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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Inchiesta/Intervista di N. REDAZIONE del 07/01/2013 08:01:56
Paolo Dondarini risponde a GLMDJ

 

In esclusiva per Giulemanidallajuve, Paolo Dondarini risponde alle domande della nostra redazione.

Dopo oltre sei anni di sospetti e sentenze mediatiche, il mese scorso la quarta sezione della Corte d’Appello di Napoli ha sentenziato che Dondarini non faceva parte di nessuna “cupola” né ha mai commesso frodi sportive. Qualcuno ha approfittato degli auguri di rito per porgere le proprie scuse?
Nessuno ha porto alcuna scusa, ho ricevuto molti attestati di stima ma all'appello manca qualcuno da cui mi sarei aspettato almeno un cenno di solidarietà e che invece ha completamente taciuto.

Nel maggio 2006 Travaglio trascrisse alcune parti della sua telefonata con l'allora designatore Pairetto, in merito alla partita Sampdoria-Juventus. Con una brillante azione di taglio e cucito dispose il dialogo a supporto della tesi di colpevolezza. Quando fu possibile leggere l'intero contenuto della telefonata, le parole non lasciarono spazio all'interpretazione e a fine partita concesse un rigore sacrosanto ai bianconeri, su indicazione del guardalinee.
Nell'apprendere lo stravolgimento della realtà a mezzo stampa, ebbe subito la consapevolezza di trovarsi in mezzo a una farsa?

Travaglio ebbe quantomeno la grave colpa di omettere di riferire che dopo quelle telefonate il GIP di Torino archiviò le indagini. L'unica consapevolezza che ho sempre avuto é relativa alla mia estraneità ai fatti contestatemi.

Nonostante le tante contraddizioni presenti già nel 2006, cui se ne sono aggiunte molte altre durante lo svolgimento del rito ordinario, i media hanno continuato ad appoggiare la tesi colpevolista, tentando di insabbiare il resto. Che idea si è fatto del giornalismo italiano?
Credo che il comportamento dei singoli non possa inficiare tutta una categoria. Ho perseguito e sto perseguendo tutti quei professionisti che hanno scritto falsità sulla mia persona e sulla mia vicenda. Detto questo è all'evidenza lo schieramento di quasi la totalità della stampa. Penso che una parte di essa sia stata vittima di chi ha condotto le indagini. Un'altra ne é stata senza dubbio complice.

Quali possono essere le ragioni per cui i media hanno cavalcato in toto la tesi colpevolista a costo di insabbiare e modificare ciò che non faceva comodo?
Ritengo che ci siano state ragioni "passate sopra la nostra testa" e che non é stato possibile sapere, fino ad oggi. Ma domani...

Mentre la macchina del fango era in azione, ha ricevuto solidarietà nel suo ambiente o si è sentito come la pecora nera abbandonata da tutti?
Ho avuto grande solidarietà e sostegno dalla base; lo stesso non posso dire per il vertice, che anzi mi ha abbandonato al mio destino.

Vorremmo tornare con un paio di domande a prima dello scoppio di farsopoli. Oggi sappiamo con assoluta certezza che una società di calcio, oltre ai propri tesserati e a mezzo mondo del pallone, si serviva di «arbitri amici» e di una «macchina spropositata» per far «attenzionare» arbitri di Serie A. Lei e i suoi colleghi avete mai avuto percezione di ciò?
Se si riferisce all'Inter ed al cosiddetto spionaggio Telecom, da parte mia non ho mai avuto alcun sospetto in merito. D'altronde non sono fra le persone che sono state sottoposte a quel tipo di "attenzione".

Conosciamo bene il Nucini arbitro sul campo e il Nucini «cavallo di Troia», com’era il Nucini collega?
Non ho mai avuto alcun problema con Nucini. Ho letto di rapporti che avrebbe avuto con un dirigente di società. Ciò mi ha rattristato nella stessa misura della vicenda di un altro collega che avrebbe cercato un incontro segreto sempre con un dirigente di società, con non so bene quali obiettivi.

Quando c’era una partita importante, magari un match tra squadre con presidenti particolarmente avvezzi al lamento e allo scaricare le colpe sull’arbitro di turno, come viveva la preparazione? Quali erano le raccomandazioni fatte de visu?
La nostra professionalità era, come é tutt'oggi, massima. Nulla era mai lasciato al caso ma tutto tecnicamente studiato nei dettagli. Le raccomandazioni che mi sono sempre state impartite erano esclusivamente per raggiungere l'obiettivo di un arbitraggio preciso e possibilmente apprezzato da tutti.

Prima di arbitrare una partita, è consuetudine memorizzare l’elenco dei diffidati? Qualcuno ha mai raccomandato di fare particolare attenzione a un calciatore poiché diffidato?
Ognuno ha le proprie abitudini, personalmente ho sempre evitato di conoscere i diffidati per non incorrere in condizionamenti di ogni sorta. Quanto alla seconda domanda, ovviamente mai.

Per Massimo De Santis chiedere alcune maglie ufficiali della Juventus a fine partita è divenuta, per l’accusa, una prova del forte legame col club. Era davvero cosa strana ed esclusiva?
Era quasi una prassi per ogni squadra regalarci la maglia a fine gara e mi creda che per noi era un gradito omaggio; non immagina quante richieste giungono, ad ogni gara, ad ogni arbitro, da parte di amici e conoscenti che vorrebbero una maglia ufficiale. Quasi tutte vengono poi dagli arbitri regalate. Quanto al capo di imputazione non é stato l'unico basato sul nulla!

Ha mai avuto la percezione che i designatori Bergamo e Pairetto valutassero lei e i suoi colleghi prescindendo dall’aspetto tecnico?
Oggi come allora quello tecnico é uno degli aspetti presi in considerazione ma non l'unico. Sono considerati altrettanto importanti quello psicologico, quello mediatico, quello sullo stato di forma e, senza essere ipocriti, quello fiduciario.

Durante l’intervallo della partita si usava tenere i telefoni spenti o accesi?
Il mio é sempre stato spento. Degli altri non posso rispondere

Qualche dirigente le ha mai fatto visita nello spogliatoio, durante l’intervallo, per protestare?
Più di uno ed ogni volta sono stati prontamente squalificati dal Giudice Sportivo.

Restando sull’argomento, di solito quanti testimoni assisterebbero all’arrivo del dirigente furibondo?
Era consuetudine, ove possibile chiamare sempre anche il dirigente dell'altra squadra; comunque l'incaricato dell'ufficio indagini era sempre pronto ad accorrere in nostro soccorso quantomeno per assistere alla "sfuriata".

Lei nel 2006 fu prosciolto in sede sportiva ed ha potuto continuare a svolgere la sua attività. Cos’è cambiato in quei mesi?
La consapevolezza che bastano le maldicenze di altri per metterti nei guai. Praticamente ogni arbitro, in ogni gara, può potenzialmente essere accusato di frode sportiva a sua insaputa! Nessuno ha voluto capire che é necessario che ciò non possa accadere nuovamente. Nel nostro Paese degli arbitri non interessa a nessuno se non per massacrarli.

Nel 2007 la Juventus torna in Serie A nell’inedita versione di società simpaticissima. Anche qui, che cambiamento ci fu a livello di tensione arbitrale e quali erano i commenti?
Nessun cambiamento da parte degli arbitri, piuttosto sono i media ad interessarsi ad una squadra più che ad un'altra, rendendola simpatica o meno.

2009, Juve ancora simpatica, la panchina accenna a una protesta e gli arriva un «Zitti voi che venite da calciopoli!» da parte di un assistente arbitrale con carriera pluridecennale alle spalle. Le è mai capitato di assistere a scene simili?
No e fatico a credere che ciò sia verosimile.

Cos’ha pensato quando sui giornali è apparsa la storia delle sim svizzere date agli arbitri?
Fu attraverso la rubrica "Palazzo di vetro" del giornalista Ruggiero Palombo della Gazzetta della Sport. Non é importante quello che pensai allora, quanto quello che penso oggi: la fonte fu quella che aveva anticipato (con successo) i verdetti della giustizia sportiva, la stessa fonte che poi abbiamo scoperto annoverare tra i suoi giornalisti uno che ha collaborato con gli inquirenti di Napoli ed essere stata presa, dagli stessi inquirenti, spesso, come prova di colpevolezza degli indagati. Incredibile ed inaccettabile.

Considerando la sua vicenda, ha mai avuto l'impressione di essere una pedina da sacrificare, insieme con altre, per la realizzazione di un disegno molto più grande?
E' evidente che l'obiettivo era Luciano Moggi e che servivano persone da accomunare a lui; le dico però che se hanno visto in me un capro espiatorio mi hanno sottovalutato, ed hanno sottovalutato il mio legale.

Lei ha denunciato l’ex pubblico ministero di calciopoli Narducci. La stampa ha posto attenzione particolare all’inciso di pagina 55 del libro, ha individuato altre imprecisioni?
Il dottor Narducci, nel suo libro, ha scritto cose false e ciò é imperdonabile ed ingiustificabile. Credo di poter inoltre dire che non sia l'unica cosa riguardante il sottoscritto a cui dovrà dare risposte.

Il suo legale, Avvocato Bordoni, ci ha recentemente elencato le molte iniziative legali che lei ha portato avanti. Ne ha in programma altre?
Certamente sì, non voglio però svelarle ora sia perchè non é il momento sia perchè c'é più di una persona che mi ha fatto del male, ed è giusto che rimanga in attesa a meditare con il timore di dover, prima o poi, rifondere quanto causatomi.

A seguito della condanna di primo grado si dimise da componente della Commissione Arbitri Interregionale. Qualche mese dopo fu eletto presidente della sezione AIA di Finale Emilia ma il comitato nazionale la sollevò dall’incarico commissariando la sezione. Dopo l’assoluzione le è stato proposto un nuovo incarico?
Le mie dimissioni del 2009 furono un atto per soddisfare la richiesta di chi aveva manifestato imbarazzo dalla vicenda. La Sezione venne invece commissariata senza che io venissi rimosso... non aggiungo altro perché sulla vicenda é ancora pendente un mio ricorso al TAR del Lazio. Quanto alla sua domanda non mi é stato proposto alcun incarico semplicemente perchè dopo l'assoluzione nessuno dei preposti mi ha chiamato.

Quali sono i programmi per il suo futuro?
Il calcio é la mia passione, nonostante tutto. Lo sport é sempre stato in cima ai miei desideri professionali. Nel 2000, quando fu istituita la facoltà di scienze motorie, come diplomato all'ISEF, mi laureai specializzandomi in marketing e management sportivo discutendo la tesi sull'azione di marketing delle società calcistiche di serie A... ma per poter decidere cosa fare bisogna prima ricevere proposte; ad oggi nessuno mi ha cercato ed io a dire il vero, per carattere, non sono uno che si propone.

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