Ed arrivò la penalizzazione che non ti aspetti, quella che non colpisce la Juve per intenderci, per far gridare tutti allo scandalo mettendo in mostra i limiti della giustizia sportiva ed anche quelli del procuratore Palazzi.
Il Corriere dello Sport, quello giustizialista verso Antonio Conte e gli altri juventini Bonucci, Pepe e Buffon, si scopre garantista per il Napoli. Nel quotidiano di oggi viene pubblicato anche un articolo dal titolo “
Da Conte al Napoli tutte le ‘papere’ dello 007 Palazzi”, evidenziando come il procuratore “
ha ‘toppato’ sei richieste su undici imputati”. Ma la sorpresa arriva da un editoriale di
Ferrajolo, il presidente dell’Ussi che dal 2006, in ogni suo pubblico intervento non ha fatto altro che sostenere calciopoli, sostenere quella giustizia sommaria che ha condannato la Juventus ed i suoi ex amministratori, che oggi scrive: “
questa giustizia sportiva va riformata in fretta”.
Ma dove è vissuto fino ad oggi?
E come mai questo sussulto di dignità solo dopo che la tanto decantata giustizia colpisce una società che non è la Juventus?Anche la Gazzetta dello Sport, presenta un editoriale a firma di Ruggiero Palombo in cui contesta un po’ tutto. Per il giornalista “
Ha sbagliato la Procura della Repubblica di Napoli, che ha tenuto chiuso in un cassetto il verbale Gianello (15 giugno 2011) per quasi un anno prima di girarlo a Palazzi”; “
Palazzi ha sbagliato due volte. Prima temporeggiando: la Procura di Napoli aveva chiuso l’inchiesta, il caso era circoscritto, si poteva procedere questa estate e arrivare così all’inizio del campionato. Poi nel processo: chiedere un solo punto di penalizzazione è errore da matita blu, che ha costretto la Disciplinare alla correzione.” “
Sbaglia pure Petrucci. Profuma troppo di politichese far finta di non voler commentare la sentenza e poi dire che tanto «è solo il primo tempo»”.
Una catastrofe insomma, che ovviamente viene evidenziata solo oggi anche se gli errori, e di che portata, vengono fatti da anni. Ma allora la gazzetta dello sport era il braccio armato della Procura di Napoli. A proposito,
Dondarini ha denunciato Narducci, come mai nessuno riprende l’argomento per approfondirlo? I paladini della giustizia ad intermittenza e le vedove del Napoli hanno già iniziato l’opera di sponsorizzazione della riforma della sentenza in previsione di una futura e ben più ampia riforma della giustizia sportiva.
L’auspicio è quello dello scontificio annusando una probabile modulazione della responsabilità oggettiva. Che anche ieri era sbagliata solo che non era conveniente (o negli accordi) metterlo in evidenza.
Non se ne fa una ragione
Varriale che domenica scorsa, nelle interviste post partita, ha cercato in ogni modo di portare acqua al proprio mulino facendo leva anche su Antonio Conte a cui ha chiesto: “
Quanto ti dispiacerebbe se questi punti fossero determinati nella corsa per lo scudetto?” La risposta è un capolavoro che da sola dovrebbe far riflettere più di mille altre parole: “
La situazione del Napoli non la conosco e da persona seria non mi permetto di giudicare e dare dei giudizi perchè io vengo da poco da una situazione dove altri sono stati poco seri.”
Mancava il colpo di teatro che arriva oggi. Il giornalista Rai ha dichiarato ai microfoni di Campania24News: “
…il giudice ha creduto a Gianello su quanto riferito a proposito di Cannavaro e Grava, mentre non ha fatto lo stesso su quanto detto in merito ad un altro giocatore all’epoca tesserato nel Napoli, ma attualmente nelle file della Juve. Mi riferisco a Quagliarella.” In che veste Varriale si permette di fare questa affermazione?
Anche
Zazzaroni si è spinto al commento grave: “
La penalizzazione per il Napoli è una follia”. Ed ancora: “
La responsabilità oggettiva è una cosa sbagliata”; “
La penalizzazione in corsa è una cosa vergognosa”; “
Le penalizzazioni dovrebbero riguardare il campionato successivo”.
Il tutto mentre continua ad affermare che Conte è stato giustamente condannato e che la sentenza deve essere rispettata…
Entrambi, forse non a caso, godono di ampia visibilità in Rai. Insomma l’ennessima dimostrazione di una tv di parte.
Esce allo scoperto anche
Italo Cucci, che con parole importanti commenta il primo grado di giudizio del processo sportivo: "
quello che vado gridando da tempo è l'antisportiva decisione di emettere sentenze autolesioniste e antisportive in corso d'opera, nel vivo di un campionato...;
In questo caso, in particolare, si è operato non solo contro il Napoli ma contro l’organizzazione calcistica affidata a menti deboli e confuse. Ed ancora:
Avere invece emesso la sentenza, con la squalifica di giocatori della rosa e la sottrazione di due punti alla squadra, è come avere commesso un furto. Tocca ora ai successivi gradi di giustizia ristabilire la regolaritá del campionato, gravemente minacciata. In caso contrario, sapremo che d’ora in avanti lo sport più popolare d'Italia e gli sforzi di imprenditori generosi saranno regolati da leggi degne dei pionieri del Far West. A gennaio si elegge il presidente della Federcalcio. Se le cose resteranno così, ribadisco la necessitá di un commissariamento.Se la barbaria della giustizia sportiva continuava ad accanirsi con la Juventus, Cucci continuava a rimaneva in silenzio?
Abbiamo comunque una nuova certezza: i cassetti di Palazzi si aprono solo se inserisci la giusta parola chiave. Palombo è bravo oggi a fare la morale, ma
non ricorda che la combinazione a tempo di quei cassetti ha permesso all’Inter di non pagare per presunti illeciti sportivi solo grazie alla prescrizione; non ricorda che uno di quei cassetti è stato aperto poche ore prima della finale di Pechino impedendo al tecnico juventino di sedere in panchina. Così come, da un altro cassetto, sono uscite, in piena corsa scudetto, quelle notizie filtrate dalla procura e finite sui giornali non si sa bene con quale scopo, magari per destabilizzare nel momento decisivo del campionato. Palombo non ricorda nemmeno che Palazzi aveva dimenticato, in uno dei tanti cassetti, anche la denuncia di Farina e che è stato costretto a riaprirlo solo dopo lo scoppio dell’indagine condotta dalla Procura di Cremona.
Tutto un mondo che si muove ad orologeria, che invoca riforme solo quando conviene e finge di non vedere lo schifo che la giustizia sportiva da tempo sta comminando al mondo dello sport .
La giustizia "domestica" non è stata mai credibile negli ultimi anni, ma oggi più di ieri, appare nuda con le sue responsabilità, i suoi limiti e la sua partigianeria.
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