Sono convinto che Calciopoli sia cominciata sabato 18 dicembre 2004. Si era appena giocata la partita Juve- Milan, terminata 0-0 e ricca di strascichi polemici, attrice importante delle intercettazioni galeotte che hanno portato alla distruzione della Grande Juve.
Come al solito, in collegamento da Milano, era seduto sulla sua seggiola Maurizio Pistocchi, con il consueto sorrisetto maligno alla Capitan Uncino, accessoriato da uno dei suoi cravattoni carnevaleschi. Si presentò Capello in diretta dal Delle Alpi e il Capitano Disneliano, nemico di Peter Pan, estrasse il suo uncino, graffiando il mister bianconero: “Capello, lo sa che ci sono 18 casi da moviola contro la sua Juve?”. Il Mister non fece una piega, si tolse l'auricolare e salutò: “Arrivederci”, lasciando di stucco il povero cronista che lo stava intervistando.
Quello fu il preludio, l'antipasto della ricca cena che venne poi servita ai poveri tifosi della zebra nell’estate del 2006, quando un reggimento di media antijuventini calpestarono la gloriosa storia centenaria del club più amato d'Italia.
Tra questi non poteva mancare Pistocchi, che, non contento di aver raggiunto l'obiettivo agognato, la distruzione della sua nemica Juve, continua tuttora a sputare veleno contro Madama e contro il Direttore, il quale, durante i dodici anni di gloria bianconera, fece in modo che il povero fegato di Pistocchi raggiungesse le dimensioni di un vecchio scaldabagno, così come quello del presidente Moratti.
L'altra sera abbiamo assistito all'ennesima Pistocchiata quando il giornalista ha accusato Zamparini di avere in Moggi un consulente di mercato, rimarcando che l'ex Direttore è fortunatamente scomparso dal mondo del calcio senza possibilità di ritorno.
Forse Pistocchi si sta dimenticando che il processo di Napoli è appena iniziato e che potrebbe concludersi con un colpo di scena talmente clamoroso da lasciare annichiliti i nemici del Direttore e della Juve. Un epilogo che potrebbe riportare le dimensioni del fegato di Pistocchi a quelle del vecchio scaldabagno, di cui parlavo in precedenza.
Volevo ricordare ancora all'opinionista antijuventino che esistono altri personaggi che dovrebbero scomparire dal mondo del calcio e che invece sono saldamente ai loro posti di manovra.
La lista è lunga: potrei citare Oriali, conosciuto per i suoi passaporti, oppure Collina, assiduo frequentatore di ristoranti a “lume di candela” con Galliani, oppure Della Valle, Lotito, uomini dal telefono caldo, e tanti altri ancora.
Come possiamo tristemente constatare che manca solo Moggi, mentre gli altri sono ancora tutti a dettar legge.
Ma la cosa che più stupisce è che Pistocchi continui a conservare il suo posto di lavoro, trovandosi ancora regolarmente di fronte alle telecamere a regalarci frasi cariche di rabbia, istigatrici di violenza gratuita.
Il tutto accompagnato dalla sua grandissima fortuna, che è quella di vivere nella nostra Italia, il paese delle trasmissioni calcistiche, dove per un probabile sgambetto in area vengono allestiti processi televisivi che farebbero venire la nausea anche al comandante dell'Andrea Doria.
Se il signor Pistocchi fosse spagnolo o inglese, molto probabilmente lavorerebbe in un ufficio postale o in qualche mercato immerso tra le nebbie d'oltremanica.
Qualche anno indietro mi recai a Barcellona per assistere a Barca-Real Madrid. Durante il match fu gettato ai piedi del traditore Figo, mentre stava calciando un corner, addirittura la testa di un suino. Fu una partita caldissima, con molti episodi dubbi, reclamati sia dai catalani che dai madrileni. Ebbene, feci ritorno in hotel convinto che avrei assistito a decine di trasmissioni sportive ricche di calde polemiche. La sorpresa fu grande nello scoprire che passavano, in alcuni Tg, solo gli highlights, con qualche piccolo commento al seguito.
Mi ritornano in mente anche le parole di Di Canio e Maresca, quando confermano che sia in Inghilterra che in Spagna non esistono le moviole come in Italia, che portano ad esasperare un mondo dove il business è ormai re incontrastato.
Nel Bel Paese si parla di calcio dall'alba al tramonto, per tutta la settimana, con opinionisti improvvisati e di certo ben retribuiti.
Sono tanti, incompetenti e tutti antijuventini. La realtà è sotto gli occhi di chiunque: dopo la partita giocata sul campo, la nostra squadra deve sfidare anche i vari conduttori televisivi, in agguato come tanti coyote a cercare lo scandalo giusto per azzannare la Zebra.
Se il telecomando cercherà i canali Mediaset, ecco che il tifoso bianconero si troverà di fronte l'antijuventino Pistocchi, il milanista Brandi, il granata Dotto, raggiungendo il massimo della goduria quando verranno presentati addirittura due, tre, quattro ex giocatori nerazzurri come Ferri, Berti, Altobelli e Beccalossi. Il tifoso deluso, allora, ordinerà al telecomando di virare sui programmi Rai, scoprendo amaramente che De Luca e Mazzocchi hanno completamente tappezzato la parete dello studio di giallorosso.
Non mancheranno all'appello nei giorni a seguire il laziale Galeazzi e l'interista Civoli, sempre nei canali di stato.
Ma il fondo non è ancora stato toccato. Ecco che il tifoso juventino selezionerà il canale 201, dove scoprirà che il viola Sconcerti e l'antijuventina D'Amico stanno aspettando il Mister Ranieri (d'ora in poi, Ferrara) per sferrare dei colpi di mannaia alla povera Juve, con l'ex Mauro che ride di gusto ripensando, forse, alla telecronaca degli interisti Bergomi e Caressa: il tutto alla cifra modica di 76 euro al mese, pacchetto completo.
Non ci resta che ritornare su Controcampo attendendo una battuta di Mughini, solo contro tutti.
Ma il trascinatore degli opinionisti è senza dubbio lui: Pistocchi, persino patetico quando, nel dopo partita, va a cercare un caso contro la Juve che nessuno potrebbe mai vedere, di assoluta irrilevanza.
Concludo con una riflessione: in Italia, purtroppo, la mobilità ha colpito e colpirà tanti poveri ed onesti lavoratori, perché non sperare che colpisca anche Pistocchi?
E perché non il licenziamento in tronco?
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