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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Il Fatto di N. REDAZIONE del 13/12/2012 13:36:54
1999. 50 domande: Ieri, Moggi e domani...

 

Intervista pubblicata su Hurrà Juventus del mese di maggio 1999

Luciano Moggi, Interrogatorio-intervista al Direttore Generale della Juventus. Sia sincero, chi vorrebbe essere? "Deschamps se giocassi a calcio, Benigni se facessi l'attore Ramazzotti se cantassi. Ma visto che quelli non sono i miei mestieri, mi accontento di essere me stesso".
Nel suo lavoro, tuttavia, pensa di recitare al parte del centromediano metodista, ama il lunedì come i barbieri e sogna una vacanza di venti giorni al mare con padre, madre, moglie, figli e nipotina.


Luciano Moggi è nato a Monticiano (SI) il 10 luglio 1937. Ha iniziato la carriera da dirigente sportivo alla fine degli anni '60 come osservatore per conto della Juventus. In quel periodo, grazie al suo straordinario fiuto, segnalò e fece arrivare a Torino ragazzi come Tardelli, Brio, Causio, Paolo Rossi e Gentile. Dal 1970 al '76 ricoprì l'incarico di responsabile del settore giovanile della Juventus, quindi il passaggio alla Roma dell'allora presidente Anzalone, per cui lavorò fino all'80 come consulente di mercato. Nel biennio successivo l'esperienza alla Lazio precedette il trasferimento al Torno, di cui Luciano Moggi è stato direttore sportivo fino al 1987, contribuendo ad uno dei periodi più felici della storia granata. Poi il grande salto al Napoli di Maradona, con cui Luciano Moggi è finalmente riuscito a coronare il grande sogno di vincere lo scudetto. Nel 1991 il ritorno al Torino per cui lavora fino al '93 prima di andare alla Roma, che poi lascia per dissapori con il presidente Sensi, passando alla Juve nel 1994 con l'incarico di Direttore Generale contribuendo in modo determinante alla lunga serie di vittorie bianconere nelle ultime stagioni.
Considerato "il re del mercato", Moggi nella sua carriera ha portato a termine tantissimi acquisti importanti. Tra i suoi "colpi" più famosi, Pruzzo, Junior, Careca, Scifo, Deschamps, Zidane, Inzaghi e Davids. L'ultimo della serie è stato Thierry Henry.

1 – Signor Moggi, si ricorda il suo primo acquisto?
«Bah, incominciamo male. Dunque, direi Badiani dal Piombino alla Juventus. Sembrava dovesse fare sfaceli. Un disastro».

2 – La prima cessione?
«Peggio che andar di notte. Mi occupavo della Primavera della Juventus, non posso ricordarmi».

3 – Se fosse un calciatore chi vorrebbe essere?
«Deschamps».

4 – Se fosse un attore?
«Benigni».

5 – Se fosse un cantante?
«Ramazzotti, nel senso di Eros».

6 – Se potesse domani mattina cambiare una regola del football, che farebbe?
«Abolirei le porte, così si gioca soltanto e la fate finita con le moviole, i problemi, tutto il resto».

7 – Nella vita che ruolo gioca Moggi?
«Attaccante».

8 – Nel lavoro?
«Centrocampista, anzi centromediano metodista».

9 – Meglio vincere uno scudetto o un Gran Premio d'ippica?
«Tutte e due. Già fatto».

10 – Qual è il negozio davanti al quale si ferma più volentieri?
«Quello dove propongono soltanto omaggi».

11 - Il giorno preferito della settimana?
«Il lunedì, sono come i barbieri».

12 – Il mese?
«Luglio. È il mese del mio compleanno, una volta festeggiavo, adesso tutti zitti».

13 – La stagione?
«Estate, estate, estate».

14 – Il rimprovero che si muoverebbe?
«Sono troppo bravo».

15 – Che cosa odia?
«D'inverno le scarpe basse, d'estate i mocassini. Porto gli zoccoli».

16 – Che cosa le piace di più?
«La coerenza, la generosità».

17 – La vacanza ideale?
«Venti giorni al mare con mio padre, mia madre, i miei figli, mia moglie Giovanna, e la mia nipotina. Stop».

18 – È geloso del suo lavoro?
«Se sei geloso non fai del bene a nessuno. Invece per essere padroni del mestiere bisogna saper essere utili agli altri».

19 – La donna ideale?
«Mia moglie».

20 – Il calciatore ideale?
«Uno come Conte, oppure come Ciro Ferrara che ho tra le scatole da quando gioca a pallone».

21 – Il presidente ideale?
«Franco Sensi».

22 – L'arbitro ideale?
«Agnolin».

23 – Chi vorrebbe incontrare?
«Il Papa».

24 – La città dei sogni?
«Roma».

25 – La gioia più grande?
«La mia famiglia».

26 – Il dolore più profondo?
«Tocco ferro».

27 – Gli amici?
«Tanti».

28 – I conoscenti?
«Troppi».

29 - I nemici?
«Di più».

30 – Il calciatore più forte mai avuto in squadra?
«Maradona».

31 – La partita della vita?
«Napoli-Juventus di Supercoppa italiana, il massimo».

32 – Il gioco?
«Scopone scientifico».

33 – Il film?
«Tutti quelli di Benigni, sempre».

34 – Il vizietto?
«I miei sigari».

35 – Il pregio?
«Saper valutare bene le cose, mi viene naturale essendo nato povero».

36 – Il pranzo ideale?
«Spaghetti al sugo, agnello arrosto con patate».

37 – Albergo ideale?
«Il Plaza di Buenos Aires».

38 – L'errore da cancellare?
«Aver ritenuto amici quelli che poi si sono rivelati nemici».

39 – Colpo da incorniciare?
«Pruzzo alla Roma».

40 – Il personaggio che inviterebbe a cena?
«Benigni, uffa, sempre lui».

41 . Numero di telefonate ricevute in un giorno?
«Un centinaio, vado per difetto».

42 – Numero di telefoni a sua disposizione?
«Quelli della sede e tre telefoni cellulari».

43 - Numero di giorni di ferie arretrati?
«Mille».

44 – Sogni?
«Rivincere la Coppa dei Campioni».

45 – Preferirebbe essere Presidente della Repubblica o re?
«Presidente, si comanda di più».

46 – Un aggettivo per Antonio Giraudo?
«Astuto».

47 – Per Roberto Bettega?
«Abile».

48 – Per Umberto Agnelli?
«Eccezionale».

49 – Per Giovanni Agnelli?
«Come sopra».

50 – Numero di bugie dette in questo interrogatorio-intervista?
«Per gioco tutte, per realtà nessuna».

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La redazione ringrazia Tyson1983 per aver fornito copia dell’intervista

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