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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di M. VIGHI del 16/05/2009 22:50:15
Camoranesi genio e sregolatezza

 

Mauro German Camoranesi nasce il 4 ottobre 1976 a Tandil, in Argentina.
Molti tifosi, per le sue indubbie qualità tecniche, lo hanno soprannominato “il mago di Tandil”.
Mago. Già, perché nel calcio la magia è sinonimo di talento, e di genio (calcistico).
Aristotele sosteneva che “non esiste grande genio senza una dose di follia” , e il Camo, in campo e…negli spogliatoi…non ha mai lesinato di dare esempio sia del primo sia del secondo.
Esterno destro, nella sua carriera impiegato sia come ala sia come mezzapunta, dal tocco vellutato e abilissimo nei dribbling e nei passaggi, il campione argentino sigla il suo primo contratto professionistico con una squadra messicana nella stagione 1996-97, prima di passare nella Prima Divisione in Uruguay, dove con i Montevideo Wanderers gioca solo alcune partite, prima di rimediare una squalifica di 10 giornate per un pestone all’arbitro. Al suo ritorno in Messico sboccia però definitivamente, con i Cruz Azul, siglando peraltro 32 reti in 78 gare disputate.
Nel 2000 arriva in Italia, Verona sponda Hellas, dove gioca due ottime stagioni, al termine della seconda delle quali la Juventus lo acquista realizzando un affare probabilmente nemmeno sperato alla vigilia. Acquistato per complessivamente soli 9,5 milioni di euro, Camoranesi, evidentemente subito in sintonia con il mister Lippi, viene definitivamente trasformato da mezzala in ala destra pura, con risultati eccellenti. Già al termine della prima stagione in bianconero il fuoriclasse colleziona tra campionato e coppe la bellezza di 45 partite, impreziosite da 4 reti. Una di queste è la sua prima rete in Champions League, che il sottoscritto ricorda ancora perfettamente: una bordata da fuori area strepitosa, in una trasferta a Rotterdam conclusasi 1-1 con il Feyenoord.
E’ l’inizio della sua storia speciale con la Juventus e con i suoi tifosi.
Fino ad oggi Camoranesi ha indossato la divisa bianconera nientemeno che 252 volte, segnando 28 reti, e conquistando 3 scudetti (2002-03, 2004-05, 2005-06), e 2 supercoppe italiane (2002 e 2003).
Grazie alla legge che attribuisce la cittadinanza italiana a chi abbia almeno un ascendente italiano, Trapattoni nel 2003 lo convoca in nazionale, e anche con la maglia azzurra Mauro saprà fare ottime cose, culminate con la vittoria della Coppa del Mondo nel 2006, alla quale egli ha indubbiamente dato un apporto fondamentale, grazie alla fiducia incessantemente concessagli da Marcello Lippi.
L’avventura di Camoranesi con la nazionale prosegue anche dopo il successo di Berlino, prima con il nuovo commissario tecnico Donadoni, e naturalmente anche in seguito al ritorno sulla panchina italiana di Lippi.
Sono ormai 7 anni che quando pensiamo al mago di Tandil l’immagine evocata immediatamente è quella maglia bianconera con il numero 16 sulla schiena.
Camoranesi ha saputo da subito conquistarsi i tifosi grazie alle sue doti tecniche. Le quali, sommate alla caparbietà e alla qualità dei suoi compagni di squadra, hanno formato negli anni dei cocktail micidiali. Con centrocampisti assortiti in modo da essere forti sia in fase di interdizione che di ripartenza, con nomi quali Conte, Davids, Maresca, Tacchinardi, Viera, Emerson, in grado di garantirgli la possibilità di non spremersi eccessivamente nella fase difensiva e rendere al meglio in fase offensiva; attaccanti in grado di finalizzare al meglio i suoi cross, come Trezeguet; giocatori di qualità con i quali ricamare deliziose triangolazioni e trame di gioco palla a terra, come Del Piero e Nedved, il giocatore argentino ha incantato i nostri occhi con giocate di valore assoluto.
Eppure…
Il rendimento di Mauro negli ultimi periodi è vistosamente calato. L’anagrafe giocherà indubbiamente il suo cinico ed inarrestabile ruolo, tuttavia la sensazione di tanti tifosi è un’altra.
E’ la sensazione di un giocatore che non si impegna quanto dovrebbe.
E’ la sensazione di un professionista che se in passato ha dato tanto a questa maglia, oggi sembra venire meno ai presupposti fondamentali del suo lavoro, che non può limitarsi alla prestazione sul rettangolo di gioco, ma che inevitabilmente abbraccia anche la sfera delle sue relazioni con compagni, allenatore e dirigenti; la dedizione negli allenamenti; la capacità di fare gruppo.
L’ultimo episodio riportato dalla stampa, ovvero lo scontro aperto con Ranieri al termine del primo tempo di Juventus-Lecce del 3 maggio, per alcuni tifosi sembra essere considerato la classica goccia che fa traboccare il vaso. E chissà forse, in definitiva, il segnale ultimo che il suo viaggio in compagnia di Madama potrebbe essere giunto al capolinea.
Saranno davvero così le cose?
Non spetta a me dirlo. Potrei giusto esprimere il mio parere personale, ma evito di farlo.
Non amo i giudizi, non amo le sentenze riversate a parole con eccessiva sicumera.
Milan Kundera sostiene che “la stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall’avere una domanda per ogni cosa”.
Camoranesi è uno straordinario talento, che va a braccetto con una qualità rara nel calciatore: dice sempre quello che pensa, e ciò spesso non fa comodo. Forse è frutto proprio del suo genio e sregolatezza.
Domanda: come mai in passato apprezzavamo solo le sue qualità in campo, mentre ora vengono così bruscamente in luce i suoi difetti? Forse perché prima il polso di allenatore e società erano assai differenti da quelli di oggi? Benjamin Franklin diceva che “un genio senza educazione è come l’argento in una miniera”.
Domanda: come mai alcuni tifosi hanno trovato così fastidioso che egli abbia espresso giudizi poco diplomatici sulla squadra di oggi, per esempio come dopo il 3-3 con il Chievo? ("Una volta le altre squadre come il Chievo venivano a vedere quanti gol prendevano contro la Juventus, oggi vengono a cercare la vittoria: noi dobbiamo fare qualcosa, non è una cosa da Juve questa."). E’ stato valutata l’inopportunità da professionista di queste considerazioni? O non sarà che aprire gli occhi di fronte alla verità schietta e brutale è sempre qualcosa di scomodo e sconveniente?
Domanda: qualcuno si è mai fermato a considerare la sua dichiarazione in seguito alla sua permanenza (molto discussa) post scandalo calciopoli alla Juventus? Come raccontò lui stesso nell’estate del 2006: “Dissi: cavolo, mi sono fatto un mazzo così per arrivare fin qua e adesso devo andare in serie B? Dal mio punto di vista, poi, senza alcuna colpa…Perché non ho fatto come Vieira, Ibra e gli altri? Attenzione, ci terrei fosse scritto chiaro: non ho avuto la possibilità di scegliere”.
Domanda: e perché diavolo Ibrahimovic e gli altri hanno potuto scegliere e lui no???


Ndr: in attesa di risposte, per me Camoranesi resta un fuoriclasse dalla potenzialità indiscutibile in campo. Un professionista criticabile nel suo complesso, e comunque troppo difficile da gestire per una società sportiva che non sia ottimamente organizzata. Uno dei pochi calciatori che non recita un nauseante immutabile canovaccio di fronte ai microfoni.

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