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Attualità di G. FIORITO del 15/01/2013 09:26:38
Qui RAI3. Tutte le scommesse minuto per minuto

 

Parte I

La sera di domenica 13 gennaio 2013 è andata in onda su Rai3 una puntata di “Presadiretta” condotta dall’ottimo Riccardo Iacona, che ha puntato i riflettori sullo scandalo del calcioscommesse. Prologo della trasmissione è stato il solito tentativo di strumentalizzazione messo in opera da un’anticipazione di “Il fatto quotidiano” riguardo al coinvolgimento di Conte e del Siena, ripresa piuttosto arbitrariamente da una twittata di Giulio Mola , che si diceva sicuro che Doni avesse esplicitamente dichiarato che Conte “sapeva”.

Per restituire significato ai fatti partiamo dalla fine della trasmissione, perché una simile concezione del giornalismo, che privilegia il sensazionalismo a scapito dell’informazione, non solo vanifica il lavoro coscienzioso della redazione di “Presadiretta”, finalmente impostato sul giornalismo d’inchiesta, ma finisce col fornire una copertura ai maggiori fruitori del fenomeno delle scommesse illegali: le organizzazioni malavitose. Le parole di Riccardo Iacona a conclusione della trasmissione sono state: “Nessuno vuole fermare questa macchina per fare soldi anche se tutti sanno che è truccata” . Il giornalista ha anche osservato che, come nel caso di Mauri della Lazio, molti calciatori sono tornati a giocare, senza che la giustizia sportiva si sia ancora mossa per giudicarli.
E’ necessario che si prenda atto di che cosa è il fenomeno del calcio scommesse, senza nascondersi dietro un illustre ma marginale protagonista quale è Conte, che ha dichiarato: "Io non ho mai scommesso, ma sono mesi che la mia faccia viene accostata al calcioscommesse” . La squalifica di 4 mesi già scontata dall’allenatore della Juventus è stata inflitta in seguito all’accusa di omessa denuncia e non di aver truccato qualsivoglia incontro di calcio.

Ripercorrendo le tappe della puntata di “Presadiretta” vedremo che non solo l’intervista a Doni apre ad un’interpretazione diversa del fenomeno delle scommesse, ma l’indagine giornalistica ha condotto a esaminare nuovi aspetti che ricostruiscono la mappa del malaffare del calcio e vanno a lambire un caso di omicidio. Anche in occasione di calciopoli avvenne che la morte di Adamo Bove avrebbe potuto aprire scenari diversi per una più corretta lettura delle dimensioni e dei protagonisti di quello scandalo, ma si preferirono altre strade.

Sappiano i giornalisti come Giulio Mola e i procuratori come Palazzi che nascondendo le notizie, archiviando i casi e allungando i tempi per favorire le prescrizioni non fanno che rendersi complici di certe bande. Ci spieghino fino a che punto ne hanno coscienza o qual è il prezzo che mette a tacere le loro coscienze.

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