane e così via.
Questo diventa ancor più clamoroso se accantoniamo Paparesta padre e cerchiamo di cogliere la versione di Moggi sul perché egli ha dato queste 3 schede, perché qui si parla solo di 3 schede, ed in particolare una a Bergamo ed una a Pairetto. Perché in un momento/periodo imprecisato, prima che divenga fatto pubblico, notorio ed esploda la vicenda milanese che riguarda Tavaroli, Cipriani e così via, egli ha saputo che ci sono delle attività -non viene spiegato, in realtà, esattamente…ma comunque si parla di pedinamenti, intercettazioni di Cipriani che è il famoso investigatore privato che fa delle attività insieme a Tavaroli che lavora per l’azienda Telecom- e che, dunque, siccome io ho saputo che c’è una sorta di spionaggio industriale, così è definito, e che ci sono questioni, perché c’è un’indicazione di questo tipo, e c’è un assenso da parte di Moggi, la questione si lega anche alle sorti del calciomercato, dunque, per fini di tutela personale, perché c’è una entità o persone fisiche che violano segreti, io faccio ricorso a questo metodo? In realtà, come dire, l’essenziale, decisiva ed unica vera obiezione che può essere rivolta a questa versione che dimostra tutta la sua inconsistenza assoluta, la accenna anche uno dei giornalisti presenti in quella trasmissione e gli chiede: ‘scusi, Moggi, ma che c’entra con lo spionaggio industriale e con il calciomercato lei, dirigente della società Juventus insieme al signor Giraudo ed altri, che cosa c’entra tutto questo con schede date al designatore arbitrale Paolo Bergamo e a Pierluigi Pairetto? ’ E possiamo aggiungere il resto…che cosa c’entra -prendiamola per buona, valutiamola questa versione- con lo spionaggio industriale e di calciomercato, il che significa che società, aziende, persone fisiche concorrenti, in questo caso milanesi, ovviamente, svolgano delle attività per carpire indebitamente delle informazioni a Luciano Moggi anzitutto, come mai Luciano Moggi invece di blindarsi e fornire anzitutto una scheda al signor Antonio Giraudo che è amministratore delegato della società Juventus e via via magari anche ad altri certamente stretti collaboratori societari -bisogna difendersi dallo spionaggio industriale che colpisce me e la mia società-, fornisce la scheda, per sua ammissione, al designatore Bergamo e al designatore Pairetto che nella vita, come dire, fanno, o dovrebbero fare, in quel periodo storico, qualcosa di diverso rispetto a quel che fanno Moggi, Giraudo e così via…fanno i designatori, gestiscono il mondo arbitrale, scelgono arbitri ed assistenti per le partite di Serie A e Serie B, e ciò dovrebbero fare, evidentemente, come dire, senza alcuna comunanza di interessi con delle parti in causa. E come mai, allora, le schede, diverse, vengono fornite se quella è una versione che ha il suo pregio, oltre che a Bergamo, Pairetto e a Paparesta, poi, non a quei dirigenti o figure rilevanti che dovrebbero condividere con Luciano Moggi la tutela di segreti professionali legati alla loro attività, o addirittura le dinamiche del calciomercato, e magari ci aspetteremmo che la scheda, oltre che a quelle figure di cui ho parlato prima, potesse essere stata fornita ad una di quelle persone che, oramai sappiamo, nel corso degli ultimi anni, in modo professionale e sulla scena non solo italiana ma internazionale svolgono le funzioni di agenti di calciatori, perché quando si trattano le questioni di acquisto-vendita dei calciatori, si colloquia certamente fra società, ma si colloquia con uno anche necessariamente con coloro che curano gli interessi dei calciatori che si chiamano “agenti dei calciatori”.
Queste persone non le troviamo, e troviamo invece una sfilza, come abbiamo visto, di arbitri, anche di un assistente della CAN A e B. Quindi parliamo di persone che con i segreti industriali, e con le operazioni di calciomercato, da Bergamo a Pairetto fino ad Ambrosino -assistente-, in realtà non hanno nulla a che fare…a meno che, ovviamente, la questione del segreto da tutelare non sia di diverso tipo, come noi cerchiamo di dimostrare, ed è una questione di segreto appartenente ad un’organizzazione, e non ne abbiamo sentite, in verità, almeno qualche spezzone lo abbiamo e ve l’ho fatto indirettamente ascoltare stamattina…ad esempio nei casi Racalbuto e Pieri, perché ascoltate dunque pezzi di conversazione che avvengono su quelle utenze svizzere. Avete ascoltato qualcosa che abbia a che fare larvatamente con il segreto industriale? Avete ascoltato qualcosa che abbia a che fare con il calciomercato? O avete ascoltato sicuramente qualcosa che ha a che fare con i sorteggi e con la scelta degli arbitri e degli assistenti per le partite? Questa è la conclusione del discorso che si riferisce alle schede

Prima di passare ad una parte che dovrà essere dedicata all’illustrazione di una modalità di funzionamento di questa organizzazione, e anche di comprensione dei fatti, che ruota attorno lo svolgimento di incontri personali che avvengono in determinate date, è necessario per la migliore comprensione che io dedichi un po’ di tempo ad illustrare alcuni fatti che riguardano due figure che hanno molta importanza in tutta la storia e anche per decifrare con immediatezza quali sono i commenti, le considerazioni, le illustrazioni dei fatti che registriamo in occasione di questi incontri, perché questi incontri, oltre che essere individuati esattamente come luogo di svolgimento e come persone partecipanti ad essi, non è vero che risultano, come dire, carenti di dimostrazioni quanto al loro contenuto…perché è certo che nessuno ha potuto fare (?) ed è stata fatta un’intercettazione ambientale quando l’incontro si svolgeva in un particolare luogo fisico, ma è altrettanto vero che a questa mancanza si può sopperire in altro modo, e cioè procedendo ad un’analisi e ad una lettura integrale di telefonate nel corso delle quali, prima e soprattutto dopo, gli interlocutori commentano quello di cui si è parlato nel corso degli incontri.
Le due vicende preliminari riguardano due figure: la prima è quella di Maria Grazia Fazi, la seconda quella di Massimo De Santis. Sono importanti perché si tratta di due persone a cui in realtà è contestato il ruolo di associati a questa organizzazione, e soprattutto perché i fatti che li hanno riguardati o anche accadimenti che comunque coinvolgono le persone fisiche dell’una e dell’altra nel corso di tutto quel campionato sono destinate ad avere una loro importanza, soprattutto quando si conversa, ma soprattutto quando ci si incontra di persona fra più associati a questa organizzazione. Quando è venuto in aula Manfredi Martino, che con la Fazi ha lavorato ininterrottamente fino al Luglio del 2004, ha riferito alcune circostanze…la Fazi, che era stata -com’è stata definita, in verità, anche da altre persone- impiegata che però esercitava un ruolo molto influente e potente nell’ambito della commissione arbitrale e nei confronti dei designatori, ad un certo punto era stata allontanata dai raduni, a cui la donna partecipava abitualmente già da lungo tempo, che si svolgevano a Coverciano, ed era iniziata una fase di netto ridimensionamento e di “quasi estromissione” della stessa; Manfredi Martino, ma vedremo che la sua testimonianza non resta fatto isolato o rispetto al quale, come dire, procedere ad un giudizio di attendibilità in termini un po’ generici, perché le telefonate dopo chiariranno esattamente questo punto nel senso indicato da Manfredi Martino, la storia della estromissione della Fazi dal suo ruolo all’interno della CAN, stretta collaboratrice di Paolo Bergamo anzitutto e di Pierluigi Pairetto, persona addetta alla cura di rapporti con il mondo arbitrale, e anche in particolare, fino a quella primavera/estate del 2004, alla partecipazione diretta alle operazioni di sorteggio, secondo Manfredi Martino era stata determinata da una decisione direttamente riferibile a Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Quello che dice Manfredi Martino è questione che egli conosce per diretta percezione e conoscenza, e anche Manfredi Martino è una persona che collabora, come la Fazi, meno tempo ovviamente, con i designatori. Ed egli, che conosce la vicenda e che chiede conferma a Paolo Bergamo, apprende che la signora Fazi era diventata sgradita ed era stata allontanata per indicazione Moggi/Giraudo perché sostanzialmente era stata rilevata nei confronti della signora Fazi un sostanziale non allineamento alle logiche dell’organizzazione ed era sorto il concreto sospetto di una sorta di doppio gioco. Racconta compiutamente Bergamo a Manfredi Martino che ovviamente tutto questo non sarebbe mai emerso in modo ufficiale, perché la decisione di estromettere la signora Fazi sarebbe stata affidata a motivazioni ufficiali ben diverse, magari legate al fatto che esisteva una sorta di inopportunità della partecipazione di una signora ad un raduno come quello di Coverciano dove ovviamente erano presenti tutte persone di sesso maschile; ma quando la faccenda si dipana ed esplode esattamente intorno al Luglio del 2004, Manfredi Martino, come ha qui riferito, colloquia sia con Bergamo che con Pairetto, e dai due apprende che la storia che ha fatto traboccare il vaso e che ha indotto a chiedere, pretendere ed ottenere l’allontanamento della Fazi, è stato che la donna non era ritenuta leale in senso assoluto e completo, e avevano potuto constatare che aveva iniziato ad avere rapporti telefonici e contatti con il dirigente Leonardo Meani del Milan

Per questa ragione, aggiunge Manfredo Martini, vi era stata uno svolgimento di una cena a cui avevano partecipato direttamente i designatori con i due dirigenti Moggi e Giraudo. Nel corso della quale era prevalsa questa opinione e questa indicazione con ancora una motivazione di compromesso per evitare che la donna venisse in maniera irrevocabile, definitiva, estromessa dal ruolo Can. Fatto questo a cui ha cercato sempre di opporsi Paolo Bergamo, adoperandosi poi in ogni modo per il suo rientro. Questo racconto che trova già una precisa, puntuale conferma nelle intercettazioni, verrà anche singolarmente confermato da un teste che certo, come dire, non è sospettabile di come dire, antipatie, nei confronti delle persone degli imputati, è l’arbitro Simone Trefoloni, che nell’udienza del 13 novembre 2009 quando verrà ascoltato fra l’altro su queste storie, con un racconto –certo – molto più stringato e sintetico da quello fatto da Manfredi Martino, sostanzialmente conferma queste circostanze relative all’allontanamento dai raduni e il fatto che poi Maria Grazia Fazi si rivolgerà proprio a Luciano Moggi al fine di poter tornare a svolgere quel ruolo presso la Can per il peso politico che Moggi ha nell’ambito della Federazione.
Io non ho necessitò, fatto questo discorso di sintesi, di indicarvi analiticamente tutte le telefonate e di leggerle o commentarle; indico dei riferimenti che permettano di rintracciare quali sono le telefonate in cui, quello che io ho raccontato per dichiarazioni di Manfredi Martino in sintesi, avverrà poi nel corso del periodo cha va dall’agosto a settembre del 2004. E la parte delle indagini e delle intercettazioni di Torino di cui molto c’è di questa vicenda Fazi che si è appena consumata.
Faccio riferimento a queste telefonate che indico soltanto: la telefonata del 13.09.2004 ore 19.15, progressivo è il numero 6 che interviene tra il vicepresidente della Federazione Innocenzo Mazzini e Luciano Moggi; quella che il progressivo 26 del giorno dopo 14.09.2004 ore 10 sempre fra Luciano Moggio e Innocenzo Mazzini; quella del 15 settembre del 2009 ore 8.52 progressivo 129 che interviene fra i due designatori, Bergamo e Pairetto avente ad oggetto questa questione e anche che riguarda il contrasto di opinioni che in quel momento sussiste fra Bergamo e Pairetto sulla necessità di riportare subito, ovvero no, la donna nel suo antico originario ruolo ricoperto. Si tratta di conversazioni, questa ed altre, come ad esempio quella successiva, che ha il progressivo 82 e che avviene il 15.09.2004 alle ore 10.21, nell’ambito delle quali emerge come la questione non è unicamente dei due designatori, e che su questa questione devono essere costantemente aggiornati e informati e possono spendere un proprio ruolo e una propria parola definitiva – d’ altronde si tratta delle persone che l’hanno fatta estromettere – Luciano Moggi e Antonio Giraudo.
Poi ancora quella che ha il progressivo 139 del 15.09.04 ore 10.31 fra Pierluigi Pairetto e Innocenzo Mazzini e quella che ha il progressivo 29 ed avviene il 15.09.04 alle ore 14.27 fra Antonio Giraudo e Luciano Moggi; quella che ha il progressivo 181 del 15.09.04 ore 17.19 fra Pierluigi Pairetto e Innocenzo Mazzini al pari di quella fra le stesse persone (Pairetto – Mazzini) che avviene alle successive 17.34 sempre del giorno 15.09 e ha il progressivo 187.
In molte di queste conversazioni voi troverete immediatamente considerazioni che dal un lato riguardano la frenesia di alcuni, le opinioni diverse di altri sulla sorte della Fazi, ma soprattutto anche il peso che, nell’ambito di queste decisioni, riveste il potere ricattatorio di cui è dotata Maria Grazia Fazi. Molte, come in questa ultima che indicavo, senza neache tanti giri di parole o motivi di comprendere frasi molto allusive, gli interlocutori ribadiscono quasi sempre e qualcosa è necessaria farla e c’è il pericolo che questa donna possa diventare una palla impazzita, testuale “scheggia impazzita” , che possa in altri termini cominciare a raccontare una serie di cose tanto è vero che una serie di giornali, in particolare viene citato il Corriere Dello Sport, sono già stati allertati perché la Fazi, se le cose non andranno in un determinato modo potrà far esplodere una bomba che riguarda il possesso di informazioni che ella possiede sul sistema di gestione della Can e degli arbitri. Cose che nulla hanno a che fare con vicende che riguardano possibili vertenze di lavoro di cui pure in altri momenti si parla; quello che viene giudicato micidiale e pericoloso ovviamente è ben altro e vale la considerazione per cui come dire, magari anche una vertenza di lavoro di cui anche si parla in termini espliciti qualche volta, quella per il cosidetto “mobbing” venga pure fatta e magari questo può dispiacere, magari, come dire, può creare,come dire, creare qualche problema a coloro che rivestono ruoli dirigenziali nell’ambito della persona giuridica nei cui confronti questa causa si farà, la figc , la commissione nazionale arbitri. Ma di tutto ciò evidentemente nulla può importare a chi svolge altro tipo di attività, tanto meno a Luciano Moggi e Antonio Giraudo, formalmente di vertenze di lavoro nei confronti della federazione può non interessarsi affatto, non importa nulla perché il pericolo di cui si parla è ben altro.
Una delle giornate in cui la questione viene affrontata insieme ad altre, è una giornata che registra un incontro, ma questo è in realtà molto fugace da una natura che termini di svolgimento con uno svolgimento molto diverso da quelli che poi andremo a rintracciare, perché riguarda un incontro che avviene presso l’aereoporto Roma-Fiumicino tra Luciano Moggi, Pierluigi Pairetto e Tullio Lanese, avviene all’esito di incontri che ci sono stati a Roma e nell’ambito dei quali lo stesso Luciano Moggi ha addirittura incontro il presidente della Federazione Carraro per cercare di risolvere questo che sta diventando un assillante problema, quello della S.ra Fazi. Le telefonate che voi potrete rintracciare su questo incontro avvengono tutte in data 17.09 del 2004in varie ore, i progressivi sono il numero: 85, 131, 409, 411, 432 e riguardano colloqui che avvengono fra Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese, Luciano Moggi e Innocenzo Mazzini, Queste questioni continueranno ad avere un loro peso, nel periodo successivo, quello della seconda parte di settembre, verso la fine di quel mese di settembre 2004 e rintraccerete telefonate di una certa rilevanza da questo punto di vista in alcune giornate particolari e in particolare quella del 23 settembre del 2004; i progressivi sono i seguenti: 492 del 23.09 12.43 fra Moggi e Mazzini; 1086 delle ore 17.25 fra Moggi e Pairetto; 1103 delle ore 18.23 fra Pairetto e Lanese; la progressiva 594 delle 19.59 fra Moggi e Mazzini; la progressiva 22 delle ore 21.45 fra Moggi e Giraudo, fino al momento in cui non avverrà il primo di una lunga serie di incontri personali che assumeranno un grosso significato fra Maria Grazia Fazi e Luciano Moggi. Incontro che inizia a dipanarsi nel pomeriggio successivo, poi l’affronteremo in un altro momento, in cui vi è stata un incontro a Torino Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Luciano Moggi, Antonio Giraudo, poiché in data 22.09.2004 alle 15.21, Maria Grazia Fazi, il progressivo è il 432, inizia a chiedere a Luciano Moggi di incontrarsi di persona perché deve parlargli; fatto questo che poi avverrà successivamente perché si inizia a parlare di una possibile data del venerdì nella città di Roma. In questa fase, fra le persona che manifestano particolare interesse per questa storia e per le sorti di questa donna, registriamo anche un costante e continuo interessamento di Massimo De Santis. Numerosi sono i colloqui che si intrecciano ad altri che avvengono in questo periodo e che rimandando ad una frenesia di avvenimenti che accadono riguardano Massimo De Santis. Faccio riferimento alla telefonata che avviene il 18.09.04 alle ore 19.41, il progressivo è il 259 fra De Santis e Pairetto. E poi ad altra telefonata che avviene fra Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo sempre il 19.09 alle ore 12.15 il progressivo è il 596. La telefonata ha una sua importanza perché permette di cogliere abbastanza bene, anche se le persone cercano ovviamente di essere più allusive possibile, proprio tutta la sequenza di questioni di cui parlavo prima e di quale è, cogliendola in maniera chiara, il vincolo associativo. E’ Paolo Bergamo che dice al suo collega di aver ricevuto una telefonata da Massimo e inizia una discussione che riguarda appunto Grazia Fazi. Abbiamo detto quali sono i due diversi atteggiamenti dei designatori sul tema. Bergamo è certamente più sensibile alla soluzione di questa storia, Paieretto no. Ad un certo punto della telefonata, nella sua parte finale, si sviluppa una conversazione del seguente, testuale tenore:
Bergamo: “Gigi cerca di capirmi” - e così via..- “Gigi ascolta tu lo sai te l’ho detto e te lo ripeto all’infinito: non voglio assolutamente che il gruppo ne soffra”
Pairetto: “No no”
Bergamo: “Nel momento in cui scoppia un bubbone dobbiamo capire come rimediare lo scoppio del bubbone -ed è chiaro a cosa si riferisce Bergamo - perchè non voglio gustare né i rapporti con lei, nè i rapporti con Manfedi, con gli amici poi che tu sai”
Pairetto: “Si si certo”
Bergamo: “Che per 5 anni i hanno aiutato”
Pairetto: “No infatti, in tutti i modi, certo certo”
Bergamo: “A fare una cosa che a me mi ha dato soddisfazione”
Pairetto: “Certo lusso e tutto “
Bergamo: ”Trasparenza personale, lusso, e sarò sempre grato”
Paireoo: “Che discorsi sono..”
Bergamo: “No infatti, però mi dispiacerebbe che un giorno si rovinasse tutto questo soltanto per una disattenzione”
Pairetto: “Per una infatti, no no adesso vediamo “
Che cosa il discorso che riguarda gli amici e che cosa sia il discorso di tutto quello che per cinque anni è stato per il sostegno degli amici - come poi ritroveremo più volte - e che tutto possa improvvisamente rovinarsi per una disattenzione, è quello che riguarda la storia che può finire male se Maria Grazia Fazi si mette a parlare.
Troveremo inequivoca dichiarazione di questo tipo sulla base della lettura di altre conversazione del traffico telefonico, anche in chiaro, quando leggeremo altro tipo di telefonate e chi siano quegli amici di cui si parla in quella conversazione, diventerà via via sempre più chiaro a partire da una conversazione cheè quella che ha come progressivo 682 e che avviene il 19.09.04 alle ore 20.44 fra Pierluigi Pairetto e Massimo De Santis. In questa circostanza si torna a parlare e ne torna a parlare Massimo De Santis, degli amici che sono decisi molto, decisissimi su questa vicenda, come sostiene De Santis e come in realtà sostiene Pierluigi Pairetto; perché come si ricava dalle parole che usa Pierluigi Pairetto con Massimo De Santis dicendo che egli sa questa cosa perchè gliel’ha detta Paolo che ha parlato anche lui con quegli amici e scopriremo come questi amici sono Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

Massimo De Santis. La storia illegale che unisce Massimo De Santis a questo gruppo di persone è una storia che noi possiamo desumere e ritenere provata per intercettazione telefoniche, contenuto di intercettazione telefoniche, e per dichiarazioni anche di persone che abbiamo ascoltato nel corso del dibattimento che, da questo punto di vista, hanno chi più chi meno, chi in modo più stringente e approfondito e chi più genericamente, hanno reso dichiarazioni riguardanti direttamente la figura di Massimo De Santis e il suo legame anzitutto con Luciano Moggi oltre che direttamente con i due designatori; dimostrative dell’appartenenza a questa organizzazione. Penso fra gli altri a dichiarazioni, testimonianze che ha reso Massimo Cellino, presidente del Cagliari a quelle che hanno reso due persone addette a questo mondo e già inserite in questo mondo come Copelli e Coppola; o a quello che ha riferito Manfredo Martini.
Sostanzialmente quale è il dato di sintesi che emerge? Massimo De Santis è stato il capofila, il leader, la persona più rappresentativa di un gruppo di arbitri ma anche di assistenti che si identificano con il gruppo romano e nell’ambito del quale ha esercitato sicuramente funzioni di leader. Se non fosse stato il sicuro un sicuro leader o l’evento più rappresentativo , perché le cose sono andate in questo modo come raccontano le intercettazioni telefoniche, come avrebbero fatto tutte le varie persone a rivolgersi a Massimo De Santis – iniziando dal suo omonimo Sergio De Santis – al fine di intervenire, egli Massimo, sugli osservatori arbitrali per far cambiare i voti assegnati in occasione dell’incontro per se stesso e per gli amici: operazione che Massimo De Santis ha sempre fatto e con un certo successo.
Tutta la prima parte della indagine e dunque dello svolgimento del campionato, sostanzialmente il giorno di andata, è una parte segnata da una stretta organicità di Massimo De Santis a questo sodalizio e verranno poi affrontate in particolare alcuni avvenimenti, che lo riguardano direttamente come imputazione contestata al De Santis specificamente perché è la fase che comprende, diversi fra gli incontri in contestazione, e che sono in particolare Lecce-Juve del 14.12.2004, l’incontro Fiorentina-Bologna del 05.12.2004 e l’incontro Reggina - Cagliari del 12.12.2004. Ma che queste siano le, come dire, conclusioni a cui pervenire, lo vedremo certo dopo quando esamineremo gli incontri, ma intanto vediamo e vedremo che differenza che registriamo con la parte che andrò ad illustrare fra poco, con il periodo immediatamente successivo , quando in data 12.12.2004 il progressivo è il 14032; conversa Massimo Cellino con il segretari o della FIGC Franceso Ghirelli e Cellino è infuriato per l’arbitraggio fatto da Massimo De Santis in occasione di una partita che si è svolta in quella giornata e che è la partita Reggina-Cagliari - neppure la partita della squadra di Luciano Moggi - il giudizio su Massimo De Santis – ovviamente un giudizio che è anche molto frutto dello stato d’animo poi vedremo di Massimo Cellino e questo con Ghirelli:

Cellino: “Mah..prevenuto in una maniera allucinante , per curiosità guardati,ma è una cosa guarda imbarazzante, guarda imbarazzante, imbarazzante. Che vada ad arbitrare la Juve fisso e non ci rompa i… gli faccia vincere il campionato e non ci rompa il…De Santis”.

E poi considerazioni su quello che qui è stato chiesto al De Santis Messina, Reggina, il polo Roma 1 e così via; quello che Cellino dice è per il suo punto di vista, per il suo patrimonio di conoscenza, il polo che comprende quelli che lui individua come gli arbitri più legati ed asserviti a questa organizzazione De Santis., Gabriele e Palanca.
Ma c’è una telefonata, perché di questa si dirà magari che, come dire che fatta da Cellino che Cellino è arrabbiato e così via, molto molto più significativa, probatorio ed è quella che interviene il 30.01 del 2005 il progressivo 15956 fra Luciano Moggi e Innocenzo Mazzini, vice Presidente della Federazione. Le battute sono… è una telefonata breve complessivamente e le battute sono molto stringate ma di in equivoco significato. Siamo in una data in cui le cose vengono ritenute, dal punto di vista dell’andamento del campionato e nel campionato sufficientemente sicure e dunque le due persone, Mazzini parla come se fosse un collega dirigente della stessa squadra di Moggi, non fa nulla che sia persona terza, e quindi dice lui “che si comincia a ragionare, ci fa comodo da tutti i punti di vista, si fa con più tranquillità” e Mazzini poi “no,coi giocatori poi..” poichè Moggi dice “ma anche i giocatori vanno in campo..” e Mazzini dice: “no, poi i giocatori non se ne parla ovviamente è chiaro da questo punto di vista sicuramente c’è tranquillità e fanno quello che devono fare …”. Il discorso viene ripreso da Luciano Moggi e dice testuale : “i nostri” sta parlando dei nostri, di noi, nostra squadra, società, giocatori e così via “possono fare anche qualche piccolo errore, gli altri non possono sbagliare più d’ora in poi ”; Mazzini:”No dai, oramai è finita, ho sentito anche Galliani”, Moggi:”Che ha detto, c’è da aspettarmi qualcosa?”, Mazzini che ride:” si insomma ha detto e non ha detto sul nostro Massimino”, “Massimino è il presidente del Catania?” chiede Luciano Moggi, “No” ride fragorosamente Mazzini “il Presidente della Strea che s’era fatto insomma quando hanno preso quelli del Milan la fissa con gli arbitri”, “E vabbè laciamoli parlare voglio vedere che fanno”. Sta parlando del Milan di Galliani, del competitore. Il nostro Massimino non è il presidente del Catania che vorrebbe, per casualità si chiama Massimino, ma è il presidente della Strea e la Strea era la squadra di calcio e luogo dove utilizzato dalla squadra di polizia penitenziaria e che qui puntualmente viene riferito come luogo in cui appunto Massimo De Santis, che è inserito nel luogo di Polizia penitenziaria, come dire, fa parte di propria attività anche solo quelle che vengono fatte per diletto.
Al 30 gennaio del 2005, dunque, poiché il dirigente del Milan Adriano Galliani evidentemente ne ha parlato con Innocenzo Mazzini, Mazzini e Moggi parlano di Massimo De Santis come presidente Astrea come del nostro Massimino.

Questa conclusione è aderente alle parti in cui è De Santis che cui affronta in certi momenti il discorso con i propri interlocutori. Se leggerete la telefonata che si svolge l’11.01.2005 fra Massimo De Santis e Paolo Bergamo, il progressivo è 17245 ritroverete e questo per lessico e parole utilizzate da De Santis, considerazioni che fanno immediatamente capire come vi sia una fase, anche quella in cui i rapporti sono assolutamente ottimi -rapporti fra lui, Luciano Moggi, Antonio Giraudo e così via e come siamo ben lontani ancora da una fase che registreremo solo in un momento immediatamente successivo, momento in cui ancora Massimo De Santis dice di aver parlato direttamente con Luciano Moggi dopo la partita , una fase in cui si cercano ancora soluzioni a svariati problemi. E’ importante tuttavia non solo per queste considerazioni che riguardano direttamente De Santis, ma anche perché ci offre una chiave di interpretazione di fatti più generali. I due stanno parlando della Fazi, e Paolo Bergamo dice:”Questo è quello che mi disse Antonio mi disse questo no?,’ ma lei ha preso troppo forza nei vostri confronti’. Ma quale troppa forza? La forza è quella che le abbiamo dato noi ” e Massimo De Santis:” Però Paolo vedi, questo secondo me questa è tutta una situazione che è venuta a seguito di arbitri che erano secondo me scontenti e che l’errore grosso è stato il contatto. Io glielo ho sempre detto, il contatto che lui ha cominciato ad avere con gli arbitri..” “chi lui scusa?”chiede Paolo Bergamo, “Luciano” risponde Massimo De Santis, “ah ah e invece quello hanno dato, hanno colpevolizzato lei Maria Grazia Fazi l’altro anno, lo snodo fu quando lei, vabbè, ha comprato il materiale ad Airoldy (l’arbitro Airoldy) era nella gara..” e così via. E più avanti, siamo quasi alla fine della conversazione quando Paolo Bergamo dice:” Ma è il discorso che ho fatto anch’io ma scusa, perché io quando siamo arrivati a Milan-Juve ho fatto la scelta che ho fatto e so che Gigi (Pairetto) non era perché anch’io ho giocato ad essere una persona intelligente. Galliani mi dice così e io gli faccio vedere che io non sono, che io non dipendo da nessuno”, “Da Galliani certo, e bravo”, “E poi qui le cose secondo me come vanno le vedremo al ritorno come far le cose; ma qui qualche volta bisogna pure rischiare e qualche volta fare il muso duro”. La partita a cui fa riferimento in questo caso Paolo Bergamo èp la partita Juve-Milan che si è disputata nel girone di andata di quel campionato, esattamente il 18.12.2004 e che è stata arbitrata –l’ha scelto che ho fatto . dall’arbitro Paolo Bertini.
A fronte di queste situazioni registreremo, se ne è parlato in diversi momenti dell’udienza preventiva, in una fase in cui quello che si coglie è una fase di assoluto disimpegno …(incomprensibile) le proprie ostilità fra Massimo De Santis e questo gruppo in particolare nei confronti di Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

Una fase lunga che arriva sin quasi alla chiusura del campionato. Nella fase ultimissima di quel campionato Massimo De Santis risulterà di nuovo arbitro decisivo. E lo vedremo quando sarà illustrata la strada lunga che parte diversi mesi prima e che attraverso Massimo De Santis avrà il suo epilogo nell’operazione di salvataggio in serie A della Fiorentina, per conto di questa organizzazione. Esiste una lunga fase – dicevo- che sostanzialmente copre gran parte del girone di ritorno in cui c’è distacco, addirittura ostilità da parte di Massimo De Santis. Chi offre una prima chiara interpretazione di questa fase, che è una fase non dimostrativa del fatto che Massimo De Santis, sia persona e arbitro, dunque, estraneo a questa organizzazione, al sistema di questa organizzazione e ai fatti imputabili ma tutta la cosa ed è dunque coerente con tutta la parte dei risultati con la storia che ho illustrato prima… Ebbene dicevo chi fornisce una chiave di interpretazione ma non resta così dato isolato è Martino Manfredi. Martino Manfredi ha un rapporto che vedremo, è molto stretto con Massimo De Santis, è una persona in amicizia e confidenza. Quando è stato interrogato in udienza lui ha risposto a queste domande ed ha detto queste cose:
Ad un certo punto succedono due fatti che incidono sul comportamento del mio amico Massimo De Santis. La prima circostanza, il primo avvenimento riguarda lo sviluppo e l’avvio a conclusione, nella seconda parte dell’anno 2004, della indagine che viene svolta dalla procura di Napoli nei confronti di due colleghi,amici di Massimo De Santis, come Luca Palanca e Marco Gabrile. La seconda, l’inizio della indagine della procura di Torino, Dottor Guariniello, come abbiamo già visto nella precedente udienza,soprattutto in certi momenti che riguarderanno da vicino Manferedi Martino e Maria Grazia Fazi e poi Innocenza Mazzini. Che cosa, poi vedremo dalle telefonate, che cosa secondo Manfredi Manfedi determina un cambiamento di atteggiamento di Massimo De Santis. Se va avanti, magari va avanti con un certo significativo successo l’indagine sui colleghi Palanca e Gabriele e se poi magari va avanti l’indagine torinese, verranno individuati degli elementi di prova sulle attività illecite imputate allo stesso Massimo De Santis, attraverso la concatenazione di elementi che lo portano a ritenere come il leader, il capofila di questo gruppo e persona da cui –è testuale alcuni passaggi – dipendono Gabriele e Palanca. E dice con più precisione Martino Manfredi : “Ebbene, a un certo punto, a fronte di una serie attività e di richieste di telefonate, Massimo De Santis mi dice: ‘ io sto iniziando ora, ad inizio 2005 ad arbitrare in modo diverso per evitare che il mio arbitraggio nel modo solito, quello che ho fatto sino a pochissimo tempo fa, possa fornire elementi di prova sulla mia vicinanza a Luciano Moggi ed Antonio Giraudo”. Questo confida Massimo De Santis a Manfredi Martino in questi precisi termini. La preoccupazione enorme di restare coinvolto in queste storie lo spinge a ricercare atteggiamenti, a coltivare atteggiamenti di ostilità, quasi a dare la sensazione che egli sia arbitro talmente imparziale e lontano dal gruppo che può, come dire, penalizzare la squadra di Luciano Moggi, Antonio Giraudo.
La questione è vera, e trovo riscontro in molte telefonate, per altro a fronte di una circostanza che è significativa, come dire, di una preoccupazione, che è la preoccupazione dell’intraneo, del sodale dell’organizzazione e non quella di una persona che magari ha il timore di incappare in una disavventura giudiziaria, perché nella indagine napoletana e poi tanto più quella torinese .. non è in ballo come persona sottoposta ad indagine Massimo De Santis, non ci sono atti che riguardano Massimo De Santis come persona sottoposta ad indagine insieme a Palanca e Gabriele e non ci sono questi atti nell’indagine torinese che deve prendere da lontano le cose e che inizia ad affrontare ovviamente il tema cercando di ottenere risposte invano da Manfredi Martino e Maria Grazia Fazi e da Mazzini. E dunque quella preoccupazione di cui parla Manfredi Martino non è riferibile al fatto che ad un certo punto magari, come dire, ci sia una evoluzione di tipo giudiziario investigativo che riguarda direttamente De Santis. Basta pensare al fatto che, il primo momento che Massimo De Santis potrà avere certezza che nei suo confronti viene svolta una indagine da parte della procura di Napoli, è fatto questo collocabile attraverso la prima notifica della proroga delle indagini del Gip di Napoli nella primavera del 2005, intorno al mese di aprile allorchè anche altri indagati di questa indagine poi dibattimento, ricevono la notifica dell’avviso di proroga delle indagini.
Quando Manfredi Martino riferisce queste circostanze, ovviamente parla di fatti che riguardano che lo riguardano nel rapporto con Massimo De Santis che egli conosce per confidenza diretta. Le telefonate dimostrano come questo rapporto di confidenza e di particolare familiarità esiste e come in realtà quando Manfredi Martino racconta queste questioni, tutto può nutrire nei confronti di Massimo De Santis al di fuori di possibili ragioni di astio o di risentimento, tanto da potere adombrare il sospetto che egli racconta cose quantomeno esagerate o comunque non aderenti al vero.
Perché sono vere le cose che racconta Manfredi Martino? Già nel periodo di ottobre del 2004 registriamo numerose telefonate che intervengono tra Massimo De Santis, Luca Palanca e Martino Manfedi e che sono dimostrative del fatto che Massimo De Santis è molto interessato a cogliere e sapere quello che sta accadendo mentre nei confronti di Palanca e Gabriele si svolgono delle investigazioni e gli stessi due arbitri hanno magari, partecipano magari ad attività di interrogatorio o vengono chiamati a rendere dichiarazioni o conoscono ufficialmente fatti del procedimento.
Le telefonate a cui faccio riferimento sono le seguenti: la prima che ha il progressivo 360 e che si verifica il 15.10.2004 alle ore 10.45 fra De Santis e Luca Palanca; un’altra che avviene il 20 ottobre del 2004 alle 20.51 il progressivo è 808 fra De Santis di nuovo e Palanca; la telefonata del 20.10.2004 alle ore 21.06 progressivo 813 la telefonata intercorre fra Massimo Luca Palanca e Martino Manfredi il riferimento a colloqui intervenuti anche con il De Santis; quella che avviene il 12.11 fra Massimo De Santis e Paolo Bergamo alle ore 13.36, il progressivo è il 255, circa quello che si sta facendo nell’ambito delle attività che riguardano la vicenda giudiziaria ma anche interna; interna nel senso di mondo arbitrale Palanca-Gabriele e il fatto che De Santis si sta operando al fine di ottenere informazioni sulla vicenda giudiziaria; tanto è vero che in questa telefonata egli fa riferimento ad incontri che ha avuto presso il consiglio superiore della magistratura. Ancora quella che si svolge il 16.11.2004 ore 11.38, il progressivo è il 936, fra De Santis Massimo e Martino Manfredi ancora con riferimento alla evoluzione della situazione di Gabriele e di Palanca e alle maggiori difficoltà che registra la soluzione di quella di Luca Palanca perché i n mezzo a quella storia di Palanca c’è direttamente il discorso del nero che significa il discorso dell’arbitro. E’ significativo che nell’ambito di queste conversazioni, in data 9 dicembre del 2004, allorchè viene adottato un provvedimento ufficiale che riguarda il cosiddetto rientro in servizio dopo un periodo di sospensione di questi due arbitri; essi dunque possono tornare ad arbitrare, questa comunicazione che è stata adottata con un provvedimento del presidente dell’AIA Tullio Lanese, non sia comunicata per primi, magari agli stessi interessanti Palanca o Gabriele o forse ad altre figure dirigenziali della figc, l ‘aia, ma come prima persona Luciano Moggi. Secondo le testuali parole che usa Tullio Lanese, condannato come sodale di questa organizzazione: “E’ giusto che prima che lo sappiano altri, lo sappia anche tu” “alla grande vai” risponde Luciano Moggi sul ritorno in servizio di Palanca e Gabriele.

Che questo sia un legame così stretto e quello che salta fuori anche quando altri parlano di Massimo De Santis e così via e di colloqui che hanno avuto con lui. Quando ad esempio immediatamente dopo questo periodo di telefonate a cui ho fatto riferimento il 05.01.2005 alle ore 14.30 il progressivo è il 15237 interviene una conversazione fra Maria Grazia Fazi e Paolo Bergamo, possiamo ascoltare dopo che i due interlocutori hanno fatto riferimento a varie questioni che riguardano Pierluigi Pairetto, il numero 2 Luciano Moggi e altro, a discorsi, ad una conversazione che riguarda Massimo che è massimo De Santis e ce Paolo Bergamo chiude su questo versante per riaprirla su altre questioni che non ci interessano ora. Affida questo tipo di parole personali con Maria Grazia Fazi: “A parte che avevo bloccato Palanca, bloccato Palanca che Gigi Paieretto in maniera un po’incauta lo aveva mandato a fare il quarto per l’amichevole che fa l’Italia a Cagliari. Gli ho detto ‘scusa Gigi se ne manda uno si, uno si e uno no? Ma è chiaro che Palanca è l’uomo di Massimo “ “ho capito, apposta” risponde Maria Grazia a Paolo Bergamo.
Questa attività prosegue nel periodo di tempo successivo. Non è stato a caso che ho citato il fatto secondo cui la preoccupazione, il cambiamento dell’atteggiamento interessato di De Santis, è determinato ad un certo punto anche dalle notizie che filtrano dall’indagine torinese del collega Guariniello.

Sarà in questo periodo che ascolteremo alcune conversazioni per ritornare al discorso del Consiglio Superiore di cui si parlava in precedenza,nell’autunno.. in questa fase, diventerà più chiaro questo riferimento allorchè compare sulla scena, persona che svolge le funzioni di autista presso il CSM in quel periodo, si tratta di persona che ha il nome di Guglielmo Pepe con il quale De Santis egli intratterrà telefonate in particolare la prima il 28.02.2005, il progressivo è il 4248, telefonata intercettata sull’utenza cellulare di De Santis; la seconda in data sempre 28.02.2005, numero 4317, sull’utenza di De Santis, telefonata proveniente dalla persona che si chiama appunto Guglielmo Pepe; infine ancora il 03.03 alle ore 12.59, il progressivo è il 5096 sempre con la stessa persona. Telefonate tutte aventi per oggetto la richiesta, la sollecitazione di informazioni atte ad individuare, come dire, nomi e modalità di svolgimento delle attività di investigazione in particolare svolte da Torino perché quella è la procura e la sede da dove in quel momento proviene il pericolo.

Che questa sia la linea e dunque sia correttamente individuate a noi riferite in modo veritiero da Manfredo Martino , è fatto il comportamento di De Santis, che è possibile rintracciare anche quando le conversazioni si, vengono svolte tra persone che certamente del gruppo non fanno parte e che magari sono sorrette da motivazioni da ragione completamente opposte a quelle di questo gruppo. Tutta una serie di colloqui ad esempio che, come abbiamo come abbiamo visto più volte, il dirigente del Milan addetto agli arbitri del Milan Meani intrattiene con persone che a lui sono vicine e che sono figure in, particolare di assistenti Can come Copelli. L’11.03.2005, siamo dunque proprio in quella fase, alle ore 15 il progressivo è il 596, Leonardo Meani colloquia con Cristiano Copelli; lo conosciamo, è stato sentito anche in dibattimento, un assistente di can della sezione di Mantova, Copelli. La brevissima battuta che si scambiano i due interlocutori, lasciamo stare altre storie, è questa: “Si ma hai visto –dice Meani –come De Santis è in forma?” , “si ma è il problema è che comunque sta” dice Copelli “ sta arbitrando””si ma può arbitrare in champions””si vabbè dice Copelli, ma si è messo ad arbitrare sai?” “E’ vero ma anche in Italia, esatto”, Meani:” e bravo secondo me ha capito che deve togliersi il servilismo e andare per la sua strada”, “Adesso, adesso si adesso credo proprio di si” e Meani: “io penso che lui deve aver capitoche se fa il servo… epo continua. Considerazioni di questa natura analoga le ritroviamo ina una conversazione che ha un rilievo su vicende anche precedente ovviamente , che avviene il 07.05.2005 16.42 progressivo 8609, fra leonardo Meani e Paolo Bergamo. Tralascio l’inizio; il passaggio testuale è questo: “Spiegami bene, comunque ma” dice Meani “spiegami bene a cosa è dovuta questa metamorfosi di De Santis”. Perché evidentemente, come dire, la colgono immediatamente tutti quindi anche chi, come dire, quell’atteggiamento precedente l’ha evidentemente subito. Paolo Bergamo:”lui quest’anno si è trovato ad un bivio, siamo sinceri, si è trovato ad un bivio, o ascolta me o chi dice lui. Amico gli ho detto amico io ho i mondiali da portare avanti”, “certo”, “non posso, non posso giocarmi la credibilità con te, lui mi diceva sempre ma guarda quell’episodio in Juventus-Parma fu un episodio sfortunato; poi quando ho fatto il derby Juventus-Torino “ e Meani:” ma io per dirtela tutta, sai quest’anno quando mio ha fatto un po’incazzare, raddrizzare le antenne”, “mm”, ”quando ha fatto Fiorentina – Bologna “ e segue racconto che poi vedremo , sulle ammonizioni alla fine di quella partita e più avanti Meanii: “Guarda posso dirti una cosa Paolo, guarda che Massimo arbitra è un ottimo arbitro, infatti quest’anno perché lui sta andando bene? perché a mio giudizio si è messo ad arbitrare”, “ Infatti perché questo non ti nascondo che è così” dice Bergamo “diciamo probabilmente con una maturità, probabilmente si sente di essere più arbitro, probabilmente qualche sirena in passato l’ha dovuta ascoltare, che non era sgombro in testa come avrebbe dovuto essere”, “esatto” Meani. E Meani:”Per esempio uno che non è ancora del tutto sgombro da sirene è Bertini”, Bergamo: ”no si sta sgombrando, stai tranquillo, si sta sgombrando, ma come che si sta sgombrando anzi lui, con lui Beritni parlo molto, è un ragazzo molto intelligente anche se non diventerà mai un grande arbitro però è un buon arbitro”. E vicenda trova un ulteriore esplicito riferimento quando, siamo già alla data del 02.05.2005, alle 10.015, il progressivo 7323 Grazia Fazi conversa con Paolo Bergamo. E’ molto importante questa telefonata ed ha questo testuale passaggio; si parla di Gigi poi ad un certo punto Bergamo : ”io ho visto comunicato che ha pubblicato anche il sito internet della Juve che si lamenta”, “mmm” dice Fazi, “ e bene così sentirai pure quello che ti dice lui sicuramente si lamenterà”, “non vedo di che però” dice Fazi; Bergamo:”eh oh, si lamenterà che De Santis quest’anno l’ha mazzolato “, “ah ah” e ride Bergamo. “mi sembra giusto e vabbè, ma questo d’altronde a che cosa” e Bergamo “ ma anche questo fa parte del gioco, perché se avesse dato retta a me, se avesse dato retta a me avrei detto subito ‘lasciamolo perdere quest’anno a De Santis’, invece no, vabbè, è così che fai non capiscono “, “eh, questa volta –dice Fazi –devo dire che ha ragione” “E scusami, ce osa vuoi che sia che si mette a fare quando ti ha dato il sangue”, “certo”, “ma loro –dice Bergamo –ma inutile che ti stia a dire le cose tanto le consoci tutte, la rovina è lui”, “certo”, “lui che vuol fare troppo, lui che vuole prendere, lui che vuole fare me, lui nello stesso tempo” e stanno ovviamente parlando di Luciano Moggi. “Massimo De Santis è sempre stato un elemento indefettibile del gruppo, ha dato il sangue –testuale- e bisognava ascoltare Paolo Bergamo che diceva lasciamolo perdere quest’anno a Massimo De Santis, perché quello che si è verificato poi è colpa tua Luciano Moggi che vuoi fare tutto e vuoi fare me e te nello stesso tempo”. Io presidente dovrà ovviamente proseguire e temo di non farcela più in questo momento.

Casoria: “E va bene allora si sospende ci vediamo il 24 maggio”.

Trascrizione a cura di P. Cicconofri e A. Staffieri

La trascrizione completa delle altre udienze dedicate alla requisitoria
 
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