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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di L. BASSO del 25/03/2009 21:30:56
"Calunnia, calunnia, calunnia"

 

"Calunnia, calunnia, calunnia, alla fine qualcosa resterà!"

In questi ultimi tempi, dal famoso monologo di Burinho, si è molto parlato di come quest’uomo sia, oltre che un “grande allenatore” (“Ma de che?” direbbero a Roma) anche un “grande comunicatore” tanto da far nascere subito degli imitatori dilettanti; un esempio ne è il “buon” Baptista la Bestia (soprannome che, semanticamente parlando, non prelude ad un filosofo della scuola aristotelica...), che nell’imminenza di Roma-Juve non trova di meglio da fare che lamentarsi di come la Juventus sia ancora e sempre quella sorta di Nyarlatothep, unico male strisciante del Calcio Italiano.
Come recitava già anni fa il titolo di una rubrica della Settimana Enigmistica, “forse non tutti sanno che” il nostro caro Burinho non si è inventato nulla. Infatti il suo discorso dell’altro giorno, come già buona parte della Pornografia Farsopoliana (dal greco “scritti delle Pornae”, cioè delle prostitute) trae la sua linfa vitale da quelli che sono gli 11 principi di Goebbels.
Ora, prima che qualcuno vada ad inter-rogare Wikipedia, sgombriamo subito il campo da equivoci: Joseph Goebbels NON E’ uno dei settantaquattro laterali di difesa acquistati dall’inter negli anni ed ancora a libro paga, e nemmeno il prossimo allenatore narcisista e pieno di sé nel mirino del Presidente più onesto del mondo.
Joseph Goebbels nasce, politicamente parlando, come esponente dell’ala del partito nazionalsocialista opposta ad Hitler salvo poi venire reclutato dal “baffettino” per le sue doti innegabili di genio della comunicazione mediatica.
Assunto il ruolo di “Ministro della Propaganda” del Reich, Goebbels impostò tutta la strategia comunicativa del Governo a cui apparteneva secondo 11 principi. Ironia della storia, anche se Goebbels storcerebbe il naso a sapere che il suo lavoro è oggi applicato (oltre che in politica) anche nel mondo del calcio, beh, è sicuramente curioso notare come i principi siano 11.
11 come i calciatori di una squadra.
Ma quali sono questi “principi”? E cosa c’entrano con Farsopoli? Un attimo di pazienza, e andiamo ad elencarli rapidamente:

1. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l'avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
La Juve e Moggi sono il cancro del calcio italiano.

2. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.
La Roma ruba come la Juve. Il Milan ruba come la Juve. E tutti finiranno a “seru tituli”.

3. Principio della trasposizione.
Caricare sull'avversario i propri errori e difetti, rispondendo all'attacco con l'attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.
Non appena qualche dato OGGETTIVO mette in dubbio l’Onestà di Burinho & C., ecco scattare la difesa: TUTTI sono disonesti tranne NOI. Il fuorigioco di Siena è un ERRORE CASUALE che ci ha favoriti, per gli altri è persino inutile schierare la prima squadra perché tanto verrete DERUBATI.

4. Principio dell'esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.
Alessio Secco viene beccato al telefono con Luciano Moggi, magari anche solo per gli auguri di Natale: è la prova che la lunga mano di Moggi governa ancora il Calcio italiano.

5. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.
La Juve ruba. Lo si è sempre saputo.

6. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: "Una menzogna ripetuta all'infinito diventa la verità".
Moggi telefonava agli arbitri. Moggi chiudeva gli arbitri nello spogliatoio. Moggi minacciava i giocatori.

7. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l'avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell'avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.
Abbiamo perso gli scudetti per colpa di Moggi. Anche il passaporto di Recoba è colpa di Moggi perché controllava il mercato. Anche lo scudetto del 5 maggio è colpa di Moggi (e della “Banda di truffatori”) perché ha fatto perdere punti all’Inter.

8. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.
“A volte bisogna vedere anche quello che non c’è” Una frase estrapolata dal contesto su cui si è costruito il castello di presunte connivenze Moggi – Pairetto – Dondarini.

9. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l'avversario.
Silenzio totale sui favori all’Inter e sugli eventuali torti subiti dagli altri. Sviare ogni discorso su passaporti, intercettazioni manipolate, bilanci tarocchi.

10. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.
La Juve ruba. Lo sapevamo dal rigore di Ronaldo. Anzi, dal Goal di Cannavaro. Anzi, dal Goal di Turone. Anzi, dal Goal di Uruk di Lagash in Babilonia – Juve del 200 a.C.

11. Principio dell'unanimità.
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.
Il “sentimento popolare” esprime che la Juve ruba. Tutti lo sanno e l’hanno sempre detto.

Questi principi, purtroppo, sono quanto mai attuali al giorno d’oggi.
E se qui, su questo sito, parliamo “solo” di calcio, non possiamo dimenticare che sono utilizzati TUTTI I GIORNI per chiederci un voto, per venderci un prodotto, per manipolare soprattutto noi e la “ggente” che ci circonda.
Poco importa se oggi non assistiamo più a spettacoli di gente che urla da un balcone.
Poco importa se oggi non assistiamo più a parate militari in piazza con aquile e stendardi.
I Cyber-Goebbels di oggi ci sorridono affabili, ci accarezzano amorevolmente. Parlano con toni pacati e, se qualche volta si lasciano andare un po’ sopra le righe, si auto-giustificano dicendo che agiscono sotto la spinta della passione e rosi dallo sdegno per le falsità degli avversari.
Lo so, qui nel nostro piccolo mondo pallonaro mi piacerebbe non dover parlare di queste cose.
Mi piacerebbe parlare di goal in rovesciata e di tackles che tolgono il fiato prima ancora che la palla. E al massimo litigare su una scelta non azzeccata dell’allenatore con gli altri 57 milioni di CT che abitano il nostro Bel Paese.
Ma purtroppo Farsopoli ci ha insegnato che il mondo, là fuori, non è come doveva essere. Non è come lo volevamo.
Abbiamo dovuto muoverci contro un Golem fatto di falsità, di ipocrisia, di menzogne, creato per distruggere le nostre passioni ancora prima della nostra squadra.
E non dobbiamo abbassare la guardia.
MAI.

"Si vis pacem, para bellum"

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