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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Il Fatto di N. REDAZIONE del 19/01/2012 08:51:52
Cosa scrivevano nel 1976? F. Capello

 

Tratta da Hurrà Juventus n. 59. Intervista di Gianni Giacone

Viaggio intorno al personaggio.
(Parlando il meno possibile di pallone)


Sul… Capello che noi portiamo

Fabio il geometra, in campo e fuori, è personaggio di un modus vivendi assai juventino.
E’ stile, eleganza, e al tempo stesso tenacia. Ci può essere poesia nel ragionamento, nel calcolo?
In certi si. Capello è uno di questi. E nello stile si smussano angoli, si avvicinano estremi opposti, si combina un Celentano con un Bach e un De Chirico con una Biancaneve.

Forse è vero che juventini si nasce. O forse no. Ma sul come si diventa non c’è possibilità di discussioni. E’ una questione di modus vivendi, in parole povere un fatto di stile. Fabio Capello, visto che di lui qui parliamo, è figura emblematica di juventinismo per vocazione, per adozione e punto di arrivo. E’ una constatazione che emerge dal Capello-uomo forse più nettamente che dal Fabio-giocatore, e questo una volta tanto porta acqua al nostro derelitto mulino delle interviste extrapedatorie. Perché stavolta il personaggio che raccontiamo è ancor più ricco, più interessante, più “completo” potremmo dire, di quello che già conoscete per meriti calcistici.
Ne viene fuori un ritratto a tinte magari freddine , ma con dettagli tali da incuriosire, almeno, il supporter avvezzo alle gesta pedatorie del Nostro e poco o per nulla addentro al “resto”. Chiaro che il calcio non sarà del tutto messo fra parentesi. Farà da sottofondo, con apparizioni saltuarie ancorchè magari significative. E via con l’intervista.

Penso, dunque sono

Chi è Fabio Capello? Uno che ha avuto tutto dalla vita, un fortunato? O che altro?
“Domanda imbarazzante, vastissima. Non si sa da dove cominciare. Certo sono uno che ha avuto molto. Ma credo di essermelo meritato con il lavoro col lavoro la fatica. La fortuna? Ci vuole, fa parte delle regole del gran gioco della vita. Guai non averne”.

Specifichiamo: come ti definisci riguardo al carattere?
“Uno che riflette prima di agire. Penso molto, raramente agisco senza prima averci ben pensato su. Sono convinto, poi,che la moderazione sia una grande virtù: perciò mi sforzo di agire sempre nei limiti che di volta in volta la situazione comporta. Penso che questa seconda cosa sia un po’una conseguenza del fatto che penso sempre prima di fare”.

Insomma ai le carte in regola per definirti un ”saggio”…
“Piano,piano. Sulla carta è facile dire queste cose ;nella pratica, qualche volta i buoni propositi vanno a farsi benedire. Per esempio: sono testardo, quando mi impunto su una cosa è difficile farmi cambiare idea. In questi casi non c’è riflessione che tenga”.

Hai completato gli studi, no?
“Diciamo che ho un titolo di studio, un diploma di geometra, che può sempre tornare utile. Ma non posso dire di essere pienamente soddisfatto degli studi compiuti. Vorrei aver avuto il tempo e il modo di approfondire certi settori della conoscenza di cui ho appena una infarinatura. Sarei pienamente soddisfatto se avessi una cultura generale più profonda, ecco la sostanza”.

C’entra in questo il tempo dedicato al calcio?
“Il calcio c’entra in misura minima. Il fatto è che, da giovani, raramente si apprezza lo studio. Manca l’interesso, per via della “imposizione” di certe materie, che sarebbero studiate con ben maggiore se venissero scelte liberamente”.

Leggere, leggere, leggere.

Con queste premesse, è facile immaginare un Capello che legge molto, che si informa di tutto…
“Centrato in pieno. Leggo molto, e di tutto “.

Libri?
“Parecchi. Narrativa, ad esempio”.

Il romanziere preferito?
“Irving Show, senza alcun dubbio”.

Altri libri?
“Mi piace leggere poesie; lo trovo un passatempo fra i più distensivi. Ungaretti è il poeta che prediligo. Le sue poesie sono le più vicine alla mia sensibilità, al mio carattere. Mi riconosco abbastanza nei suoi versi”.

Dunque ritieni che la poesia non sia letteratura al di fuori del nostro tempo, qualcosa di superato, di anacronistico…
“Affatto. Basta accostarsi con lo spirito giusto, senza pregiudizi”.

E la tua informazione? Alludo a quella extrasportiva, s’intende…
“Anche in fatto di giornali e riviste, sono uno che legge di tutto. Mi piace essere informato, conoscere i fatti e le interpretazioni diverse che se ne traggono. Ho una opinione politica ben precisa, ma proprio per questo voglio confrontarmi sempre con gli altri, leggere quel che ne pensano coloro che hanno idee diverse dalle mie”.

La fisica ha cambiato il mondo

Se dovessi scegliere qualcosa per rappresentare il nostro tempo, che prenderesti?
“Viviamo in un’epoca di trasformazioni rapidissime: merito della scienza,in tutte le sue branche. Specialmente della Fisica che ha contribuito in misura determinante a cambiare il mondo. Ecco, prenderei la Fisica”.

E il personaggio-simbolo?
“Von Braun. L’esplorazione degli spazi, credo, è il fenomeno più clamoroso dei nostri giorni”.

Celentano e Bach

Sino ad ora ci siamo mantenuti nell’impegno spinto. E’ ora di divagare, di concederci una pausa. Parliamo di gusti musicali. La musica leggera.
“Mi piace ascoltarla, anche se non sono un vero e proprio appassionato”.

Il cantante preferito?
“Su questo non ci sono dubbi. Adriano Celentano, dalle sue prime canzoni ad oggi, senza togliere nulla o quasi. Ha saputo e sa continuamente rinnovarsi, cambiare forme e contenuti. Ma la qualità rimane. E’ un grosso personaggio non solo della nostra musica leggera, ma dello spettacolo in generale. Uno showman, insomma”.

E gli stranieri?
“Nessuna preferenza particolare. Mi piace ascoltare qualche pezzo di rythm’o blues, ma non faccio troppe distinzioni”.

E il classico?
“Ci sono arrivato un po’ tardi, ma lo appresso comunque. Mi piace la musica antica, il Settecento specialmente. Bach, Vivaldi. Ma Bach soprattutto”.

Che ci può essere in comune tra un Bach e un Celentano?
“Nulla . O forse no. Dipende dall’atteggiamento con cui li si ascolta”.

Stiamo tornando al complicato, al sibillino. Meglio cambiare argomento.

De Chirico e Biancaneve

Altri passatempi?
“Mi interesso un po’ anche di pittura. Non che mi definisca un intenditore ma, insomma, me la cavo abbastanza. Mi piace molto De Chirico, tanto per scendere subito nei dettagli”.

Cinema niente?
“Cero, anche cinema. Ma gusti normalissimi, non ho particolari predilezioni. Piuttosto, mi piacciono certi cartoni animati “classici”, e mi riferisco soprattutto a quelli di Walt Disney. Biancaneve per esempio, è un personaggio che mi ha sempre affascinato”

Agostini e la pesca

E’ di prammatica una capatina nei dintorni dello sport, calcio tassativamente escluso. Come stiamo, ad interessi sportivi extrapedatori, Capello?
“Mi piacciono gli sports del motore, automobilismo e ancor più motociclismo”.

Ammiri qualche campione in special modo?
“Non si può fare a meno di ‘tifare’ per uno come Agostini. Chi resiste per così tanti anni ai vertici mondiali deve per forza essere un grande campione. Agostini lo è, e merita la simpatia di tutti gli sportivi italiani”.

Pratichi qualche altro sport?
“Il tennis quando posso, e cioè soprattutto d’estate. Non me la cavo niente male. E poi la pesca, che per le condizioni ambientali in cui si svolge va a braccetto con il mio carattere non precisamente espansivo” .

Pesca dove, e quando?
“Al mare, in vacanza. Figurati se durante il campionato c’è tempo di andare a pescare”.

Londra

Siamo anche con Fabio agli sgoccioli. Rimangono i gusti in fatto di città e Paesi stranieri. Non è granchè originale come domanda, ma può andare.
“Ma si, neanche la risposta è in fondo molto originale. Mi va a pennello l’Inghilterra, e a Londra ci starei benissimo. Questione anche di atmosfera, perfino di clima. A me l’autunno, con le sue sfumature e le sue prime nebbie, è sempre piaciuto da matti. E a Londra, di nebbie e di sfumature, ce n’è da vendere”.

E tra le città italiane?
“Premesso che a Torino sto magnificamente, ricordo con grande nostalgia Roma. Città magnifica, unica, specialissima. Sarà che a Roma ho conosciuto i primi consistenti successi’professionali’, sarà per altro. Ma Roma proprio non me la scorso”.

Siamo all’arrivo. Sul Capello che noi portiamo, sul Capello juventino vale a dire, abbiamo detto tutto o quasi. E’ personaggio emblematico di juventinismo, dicevano per aprire il discorso. Non è facile capirlo appieno. Forse Juventini si nasce e si diventa. Questione di stile.

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