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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 14/02/2012 17:38:28
E’ sempre Palazzi a suscitare dubbi …

 

Uno scambio di corrispondenza tra Palazzi e il procuratore di Cremona Di Martino, riporta alla luce un'altra imbarazzante situazione che tira in ballo per l’ennesima volta l’operato del procuratore FIGC Stefano Palazzi.

Sembra infatti che tra la denuncia di Simone Farina (sulla proposta di combine ricevuta da Zamperini) e il fax (3 novembre, mentre la denuncia è di fine settembre) con cui Palazzi ha avvertito la procura di Cremona siano passati ben 40 giorni.
Lo stesso 3 novembre Palazzi chiede a Di Martino gli atti utili per il processo sportivo e solo dopo essere venuto a conoscenza degli sviluppi e delle imminenti richieste di nuovi arresti, informa Di Martino della confessione di Farina.

Palazzi, irritato dalla situazione di imbarazzo creata dal ritardo della comunizione, si giustifica dicendo che «In conseguenza della separazione degli ordinamenti statuita espressamente dalla legge 280/2003, della natura privatistica delle funzioni svolte e delle specifiche disposizioni contenute nella legge 401/89, la Procura Federale confermandosi a modalità operative consolidate nel tempo, non trasmette d’ufficio atti inerenti la propria attività alle Autorità Giudiziarie eventualmente competenti».
Spiega ancora che questa modalità operativa «Mira anche ad evitare il rischio che indagini endoassociative possano apparire, per così dire, delegate a Organismi Giudiziali statuali».

Siamo sempre alle solite. Nessuna situazione viene gestita dalla giustizia sportiva in modo chiaro ed ogni indagine ha una sua tempistica, dove l'ago della bilancia sembra essere Palazzi, il super procuratore che dilata o restringe i tempi e detta le pene.. Nessuna certezza viene data dalle norme che vengono cambiate e interpretate in base a chi è giudicato ed in base a cosa si vuole ottenere.

C’è chi viene condannato in 60 giorni, come successo agli imputati e alle società coinvolte in calciopoli e chi non viene giudicato per 6 anni arrivando alla prescrizione, come ha mostrato la relazione tardiva di Palazzi del luglio 2011 e le contestazioni mosse all’inter coperte immediatamente, come già detto, dalla prescrizione. I tempi delle inchieste che si allungano e si accorciano in base alla convenienza del “caso”, documenti che spariscono, denunce lasciate nei cassetti, segretarie intercettate mentre parlano con gli imputati… Mai nessuna certezza e mai nessuna chiarezza.

Ma queste incertezze, che arrivano unitamente alle voci di un possibile cambio di regolamento (ancora uno), quello che dovrebbe soddisfare l'esigenza che, prima che la giustizia penale faccia il suo corso, quella sportiva cambi i canoni della responsabilità oggettiva, rendono la situazione ancor più chiara mostrando la vera faccia della giustizia sportiva.

Da una parte abbiamo Di Martino che dichiara: "Nel 2011 un campionato falsato", con alla base un’inchiesta ricca di riscontri, pentiti, confessioni, conti correnti esteri etc., che appoggiano le tesi del pm, e la giustizia sportiva non trova niente di meglio da fare che correre a cambiare regolamenti per non dover penalizzare le squadre coinvolte (tra cui alcuni nomi eccellenti…).

Dall’altra, dopo la pubblicazione delle motivazioni del giudizio penale di primo grado del rito ordinario di calciopoli, e la conferma, scritta nero su bianco dal Giudice Casoria, a sancire la regolarità del campionato 2005-2006: "il dibattimento in verità non ha dato la prova del procurato effetto del risultato finale del campionato 2004/2005” , la giustizia sportiva si muove - anche in questo caso - per approvare nuove modifiche ai codici sportivi atte ad evitare richieste di revocazione/revisione del processo sportivo del 2006, ormai tramortito dai riscontri oggettivi contro cui le chiacchiere da bar nulla più possono giustificare.

E’ evidente che questa giustizia sportiva non può essere considerata credibile ed è chiara la strumentalizzazione di ogni sua indagine.

Se pensate poi che le istituzioni sportive, Coni e Figc, hanno risposto alla richiesta di giustizia dopo le novità emerse dal processo calciopoli, adottando una norma etica anti-Lotito e proposto un tavolo della pace (o dell’inciucio) per chiudere il tutto a tarallucci e vino, avete la situazione ancor più chiara.

Ripetiamo quanto abbiamo avuto modo di affermare in altri articoli: questa è la vera truffa!

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