“Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate”
Oramai è routine: le vigilie di tutte le partite fra Juventus e Fiorentina hanno il medesimo cliché: attacco goliardico in forma di “simpatico” siparietto, a turno, da un esimio politico, regista, dirigente o giornalista, tifoso della fiorentina, pregno della solita lagna sull’avversione cronica e storica per la Juventus, della elencazione dogmatica di “torti e furti” subiti dall’”arrogante” signora del calcio italiano. Successivamente, in campo, quando il colore degli epiteti, il folklore e le carnascialate degli spalti cedono finalmente la ribalta ai bulloni di ferro, il verdetto del campo ha venalmente il suo sopravvento immutabile, statisticamente favorevole a chi fra le due ha da sempre agonisticamente più fava e meno favella.
E’ prassi, in Italia: quando s’avverte già alto e fetido il tanfo della sconfitta l’avversaria di turno prima o dopo rivendica laconicamente l’assenza del “fantomatico stile Juventus”. Praticamente uno juventino non dovrebbe mai troppo esultare, protestare, indignarsi mai davanti a nulla, neanche parlare, poiché non sarebbe abbastanza “elegante”… Non dovrà minimamente sognarsi di utilizzare immagini e metafore che per altri sono semplicemente frutto di goliardia o per celia, essendo, nel suo caso specifico, al contrario, soltanto di cattivo gusto.
Insomma, in verità, l’equivalente dello “stile Juventus” nell’immaginario collettivo dei Presidenti di Clubs, soprattutto quelli messi più duramente a repentaglio dalla magistratura, e di certe tifoserie più avversarie è l’appecoronamento. Niente a che fare, dunque, con la signorilità dell’Avvocato e l’esempio di professionalità ed umanità di Gaetano Scirea… Con lo spettro di Moggi aleggiante in eterno, tollerare e basta, sempre, tutto, tacitamente, poiché nobili diafani per rango e per vocazione… Questo presunto stile costituirebbe uno ieratico distacco dalla realtà, come se la Juventus giocasse su Marte. Cosa le importerà veramente se da S.p.a. quotata in borsa riceverà un danno patrimoniale per le ripercussioni di certa cattiva politica della Lega, della Federcalcio o della condotta di gara di un arbitro con il complesso di sudditanza psicologica all’incontrario ? “E’ la Juventus, dov’è andato a finire il suo proverbiale stile?”. Ma certo… Ci vorreste sempre così, proni, 90 minuti, senza recupero ed a 90 gradi, in nome della flemma aristocratica per cui mistifichereste finanche lo stupro selvaggio di gruppo con l’avventura consenziente di una sera…
Sabato sera negli inferi danteschi dello Juventus Stadium qualche povera vittima dell’ ”arroganza bianconera” ha incerottato “allegoricamente” un famigerato ”– 39” sulla vetrata divisoria del settore ospiti. Al rosario di blande e monocordi condanne del giornalismo di provincia non seguirà dal giudice sportivo, come del resto da 28 anni a questa parte, alcuna squalifica dell’Artemio Franchi. Dunque, l’ennesima profanazione premeditata, gratuita e infame del dolore e della memoria di 38 famiglie dignitose ed innocenti, non tutte italiane e juventine.
Otello Lorentini all’Heysel ha visto suo figlio prima salvarsi e poi morire a distanza di una manciata di minuti. Roberto, infatti, era un medico e tornò sugli spalti, dopo la prima carica degli hooligans inglesi, a rianimare un bambino morente. Secondo alcune testimonianze, proprio Andrea Casula, 11 anni, morto a Bruxelles assieme al papà Giovanni. Ci fu una seconda ed una terza carica molto più massiccia e gli fu fatale. Otello è di Arezzo e tiene per la viola, ma lo dico soltanto a quanti fra loro sanno perfettamente che i morti dell’alluvione di Firenze e quelli di Bruxelles non ritorneranno mai indietro a urlarci “vergogna” od a spiegarci come l’arcobaleno ove dimorano ora comprenda già il colore di tutte le bandiere.
Questa parola dovremmo ripetercela all’infinito tutti quanti noi che restiamo aggrappati ad uno striscione becero, ad uno stendardo oltraggioso, con la presunzione di essere nel giusto sempre ed a prescindere. In guardia, tutti. Inutile chiedere dure parole di condanna ai Della Valle, impelagati dalla crisi mondiale in affari di calzature e certamente indispettiti da quel filmino “brutale”, ispirato nientemeno che alla Divina Commedia, sul sito della nemica atavica e da quel goal rapace di Matri, Lancillotto della “Signora senza più stile” e senza le scarpe… Inutile persino rivolgersi al proprietario dello scotch ed al resto dei gigliati, tronfi della loro impunita ennesima bravata su facebook, tempo sprecato... Davanti ad un giudice il loro difensore direbbe che giocavano al sudoku… Lasciate ogni speranza, o voi … Lasciamo piuttosto fare al tempo che è notoriamente “galantuomo”. La merda scagliata al cielo ritorna sempre, molto più pesante al mittente. Sospetteranno, magari in tanti, si possa trattare di un ennesimo aiuto dall’alto… No, semplicemente, è la legge, di gravità… E’ la vita. Suerte.
Di Domenico Laudadio |