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Editoriale di G. GALAZZO del 12/05/2009 21:47:38
Addio BELPAESE

 

Nel Belpaese capita di sovente di leggere che noti ricercatori scientifici, luminari della medicina e giovani scienziati sono costretti ad abbandonare l'Italia per la carenza di strutture, laboratori e fondi per la ricerca.
Siamo un paese che non investe, o meglio sperpera, fondi e risorse costringendo chi ha ambizioni, capacità e talento a mettere le proprie doti a disposizione di altri paesi, capaci di accogliere le loro richieste.
La ben nota "fuga di cervelli" può benissimo essere accostata anche allo stato attuale del calcio italiano che, oltre alla cronica assenza di potere politico in ambito Europeo, ormai ha perso anche quel fascino, figlio dell' acume tattico, dalla preparazione atletica e di un coefficiente di difficoltà unici che portavano i migliori talenti nel nostro campionato e tutti gli operatori a studiare tattica in Italia.

Il fenomeno ha però ormai preso il percorso inverso: Capello rientrerà dall' Inghilterra probabilmente per fare solo il pensionato d'oro, Giuseppe Rossi, talento cristallino ha preferito la Spagna ed un club con un pedigree di certo non prestigioso, il vecchio Trap é da anni che preferisce insegnare tecnica e tattica nei paesi laddove c'é minor cultura calcistica.
Chi ha soldi in Italia non ci pensa minimamente ad investirli nel calcio Italiano rischiando di bruciarli in un prodotto che non rende più ed è poco appetibile economicamente; così troviamo un imprenditore rampante come Briatore che preferisce un decaduto vecchio club londinese della B inglese piuttosto che acquistare un club italiano anche di buon livello ( e l'occasione l'avrebbe avuta). 'In Italia la casta degli eletti che gestisce il calcio e ogni altro aspetto della società non ti permette nemmeno di partecipare. Quindi me ne sto alla larga, a me piace essere giudicato solo per i risultati . Qui sei sul mercato e giochi in una competizione pulita dove le regole non hanno chiaroscuri'. Chiaro ai nostro occhi il motivo del suo allontanamento.

Recentemente un noto quotidiano sportivo ha scritto che "Senza timori di oscure macchinazioni della politica e delle corporazioni, senza sindaci a gridare contro padroni russi e americani, senza Calciopoli, la Premier è diventata il Subbuteo dei miliardari.
Ed è un bel giocare il subbuteo, bello per davvero e poco importa se il loro calcio sia in mano agli stranieri: campioni, allenatori, magnati ed un ct della nazionale.
Il Liverpool di Benitez ha la Spagna nel Dna, l'Arsenal di Wenger parla francese, Il Chelsea è una multinazionale: se é vero che é un dato di fatto bisogna anche ammettere con onestà e un minimo di decenza che l'esempio é vincente per potere economico, per strutture idonee e cultura; stessa cosa si può dire della Spagna.
Affascinano e richiamano: provate a chiedere ad un allenatore delle Premier League se ora sente il desiderio di allenare in Italia; la risposta, seppur diplomatica, sarebbe un no, scontato, mentre non è scontato che i vari tecnici italiani riescano ancora a non cedere alla tentazione di migrare.
In Italia si gioca nelle aule dei tribunali, si assegnano scudetti a tavolino, tra richieste di rimborsi milionari e nessuna certezza nell’applicazione di norme e regolamenti.
A gennaio, anche la Corte dei Conti ha addirittura quantificato in 110 milioni di euro il danno erariale nei confronti di alcuni dei protagonisti di Calciopoli in quanto “lesa l’immagine dello sport”. Sotto accusa sono finiti gli iscritti alla Figc coinvolti in Calciopoli ancora sotto processo a Napoli.
Se questa è l'immagine del calcio italiano attuale allora é ben lontano dall’essere considerata anche semplicemente “credibile”.
Non dimentichiamo poi i campionati europei del 2012 assegnati a Polonia e Ucraina ai nostri danni. La beffa finale!

Nel frattempo le lusinghe estere paiono aver contagiato anche l'ultimo ( e unico ) re dei dirigenti del calcio italiano, ignobilmente detronizzato. Luciano Moggi ha ricevuto interessanti offerte da un ambizioso club straniero; evidentemente é facile capire che non si diventa competitivi solo investendo ingenti capitali: serve competenza, scaltrezza, conoscenze. Chi meglio di Big Luciano?
Di sicuro nell' ipocrita Italia pallonara molti vedranno questa ipotetica mossa come una liberazione dal diavolo corruttore, salvo poi tesserne le lodi in caso di progetto vincente; cosi come sarà altrettanto certo che nessuno, in Spagna o Inghilterra, griderà allo scandalo se prenderà provvedimenti verso qualche bizzoso e viziato calciatore alle sue dipendenze.

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