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Editoriale di G. GALAZZO del 06/04/2009 13:42:07
Men at work

 

Capita spesso, nelle strade e autostrade italiane, nelle stazioni, nei musei, nelle grandi opere in ristrutturazione di leggere questa frase “ stiamo lavorando per Voi, scusate per i disagi”.

Per come funzionano le vicende nel bel Paese, quel stiamo lavorando per Voi è, ahinoi, diventato sinonimo di attese di anni, sperpero di denaro, opere incomplete se non abbandonate dopo aver bruciato milioni di denaro pubblico.

Aver ascoltato più o meno le stesse parole dette da Mister Ranieri ” Scudetto, la Juve lavora per Voi” ha in effetti una strana assonanza con quei famigerati cartelli o pannelli elettronici che leggiamo quotidianamente e qualche strizzone di pancia può farlo venire a chi quei disagi negli ultimi 3 anni li ha vissuti e ben evidenziati.

Il lavorare per vincere é di sicuro un progetto poco innovativo per la tradizione della juventus ed è altrettanto evidente che dichiararlo non può suscitare immediati entusiasmi proprio per il fatto che il voler vincere, per la Juventus non è un’aspirazione ma, al contrario un obiettivo concreto.

Non vorremo collegare queste affermazioni con l’altra nella quale lo stesso Mr Ranieri ribadiva che rivedere una Juve come quella di Capello avrebbe richiesto 100 anni; se 1+1 fa due, allora potremmo forse pensare alla Juve come a quelle grandi opere costose, interminabili e mai o mal completate.

Per portare a compimento il progetto o un progetto vincente non sono necessarie solo le risorse finanziarie: serve competenza passione e chiarezza di intenti, elementi che erano le fondamenta di una Juve che vincente, lo era già tre anni fa e lo sarebbe stata ancor di più.

Non “ dimentichiamoci che due anni fa eravamo in b” viene spesso ricordato solo per giustificare qualche rallentamento nell’ esecuzione dei lavori o per enfatizzare qualche piccolo traguardo raggiunto ma, è chiaro che qualche crepa nel mettere in atto il nuovo corso è più che palese.

Basti pensare agli sciagurati acquisti di Almiron e Tiago, Andrade e Poulsen che hanno bruciato milioni di euro in gran parte irrecuperabili, aggiungiamoci poi una poco chiara gestione tecnica con l’utilizzo di un modulo di gioco che pare immutabile e non se ne capisce il motivo; una serie di infortuni lunga come telenovela brasiliana e che non può essere figlia del caso, visto che l’ infermeria si svuota solo ad aprile ( un pò tardi o no?), ed una preparazione atletica che porta a misteriosi cadute di forma dopo periodi di stop del campionato: e’ successo dopo la pausa di Natale ed ora dopo lo stop per la Nazionale.

Stiamo lavorando per Voi: intanto si perdono punti contro squadre chiaramente alla portata, denunciando, nei momenti cruciali, evidenti problemi di concentrazione; sarà il caso di adoperarsi a ricreare anche una mentalità vincente che sarebbe già un passo avanti.

Non a caso se un calciatore come Camoranesi, abituato a non nascondere le perplessità perché abituato a giocare in una Juventus costruita per vincere, commenta che “una volta le altre squadre come il Chievo venivano a vedere quanti gol prendevano contro la Juventus, oggi vengono a cercare la vittoria: noi dobbiamo fare qualcosa, non è una cosa da Juve questa” é ancora più chiaro che la fiducia nelle dichiarazioni di intento rischi di non essere supportata dall’ appoggio degli stessi giocatori.

Le fondamenta, tanto per essere chiari, ci sarebbero anche: un settore giovanile dal quale sono usciti Giovinco, De Ceglie e Marchisio ( già da nazionale maggiore) e con altri giovani pronti al grande salto ma e’ necessario che questi ottimi giovani vengano aiutati da nuovi campioni attorno ai quali deve essere costruita la nuova Juventus.

Si fanno nomi pubblicamente e si lavora troppo alla luce del sole quando le trattative importanti dovrebbero essere portate avanti sottotraccia; altrimenti si svelano solo le strategie, si alzano i prezzi e sfumano gli obbiettivi.
Si deve invece lavorare con coraggio per accelerare i tempi, magari sacrificando anche chi parrebbe aspirare a trovare diverse motivazioni altrove ( esempio Buffon) o convincendo Del Piero a capire che, gestendo le forze e gli impegni, il tramonto che purtroppo sta arrivando può essere altrettanto bello come solo un bel tramonto può essere.

Sarebbe opportuno che se ne accorgessero: le grandi opere per essere tali hanno bisogno di finanziamenti concreti, progettisti seri, grandi ingegneri e tempi sicuri.
I dubbi sui lavori in corsi purtroppo rimangono, sperando che l'opera non sia solo frutto di fantasia.

"it's not the future that I can see, It's just my fantasy “
da Who can it be now
Men at work

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