"Non c'è rancore" e "senso di responsabilità".
Non possiamo fare a meno di iniziare il racconto della giornata calcistica citando queste due perle di saggezza, proferite dal galantuomo che il mondo del calcio e imprenditoriale celebra quotidianamente.
D'altro canto noi conosciamo l'autentico significato di delle parole "rancore" e "responsabiltà" tanto da averle spesso accostate grazie al nostro rancore responsabile.
Non era il caso, esimio presidente
Moratti, lanciare un messaggio simile, comunque ben recepito e ben oltre il tentativo di farlo apparire come un segnale di distensione: è "incazzato" ( mi si perdoni il termine, pur se di uso e abuso comune), il presidente; "incazzato" come una bestia per la lesa maestà, per un uomo nero che ha osato mettere in discussione le certezze degli anni passati (ricordate? L'abolizione dei fuorigioco, i rigori quando tirava una brezzolina in area di rigore...ricordate?). E' talmente adirato che, possiamo scommetterci, il buon Rocchi, per un bel po' di tempo, passerà per Milano solo in caso di visita al Duomo.
Funziona così, purchè si sappia che allora tanto vale che lo facciano tutti, senza che nessuno osi alzare un polverone.
E non è solo il presidente ad aver avuto questo "attacco d'ira"; perchè
un altro galantuomo, proprio quello che non osava parlare di arbitri e che ha scelto l'Inter anche per il suo stile, ha quasi avuto il dubbio che "lo scandalo" di sabato sera possa trovar riscontro nell'assegnazione degli scudetti di cartone...
Facciamoci forza, coraggio e andiamo oltre: cinque giornate sono passate e troviamo già 4 squadre che hanno cambiato allenatore (
Cagliari, Palermo, Inter e, da poco, Bologna), con la convinzione che la pattuglia degli esonerati potrebbe aumentare nelle prossime settimane.
Non è un bel segnale, nè un attestato di crescita del nostro mondo pallonaro, che crede più nelle svolte traumatiche piuttosto che in un attenta programmazione, che preferisce affossare un allenatore, piuttosto che far quadrato e analizzare i problemi e o individuare altre soluzioni.
La bacchetta magica non esiste, ahiloro, così come non si può pretendere che un allenatore trasformi un brocco in Messi o adatti un calciatore (magari mai voluto) ad uno schema che non gli si addice.
Ma quanto era bella e fantasiosa l'estate dei proclami...quanto è lontana...
L'eccezione, bisogna pur dirlo, pare essere la
Roma: non fosse altro perchè le parole della società e la dirigenza sono riuscite a rafforzare la posizione di Luis Enrique, nonostante qualche malumore della piazza e del re di Roma; ora si comincia a veder qualche punto e sensibili progressi nel gioco.
Sarà il derby la vera chiave di svolta, in un senso o nell'altro.
E parlando di pazienza e unione di intenti, programmazione, sarebbe un limite non citare l'
Udinese, sia perchè, nonostante la perdita di pezzi pregiati, i risultati stanno andando ben oltre le aspettative, sia perchè, senza pazienza, Mister Guidolin sarebbe già stato, per Udine, un ricordo sin dalla quinta giornata dello scorso campionato.
Nipote, vedo che ti stai scaldando a bordo campo: è il tuo turno.
Sceicco, subentro ma rimango in tema; dopo Donadoni, Pioli, Gasperini e Bisoli, infatti, un altro mister che sembra prossimo all'esonero è Eusebio Di Francesco. Il suo
Lecce fatica tanto...troppo.
La sensazione è che un'altra sconfitta sarebbe fatale all'ex giocatore della Roma.
Di contro, vanno fatti i complimenti a Ficcadenti che, con il suo
Cagliari, ribaltando ogni pronostico di inizio stagione, rimane aggrappato ai vertici della classifica.
Così come il
Palermo che sembra aver trovato gli giusti stimoli per poter dire la sua in questo campionato. Importante il successo per 2-0 contro un Siena che subisce due gol per la prima volta in questa stagione.
Dimostrano di essere in salute Fiorentina e Lazio nel "big-match" pomeridiano. Alla fine ha vinto la compagine biancoceleste grazie al maggior cinismo e, soprattutto, a quel fenomeno che risponde al nome di Miroslav Klose (33 anni e non sentirli...) che si sta rivelando un vero e proprio trascinatore, ruolo vacante nella Lazio dai tempi di Nedved.
Il pareggio a reti bianche tra
Cesena e Chievo ha il sapore della sconfitta per i padroni di casa, che così chiudono la classifica in coabitazione con il Bologna. La deludentissima prestazione di Mutu (in teoria la "stella" di questo Cesena), condita anche da un rigore sbagliato, fa sorgere molti dubbi sulle ambizioni di una squadra che, ad oggi, sembra incapace di reagire per ottenere la salvezza.
Soprattutto perchè le rivali dimostrano di saper giocare al calcio, come dimostrato nello spettacolare pareggio (3-3) tra
Novara e Catania, in cui il talento dei singoli (Rigoni da una parte, Gomez dall'altra) ha preso il sopravvento su ogni possibile tatticismo.
Rimangono parecchi punti interrogativi, infine, sul
Genoa che, dopo la sconfitta di Verona contro il Chievo (a onor del vero, immeritata), perde anche con il Parma (per gli emiliani ottima la partita di Giovinco, autore di 2 gol e 1 assist) a causa di una prova incolore di tutta la squadra.
Forse la sosta per le nazionali consentirà agli uomini di Malesani di riorganizzare le idee...
di G. Galazzo e A. Staffieri Commenta l'articolo sul nostro forum!