Il tempo.it ha pubblicato sabato 14 aprile un articolo dal titolo:
"Processi giusti e non veloci per evitare un'altra Calciopoli".Vi riporto qualche passaggio:
"I tifosi laziali hanno trascorso la giornata degli interrogatori di Mauri e Brocchi tra speranze e paure, ma con con una certezza: non vogliono più sentire dalle autorità sportive il riferimento a processi veloci proprio come accadde sei anni fa durante Calciopoli. Le scoperte successive, con il coinvolgimento di altre società, le intercettazioni postume scartate da qualcuno sensibile a qualche club potente piuttosto che ad altri, sono un brutto film già visto. E nessuno vuole rivivere quelle udienze che «Ruperto Speedy Gonzales» volle portare a termine, senza salvaguardare in alcun modo i sacrosanti diritti delle difese di poter esporre le proprie tesi". Ed ancora: "perché stavolta il pubblico laziale pretende certezze e non sentenze fumose prive di quelle prove necessarie per non far diventare i processi sportivi il regno di figli e figliastri".C'è piena
consapevolezza della farsa di calciopoli, della mancanza di certezze a supporto delle sentenze e dell’abuso della giustizia sportiva.
Consapevolezza che indirettamente possiamo trovare anche nella strategia mediatica che oggi non vuole più approfondire le tematiche legate al recente passato di calciopoli, ma che preferisce indirizzare la nuova indagine sul calcioscommesse con il solito giochino di puntare i riflettori verso la direzione che porta ad una soluzione di comodo.
Giochi vecchi e subdole polemiche fanno da sfondo ad un ambiente che oramai ha imparato a
riconoscere chi bleffa. E mentre intere trasmissioni sportive parlano del rinnovo di Del Piero, ripropongono le lamentele di Zeman contro l'arbitro di turno e le recriminazioni con il solito ritornello di Allegri, i tifosi si preoccupano di non essere le prossime vittime del sistema gestito a piene mani (i "figliastri") dalla giustizia sportiva; non vogliono essere condannati da processi veloci e senza potersi difendere.
Leggere che qualcuno mette le mani avanti per non essere giudicati nell'assurdo modo con cui hanno avallato calciopoli, è la dimostrazione che anni di contro informazione sono serviti per far comprendere un certo modo di agire della giustizia sportiva anche ai tifosi, nonostante il muro eretto a sua difesa da un politica senza argomenti ma ancora con molto potere.
Anni di scandali presunti (calciopoli), usati per coprire i veri scandali, quelli che hanno portato al collasso attuale di tutte le strutture del mondo sportivo, con politicanti più preoccupati a difendere la poltrona che a cogliere tutti quei segnali che potevano evitare una nuova vergogna al nostro calcio.
Ci sono le solite parole di circostanza, quelle di Abete e Petrucci e c’è la consapevolezza nei tifosi dei limiti di questo sistema, che non si può combattere adeguatamente quando devi confrontarti con un modo che si muove solo quando viene colpito direttamente.
E' questo il punto debole su cui forza l'intero sistema per continuare questa politica di imposizione.
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