Le recenti finte baruffe tra “soggetti” più o meno speciali non sono altro che una parte del copione ufficiale, nel senso che essendo l'Italian Virtual Soccer Championship già finito, anzi mai iniziato, quale modo migliore per i media per (ri)attirare l'attenzione su di un prodotto spremuto se non organizzare ad arte una polemica?
Ma il punto rimane un altro e ben più grave. Da circa tre anni a questa parte sento ancora discutere molti tifosi juventini su quale miglior formazione mettere in campo, li vedo riempire gli stadi e scandalizzarsi davanti ai commenti dei pennivendoli.
Bene, è giunta l'ora di un approfondito esame di coscienza personale e chiedersi
quanto si voglia davvero investire nella lotta per la restituzione dell'onore e degli scudetti. E quando parlo di investimento mi riferisco all'aspetto emotivo. Infatti non basta pagare una quota associativa per lavarsi la coscienza e poi puntualmente pagare il biglietto allo stadio foraggiando così una proprietà indegna e
rendendosi complice di un sistema che ha cancellato la Juventus.
E non regge la motivazione dello stare vicini alla squadra o quella che i calciatori non hanno nessuna colpa di ciò che è successo. Rammento che nessun giocatore, ad eccezione di Cannavaro nel ritiro premondiale, ha mai rilasciato una (leggasi e dicasi una!) intervista in cui stigmatizzava duramente quanto successo in farsopoli, e tralasciamo le farneticazioni del portiere.
Inoltre gli stessi calciatori possono godere di certi ingaggi che sicuramente potrebbero consolarli di eventuali vuoti sugli spalti!
Noi, tifosi juventini non normalizzati, siamo stati gli
unici penalizzati da farsopoli e siamo gli
unici a combattere per la ricerca della verità ed il ripristino della legalità.
Se davvero si crede che dall'estate del 2006 il calcio italiano è stato sostituito dal wrestling è perfettamente inutile, oltre che ipocrita, andare allo stadio e poi magari rimanere scandalizzati da certi arbitraggi.
Se davvero si crede che l'informazione di questo paese sia tutto concentrato nelle mani di pochi, probabilmente gli stessi che hanno organizzato anche la grande farsa, allora è perfettamente inutile, oltre che ipocrita, rimanere incollati allo schermo televisivo o leggere l'immondizia quotidiana; i giornalisti sono dei professionisti che fanno il loro mestiere e lo sanno fare benissimo, al contrario del popolo-bue, consumatore e tifoso.
Ecco perchè in questo momento gli organizzatori della grande farsa stanno vincendo (e probabilmente stanno anche rinforzando le loro posizioni), semplicemente perchè
erano strasicuri del fatto che gli stadi si sarebbero riempiti come sempre e come sempre le polemiche create ad arte sui media avrebbero catturato l'attenzione dei tifosi.
Personalmente non biasimo alcuna scelta personale se ben motivata, ma un
minimo di coerenza la esigo da chi afferma di voler lottare per una causa. Quando si lotta per ottenere un qualcosa bisogna essere disposti a tutto,
soprattutto alle rinunce. La vita e persone più sagge del sottoscritto mi hanno insegnato che non si ottiene nulla senza uno spirito di sacrificio, senza un'adeguata strategia che sappia anche contemplare un passo indietro oggi per farne tre in avanti davanti: e rinunciare a vedere la (ex)Juventus vi assicuro che è un grandissimo sacrificio.
Ogni qualvolta che uno di noi paga il biglietto allo stadio, acquista un quotidiano, si sintonizza su determinati programmi, contribuisce a minare le fondamenta e le attività di quelle Associazioni sorte dopo lo scempio dell'estate 2006 e, torno a ripetere, non è sufficiente pagare una tessera per riparare al danno fatto.
Allora fermiamoci un attimo ed ognuno di noi rifletta su quanto è disposto ad investire emotivamente in questa avventura e poi rifacciamo la conta. Se si è motivati e convinti bene, altrimenti ci diremo che abbiamo scherzato, che gli scudetti sono ventisette e che l'avvocato Zaccone davvero ci ha salvati dalla serie C, che il wrestling è molto meglio del calcio e che (ancora una volta?) ha ragione chi ha organizzato tutto quanto (e noi lo sappiamo, vero?), che non esistono vittime perchè non esistono carnefici.
Poi tutti allo stadio a fare clap clap e quindi di corsa a casa a scandalizzarsi davanti al teleschermo.
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