Una settimana assai poco calcistica ci si è prospettata, ma significativa.
Significativa non sotto l'aspetto calcistico stretto ma come bolla virtuale che identifica lo stato di oniricità che vive il calcio Italiano. Che viva, è ovviamente auspicabile per un calciofilo come me ma, la speranza è che stia solo temporaneamente in un incubo di valori sportivi dimenticati e di livello di competitività generale decaduto.
Ci troviamo quindi di fronte a un comatoso o solo ad un dormiente oppure ad un decuius?
Chi vivrà vedrà. Toccarsi è di rigore per i superstiziosi ma una terapia d'urto o una secchiata d'acqua gelida sarebbe meglio per i realisti.
Sono passati tre anni dalla istituzione della Wrestling Tim cup che ha sostituito di fatto il campionato italiano di calcio.
Sceneggiata che non ha nulla di sportivo, uno spettacolo verosimile solo nelle partite in cui non scende in campo la seconda squadra di Milano, perché il calcio si è sempre giocato in undici contro undici, mentre dall’ avvento del torneo aziendale è permesso a costoro di schierare quindici elementi. Schema 5-5-5, con i guardialinee a coprire gli esterni, l'arbitro a tutto campo e il quarto uomo conteso, che spesso va a ruba o che ruba direttamente.
Comunque sia il livello della "recita" lascia alquanto a desiderare.
Per vedere una partita di calcio in senso stretto, cioè autentica si è costretti a visionare quelle del calcio continentale sia dei tornei esteri che delle coppe. Dove spicca il ritmo diverso, l'animus pugnandi dei contendenti e la parità numerica, con i giudici di gara non schierati per disposizione audiocomandate di pelati registi neanche troppo occulti.
Quindi quando si mette il muso oltr’alpe sono dolori, o ammennicoli amari che dir si voglia.
Perché questa volontà di abbassare il torneo più difficile del mondo a operetta teatrale di terz'ordine?
Semplice per compiacere personaggi lamentosi e incompetenti che avevano fino a tre anni fa raggiunto vette concave di abissi di ridicolaggine e che stavano per battere nuovi record al negativo. Pletore di ratti infestanti le cantine e i sottoscala in quel di via Durini a Milano.
Certo, anche per salvare dalla bancarotta una lupa, dalle mammelle atrofizzate, che senza la qualificazione in Champions Legue tre anni fa avrebbe dovuto portare i libri dal giudice fallimentare.
Certo, anche e soprattutto per eliminare dal panorama una dirigenza competente e vincente e smembrare una squadra che avrebbe dominato per anni. Con un progetto economicamente sostenibile. Non come quello sbandierato da tal John Jacob Philip Elkann e dai suoi sghignazzanti adepti. Il quale persegue invece un altro progetto che è quello di raggiungere le vette di ridicolaggine e i record negativi dei suoi mentori ratti, di cui per ammissione stessa dell'alter ego bianconero del fu Brindellone nerazzurro, se ne seguono gli intenti e l'identificazione. Una sorta di livellamento verso il baratro.
Nessuno lo dice?
Certo perché alla stampa sportiva italiana istituzionalmente preposta, che per libertà e attendibilità di informazione viene subito dopo il Botswana e le isole Tonga nel ranking mondiale, tutto ciò non interessa. Anzi è parte del progetto.
Questa casta di antijuventini per indole o romettari per tifo o interisti per "buona fede", mazzi di "buona fede", anzi mazzette, ha come priorità il nascondere la verità al popolino.
Dire la verità significherebbe l'ammissione di aver mentito da sempre, specialmente nel 2006.
Quindi preferiscono continuare a inneggiare “all' onesta" banda di falsificatori di bilanci, passaporti e carte di identità, agli stupratori di Storia e ai ricettatori di patenti, orologi e scudetti altrui.
Per cui questa settimana come altre a venire continueremo a vedere contendersi le finali di Coppa continentale squadre inglesi spagnole o ucraine, per godere di calcio dovremo seguire i campionati altrui.
Mentre per essere superati dal Myanmar, nella classifica dei Media liberi e attendibili quel giornale non pulito, rosa, qualche giorno fa ha piazzato la frenata decisiva. Ha scritto che bisognerebbe ricusare il giudice del processo di Napoli, probabilmente perché non accetta la sentenza già preparata dall'insigne luminare in rovescio della verità, l' "onesto" nerazzurro Palombo, in diretto contatto medium con anime non candide.
Manca pochissimo per precipitare per sempre nel gorgo di un buco nero. Dove se smaltisci in modo improprio le scorie avrai sovvenzioni da enti parastatali per la produzione di energie alternative. Dove anche le scoreggie saranno vendute come deodoranti. Il tutto rigorosamente ed eticamente rosa (o nerazzurro)!
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