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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 11/06/2011 16:26:04
Dichiarazione spontanea Mazzini

 

Processo Calciopoli, udienza del 07.06.2011

Signor Presidente, Signori Giudici , ho chiesto di poter effettuare questa dichiarazione spontanea perché anch'io dopo 5 anni di assoluto silenzio possa offrire il mio personale contributo alla migliore comprensione dei fatti da parte vostra. Lo faccio solo ora perché ho voluto attendere che i p.m. finissero la loro requisitoria per fornire nella maniera, che spero più comprensibile possibile, ogni chiarimento prima che la parola passi ai difensori.

Ho svolto la mia attività di dirigente sportivo prevalentemente, se non quasi elusivamente, in ambito dilettantistico, dal 1960 a pochi anni orsono, per cui sono oltre 40 anni che faccio il dirigente sportivo volontario.
Ho operato in una società dilettantistica del mio quartiere di Firenze dove ho svolto per decenni la professione di medico condotto per poi passare in ospedale e la mia società è sempre stata molto attenta dei problemi dei giovani che quindi sensibilissima allo sviluppo del settore giovanile .
Agli inizi degli anni 90 sono entrato quasi per caso nella Federazione Italiana gioco calcio prima come presidente del comitato generale Toscano, quindi nel 1998 come presidente nominato dall'allora presidente Federale, Avvocato Nizzola, presidente del settore giovanile scolastico nazionale. Dal 2000 al 2006 ho ricoperto la carica di vice presidente eletto della FIGC , con presidente Franco Carraro e con l'altro vice presidente vicario Giancarlo Abete.

Il mio ufficio si trovava presso il centro tecnico di Coverciano a Firenze e ciò dico perché è stato da taluno adombrato che io mi recassi a Coverciano per interloquire illecitamente con gli arbitri, laddove invece Coverciano era la mia sede istituzione operativa, perché nella mia attività di vicepresidente ho avuto la delega dal Presidente prima ad attività antidoping - e a Coverciano c'è la sezione medica addetta all'antidoping - e quindi dal 2003 la responsabilità di tutte le nazionali italiane; io sono stato responsabile operativo di tutta la nazionale italiana, dall'under 16 fino alla nazionale maggiore. Ho svolto la mia attività a Coverciano in quanto sede di tutti i ritiri delle nazionali, il cuore pulsante dell'attività federale e anche dell'antidoping. Tra l'altro a Coverciano c'è anche la sede del museo del calcio di cui del consiglio direttivo io facevo parte e sempre a Coverciano c'è la sede della Fondazione Franchi, una fondazione a carattere sportivo cultura in nome del grande dirigente che tutti conosciamo che è stato uno dei più grandi dirigenti che abbiamo avuto la FIGC.
Per quanto riguarda l'antidoping vorrei fare una piccola introduzione dicendo che questo ultimo punto io l'ho molto sentito e ho sviluppato i controlli antidoping domenicali e a sorpresa; li ho incrementati (fino ad arrivare a 4000) ed ho introdotto per la prima volta il metodo per evidenziare l'uso dopante dell'eritropoietina sintetica, con prelievi contemporanei di sangue e urine degli atleti professionisti proprio nel periodo in cui infuria la polemica Zeman-Juve, con ques'ultima Juve, sottoposta a giudizio presso il tribunale di Torino con l'accusa di abuso di farmaci e di assunzione illecita di eritropoietina.
La mia presenza a Coverciano era quindi dovuta principalmente ad un'attività quotidiano rivolta essenzialmente a queste incombenze ed anche alla possibilità di avere rapporti privilegiati con Roma, senza dover spostarmi tutti i giorni sulla capitale, dove comunque andavo per le riunioni con i vari componenti federali ed in occasione dei consigli federali.

In questa mia qualità di dirigente sportivo di lungo corso conosco bene i meccanismi che governano la giustizia sportiva, ed in modo particolare so che il valore alla quale essa si conforme è quella della assoluta celerità : bisogna far presto. Come è noto celerità e giustizia si pongono in termini di insanabile contraddizione e per questo, pur rispettando il lavoro dei magistrati sportivi ne contesto la credibilità processuale e i giudizi emessi, tanto che ho provveduto ad impugnare le decisioni che li riguardano dinanzi al Tar del Lazio in conformità della legge 220 del 2003.

Venendo ai temi propri di questo processo è opportuno sottolineare un fatto molto importante e cioè la caratteristica della Presidenza Carraro er a quella di una grande collegialità. L'indicazione operativa data dal presidente era quella di collaborare con tutte le società sia dilettantistiche sia professionistiche e queste con i vari settori federali : tecnico, giovanile, arbitrale, per ridurre al minimo la conflittualità, per fare in modo che tutta l'attività federale si svolgesse nella più tranquilla atmosfera e far si quindi che le tensioni , le quali spesso animano e travolgono le tifoserie si riducessero al minimo.
In questa prospettiva e tenuto conto della mia sede operativa, non raramente mi sono trattenuto a pranzo con i rappresentanti della classe arbitrale, nonché con gli arbitri stessi i quali si radunavano a Coverciano ogni fine settimana dal giovedì sera al sabato mattina. In queste occasioni venivano trattati temi di carattere istituzionale legati ai rapporti tra le società sportive: la Figc e la classe arbitrale. Si trattava dunque di una interazione non solo perfettamente consentita dalle normative, ma espressione diretta delle linee guida della politica federale in materia.

A questo proposito vorrei anche illustrare come e perché nell'ambito -ripeto - di attività del tutto lecite e trasparenti si sia giunti alla nomina dei due designatori Bergamo e Pairetto. Tale nomina è stata concordata in una riunione conviviale organizzata dall'allora presidente di Lega Franco Carraro con 7 società: Inter, Milan, Juve, Roma, Parma, Lazio e Fiorentina per soddisfare esigenze contrapposte; un gruppo voleva Bergamo, un altro gruppo voleva Pairetto per cui si decise la nomina di entrambi.
Nessuno, nessuno sollevò obiezioni tali da invalidare questa metodologia, ma si preferì soltanto rimarcare l'anomalia del numero, 2, piuttosto che l'iter seguito per determinare la nomina. Era l'anno 1999 e il sottoscritto era presidente del settore giovanile scolastico e non ha pertanto partecipato in alcun modo a queste decisioni.

Vengo adesso ad illustrare alcune considerazioni sulle accuse che mi vengono mosse e più nello specifico per dire - e spero di consolidare- che io non sono un delinquente, non lo sono mai stato; ho sempre avuto il massimo rispetto per la legge. Certamente io ho un carattere, diciamo così, molto toscano , molto fiorentino; sono incline ad affrontare gli argomenti con ironia, con voglia di fare battute, con prese di giro, con canzonature con scherzo e non di rado millanterie.
Se di qualcosa mi si vuole accusare, forse qualche volta eccedere di fare battutine . Tutti quelli che sono rilievi che vengono mossi nelle intercettazioni devono essere quindi inquadrati, personalizzati , incastrati in questo mio modo di essere che deriva - e c'è una ragione - che deriva dal fatto -signor Presidente, signori Giudici - che la mia professione mi ha portato a vedere ed assistere persone molto sofferenti, molto angosciate dal dolore e dalla paura della morte, per cui lo sport per me - e il calcio in particolare - erano come una camera di compensazione si potrebbe definire un quadro di (incomprensibile).
Non ho mai avuto e non ho mai cercato,mai, di promuovere ricchezza economica dalla mia attività sportiva; non mi sono assolutamente arricchito. Vivo dignitosamente della mia pensione; non ho aumentato il mio modesto patrimonio, semmai per queste vicende ne ho avuto un decadimento.

Vorrei affrontare il discorso che riguarda specificamente tre punti

Il primo: i miei rapporti con i dirigenti della Juventus .

Erano rapporti amicali che avevo però anche con altri dirigenti di altre squadre: tipo inter,Milan, Roma e così di seguito. Non mi sono mai interessato specificatamente delle vicende sportive della Juventus. Soltanto una volta, nelle intercettazioni emerge un mio -diciamo così - interesse per una partita che è quella di Siena-Milan dove scherzo e rido con Antonio Giraudo che era con me consigliere federale, per il fatto che l'arbitro sorteggiato - la famosa frase 'o Paolino Paolino' o qualcosa del genere -fosse Luigi Collina il quale era sicuramente il meno gradito alla Juve anche a seguito dello scudetto perduto nella stagione sportiva 99-00 dalla Juve con la sconfitta di Perugia - per una gara sospesa per un'ora e mezza per la pioggia e quindi con mille polemiche juventine - con l'arbitro Collina. Il mio commento con Giraudo era quindi relativo alla sconfitta del Milan a Siena avvenuta in presenza di un arbitro che "meno filo juventino" di così non si poteva trovare. Detto questo, io della Juve non mi sono mai occupato per i suoi risultati sportivi, ho sempre parlato con i dirigenti di politica federale; Giraudo era consigliere Federale, insieme a Galliani con me in consiglio federale loro per la Lega di serie A e andavo sempre parlando di problemi molto più ad ampio respiro riguardanti gli eventi di calcio professionistico ed anche i suoi rapporti con il calcio dilettantistico.

Questa parte del calcio dilettantistico è molto importante signor Presidente, perché il calcio dilettantistico è quello che mi ha portato alla vice presidenza federale e che era particolarmente attenzionato dal sottoscritto in quanto, per i meccanismi elettorali vigenti, con i soli voti dei dilettanti aveva assicurata la carica di vice presidente per tutti i quadrienni che avessi voluto, perché io dilettanti i dilettanti erano sempre schierati dalla mia parte; sempre. Con i voti dei dilettanti io facevo il vice presidente a vita.
Non avevo perciò bisogno di alcun accordo di nessun tipo, con chicchesia per raggiungere o mantenere la carica di vice presidente.
Non ho mai intrattenuto con alcun dirigente federale, di società, rapporti di affari o di tipo economico

Il secondo punto riguarda i miei rapporti con la Fiorentina

La Fiorentina è la squadra della mia città dove vivo; è una squadra importante, ha vinto 2 scudetti , ha una tifoseria molto calda; negli ultimi tempi la squadra aveva avuto traversie di non poco conto , si era giunti addirittura in mezzo a mille polemiche e a risentimenti popolari - vedi marcia a Firenze di 30.000 tifosi - al fallimento della società con la ripartenza della nuova Fiorentina dalla C2. Per cui la nuova Fiorentina aveva trovato in tre anni, grazie agli investimenti e alla passione dei Fratelli Della Valle la possibilità di ritornare nel calcio che conta. Il campionato di serie A dell'allora Fiorentina è quello del 2004-2005. In questa stagione sportiva 2004-2005, la Fiorentina ha mille difficoltà, costituzionali e di organico; ha problemi ad esprimere un gioco valido e non riesce a fare risultati pari alle aspettative ed agli investimenti fatti.
Siamo in periodo elettorale sia in federazione sia nelle leghe; ci sono delle problematiche per il rinnovo delle cariche federali e la dirigenza della Fiorentina contesta la ripartizione dei proventi dei diritti televisivi, così come protesta alla lega di serie A tramite il suo presidente, l'allora presidente Galliani e si oppone anche al rinnovo della presidenza Carraro e della vice presidenza Mazzini-Abete. Ci sono momenti di scontro ma comunque a fine 2004, primi 2005 tutto si risolve in una abbuono che vede rinnovata la presidente di Lega di A a Galliani e la presidenza Figc a Carraro con vicepresidenza targata Abete e l'altra a Mazzini .
La squadra continua ad andare male; i vertici si sono messi tutti d'accordo però la squadra continua ad andare male; i tifosi sono scontenti, addirittura alcuni gruppi si augurano la fuoriuscita , addirittura dei Della Valle. Con ciò si contesta, proprio dal punto di vista dei tempi, in relazione al concatenarsi degli avvenimenti, che la Fiorentina fosse stata oggetto di voluta persecuzione arbitrale per la ostilità della sua dirigenza nei confronti degli esponenti federali; se così fosse stato, di "errori" sarebbero cessati con il raggiungimento dell'accorso (incomprensibile). Per altro, a seguito delle nuove nomine, prevedeva inoltre un accordo informale richiesto anche dalla dirigenza della Fiorentina e cioè che dopo i primi due anni di Presidenza Carraro sarebbe subentrato Giancarlo Abete e io avrei assunto la carica di vice presidente vicario. Si giunge così alle fasi conclusive del campionato, la situazione federale si è già ricomposta, la Fiorentina è molto ineguagliata, i tifosi sono scontenti, ci sono errori arbitrali, ma sono errori di perfetta buona fede senza che mai nessuno abbia mai spinto qualcuno a fare in modo che questi errori fossero predeterminati. In questa situazione, in una partita si verificare una grande manifestazione di contestazione arbitrale da parte di tutto lo staff con esposizione di un fac- simile di banconote da 100€ su tutte le poltroncine e striscioni nelle curve con tutti i nomi degli arbitri con il titolo "venduti". E qui una evidente situazione di malanimo per la tifoseria verso gli arbitri con possibili gravi problemi di ordine pubblico.

I dirigenti della Fiorentina a questo punto si rivolgono al sottoscritto e chiedono di aiutarli in questa delicata situazione di classifica, dicendomi addirittura che c'era qualcuno che gli aveva prospettato l'idea di comprare, utilizzando molti soldi arbitri e giocatori per salvare la Fiorentina.
Signor Presidente e Signori Giudici, se io fossi stato il delinquente che non credo affatto di essere, quale migliore di queste di questa per lucrare un lauto compenso ed assecondare questa politica "mettendomi a disposizione". Invece, come chiaramente risulta dalle intercettazioni telefoniche, io ho immediatamente ricusato una simile prospettiva dicendo espressamente che non si fanno gli illeciti, non si fanno -scusate il termine - "troiate". Al contrario ho suggerito di mutare indirizzo negli atteggiamenti nei confronti della classe arbitrale da parte di tutte le componenti della Fiorentina, intesa questa come espressione della città quindi: potere politico, le tifoserie, la stampa, allenatori, calciatori, dirigenti avrebbero dovuto dismettere ogni atteggiamento che potesse essere considerato avverso alla classe arbitrale; instaurare rapporti quanto più possibile cordiali in assenza di ogni profilo di positività. Conosco infatti troppo bene la classe arbitrale per non sapere che quanto più questa viene attaccata, tanto meno si può prevedere e sperare in un trattamento veramente imparziale, perché anche inconsapevolmente l'attacco sistematico produce reazione in senso contrario a quello sperato . E' in questa ottica che viene organizzato il famigerato incontro con conviviale, peraltro non vietato da nessuna norma federale, al ristorante tra il sottoscritto, Bergamo, Della Valle e altri 50 avventori. In questa occasione di rappresentò la volontà da parte della Fiorentina di non fare "muro contro muro" e di mettere la squadra nella condizione di potersi giocare tutte le sue carte nella lotta per la salvezza alla pari degli altri. Ripeto: alla pari degli altri, infatti parlo del 50% (50% agli arbitri, 50% alla Fiorentina).

Tra parentesi, gli inviti conviviali, a proposito di inviti conviviali, desidero riferire di incontri ampiamente documentati dai carabinieri, avvenuto nell'abitazione di Paolo Bergamo a Livorno con Giraudo e Moggi. Ebbene si tratta di un invito della stessa natura di quelli organizzati con Galliani e Facchetti in occasione delle trasferte livornesi delle loro rispettive squadre: Milan e inter. Erano appunto presenti i dirigenti della Juventus in quanto detta squadra avrebbe giocato il giorno dopo a Livorno. Anche il motivo dell'invio -io ci andai con mia moglie - era lo stesso, e cioè comunicare la volontà di Paolo Bergamo di non riassumere l'incarico di designatore arbitrale per l'anno successivo. Siccome era stato nominato su indicazione di società (Inter, Milan, Juventus) ecco che lui si ritiene in dovere di comunicare che non avrebbe più fatto il designatore. La mia presenza era giustificata dalla qualifica di vice presidente federale, quindi istituzionalmente opportuna per comunicazioni di questo tipo. Chiusa parentesi.

Ritornando alla Fiorentina e al famoso ristorante, Bergamo recepisce questo nuovo atteggiamento dell'ambiente fiorentino e assicura che farà in modo di predisporre le griglie per tutte le squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere ( per tutte le squadre coinvolte per nella retrocessione), in modo che possono essere sorteggiati arbitri nella fase conclusiva nel campionato e per la decisione finale nella lotta per la salvezza, arbitri con molta esperienza e preferibilmente internazionali, facendo comunque presente che anche questa disposizione poteva venire alterata da sbagli che gli arbitri in quanto uomini possono fare. Caso strano, vedi a tal proposito, gli arbitri più bravi possono sbagliare, l'episodio di Lazio-Fiorentina, dove Rosetti non vede il fallo di mano di Zauri, giocatore della Lazio, che impedisce il gol alla Fiorentina; una svista clamorosa provocando una serie di arrabbiature terribili da parte di tutto l'ambiente particolarmente di I. Dominici, il quale mi telefona a metà del primo tempo dopo l'episodio contestato, lamentandosi dell'atteggiamento persecutorio nei confronti della Fiorentina, per cui avrebbe interessato Carraro, Ghirelli, Abete.. Io che non stavo vedendo la partita, ero a casa di amici, telefono a Bergamo perché non so cosa sia successo e Bergamo mi spiega cosa è successo e mi dice: "Io più che mettergli in griglia arbitri di valore tipo Rosetti e conseguenti sorteggio di un arbitro bravo come Rosetti non so cosa fare; non so cosa fare di più che preparare la partita in maniera così professionale ".. dove aveva promesso aveva messo in griglia arbitri di grande esperienza .. ma gli errori li fanno tutti.

La trasparenza delle mie condotte, ovvero la perfetta comunicazione tra i vertici federali delle questioni relative ai rapporti fra le società sportive e la classe arbitrale è confermata dall'intercettazione telefonica di recente acquisita nella quale, a proposito proprio di questa partita, Giancarlo Abete, l'attuale presidente federale, mi telefona e riferendosi al macroscopico errore arbitrale di Rosetti mi dice : "ora a quelli chi glielo dice?". In buona sostanza egli manifesta si essere perfettamente a conoscenza delle lamentele della Fiorentina, rispetto alla promessa di detta squadra al pari delle altre, sempre al pari delle altre. La partita finisce 1-1; per quanto riguarda poi le altre partite, queste si svolgono in maniera più o meno tranquilla, anche se ci possono essere degli errori a favore o a sfavore della Fioretina (vedi Chievo-Fioretina, Fiorentina-Atalanta), comunque non c'è mai nessuna telefonata o intervento da parte del sottoscritto su arbitri o designatori per fare in modo che vengano messe in atto cose strane a favore della Fiorentina.
Si arriva all'ultima giornata, nella partita cluo, la partita di tutte le partite è Fiorentina-Brescia perché solo la vittoria garantisce le due società di salvezza, sia per la Fiorentina, sia per il Brescia. Viene arbitrata da Pierluigi Collina: contestazioni zero, pressioni zero, contatti zero. Collina è sempre stato ritenuto il miglior arbitro del mondo sotto tutti i punti di vista. Subito dopo, in ordine di importanza c'è Bologna-Sampdoria; se il Bologna vince contro una squadra poco motivata come era allora la Sampdoria, è salva. Il Bologna dell'ultima parte del campionato è in caduta libera e non riesce a battere la Sampdoria; contestazioni su Paparesta zero, telefonate zero, pressioni zero. Infine c'è Lecce-Parma, con il Lecce non ancora matematicamente salvo e il Parma in piena lotta retrocessione: in questa partita fanno tutto i giocatori, perché in campo vanno i giocatori. Quelli del Lecce non vogliono perdere, quelli del Parma vogliono vincere o almeno pareggiare; è pareggio 3-3 con Zeman che contesta la sua squadra, perché nell'ultima parte della gara la sua squadra non gioca con la determinazione da lui auspicata e permette il pareggio del Parma. L'arbitro è De Santis, designato a rappresentare l'Italia al prossimo campionato del mondo in Germania; fa la sua partita da spettatore applicando rigorosamente il regolamento e non ci mette niente di suo: fanno tutto i calciatori. Dopo la partita De Santis mi telefona, ma non meraviglia il tribunale che ci sia stata questa telefonata; intanto la telefonata con me è la quarta o la quinta che De Santis fa in ordine di ..e come vedrete che alcun riferimento, niente illecito , in quella fatta a Bergamo piuttosto che a Pairetto e invece avrebbe dovuto esserci nella prospettiva di accusa se l'arbitraggio in qualche modo fosse stato pilotato. In secondo luogo ero e sono amico di De Santis da lunga data che come me è facile all'uso dell'ironia, dello scherzo, degli sfottò; vedi anche a questo proposito la telefonata dopo Livorno-Siena dove anche li si incomicia a parlare di un giocatore "a Galante Galante" ..come… "Morfeo Morfeo..". La telefonata di De Santis si inserisce in questo contesto canzonatorio. Quelle successive in cui io vanto meriti nel raggiungimento del risultato positivo ottenuto dalla Fiorentina si inquadrano in quell'atteggiamento un po' di millanteria, un po' di asseconda mento di ciò che ai miei interlocutori faceva piacere sentire.

Terzo Punto: miei rapporti con la Lazio

La Lazio era una società anche questa che aveva rischiato il fallimento; era stata salvata grazie al coraggio e all'abilità amministrativa di Claudio Lotito che io avevo conosciuto tramite i buoni uffici di un mio amico: il giudice Cosimo Ferri, anch'egli dirigente calcistico in quanto presidente della società dilettantistica di Massa Carrara denominata "Oratorio Capelli" e di cui io ero il presidente regionale. Lotito è un bravissimo amministratore ma aveva un ossessionante timore che tutti i suoi sacrifici fatti per salvare la Lazio fossero vanificati da errori arbitrali che secondo lui si verificavano con troppa facilità e frequenza. Lotito così mi disse interessa F. Carraro e G. Abete , si lamenta anche con loro tanto che Carraro ne parla con me sempre cercando di smussare gli animi per fare in modo che non ci fossero polemiche e che gli arbitri potessero svolgere il loro compito nelle condizioni migliori possibili. Io invece nel mio solito modo, scherzando millantando un po' prendendo e prendendoci in giro, perché, perché Lotito aveva 5 telefonini ed a turno mi telefonava con uno di questi : mattina, giorno, sera e notte; ripeto notte. Non tutti i giorni ma quasi. Ora voi permette che a questo punto, uno o taglia di brutto tutti i rapporti (ma questo non era possibile), oppure lo dice a puttana sullo scherzo e ho detto: di farò vincere, stravincere, non ti farò perdere, ci penso io, stai tranquillo in modo tale da assicurarlo in continuazione. Questo era il mio rapporto con Claudio Lotito. A conferma di quanto sto dicendo, c'è la vicenda relativa alla partita Chievo-Lazio diretta dall'arbitro Rocchi di Firenze. In occasione di questa gara rassicuro Lotito dicendogli che Rocchi è un fiorentino, quasi ammiccando nel sottolineare l'aggettivo fiorentino, laddove in realtà avevo e ho con Rocchi un rapporto semplice conoscenza né maggiore né minore di quella che avevo con tutti gli altri. A conferma del mio assunto sta anche un fatto giudiziario perché l'arbitro Rocchi è stato assolto dall'imputazione di frode sportiva nella gara sopracitata. Nelle mie telefonate con Lotito ce n'è una nella quale Lotito testualmente afferma: " la….parla e noi vinciamo " questa frase oltre a costituire un segmento di quella mia opera di rassicurazione nei confronti di Lotito, sintetizza quel gergo particolare che sta nel mondo del calcio [incomprensibile] nel gergo calcistico che tende a dire che non vince con le chiacchiere ma con i valori tecnici. Comunque, non è casuale e questo ci tengo a ribadirlo e a sottolinearlo, che tutte le telefonate incriminate mi vedono protagonista di ….. che avvengono sempre e dopo la conclusione delle partite attenzioante con toni tipici di chi si vuol fare importante nei confronti dell'interlocutore. Sempre dopo.

Ultimo accenno, brevissimo. Molto si è parlato in questo processo di telefonini e schede riservate: mai avuti né gli uni ne gli altri, non so nemmeno di che si parla-. I miei telefoni erano: il telefonino della Lega nazionale dilettanti a disposizione di tutti , quella della figc a disposizione di tutti e quelli fissi che sono sull'elenco: altro non ho.

Io ho impegnato 40 anni della mia vita, dando allo sport, specialmente in ambito dilettantistico, passione cuore e danaro. Vi ringrazio.

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