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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di M. BARBATO del 08/07/2011 08:03:24
Un uso strumentale del ricordo?

 

Proviamo ad affrontare uno degli argomenti più in voga in questi giorni, e tanto facilmente utilizzato per distogliere l’attenzione dal problema vero.
Credo sia giusto farlo per sgombrare il campo da equivoci artatamente proposti, che provano a creare una ignobile confusione fra cose terrene e cose che terrene non sono più
Voglio parlare di Giacinto Facchetti, ma non di chi fosse lui in vita. Di lui so solo che fu uno splendido esempio di giocatore di calcio e che è stato uomo come me, con i suoi umani pregi e difetti.
Voglio parlare invece dell’uso, a mio avviso strumentale, che si sta facendo in questi giorni del suo ricordo.
In tanti evocano la sua figura; e quasi tutti credono opportuno metterlo in paragone con Luciano Moggi. Anzi quasi tutti dicono che qualcuno ha osato metterli a paragone, praticamente il diavolo e l’acqua santa.
Giacinto Facchetti è stato uno dei più grandi calciatori che l’Italia abbia mai avuto e Luciano Moggi il più grande Direttore Sportivo di calcio che l’Italia abbia mai avuto. Chissà che non si siano anche incontrati quando Moratti voleva portare Moggi all’Inter.
Cosa accomuna questi due nomi?
Il loro ambiente lavorativo e il fatto che il comportamento di tutti e due sia stato attenzionato dall’Ufficio Indagini della FIGC.
Che cosa li divide?
Il fatto che purtroppo Facchetti è venuto a mancare qualche anno fa ed è stato accusato oggi. Luciano Moggi, invece, è già stato processato e condannato dalla Giustizia Sportiva nel 2006, e ha il privilegio di essere ancora in vita.
Ma evidentemente sembra che Moggi questo privilegio lo debba pagare in termini di giudizio da parte di persone che, in nome di una apparente appartenenza lobbistica...quando non è semplice e becero tifo, credono di avere il diritto di poter gettare fango su di lui in misura direttamente proporzionale alla limpidezza ed onestà che il ricordo di Facchetti giustamente evoca in tutti.

Ho sentito qualche giorno fa il giornalista Maurizio Mannoni intervenire in una trasmissione radiofonica che parlava di calcio.
Io chiedo al sig. Maurizio Mannoni, ma lo potrei chiedere a tante altre persone che solo in virtù di una visibilità mediatica - che dimostrano di non meritare - si riempiono la bocca di suggestive e demagogiche opinioni: chi dà il diritto di asserire che accostare Luciano Moggi a Giacinto Facchetti sia una follia pura, che sia un oltraggio alla bellezza?
Per quale motivo non sarebbe possibile, in questo banale contesto che è il calcio, accostare i nomi di due persone che hanno lavorato nello stesso ambiente e per un certo periodo rivestito simili ruoli?
Solo perché uno è disprezzato ed è vivo e l’altro era amato e purtroppo non c’è più?
Chi dà il diritto di usare lo splendido (e anche da me condiviso) ricordo che tutti hanno di Facchetti per ridimensionare un'altra persona?
Non mi ha dato fastidio il sostenere che Facchetti non abbia commesso le stesse violazioni che ha commesso Moggi. Mi ha dato fastidio l’avvertire quella sorta di obbligata illibatezza che si deve a chi purtroppo è mancato e che sembra debba essere la ragione principale della innocenza di Facchetti per le inutili (per lui ormai) violazioni di cui è stato accusato.
Si parla di violazioni alle norme di un gioco, di cose che purtroppo – e dovrebbe dolersene soprattutto Mannoni che viene invitato a parlarne in nome della sua riconosciuta fede per la squadra senza macchie e senza vergogna – fanno anche esse parte del gioco...
Chi dà il diritto di lasciare che un giudizio su una vicenda di carattere sportivo sia esteso a chi ascolta lasciando percepire il “profumo” di una sorta di pietas che con tutto ha a che vedere tranne che con il calcio??
Ho citato Maurizio Mannoni, ma penso a tutti quelli che in questi giorni manifestano lo stesso sdegno per il presunto accostamento fra Facchetti e Moggi.

Giacinto Facchetti, come chiunque abbia lasciato questo mondo, ha il diritto di essere ricordato come uomo, come padre e come amico di chi ha avuto la fortuna di conoscere una persona che da tutti è sempre stato considerato un “signore”, nulla di più.
Che abbia, eventualmente, commesso errori in terra per nessun motivo potrebbe mettere in discussione il suo ricordo e offuscare i suoi meriti.
E per altro le eventuali responsabilità messe in risalto dal Procuratore Sportivo nella sua relazione sui comportamenti del compianto Facchetti, in un mondo così equivoco come il mondo del calcio, proprio non mi sembrano in grado di macchiare in alcuna maniera la sua integrità morale.
A me quelle accuse proprio non sembrano cose gravi, forse sanzionabili per una Procura Sportiva, ma di certo in alcuna maniera in grado di offuscarne la sua integrità morale.

Io ritengo che il ricordo di una persona che non c’è più non possa essere quasi strumentalizzato, soprattutto in nome del calcio o di uno scudetto.
Succede invece che l’odio per Moggi, quell’odio che alimenta da ogni parte quello che è uno stupido gioco, porti gente come Mannoni ed altri a far leva sul ricordo di una persona che non c’è più e che sono certo vorrebbe essere ricordato per altri motivi.
E non posso nascondere che il sentire coinvolta una persona defunta in questa vicenda calcistica mi riporta alla mente tutte quelle volte in cui nel nome del dio Pallone viene strumentalizzato – seppur in maniera diversa - il ricordo di 39 angeli che hanno perso la vita ad una partita di calcio, solo ed unicamente per ferire chi tifa un’altra squadra.

Anche il Ministro Ignazio La Russa si indigna e parla di attacco vergognoso alla figura di Facchetti.
Sa cosa c’è di veramente vergognoso, signor Ministro? Che una persona come lei, una persona che spesso concede qualche svago al suo ruolo istituzionale inserendosi in salotti calcistici (dove a volte maleducatamente rifiuta anche il confronto dialettico con chi, come l’invece educatissimo Massimo Zampini, non è interista come lei), vada a dire che è pronto ad andare a testimoniare davanti al Consiglio Federale sull’onestà del suo amico!!
Ma perché dovrebbe andarci?
Perché inquina la sua ammirevole testimonianza sulla onestà di Facchetti come uomo con il desiderio di andare davanti al Consiglio Federale dove in discussione non è l’onestà di una persona che non c’è più, ma solo la revoca di uno scudetto alla squadra per cui lei tifa?
Anche lei Ministro forse dimentica che si sta parlando di calcio....di eventuali infrazioni a un gioco stupido che è nulla in confronto alla morte. E beato lei che ha avuto la fortuna di conoscere una persona che mai ha commesso errori nella sua vita.

Non posso, infine, non rivolgermi anche a chi, più di tutti, ha manifestato il suo orrore.
Lei, signor Presidente Massimo Moratti, era amico di quell’uomo. E lo apprezzava.
Ma cosa c’entra, signor Moratti, che lei urli al mondo il suo sdegno per il vedere coinvolta una persona che non c’è più??
Per quale motivo dovrebbe essere una cosa di cattivo gusto?
Cosa puoi mai c’entrare la statura morale di una persona scomparsa con la valutazione fatta all’interno di un organismo sportivo su eventuali infrazioni al regolamento di uno sport?
Anche a lei ricordo che si sta parlando di calcio.....che un eventuale errore o leggerezza, seppur anche fatta in buona fede e commessa in vita, mai e poi mai potrebbe sporcare il ricordo di chi abbiamo amato.
Sa cosa io trovo invece di dubbio gusto, signor Moratti?
Che nella homepage del sito ufficiale della sua squadra campeggi (solo) da poco la foto del povero Giacinto Facchetti e una sua lettera personale a lui scritta.
Il dolore e la misericordia per i cari che abbiamo perso non si dovrebbero usare in quel modo. Ma è una mia opinione.
Però mi tolga una curiosità, caro Presidente così indignato: il 31 marzo del 2011, dopo il colloquio che ebbe con il Procuratore Palazzi, lei dichiarò “Mi hanno letto la trascrizione di alcune intercettazioni... è stato un incontro sereno ed educato da entrambe le parti..... chiaramente sono più che convinto delle mie posizioni ma questo non toglie a loro la libertà di giudizio”.
Devo quindi presumere che quel giorno lei e Palazzi abbiate parlato di Facchetti. Devo desumere che il Procuratore le abbia fatto leggere anche le intercettazioni del Presidente dell’Inter all’epoca (poi, sempre solo per curiosità, un giorno ci spiegherà come mai proprio in quella stagione non era lei il Presidente..). E questa mia deduzione trova anche conforto dal fatto che nella relazione consegnata da Palazzi diverse volte si fa riferimento a sue dichiarazioni rese quel giorno al Procuratore Federale in merito a richieste di chiarimenti sul significato delle intercettazioni riguardanti Facchetti.
E allora mi dica una cosa, signor Moratti: per quale motivo al termine di quel colloquio di tre mesi fa, invece di parlare di incontro sereno ed educato, lei non ha subito esteso al mondo il suo sdegno per vedere coinvolta in questa vicenda Giacinto Facchetti??
Perché ha atteso di entrare in possesso, pochi giorni fa, della relazione di Palazzi per urlare al mondo il suo sgomento per quel coinvolgimento?

Eppure è stato tre mesi fa che lei ha appreso che il nome di Giacinto Facchetti era in qualche maniera coinvolto in quell’indagine, di certo non lunedì scorso quando il mondo ha scoperto la non limpidezza della sua squadra onesta.
Me lo spieghi, la prego, perché altrimenti mi viene da pensare che lo sdegno per l’accostamento del nome di Giacinto Facchetti a questa vicenda sia stato ritenuto valido e pertinente solo dinanzi ad un prescritto deferimento e non invece quando lei ne è venuto a conoscenza. E non è possibile che sia così.
Un ultima cosa voglio dire riguardo alla ricorrente, e anche questa intrisa di sdegno, “Ora che non può difendersi”.
Lo difenda lei, Presidente...perché se c’è una cosa che è chiara a tutti è che lei è il padrone dell’Inter e ho dei forti dubbi che, qualunque cosa possa aver fatto in vita Giacinto Facchetti in nome della sua onesta squadra, lei non ne fosse a conoscenza e non ne fosse d’accordo. Lo faccia, rinunci alla prescrizione e lo faccia.
Uno dei privilegi di cui godono le persone che non ci sono più è proprio quello di non dover rispondere a queste stupide cose terrene.
Lasciamo riposare in pace Giacinto Facchetti, e torniamo a litigare, noi che ci siamo, per queste pagliacciate.


Totò – ‘A livella:

Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!

 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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