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Farsopoli di E. LOFFREDO del 05/07/2011 14:15:39
Nelle mani di quel Consiglio Federale

 

La relazione che Palazzi ha scritto sull'indagine condotta per le riemerse telefonate di Moratti e Facchetti, è stata consegnata ai consiglieri federali della FIGC, affinché questi possano tra l'altro prender una decisione sul famoso scudetto di cartone tanto caro agli interisti.

Guardando alla composizione del consiglio federale c'è ben poco da esser fiduciosi sulle reali capacità dei consiglieri di discernere e dipanare la materia del contendere. Alzi la mano chi ritiene che tutti e ventisette consiglieri abbiano ben capito cosa significa la frase «fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte».

Volendo fare un pronostico su come si comporteranno i membri del Consiglio federale possiamo immaginare che ben poco ci si può aspettare dalla componente dell'assocalciatori, tra i quali spicca il vicepresidente Demetrio Albertini, che proprio con calciopoli ha mosso i primi passi in federazione, e per questo troppo assuefatto al clima del 2006 per discostarsene. Gli altri calciatori o ex calciatori (Grosso e Tommasi su tutti) quando si sono interessati di materie giuridico pallonare si sono limitati alle vertenze contrattuali che li interessavano.

Sui rappresentanti della lega nazionale professionisti meglio metterci una croce sopra. Maurizio Beretta è in quota Unicredit, e di certo non vorrà fare uno sgarbo all'inter (anche se l'istituto dell'interista Profumo attualmente è più attento alle sorti della Roma che ad altri). Claudio Lotito è uno che pensa innanzitutto pro domo sua e pare che non voglia revocare il cartone a Moratti: c'è il remoto rischio che vada alla Roma... Massimo Cellino essendo stato prescritto alla stessa stregua del suo amico Moratti certo voterà per la definitiva archiviazione. Ci sarebbe poi per il presidente rossoblù un evidente conflitto di interessi tale da consigliargli l'astensione, ma in Italia questa è pratica demodé.

Si vocifera che i consiglieri della Lega Pro vogliano marcar visita per evidente disinteresse alla questione. Magari con qualche distinguo, è il caso ad esempio di Archimede Pitrolo che vanta un passato come consigliere dell'inter. Analogamente potrebbero decidere Andrea Abodi rappresentante della Lega Nazionale professionisti di serie B, i quattro della Lega Pro e i sei della Lega Nazionale Dilettanti, che tutti potrebbero dividersi tra l'assenza e l'astensione. Dopotutto si tratta di una faccenda che riguarda quelli della serie A, che non hanno voluto mai condividere più equamente le risorse.

Di Marcello Nicchi, presidente AIA al momento non sapremmo pronosticare il comportamento. Potrebbe astenersi dall'entrare nel merito in omaggio alla doverosa imparzialità del mondo arbitrale, oppure potrebbe coraggiosamente schierarsi (in un senso o nell'altro chissà) nella speranza di mettersi alle spalle la vicenda per ridare serenità al mondo che rappresenta.

La componente sulla cui imparzialità meno confidiamo è quella dell'Associazione Italiana Allenatori. A nostra memoria il presidente Ulivieri è stato un colpevolista della prima ora e ha avuto anche parole di condanna per Moggi e la Juventus. Su Bruno Bolchi soprassediamo visto il suo passato interista, lui è uno di quelli che nascono interisti...

Ci sono poi i due palloni d'oro, Roberto Baggio e Gianni Rivera. Il divin codino è rimasto molto legato a Moratti, prima dell'incarico in federazione c'era stato anche un certo avvicinamento per un ruolo nella società nerazzurra, in più non ha mai dimostrato grande attaccamento alla Juve. Siamo sicuri che tra le due preferirà non dare un dispiacere al presidente onesto. Il golden boy invece è sicuramente più navigato e stante anche le sue esperienze politiche saprà certamente prendere una posizione netta.

Dulcis in fundo il presidente Abete. Lui non vorrebbe scontentare nessuno, in cuor suo sta sicuramente sperando che il suo voto non sia decisivo. Abete è il don Abbondio del calcio italiano, vorrebbe rimanere eternamente sospeso nella condizione di non dover decidere. Per lui valgono in pieno le parole di Manzoni, “il coraggio, chi non ce l'ha non se lo può dare”.

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