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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. GIACOMINI del 11/01/2013 07:50:36
Abete: il fondo per la tutela arbitrale

 

L’intervista al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, ci ha presentato un dirigente sportivo lucido e pronto ad affrontare i prossimi quattro anni con determinazione, quella stessa che nell’ultimo quadriennio è venuta a mancare anche se lui, giustamente, difende il suo operato, come noi, altrettanto giustamente, critichiamo e abbiamo criticato spesso.

Nelle ore successive alla messa in onda della trasmissione e dei 100 minuti di risposte del “non legato alle logiche della poltrona”, mi è stato detto più colte che avrei dovuto intervenire più spesso per contraddire il numero uno federale là dove non mi sia trovato d’accordo e ammetto che in più di un’occasione non sono stato completamente soddisfatto delle sue risposte.
Credo, certo forse sbagliando, che quella di ieri doveva essere uno spazio interamente dedicato al pensiero abetiano, visto che in questi anni noi abbiamo espresso il nostro pensiero sul suo operato e su quello della sua squadra di lavoro. Bisogna dire che Abete non ha richiesto di conoscere le domande prima dell’intervista cosa, che tra l’altro, non avremmo mai e poi mai concesso così come non lo concediamo a nessuno. Certo, chiedergli tutto ma proprio tutto sarebbe stato impossibile in una sola intervista, quei 100 minuti sono volati via senza poter approfondire alcuni aspetti e se ci fosse stato un botta e risposta tra me e lui saremmo ancora a Via Allegri, e ripeto non sarebbe stato corretto visto che io qui ho la possibilità di parlare ogni volta che voglio, cosa che il presidente Abete, così come chiunque altro, può fare.

Dei vari punti su cui non mi sono trovato in sintonia con Abete quello sul fondo per la tutela arbitrale è il più eclatante dal mio punto di vista perché smentisce in maniera clamorosa le parole del direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini che a margine di una riunione con il presidente dell’Associazione Arbitri Nicchi aveva detto testuali parole: «A carico dei tesserati prima c’era solo la possibilità di squalifiche, ma adesso abbiamo inserito anche per i calciatori le ammende e le pene pecuniarie, quindi pagheranno di tasca loro. Per le società era prevista già un’ammenda, ma dalla prossima stagione quelle che si macchieranno di episodi di violenza non usufruiranno più della gratuità del servizio arbitrale, pagheranno e verseranno una somma forfettaria che andrà in un fondo per la salvaguardia degli arbitri». In pratica dovrebbe esistere in Federcalcio un fondo di accantonamento per la tutela arbitrale che derivi dalle multe comminate alle società che si sono macchiate di comportamenti violenti nei confronti degli arbitri. Per Giancarlo Abete la visione è un’altra a mia domanda sull’esistenza del Fondo il presidente FIGC ha così risposto: «C’è nel senso che è prevista una dimensione che consenta di avere dei rimborsi che evitino le autorizzazioni ad adire alle vie legali e nel contempo a impegnare in procedimenti i Tribunali ordinari, quando di questi provvedimenti non ce né necessità. Non è un fondo che è prefigurato in termini di somme stanziate è una disponibilità che è stata data che ovviamente la Federazione è in grado tranquillamente di onorare. Teniamo conto di una cosa».

Qui interrompo il presidente per ricordargli che il diggì Valentini parlava di un vero e proprio fondo che poteva aumentare con le multe fatte alle società o ai tesserati, questa la risposta, che riportiamo sempre fedelmente: «No. Sono due situazioni diverse nel senso che l’impegno condiviso anche da parte della LND da parte del Consiglio federale che, in qualche modo, se si raggiungeva un certo tipo di situazioni relative a giornate di squalifica o comportamenti impropri di dirigenti questo facesse scattare, non in automatico, ma in esito di una valutazione che venisse fatta dalla Federazione il mancato rimborso delle spese arbitrali o per lo meno la gratuità delle spese arbitrali. Il messaggio che si è voluto far passare, non è pensabile che la Federazione paghi, dia la gratuità, delle spese arbitrali nei confronti di una società la quale durante il campionato, non è che si macchia della squalifica o naturalmente dell’inibizione di quindici giorni del dirigente, ma che dia luogo a dei comportamenti violenti nei confronti di arbitri o di terne arbitrali, questo farebbe passare un messaggio che sarebbe incomprensibile: che la Federazione dà alla società la gratuità arbitrale e che le società, diciamo, questa gratuità arbitrale la utilizzano per dare luogo a comportamenti scorretti nei confronti degli arbitri da parte di dirigenti o da parte di tesserati».

Qui interrompo di nuovo il presidente Abete chiedendogli di nuovo se esiste questo fondo e se è per il risarcimento, così come fatto capire dalle parole di Valentini, degli arbitri colpiti da aggressioni durante le partite. Qui Abete afferma che: “C’è la disponibilità, nel senso che non c’è come le ho detto prima una somma predefinita, ma naturalmente dato che non è che noi non abbiamo delle risorse disponibili in fondi che sono fondi, ovviamente, istituzionali previsti il fondo di fatto è già esistente nel senso che ora come ora che cosa avviene: sostanzialmente l’arbitro ha delle volte difficoltà a farsi riconoscere il danno subito e quindi ricorre ai Tribunali ordinari e noi spesso diamo le relative autorizzazioni. L’obiettivo è quello di far sì che questa dimensione non determini all’arbitro che ha avuto anche un danno in termini fisici o in termini economici anche la difficoltà di attivare un iter presso il Tribunale ordinario fermo restando, ovviamente, come voi sapete, per quanto riguarda invece le situazioni relative a percosse o a situazioni collegate a danni alla persona oltre un certo livello scatta una dimensione d’ufficio, nel senso che non c’è neanche necessità ad adire le vie legali, perché se io ho subito dei danni di un certo livello in qualche modo l’attività da parte dell’organo che è previsto a livello ordinario è automatica e quindi non richiede un’autorizzazione che viene richiesta dal tesserato nei confronti della Federazione». Ok, sulla gratuità siamo d’accordo anche se ci informeremo su quante società pagano il “servizio arbitrale” dopo essersi macchiate di aggressioni. Sul fondo siamo distanti anni luce dal Abete perché il suo direttore generale aveva fatto credere a tutti che con i soldi delle multe si sarebbe creato un fondo apposito, a scanso di equivoci riportiamo, nuovamente le parole di Valentini: «{…} Per le società era prevista già un’ammenda, ma dalla prossima stagione quelle che si macchieranno di episodi di violenza non usufruiranno più della gratuità del servizio arbitrale, pagheranno e verseranno una somma forfettaria che andrà in un fondo per la salvaguardia degli arbitri».

Questo fondo non esiste. Ci sono, come già scritto, altri spunti e opinioni o dati di fatti chiamateli come volete che non ci trovano d’accordo con il presidente Abete e più avanti ne riparleremo e perché no anche con “il non legato alle logiche della poltrona”.



I video dell’intervista a Giancarlo Abete realizzata da Massimiliamo Giacomini (click!)

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