Calciopoli non finisce mai. Nel secondo grado del rito abbreviato, dopo il calvario che si trascina dal 2006, sono stati assolti tutti gli imputati ad eccezione di Antonio Giraudo. Tutti gli assolti hanno evidenziato come meglio non potevano la farsa del 2006.
Dondarini:
“Sono finito in questa vicenda a causa di errori incredibili e clamorosi… grazie ad intercettazioni mai ascoltate che evidenziavano la mia estraneità ai fatti, è finito questo incubo. Io vorrei capire perchè le intercettazioni ripescate dai nostri avvocati, telefonate rilevanti, sono state ritenute in fase d'indagine irrilevanti dato che poi queste sono state fondamentali per la mia assoluzione. La Giustizia italiana e la Costituzione prevedono un principio di non colpevolezza fino all'ultimo grado di giudizio, gli imputati andrebbero trattati in modo decente, da innocenti fino a quando non emergono in modo definitivo le responsabilità. In questo processo non è mai accaduto nulla di questo".Pieri:
“Bisogna pensare alle persone qui si è giocato con il fuoco, con la vita di alcune persone che hanno subito ingiustamente. Ho rinunciato alla prescrizione coordinando questa decisione con i miei avvocati che hanno capito il mio desiderio di andare avanti in questi anni sempre a testa alta anche se non è stato facile"."Qui è stata fatta una controindagine, è stato usato un software, c'erano telefonate criptate..." Gabriele:
"Io la prima cosa fatta ieri mattina è stata andare a comprare un giornale sportivo in cui il 13 luglio 2004 c'era la mia foto a grandezza eccessiva, rispetto al capo d'accusa, perchè era la prima volta che un arbitro veniva accusato, su quel giornale la mia foto non c'era. Io stamattina avrei potuto portare il certificato che mia moglie ha avuto un parto da stress perchè il 27 maggio una tv ha detto che l'uomo nero era Marco Gabriele, credo che non esisteranno risarcimenti che potranno dare a me Pieri e Lanese e ai miei figli i sorrisi mancati in questi anni. L'ho detto l'altra sera, credo che noi sia gli altri colleghi coinvolti nell'ordinario sono persone per bene, trovo assurdo che sia stata solo la fortuna a permettere che io fossi assolto, che sia stata la dedizione di una persona che l'ha fatto, probabilmente la giustizia dovrebbe essere tale senza fortuna".Baglioni:
"Momento di sollievo, di liberazione, ma rimane l'angoscia, a me rimane la rabbia perchè aver vissuto questo processo con una controparte e un'accusa comportata con una colpa inescusabile escludendo intercettazioni che non erano agli atti. Non si può, l'appello è stato rigettato, hanno detto che l'appello non doveva essere fatto, non si fa così… queste telefonate dovevano essere portare, De Gregorio con questo materiale avrebbe fatto un'assoluzione, nel processo ordinario potranno essere portate le prove". Lanese:
"Ho provato dopo aver sofferto per sette anni più che una gioia una liberazione…. Questi sette anni sono vissuti con grande sofferenza. Io sono stato sempre con un accordo fatto in Federazione, ho chiesto personalmente di far si che l'associazione arbitri diventasse la sesta componente del calcio italiano e questo mi ha portato a parlare con le società e ho contattato tutti i presidenti delle squadre di A e di B e ho parlato con tutti".La teoria che ha retto calciopoli si è sgretolata. Inutile trovare conforto nella condanna di Antonio Giraudo che, dopo le recenti assoluzioni, sembra ancora più debole di prima. Si tenta di mantenere in piedi la farsa con voli pindarici, anche ridicoli,
per non permettere la revisione dello scandalo, ma il Re è nudo. Intercettazioni che “piaccia o non piaccia” ci sono sempre state e che qualcuno dovrà spiegare prima o poi perché non state attenzionate, soprattutto dopo la recente sentenza che ha di fatto confermato la loro importanza. Si assottigliano i capi di imputazione, spariscono come per incanto le frodi, quasi interamente escluso il settore arbitrale.
Rimangono le frasi di circostanza di chi ha rappresentato l’accusa che, pur di non perdere occasione per apparire davanti a qualche microfono e conquistare cinque minuti di popolarità, continua a rimarcare la validità di un lavoro indecente e parziale come si è dimostrato. Rimangono le accuse che ruotano intorno alle fantomatiche schede svizzere, mai intercettate o intercettate e mai reso noto il contenuto, sul cui silenzio hanno tratto conclusioni teoriche che ora dovrebbero reggere un’accusa di associazione a delinquere.
Alla vergogna si aggiunge il solito
immobilismo della Federazione che oggi più che mai si mostra complice delle ingiustizie di calciopoli. Lo scenario è cambiato, le accuse ridicole sono cadute, molte persone hanno ingiustamente pagato, il campionato “dell’onestà” è stato assegnato a chi si era macchiato, forse più di altri, di comportamenti sanzionabili senza mai essere giudicato, e anziché pensare alla revisione della sentenza sportiva fanno spallucce accodandosi in silenzio insieme agli accusatori della prima ora.
Calciopoli a cosa è servita? A far retrocedere il calcio, a mostrare cosa significa una giustizia accomodante, a mettere in evidenza le responsabilità di un governo del calcio incapace di essere super partes, a cambiare le gerarchie di chi sul campo non riusciva ad emergere e a mostrare i limiti della cultura sportiva italiana.
E c’è chi gioisce per questo!
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