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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 02/03/2012 07:44:42
Figc, Coni, Aia. L'esercizio dell'imparzialità

 

Possiamo affermare che Figc, Coni e Aia siano astrattamente istituzioni a sostegno del calcio e dello sport. Non fanno altro che delegittimare i fatti preferendogli interpretazioni e parole di circostanza.
Sono dei centri di potere sempre più palesemente schierati contro la giustizia e ben disposti ad utilizzare la loro posizione di supremazia e la loro influenza semplicemente per soddisfare recriminazioni di parte ed animare il "sentimento popolare" antijuventino.
Una situazione che è sotto gli occhi di tutti e che di giorno in giorno si arricchisce di dettagli, tanto da rendere assolutamente non credibile una politica sportiva fatta di molte polemiche e di poca concretezza.
Un’escalation che da calciopoli non si è più arrestata ma che, anzi, ha visto le istituzioni sportive con i suoi massimi rappresentanti, investire tempo per schierarsi a difesa di un processo sommario, privo di logica e con interessi di parte da difendere e preservare, dimenticando tutto il resto.
Figc, Coni e Aia appaiono pubblicamente schierati contro la Juventus in quanto sembrano proteggere altri interessi che convergono sempre con quelli dei club milanesi. Si sono chiusi gli occhi di fronte alla questione dei passaporti falsi e dei dossieraggi illegali, così come è accaduto con il Milan dell'intermediario Meani e di un Galliani sempre più padrone del calcio nelle intenzioni.

In un campionato in cui primeggiano le polemiche (da parte di tutti), a discapito dello spettacolo e del gioco, il Presidente della Figc non trova niente di meglio da fare che esprimersi pubblicamente solo contro le parole di Antonio Conte e di Andrea Agnelli: “Sono sorpreso dalle dichiarazioni di Andrea Agnelli, io ho sempre parlato bene della Juventus. Se da parte di qualcuno c’è la volontà strutturale di fare polemica, non posso farci nulla. Calciopoli? Se ne continuerà a parlare ancora per decenni, ma io sono abituato”.
Non si esime dall’esprimere la propria opinione anche sulla squalifica di Ibrahimovic: “Ibra? Il Milan ha espresso una posizione e quando le posizioni vengono espresse in maniera serena, sono legittime. Ogni dirigente sa che vanno rispettate le decisioni di chi ha titolarità di prenderle, dall'arbitro in campo, agli organi di giustizia. Il sistema si basa sull'autonomia decisionale. Comunque qualunque sarebbe stata la decisone della Corte di giustizia avrebbe causato soddisfazione o insoddisfazione”.
Riassumendo l’Abete pensiero: quando si parla di calciopoli si fa polemica, quando si chiede deroga ai regolamenti allora si esprime una posizione legittima.
Abete si dice “abituato” a parlare di calciopoli, purchè “rimanga tutto nella dialettica calcistica” ! E queste parole trovano conferma nell’incompetenza e nei tentativi di pace (inciuci) fin qui perfettamente riusciti.
Non solo. Nel post Milan-Juventus, infuocato dalle polemiche nate dai macroscopici errori arbitrali, dichiara: “Semmai mi hanno preoccupato di più le parole pronunciate prima del match che hanno finito per creare troppe tensioni”. Altra bacchettata per Conte, colpevole - a nostro avviso - di aver detto la verità.
E la ruota gira in attesa della chiusura del cerchio…

Non è da meno Petrucci. Dopo la batosta rimediata con la bocciatura per la candidatura alle Olimpiadi di Roma, arriva a declassare il nuovo stadio Juventino a favore di quello capitolino: “Lo stadio della Juventus? L’Olimpico è l’unico stadio a 5 stelle, è uno stadio straordinario e poi viene quello della Juventus”.
Dei limiti di questa dichiarazione ne abbiamo parlato qui.
E mentre Andrea Agnelli si rivolge ai propri tifosi promettendo giustizia per calciopoli, Petrucci smentisce ogni possibile riapertura e lo fa pubblicamente "No no, Calciopoli è finita".
Chi ci prende in giro?

Ma la "migliore" uscita è quella di Nicchi. Per giustificarsi dalla bufera causata dagli errori dei suoi fischietti, decide di attaccare direttamente Buffon. Queste le sue parole: “E' perfino il ‘mio’ portiere, voglio dire il capitano della mia nazionale dice delle cose che si poteva risparmiare perché diseducative per i giovani. Si possono pensare, ma per esternarle bisogna avere cautela”.
Atteggiamento che ha contribuito a spostare l’attenzione su un falso problema distogliendola da quello che è stato il vero scandalo della partita di San Siro. La stampa, nell’immediato post gara, ha parlato dell’ aggressione di Galliani alla terna arbitrale tra il primo e il secondo tempo, un illecito da regolamento, che ha condizionato l’immediato secondo tempo del match con l’annullamento di un gol regolare di Matri ed altre dubbie decisioni a danno della Juventus. Argomento chiuso con un buffetto dalla procura federale. Giornali ammutoliti. Dirigenza juventina in silenzio.
Molto probabilmente per Nicchi (e chi lo appoggia) è più istruttivo schiaffeggiare gli avversari (Mexes, Ibra, Muntari) o permettere ad un dirigente di aggredire l’arbitro a partita ancora in corso mandando a quel paese chiunque incontri nella sua folle rincorsa...

Sono ovviamente degli esempi a cui potrei aggiungerne molti altri. Il fatto è che Abete, Petrucci e Nicchi, quando devono (s)parlare della Juventus non ci pensano due volte. Solo con la Juventus si permettono di alzare la voce.
Attaccano come e più della stampa antijuventina fornendo in questo modo l’alibi a procrastinare la politica del sospetto verso la Vecchia Signora. Clima in cui "sguazzano" tutte quelle figure più o meno accreditate che lavorano con diversi ruoli all'interno del salotto televisivo, così come per i bravi cronisti sportivi che trovano la scusa per scrivere pagine di inutili chiacchiere da bar...
Atteggiamento diverso, con toni misurati e accondiscendenti, quando sono chiamati ad espremersi su medesimi episodi che vedono protagonisti altri club

Vittime di questa situazione sono la squadra che comunque lavora in un clima di destabilizzazione e tensione e i tifosi che da anni vedono addossarsi un’etichetta, quella di "ladri", grazie anche alle prese di posizione di chi dovrebbe evitarle per ruolo e responsabilità.
In questo contesto è arduo capire perché la società Juventus accetti di parlare di “accordi” di pace con personaggi che volutamente la danneggiano ad ogni dichiarazione.

Il cerchiobottismo di Platinì, ci aiuta a comprendere il contesto: “Buffon ha esagerato con le parole e fra Torino e Milano non dev'esserci guerra”.
Messaggio subito recepito. Proprio ieri, la gazzetta dello sport e la Stampa, annunciavano la pace: “Al telefono Andrea Agnelli e Adriano Galliani martedì sera hanno riavviato il dialogo tra i due club dopo la tempesta di sabato sera a San Siro.”

A buon intenditor…

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