Big match di campionato tra Milan-Juventus e bomba ad orologeria sganciata dai soliti noti: Repubblica con Foschini e Mensurati e la Gazzetta dello Sport.
Stessa tecnica riconoscibile per forzare il messaggio attraverso l’uso del titolone.
“A Bari il portiere parla di Conte”, quello proposto dal giornale rosa e
“Chiusa l’inchiesta di Bari nelle carte le ombre su Conte. Per la Procura nessun reato: ma rischia un’omessa denuncia” per Repubblica. Accusa lanciata senza mezzi termini.
Leggiamo il contenuto.
Gazzetta dello Sport Il verbale di Gillet, però, potrebbe avere un peso diverso per la giustizia sportiva. Il portiere, alla terza sollecitazione, ha ricordato: «Colombo disse al mister che non voleva giocare perché la sfida sarebbe stata una farsa». Segue, nel racconto di Gillet, la sfuriata di Conte che poi avrebbe chiamato Kutuzov: «Tocca a te. E impegnati». In sostanza il rifiuto di Colombo (che si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm) e le motivazioni date al tecnico potrebbero prefigurare un’omessa denuncia. Repubblica Il portiere — oggi al Torino — ricorda che Conte chiese a Colombo, attaccante di seconda fascia, di giocare titolare. «No, mister, già non gioco mai, io la faccia in questa farsa non la metto» avrebbe risposto, in sintesi, l’attaccante. Inutile la sfuriata di Conte. Colombo non ne voleva sapere. Da qui la decisione di schierare titolare Kutuzov, con il quale Conte si raccomandò, racconta lo stesso giocatore, di impegnarsi particolarmente. «Almeno tu». Le due dichiarazioni fanno intendere quindi che Conte sapesse che c’era qualcosa che non andava in quella partita. E che i suoi giocatori non volessero giocare per vincereConte è stato sentito a Bari come persona informata dei fatti. Gli indagati per frode sportiva sono più di 20 ma nella lista non figura Antonio.
Scrivono su Repubblica che i problemi potrebbero arrivare dalle
pieghe delle testimonianze di Kutuzov e Gillet, che hanno però tenuto a precisare di non aver mai accusato Conte, anzi, entrambi hanno specificato che le loro parole non volevano creare problemi all’allenatore salentino.
Limitiamoci a questo per ora. I soliti quotidiani, le solite firme, prima di una partita importante cercano di creare subbuglio nell’ambiente bianconero rendendo noti i contenuti di materiale secretato. E lo fanno per alimentare il solito sospetto e lanciare le solite accuse.
Palazzi avrà ancora una volta un’arma in più. Prima degli inevitabili interrogatori a cui sottoporrà i tesserati coinvolti a Bari, sa bene, se vorrà condannare Conte, in quale pieghe andare a cercare. In quelle "pieghe" dove sembra esserci già "implicitamente" un'accusa "estrinseca" nei confronti di Conte.
Intanto la storia calcistica dell’allenatore Juventino viene messa in dubbio; la sua immagine viene macchiata da una stampa amica delle procure che usa colpire per indebolire l’avversario in modo subdolo. E noi dobbiamo accettare di essere presi in giro ancora una volta in attesa dell'auspicabile rifondazione della giustizia sportiva.
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