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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di L. BASSO del 07/05/2009 16:27:14
“Seru” in condotta.

 

In queste stessi giorni, per non dire ore, si stanno probabilmente consumando gli ultimi atti dell’avventura di Ranieri alla Juventus.
Nell’ultimo incontro con la Dirigenza –in base alle solite voci dei soliti bene informati- il buon Tinkerman avrebbe evitato in extremis la defenestrazione almeno fino al termine della stagione in corso, fatti salvi ovviamente colpi di scena che, in ogni momento, potrebbero cambiare le carte in tavola e rendere superate di volta in volta le nostre informazioni, anche le più aggiornate.
Come che, ad esempio, le milanesi non facciano più un punto nelle prossime partite e che la Juve le vinca tutte, aggiudicandosi lo scudetto e rendendo mister Ranieri meritevole di un busto marmoreo nell’atrio della Sede.
O come che, se invece appartenete a quella fetta di persone che non si fanno di LSD e si procurano le suddette visioni che manco Syd Barrett, che la nostra amata Juve torni dalla gita alla “Casa di Riposo Adriano Galliani” con 4 pere, e che lunedì mattina arrivando in ufficio io assista alla cacciata di Ranieri con pece e piume come nei film western.
Quello che però possiamo dire senza tema né di smentita, né di variazioni, è che una volta di più abbiamo la conferma di quello che è il “fil rouge” che lega vita, morte e miracoli della “nuova Juve”…
…ZERO.
Già, un semplice zero, quel segno importato dagli Arabi millenni prima del Kebab, alla base della nostra matematica, incubo di generazioni e generazioni di scolari…

ZERO, come il costo zero a cui la Dirigenza di Corso Galfer vorrebbe trovare un capro espiatorio da gettare tra le fauci della folla che ormai ha perso la pazienza e comincia ad essere stufa di Piani Quinquennali e dei loro attuatori.
Il problema è che licenziare Ranieri, tanto a Campionato in corso quanto a Campionato finito, garantirebbe al “buon” Tinkerman il pagamento di un altro anno di stipendio senza nulla facere.
E questo alla Società non garba molto. L’unico modo per evitarlo sarebbero le dimissioni di Ranieri, ma visto che in Italia non si dimettono nemmeno i politici inquisiti e pluri-pregiudicati perché dovrebbe farlo lui?
Ecco allora l’uovo di Colombo. In questi giorni c’è un’altra Società in cattive acque, alle prese con crisi dirigenziali e di spogliatoio.
Lampante il piano: io licenzio il mio allenatore e tu il tuo. Poi io prendo il tuo e tu il mio, così i contratti ancora in essere diventano carta straccia e né io né te dobbiamo pagare stipendi a vuoto.
Ecco così come da qualche giorno i giornali si sprechino a ricordarci che Ranieri in fondo è di Testaccio, Fozza Roma e fozza lupi aò, che Spalletti ha l’esperienza che un Conte o un Ferrara non hanno, e bla bla bla, e bla bla bla…
Personalmente Spalletti non mi dispiace. Avrei preferito Prandelli, anche se entrambi sono indubbiamente buoni allenatori.
Il fatto è che se davvero, come dicevo in un altro articolo “non POSSIAMO vincere nulla per cinque anni”, alla Juve può venire anche il Mago Copperfield o Padre Pio redivivo.
Non potremmo vincere nulla ugualmente.

Già, non vincere nulla. ZERO titoli. O meglio, SERU tituli, come diceva il filosofo portoghese. E “seru tituli” resteranno anche quest’anno. Perché lo scudetto è già stato assegnato quest’anno e pure il prossimo (Dentone dixit). Perché la Champions’ la vincono squadroni come il Barcelona o lo United. I nostri eroi sono andati a giocarsela come la mitica cavalleria polacca contro i carri armati nazisti (a proposito, lo sapevate che è una delle tante leggende-bufala della storia?) ma sinceramente, di più non potevamo sperare. Avessimo anche eliminato il Chelsea, obiettivamente, quante speranze avremmo avuto con la nostra squadra di reduci dall’infermeria contro la Banda Messi? SERU anche in Campionato (come dicevamo) e SERU anche riguardo alla Coppa Italia, trofeo dai poteri magici che diventa a giorni alterni coppetta di latta senza valore (per chi ne è eliminato) o Sacro Graal ricolmo di gloria e onore (per chi la vince). SERU anche quest’anno per una squadra che, nella propria storia, ha sempre garantito una sorta di rendita vitalizia agli ambulanti delle bancarelle fuori dallo stadio, che potevano vendere bandiere aggiornate, male che andasse, un anno sì e un anno no. Già, ma dimenticavo… succedeva perché quel cattivone di Moggi ricattava gli arbitri, li chiudeva negli spogliatoi, li sacrificava a Shub-Niggurath e ne beveva il sangue ancora caldo.
Oggi invece siamo buoni, bravi e simpatici, facciamo vendere tante “500” e tante “Panda” e –soprattutto- per dirla con l’immagine triste ma descrittiva che usa il mio collega quando si scontra con i guai dei nostri Condomìni, “siamo tutti nudi nella foresta, legati ad un albero, e tutti quelli che passano di lì ce la buttano in……”

…scusate…

ZERO, dicevo. ZERO che nelle valanghe di pubblicità che quotidianamente ci investono diventa Tasso zero, Anticipo Zero, Chilometri Zero… Per i nostri uomini di mercato, invece, la parola d’ordine è “PARAMETRO ZERO”.
Se tra i lettori del Forum ci fosse anche un alieno sbarcato da Alpha Centauri con la sua astronave (magari proprio per comprare una “Panda”, colpito dall’improvvisa simpatia della Juve e della Fiat), diciamo che con la definizione “parametro zero” si intende un giocatore che, essendo scaduti i termini che lo legavano contrattualmente ad una squadra, e non avendo le parti rinnovato il contratto, si ritrova libero di accasarsi presso qualsiasi altra squadra senza che quest’ultima debba sborsare nulla al di fuori dell’ingaggio.
Orbene, quali possono essere le motivazioni che spingono una squadra a non rinnovare il contratto ad un giocatore?
a) è maturo per la pensione;
b) è un rompiscatole incredibile che spacca lo spogliatoio, spacca le bandierine del calcio d’angolo e spacca gli ammennicoli a tutta la squadra e a tutta la dirigenza;
c) è una pippa clamorosa come se ne sono viste poche;
d) è stato beccato a letto con la moglie del Presidente.
Tolto l’ultimo caso, che calcisticamente ha poco di rilevante e potrebbe causare problemi solo se anche la moglie del nuovo Presidente fosse di suo gusto, il nostro calciatore disoccupato rientra per il 90% delle volte nei primi tre casi. E a questo punto credo che anche l’alieno di cui sopra abbia capito che non si tratti di un buon affare (parlo del calciatore, non della Panda!).
La nostra dirigenza invece no.
Ha saccheggiato il mercatino delle pulci europeo e ha portato a casa Grygera, Mellberg, Salihamidzic. Per carità, alcuni di questi giocatori durante l’anno ci hanno tolto più di una castagna dal fuoco, hanno fatto spesso il loro onesto compito senza rubare lo stipendio, ma credo che il loro ruolo sia quello di ottimi rincalzi all’undici titolare.
Si presuppone cioè che hai due centrali-monstre e, la volta che uno è squalificato o rotto, metti dentro Mellberg. Hai un laterale che corre, copre, si propone come manco “Pendolino” Cafù dei giorni migliori e, quando proprio deve rifiatare, Grygera gli dà il cambio.
Se invece il resto della rosa comprende infortunati cronici come Zebina, volonterosi ma limitati operai del Pallone come Molinaro, e un’ardita pattuglia di quasi quarantenni, le cose si complicano.
Certo, ci sarebbero anche i giovani del vivaio.
Ma qui entriamo in quel mistero buio e contorto che nessuno ha mai saputo spiegare: all’estero si lanciano a 15 anni i futuri Fabregas e Messi. E poi li vogliamo comprare a vagonate di milioni di €uro.
Qui in Italia, invece, un Fausto Rossi, un Ekdal o un Ariaudo, “deve maturare” fino a 30 anni.
Mah…

ZERO. Zero infine come la competenza dei nostri dirigenti. Qualche giorno fa lessi su un articolo postato sul forum che John Elkann stava valutando se un dirigente “pratico di calcio” potesse servire nel CDA della Juve.
Che come tutti sappiamo è un caseificio. No, un calzaturificio. No, guarda caso, è una squadra di calcio…
Beh, Giònni, messa in questi termini direi che ad una SQUADRA DI CALCIO un dirigente che è PRATICO DI CALCIO tanto male non può farne, no?
No, solo per dire… Magari poi mi sbaglio…
Cioè, solo per capire… a disegnare le macchine alla Fiat mettono Pininfarina o Vissani? A studiare le strategie di marketing mettono un tecnico del settore o un cardiochirurgo?
Per quanto riguarda la Juve, anche qui il risultato è ZERO.
ZERO perché nella Dirigenza figurano nell’ordine: un tecnico esperto nel campo delle liquidazioni societarie, un organizzatore di tornei tennistici, un allenatore di pallavolo e un tecnico di mercato che è l’unico ad avere qualche minimo trascorso nel ramo perché ha lavorato per qualche tempo negli uffici di Moggi. Ma, giusto per sgombrare il campo da facili ottimismi e per chiarirci le idee, anche io ho fatto 6 mesi della mia Naja (nel lontano ’90-’91) al Comando della Regione Militare, ma non per questo dovrei essere nominato Capo di Stato Maggiore.
Per carità, qualcuno potrebbe obiettare: “Sì, ma il tanto declamato Moggi faceva il capostazione, e pure Giraudo era estraneo al mondo del calcio”. Ok, avete ragione. Ma infatti il primo è arrivato alla Juve dopo che da anni aveva lasciato cappello, fischietto e paletta e si era fatto un nome ed un’esperienza nel mondo del calcio. E il secondo era un Manager di indubbie capacità. E –dulcis in fundo- insieme ai due c’era un certo Bettega, che a quanto mi risulta non arrivava dalla bocciofila.
Tagliando corto, anche qui ZERO.

ZERO su tutta la linea…

“zèro: zèro (pl. zèri), s.m.
segno numerale, rappresentato da 0, che non possiede alcun valore in se stesso”


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