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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di R. GAMBELLI del 12/04/2009 11:19:31
Colombe d'Abruzzo

 

Il giorno di Pasqua chiudete gli occhi per un attimo e provate ad immaginare tutte le colombe d’Italia che volano in gruppo verso il centro del nostro paese, verso l’Abruzzo. Migliaia di bianche colombe in cielo che battono le loro ali, con una cadenza regolare come il battito dei nostri cuori, orgogliose ed ansiose di arrivare in quella meravigliosa regione, che ha visto le proprie terre devastate da una calamità con una forza dannatamente superiore rispetto a quella dell’essere umano.

Provate ad immaginare ancora questi deliziosi volatili che si posano, con la leggerezza familiare alle ballerine della Scala di Milano, sopra le macerie, monumenti ingloriosi della disperazione, oppure intorno alle tende, attuali rifugi di madri, padri disperati e bambini impauriti ed infreddoliti che non riescono più a ritrovare il loro gioco preferito o, magari, il loro caro gattino, fedele compagno di lunghe notti, durante le quali se ne stava placidamente adagiato in fondo a un coloratissimo lettino.

Tenete ancora gli occhi chiusi cercando d’immaginare lo sguardo stupito ed estasiato di questi innocenti fanciulli, mentre scorgono nell’azzurro del cielo, come un miracolo, questo immenso esercito bianco, che si abbassa improvvisamente con tutte le sue colombe, iniziando ad attorniarli svolazzanti e disegnando in aria dei cerchi concentrici. Le più audaci, addirittura, finiscono con il posarsi gentilmente sulle loro teste o sulle loro spalle, regalando pace, sollievo, serenità e forza ai loro cuori, che sono rimasti sotto le macerie, insieme a tutti i ricordi di una giovane vita.

Improvvisamente, quelle belle colombe diventano preziose come il Vigile del Fuoco di turno o come l’addetto alla Protezione Civile, che non finiremo mai di ringraziare.
Una di loro si accomoda su un campanile diroccato, al cui interno una vecchia campana tace per sempre. Invece quel bianco pennuto la risveglia, iniziando un poderoso Din-Don di “Resurrezione”, incessante, maestoso. Ecco che quel vecchio strumento di metallo, a forma di grande bicchiere rovesciato, viene imitato da tutte le campane d’Abruzzo, sopravvissute all’apocalisse, che si esibiscono in un concerto di speranza e di fede, invito per il popolo di quelle terre a rialzarsi in fretta per ricostruire e ripartire con una nuova vita.
Probabilmente le colombe non arriveranno ma, certamente, le campane suoneranno.
Buona Pasqua, fratelli e sorelle d’Abruzzo!

A questo punto parlare di calcio sembra una bestemmia. Cercherò di farlo in punta di piedi, per rispetto di una popolazione che sta vivendo un dramma disumano.
Il mio più caldo augurio di Buona Pasqua va a Camoranesi che, nei giorni scorsi, ha affermato quanto segue: “Nei campionati passati squadre come il Chievo ed il Cagliari venivano a Torino per vedere quanti goal avrebbero incassato. Adesso vengono per vincere, riuscendoci spesso”. Caro German, finalmente c’è un grande campione ed addetto ai lavori come te che ha il coraggio di dire la verità: la Juve è una squadra media che rispecchia fedelmente la società e la proprietà che la sta gestendo e guidando. Una squadra composta da giocatori a “parametro zero”; da non confondersi con i “parametro zero” che ci portava la Triade, campioni strappati ad altre società con una strategia di mercato infallibile. Questi sono, purtroppo, giocatori che non riescono più a firmare contratti con nessun club. Se a questi andiamo a sommare “ghost” Tiago, un Buffon che si sta allineando ai compagni in quanto a mediocrità, un Del Piero, giustamente, a mezzo servizio, un Giovinco dai piedi buoni ma con una stazza da “fantino”, Sissoko e Zanetti infortunati, un testardo Ranieri capace sempre di schierare la difesa alta, anche contro i fringuelli imprendibili, tipo Pellissier, Matri, Miccoli e Pazzini ecco che la frittata è fatta.

Tre anni sono ormai trascorsi dal giorno che pronosticavo sei, sette anni di buio e profilo basso per il nostro glorioso Club: era certamente l’obiettivo che si era prefissato la Società e i figli dello scrittore, partendo da un compenso di 500.00 euro verso il “prode” Zaccone.

Una nuova Pasqua è dunque arrivata, un santo giorno che tutti, proprio tutti, meritano di trascorrere in pace e serenità con i propri cari e dunque porgo i miei più sinceri auguri a tutto il mondo Juventino, quindi anche a Zaccone, alla Società, alla Proprietà ed ai giocatori bianconeri.
Il solito sincero augurio di Buona Pasqua va al Direttore pronto a difendere i suoi scudetti e i suoi trionfi in quel di Napoli. Il teatro non sarà lo stadio di “Fuorigrotta”, ma una squallida aula di tribunale, in cui due p.m rischiano di andare a nascondersi per sempre.

Un augurio, invece, veramente speciale e sentito per tutti noi tifosi, che continuiamo a “soffrire” per i nostri colori, vittime di una situazione ormai divenuta imbarazzante e di difficile risoluzione.
La parola soffrire ho ritenuto giusto inserirla tra le virgolette, perché in questo momento le persone che soffrono sono, purtroppo, altre.
Mi riferisco ai nostri connazionali abruzzesi, che durante quei maledetti trenta secondi, in cui la terra ha tremato, hanno perso tutto ed in molti non si sono risvegliati dai loro sonni innocenti.



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