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Attualità di G. FIORITO del 05/01/2013 10:51:51
Scheletri negli armadi. Il caso Preziosi

 

Che Abete non abbia antagonisti pronti a contendergli la presidenza della FIGC è difficile da credere, considerata la mole di fallimenti e di scheletri accumulati negli armadi della Federazione negli anni del suo “governo”.

Dal 2006, anno in cui succedette a Carraro, coinvolto e poi scagionato in toto nell’affaire calciopoli nonostante la telefonata compromettente con la quale invitava Bergamo a imbeccare l’arbitro Rodomonti affinché non favorisse la Juve nel match con l’Inter, ne ha lasciate fare di cotte e di crude. Visto con il senno di poi, il vero scandalo di calciopoli consiste nell’aver retrocesso e privato di due titoli la Juventus, una società a carico della quale il tribunale sportivo, come quello della giustizia ordinaria 5 anni dopo, ammise subito non esserci alcun illecito e aver omesso di punire l’Inter, una squadra a carico della quale il procuratore federale Palazzi addebitò illeciti che allungando i tempi entro i quali avviare i necessari iter giudiziari finì col dichiarare caduti in prescrizione.
Nei suoi anni di “regno”, Abete ha visto impoverirsi il calcio italiano, che ha perso un posto nelle competizioni europee ed è stato beffato dalla mancata assegnazione in patria degli Europei 2012. Quanto alla nazionale, l’ottima prestazione agli europei, favorita dalla presenza del ceppo principale bianconero, non può far dimenticare la débâcle dei mondiali 2010.

In data 2 gennaio le agenzie di stampa hanno battuto la notizia secondo la quale la Corte d'Appello di Genova ha revocato i benefici della condizionale a Enrico Preziosi per due condanne del tribunale di Como e di Monza per bancarotta fraudolenta e truffa per un totale di un 1 anno, 11 mesi e 20 giorni da scontare. Al presidente del Genoa è stato concesso l'indulto. Per Preziosi nulla cambia, se non in diritto. Respinta la richiesta avanzata dagli avvocati di mettere in continuazione le tre condanne, le pene accessorie di Genova per la combine della partita con il Venezia, tra cui l'obbligo di rimanere lontano dallo stadio per 6 mesi e di presiedere i consigli di amministrazione delle sue società, rimangono, sebbene il loro termine, posto in esecuzione nel luglio scorso, scadrà a giorni, entro la fine di gennaio 2013.
Cade per l’ennesima volta in piedi il presidente rossoblu, protagonista di uno dei giochi non preziosi, ma di prestigio della Federazione.

L’8 agosto 2005, Carraro presidente FIGC, la CAF conferma la retrocessione del Genoa in Serie C1 con 3 punti di penalizzazione, 5 anni con proposta di radiazione per Preziosi, presidente del Genoa e 5 per Dal Cin, presidente del Venezia, per la combine della partita del campionato di serie B giocata al Ferraris tra le due squadre e vinta per 3 a 2 dai padroni di casa, autori di un eccellente campionato. Nell’ambito di un’indagine sul calcio scommesse, i magistrati genovesi Alberto Lari e Giovanni Arena, ascoltando alcune intercettazioni, scoprono l’illecito, originato da un’intrusione di alcuni Soci Granata, in particolare Luigi Gallo, ex presidente del Venezia arrestato in seguito per il crack del Torino, che avrebbero offerto denaro affinché la squadra della laguna vincesse la partita.
Il 14 giugno 2005, nei pressi di Cogliate, dove è la sede della Giochi Preziosi S.p.A., i carabinieri fermano un'auto su cui viaggia Giuseppe Pagliara, dirigente del Venezia. Durante la perquisizione, viene rinvenuta una busta gialla formato A4, non come si racconta spesso una valigetta, contenente un modulo di contratto di vendita intestato al Genoa CFC che riguardava il giocatore paraguaiano Ruben Maldonado e 250.000 euro, che si rivelano non essere destinati alla compravendita del calciatore, ma alla combine della partita.
Il Genoa contesta l’utilizzo illegale delle intercettazioni e si rivolge al tribunale ordinario dopo la sentenza sportiva, non riuscendo ad ottenere soddisfazione, in quanto una società sportiva non può fare ricorso alla giustizia ordinaria. L’accusa di associazione a delinquere viene derubricata in sede ordinaria, ma per la frode sportiva la seconda sentenza d'appello, essendo stata annullata la prima dalla Corte di Cassazione il 25 febbraio 2010, in data 15 febbraio 2011 conferma la condanna a 4 mesi per Enrico Preziosi e dispone l'assoluzione per il figlio Matteo, per Capozzucca, ds del Genoa e per Francesco Dal Cin.

Scrive Tuttosport il 14 settembre 2011, alludendo a un patteggiamento segreto la cui riservatezza non sarebbe stata richiesta da Preziosi come affermato da Abete, ma concordata dalle parti e sancita dagli arbitrati: “Niente radiazione, dunque, ma anzi un nuovo arbitrato nel dicembre 2010, nel quale si chiede di transare la squalifica di 6 mesi per il caso Milito-Motta, ma si finisce a trattare di 19 mesi di squalifiche varie, per le quali si addiviene ad un accordo che magicamente libera Preziosi del peso della giustizia sportiva dal 20 gennaio 2011”. Per la cessione di Milito e Thiago Motta all’Inter, Preziosi aveva subito un’ulteriore squalifica di sei mesi per avere, mentre era sospeso, direttamente trattato con Massimo Moratti, anch’egli squalificato per tre mesi. Seguendo la ricostruzione di Tuttosport, il 23 febbraio 2010 Preziosi ottiene l’arbitrato per trattare l’annullamento degli altri 5 anni rimediati per il fallimento Como, che si dovrebbero sommare a quelli del caso Genoa-Venezia e spostare il reintegro al luglio 2015. Senonché l’avvocato Grassani riesce a far valere le motivazioni del ritardo con cui si è arrivati all’arbitrato e la Figc infligge solo una multa di 150 mila euro da destinare al calcio africano, in vista dei mondiali del Sudafrica.

Non è finita. Nel dicembre 2010 Preziosi si dispone al pagamento di una multa di 50.000 euro e accetta un fine pena per il 20 gennaio 2011, per altre sanzioni. Il 28 aprile 2010 Abete può disporre del primo parere della Corte di Giustizia federale sulla radiabilità dei condannati prima del luglio 2007, quando cambiano regole e statuti. Tuttosport continua l’excursus: “«Radiazione automatica» per i 42 soggetti, tra cui Moggi e Preziosi. E invece no: richiesto altro parere interpretativo, si finisce l’iter interno il 13 luglio, Abete deve comunicare. Ma altro stop: la radiazione vale per tutte le federazioni e allora? Si chiede all’Alta Corte Coni, in data 19 gennaio 2011 un nuovo parere, quello che condurrà al processo 'attualizzato' per il quale s’appellano al Coni gli ultimi radiati Moggi, Giraudo e Mazzini. Nel frattempo, a Preziosi è scaduta la squalifica di cinque anni per Genoa-Venezia: nessuno ha esercitato il potere/dovere di agire e la radiazione non c’è più”.

A giorni il presidente del Genoa potrà dire momentaneamente esauriti i suoi problemi con la legge. Non dubitiamo che sarà ansioso di riprendere i suoi affari con il presidente Moratti.
Certi amici sono davvero “Preziosi”.

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