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Attualità di F. ZAGARI del 07/05/2012 13:43:58
Campioni d’Italia!

 

La Juventus vince lo scudetto stagione 2011/2012, meritatamente, da imbattuta, esprimendo un calcio a tratti spettacolare, fatto di convinzione, tenacia, grinta, classe, interpretato da un gruppo solido che ha fatto della filosofia del proprio allenatore il motivo per imporre la propria legge su ogni campo, in ogni incontro, contro ogni previsione. Se al termine dei novanta minuti che attendono la squadra bianconera nell'incontro di sabato prossimo contro l'Atalanta il risultato sarà positivo, non solo la Juventus avrà vinto lo scudetto ma avrà messo a segno un risultato che nella storia del calcio italiano non ha precedenti: vincere da imbattuta. Nemmeno l'armata di Trapattoni, il trio olandese di Sacchi, l'Inter dei record, la Juventus di Lippi e Capello, l'Inter facilitata di Mancini erano riuscite a concludere i loro trionfi senza subire sconfitte. Un risultato che va oltre il "semplice" essersi appiccicati sulle maglie il tricolore, un risultato che rimarrà indelebile per sempre nella storia del calcio italiano, nella storia del Club più vincente dello stivale; autobiografico, come storia insegna. Uno scudetto che significa terza stella, trenta campionati trenta vinti regolarmente e meritatamente sul campo, nonostante molti, garantisti all'occorrenza, faranno seguire le solite, inutili, banali e sterili polemiche su fatti che solo una giustizia pasticciona e deviata ha vergognosamente insabbiato.

Questo è il primo scudetto della Juventus dopo l'epopea Calciopoli, quella brutta, bruttissima pagina di calcio non giocato che servì solamente a consolare chi, perdente e sconfitto, non riusciva a capacitarsi della supremazia di un Club che con il lavoro e le capacità manageriali aveva imposto la propria leadership.
Questo è il primo scudetto di tutti coloro che si sono battuti per riportare la Juventus nel posto che più gli compete, davanti a tutti. Questo è il primo scudetto di una dirigenza, nata appena ventiquattro mesi fa, che ha saputo lavorare con enorme passione, curando i particolari, immergendosi con anima e corpo all'interno di quella storia che nessuno potrà mai cancellare. Questo è il primo scudetto di molti ragazzi approdati nella squadra bianconera che fino a ieri sera non sapevano minimamente cosa voleva significare vincere, e che stamane, risvegliandosi, scopriranno non solo il significato ma lo faranno addirittura da bianconeri.
Questo è il primo scudetto da allenatore di Antonio Conte, uno che di scudetti con la maglia bianconera sulla pelle ne aveva vinti tanti.
Questo è il primo scudetto di Andrea Pirlo con la maglia bianconera, un ragazzo che ha saputo reinventarsi diventando il faro in campo di un'armata che con il passare del tempo ha saputo diventare invincibile.
Questo è il primo scudetto di chi, frastornato, scese in campo a Rimini per disputare il campionato cadetto, da campione d'Italia, da campione del mondo. Questo è il primo scudetto di tutti coloro che in quella maledetta estate del 2006 decisero che si dovevano mettere giù le mani dalla Juventus, che si spinsero a combattere la più grande ingiustizia sportiva mai compiuta ai danni di un Club, che vollero impugnare sentenze e condanne per dimostrare al mondo intero che quegli scudetti, il 28 e il 29, erano stati vinti grazie ad una squadra che dominò per due anni consecutivi da prima in classifica quello che veniva definito il torneo più bello del mondo, consacrandosi nella notte di Berlino.
Questo è il primo scudetto per tanti bambini che si sono affacciati nel mondo del calcio in un momento storico difficile, diverso da come io l'avevo vissuto, ma che con una sciarpa bianconera al collo stamane saranno andati a scuola a sfottere il rispettivo compagno di banco.
Questo, invece, sarà per molti juventini lo scudetto numero 28, ieri sera ubriachi di gioia, sei anni fa genuflessi alle parabole di carta stampata e media.
Questo è il mio primo scudetto da simpatizzante di un Club che mi ha insegnato il football, per il quale, in tempi non sospetti, il mio cuore batteva forte.
Questo è il primo scudetto della Juventus senza uno dei tifosi bianconeri che più ho apprezzato, che più ho stimato, bianconero nel cuore, nella testa e nell'anima: mio padre.
Un uomo che aveva fatto dello stile Juventus una ragione di vita, un motivo di orgoglio, e che stamane, orgogliosamente, avrebbe affermato: abbiamo messo la terza stella.



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