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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 02/07/2009 20:56:01
Processo calciopoli: DARIO GALATI

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 30 giugno 2009
Dario Galati, impiegato della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Pubblico Ministero
Introduzione
Galati lavora dal 1992 per la federazione. Entrato con una formula non regolare in quanto pagato con rimborsi spese pur essendo tesserato a tutti gli effetti. Prima alla commissione arbitri in serie C quando designatore era Vittorio Benedetti dove rimane per diversi anni lavorando anche con Lombardo-Tedeschi, Lanese e nell’anno 1998/1999 con Pairetto (CAN di serie C). Pairetto valutò i dipendenti che erano alla Can già dall’anno precedente e puntò sulla sua figura chiedendogli di scegliersi i collaboratori affidandogli la segreteria. Quando a Pairetto venne proposto il passaggio alla Can con Bergamo, chiese a Galati di seguirlo anche se della scelta il teste non era molto convinto. Nel frattempo Pairetto era riuscito ad ottenere per Galati un rapporto di collaborazione continuativa e quindi il dipendente si è sentito in dovere di seguirlo.

PM “ Non era molto convinto del progetto? ”
Galati: “ ..era quasi un’intrusione di un'altra componente in un settore che era della Federazione e in quel caso c’erano state diverse proteste a quel progetto. “
Passò quindi alla Can dove si doveva mettere in piedi il “ professionismo arbitrale”.
Galati continuava a svolgere la sue mansioni alla segreteria. Era lui la persona di fiducia di Pairetto, la M.G.Fazi quella di Bergamo. C’era anche Manfredi che si doveva occupare dei rimborsi spese di assistenti e osservatori. Riveste questo ruolo fino a gennaio del 2000, poi per delle incomprensioni all’interno della segreteria, quando i giornali iniziarono a pubblicare le indiscrezioni sui rolex che la Roma aveva donato al mondo arbitrale, non si sentì più di prestare il lavoro in quella segreteria.
PM: “Tra chi nascevano le incomprensioni?”
Galati inizia qui a parlare di come nasce il doppio designatore. Della famosa cena delle 7 sorelle che si erano riunite per dare il loro assenso ai nomi dei designatori. I nomi delle società che presero parte all’incontro sono: Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Fiorentina e Parma. Galati racconta di come Bergamo fu scelto in qualche modo dalla Lega professionisti mentre Pairetto come rappresentante per la Federazione. Sensi non si sentiva garantito dal candidato della Lega e chiese al Presidente Nizzola di avere un rappresentante anche della Federazione. Galati aveva delle perplessità che manifestò espressamente: “Si, non solo io..era un progetto che andava contro l’AIA secondo noi, quindi il prestarsi a quel ruolo era alla fine rinnegare il passato all’AIA. Era un progetto che partiva da una componente che non avrebbe dovuto proprio per l’imparzialità che il settore arbitrale doveva avere.” Pairetto si giustificò dicendo che non poteva dire di no a Nizzola.
PM: “Nel corso della sua breve presidenza giungevano telefonate dalle società calcistiche?”
Galati: “Si, io ne ricordo una perché fu ripetuta più volte nello stesso giorno. Ma elencarne una non ha senso..si tratta di tanto anno fa.
PM: ” Abituale o irrituale?”
Galati: ”Succedeva”
PM: “Lei condivideva queste telefonate o espresse dei dubbi?”
Galati ricorda che quando lavoravo in serie C, Macalli sempre molto rispettoso dell’autonomia del settore arbitrale, le lamentele si presentavano con una lettera della lega professionisti della serie C e si rispondeva con le motivazioni. Non c’era mai contatto.
PM:” Era previsto dal regolamento?”
Galati.” Non penso … era buon senso che non si arrivasse ai contatti.”
PM: “Lei aveva anche l’ indirizzo degli arbitri?”
Galati racconta di come nel periodo natalizio, gli fu chiesto di inviare l’elenco degli indirizzi di arbitri e assistenti a Roma e Lazio e non ritenendolo opportuno, in quanto "è come se si mostravano pronti a ricevere", non li inviò e fece anche un’osservazione: “una società conoscendo il nominativo dell’arbitro il venerdì, il sabato poteva mandare qualsiasi cosa a casa dell’arbitro. Non era mostrarsi al di sopra delle parti. Non accettai di inviare l’elenco, non so chi l’ha mandato successivamente e se fu mandato. Quando scoppia lo scandalo della Roma mi arrabbiai perché potevo trovarmi io in mezzo a quella situazione.”
La Casoria chiede di contestualizzare il periodo che Galati conferma essere la stagione 1999/2000 periodo natalizio.
Il PM chiede se partecipava alle riunioni che si teneva ai raduni della CAN di A e B e chi altro partecipava. Galati conferma la sua presenza, oltre a quella di M.Lippi,Celli, Bergamo, Pairetto, la Fazi e Alessandro Ghini (commissione completa).
PM: “Lei che compito svolgeva?”
Galati : ” La gestione di sinfonia oltre al lunedì a sentirmi con Pairetto per i casi da moviola”
PM: “ E invece il compito della Fazi quale era?”
Galati “ supervisionare il lavoro”
PM:” Materialmente preparava queste griglie?”
Galati:” Non io ma i designatori. Io stampavo l’elenco delle preclusioni, lo inviavo, mettevano giù le griglie al computer e facevo i bigliettini... La Fazi mi aiutava a verificare che la stampa corrispondeva alla griglia del sorteggio”
PM:” Preparavate già le sfere anche materialmente?
Galati: “Si, con i nomi”
PM:” In una di queste riunioni ricorda l’episodio dell’inserimento in una griglia di Domenico Messina piuttosto che in un'altra?”
Galati racconta di come nella stagione 1999/2000 c’era contrapposizione tra il presidente della Roma e il Palazzo (federazione e lega). Capitò che alla seconda giornata in occasione di Roma-Inter ci fu un presunto rigore non concesso alla Roma e Galati segnalò questo episodio per tenerlo sotto controllo. Successivamente, arrivati alla quinta giornata, Fiorentina-Roma venne reinserito nella griglia Messina. Con l’inizio del doppio designatore c’erano molte critiche, sia per come era nato, sia perché ex designatori come Casarin , tramite i settimanali, criticavano il lavoro dei nuovi . Proprio per questo Galati cercava di tenere sotto controllo tutti gli elementi per evitare che si alterasse ancor più la situazione vedendo inserito Messina per quella partita segnalò che non era opportuno proprio perché, se mai fosse andata in un determinato modo, Sensi avrebbe contestato. Non fa nomi di persone, ma gli dissero che l’arbitro doveva restare. Finita la riunione parlò con Pairetto chiedendo come mai non aveva cercato di capire la sua segnalazione; ebbe come risposta: “ ho degli elenchi.” Una frase a cui non sa dare nessuna spiegazione.
Si procede parlando del sorteggio che si teneva il giovedì per l’arbitro scelto per l’anticipo della serie B. Avveniva nella sede della CAN ed effettuato dagli impiegati. Galati ricorda alcune situazioni in cui gli fu detto di non effettuare il sorteggio e di dire che l’arbitro era quello indicando, precisando comunque che sempre furono fornite spiegazioni sul perché e principalmente per scelte tecniche. Alcuni esempi:
- Il derby di Genoa in cui uscì Bazzoli , lo stesso, prima di quella partita, aveva mandato una lettera di protesta, in quanto i designatori avevano già preso gli emolumenti e gli arbitri no, quindi lui doveva pensare alla sua attività lavorativa, anche perché era in scadenza per limiti di età. In quella situazione, probabilmente per fargli recuperare la gara, fu designato e precisa Galati “ sicuramente non era legato al fatto di voler alterare una competizione ”. Quando chiamò Bazzoli per avvertirlo della designazione si sentì rispondere che lui già ne era a conoscenza dal giorno precedente .
- Designazione di Pin giustificata perché aveva avuto un infortunio nel periodo precedente e i due designatori volevano approfittare dell’occasione per i visionarlo insieme e per valutarne l’affidamento, oltre che motivarlo perché l’anticipo andava su telepiù.
- Designazione Fausti per la gara ad Empoli. Anche Fausti era arbitro neo immesso ed aveva difficoltà di inserimento. Anche in questo caso volevano congiuntamente visionarlo.

Si passa poi a parlare della nomina di un arbitro internazione. C’era da rimpiazzare Boggi che si era dimesso, si doveva nominare il nuovo arbitro, da regolamento di competenza del presidente AIA comunicare il nominativo.
I due designatori sostenevano che non si poteva tralasciare l’aspetto tecnico, quindi che, chi era più competente sotto questo particolare, non potevano che essere i due designatori più che il presidente AIA che aveva un compito non tecnico ma amministrativo.
I designatori sostenevano Tomobolini, Gonella, allora presidente AIA, Farina. Non trovando l’accordo mandarono tutto al Presidente Federale e fu chiesto a Galati di fare una sorta di graduatoria aggiungendo anche Massimo De Santis ; una valutazione riferita ai due anni precedenti più l’anno in corso. Fu nominato De Santis. Galati riprende dicendo che per gli arbitri internazionali occorreva prendere in esame altri elementi come la conoscenza delle lingue, anni di appartenenza all’organico tecnico, criterio che in quel caso non fu seguito.

Bussolotti di plastica
Nelle prime giornate della stagione 1999/2000 non avendo ancora a disposizione le palline in metallo furono utilizzati quelle in plastica. Galati parla di una plastica scadente che prestando attenzione permetteva di essere ben individuata. Anche quelle in metallo, che successero a quelle in plastica quando giravano subivano degli ammaccamenti o segni sulla vernice e quindi potevano essere identificabili. Queste palline venivano preparate da Galati e la Fazi e poi controllate dai designatori che solitamente rimanevano soli. Prassi presa dopo un errore. Galati precisa comunque che potevano entrare durante il controllo, la porta non veniva chiusa a chiave

Dopo la Vicenda dei Rolex Galati presta la propria mansione in altri settori seguendo poi Mazzini come responsabile della sua segreteria, da dicembre 2001 fino a maggio 2005.
Galati parla di una telefonata di Mazzini in cui aveva appena saputo che da un controllo effettuato dal vice presidente federale Abete (in quel periodo anche resp. amministrativo Federcalcio), tra i bonifici effettuati e le buste paghe c’erano molte discordanze..sembrava avessero scoperto che c’era un capitolo di bilancio falso. Galati lascerà anche la segreteria di Mazzini, per problemi di inquadramento professionale e perché il contenuto della telefonata lo aveva messo in difficoltà. Inizia qui un contenzioso legale. Rientrerà in servizio a novembre e poi a marzo successivo alla corte di appello federale CAF, ufficio che, secondo Galati, era già stato sotto l’occhio del ciclone per il caso Genoa, era un ufficio additato. Appurò che non esisteva un protocollo, c’era solo un elenco dove non si riportava quello che veniva spedito in uscita. Non si sentiva garantito. Proprio per quello che riguarda la giustizia sportiva, si rifiutò di siglare il sul lavoro fin quando non ci fosse stato un protocollo ufficiale. Entra in gioco la figura di Mostallino, una sua collega, che gli disse che era possibile avere le copie delle veline e bastava quello come protocollo. Ma se le veline sparivano non si poteva ricostruire l’operazione. Galati in quel momento si occupava di spedire documenti. In ufficio, ascoltando dei colleghi, venne a sapere della sparizione di alcuni fascicoli e siccome non venivano protocollati in entrata, automaticamente se sparivano non era possibile verificare se era stato inoltrato in modo corretto e nei tempi previsti dalla giustizia sportiva.
Parla anche di una cartella all’interno del suo computer dove c’era un file particolare al cui interno c’erano dei ricorsi e quando lo fece presente alla sua collega, disse che quel ricorso (Bisceglie-Bitondo) era proprio uno dei fascicoli spariti. Galati si allarmò, proprio perché contenuto all’interno del suo pc. C'erano altri file anomali.
Si ricorda anche che Galati, lavora anche con la Signora Anzellotti.

Il 2 e il 3 maggio uscirono le prime intercettazioni sui giornali in merito al ricorso dei due extracomunitari Boudianskj e Zeytulaev, il cui giudizio era contenuto in un comunicato ufficiale che non si ritrovava tanto che la tipografia che doveva stampare le sentenze sui comunicati ufficiali della CAF, non lo aveva. Anzellotti lo cercò nell’archivio e il comunicato non c’era.
A quel punto le fu chiesto di riscriverlo ma si rifiutò, temeva di essere messa in mezzo a questa vicenda poco chiara. Quando Anzellotti per due volte si rifiutò venne detto che non c’era problema perché lo avrebbe riscritto il tipografo..
“Ma il tipografo come poteva se non lo aveva?” chiede il PM
Galati spiega che il dispositivo compariva anche sul sito internet ed era possibile riprenderlo ma non era lo stesso, in quanto mancava il collegio giudicante che emette il giudizio.
Il caso era quello di due giocatori della Juventus che erano stati tesserati dalla Reggina . C’erano due norme che andavo l’una contro l’altra: una parlava di 3 anni, l’altra di 5 anni. La Juventus aveva presentato ricorso.
Successivamente l’Anzelloti lo chiamò piangendo chiedendogli di raggiungerla, insieme a Lei trovò un altro collaboratore, Pesce, ed insieme gli raccontarono, mostrandoglielo che era uscito fuori il comunicato smarrito.
Il PM chiede di precisare meglio il ruolo della Fazi. Galati dice che anche lei era inquadrata come operatore con una qualifica che corrispondeva a commesso e cercava di fare la sua battaglia per essere inquadrata per le reali mansioni che svolgeva. Cercava di fare più di quello che era dovuto, forse per mancanza di esperienza nel settore tecnico poteva commettere delle leggerezze, cercava di imporsi sui designatori. Successivamente era l’unica a poter interloquire con loro. Viene ricordato da Galati un documento di Pairetto e Bergamo dove erano state appurate le procedure ed era scritto che la Fazi era l’unica che poteva parlare con le società , “L’AIA veniva pagata dalla Lega professionisti e le società qualcosa che pagavano sentivano anche un po’ proprio”.
Mazzini, parlava con tutti i dirigenti di tutte le società. Con la Lazio in particolare per un qualcosa inerente Rocchi dell’Empoli. Mazzini aveva saputo, parlando con Lotito, che era interessato a rilevarlo.

Prioreschi: difesa Moggi
Prioreschi:” Lei ha fatto più volte riferimento alla vicenda dei Rolex. Ci spieghi cosa era, non tutti la conoscano”
Galati spiega come la Roma regalò ai designatori, arbitri e assistenti dei Rolex di diverso valore (ai designatori 25.000 milioni, arbitri 5.000, per gli assistenti non dei rolex ma orologi di altra marca di livello inferiore). Era prassi che i regali per gli arbitri venivano spediti alla segreteria che poi li distribuiva. Non era invece prassi spedirli direttamente. Galati non aveva fornito gli indirizzi e non era stato informato comunque del fatto che apprese soltanto dai giornali.
Per la sparizione del comunicato CAF Boudianskj e Zeytulaev , che è il dispositivo della decisione della CAF, l’avvocato ricorda la procedura: la CAF si riunisce nel pomeriggio, viene emesso con il dispositivo entro la giornata, inserito in rete e comunicato a mezzo fax ai legali delle società costituite e aggiunge :” Non era difficilissimo ritrovarlo”. Galati conferma il procedimento, così come il fatto che il comunicato fosse in quella circostanza favorevole alla Juventus. Prioreschi precisa che la procura di Roma aveva disposto acquisizione di quel comunicato agli atti per il caso Gea, e azzardo un “ era fuori posto o non trovato perché passato alla procura forse…”.
Prioreschi: “Conosce Zunino” chiedendo di entrare nel dettaglio.
Galati ricorda che il secondo giorno successivo all’uscita delle intercettazioni, squillò il cellulare ed era appunto Zunino, era il il 4 maggio. Zunino dice di volerlo incontrare, sa che Galati ha portato un sindacato all’interno della federazione, sa della sua lotta sull’inquadramento professionale e gli chiede di vedersi. Galati gli mostra alcune situazioni per farlo rendere conto dello stato dei dipendenti con la promessa che non avrebbe pubblicato nessuna notizia. Situazione disattesa in quanto da li a breve iniziarono ad uscire articoli, rivisti e non per come li aveva esposti Galati. L’incontro con Zunino è successivo, esattamente ottobre 2006 quando fu ricontattato dallo stesso che gli dice di avere tutte le intercettazioni che non riusciva a sbobinare, non riconosceva le voci. Galati si recò nella sede di Repubblica e ascoltò le intercettazioni che erano contenute in un cd.
Prioreschi: “Lei conosce Lulli?”
Galati risponde di conoscerlo da quando lavorava alla CAN e racconta che lo mise al corrente di un episodio in cui, accompagnatore della terna arbitrale per la partita di CL Inter - Milan, un dirigente dell’Inter di cui non ricorda il nome -"se fa uno sforzo" invita Prioreschi - gli aveva parlato di un dossier che era stato commissionato ad una società privata, ma che non poteva essere usato in nessuna sede.
Prioreschi: “Era stato commissionato da chi?”
Galati : “Dall’Inter”.
Prioreschi: “Chi erano i soggetti attenzionati?”
Galati: “Quelli del mondo arbitrale”.
Piroreschi: ” Lei ricorda se Lulli le confidò se avevano confezionato attività di pedinamento.”
Galati conferma di ricordare solo di un dossier che non poteva essere utilizzato e riguardante il settore arbitrale.
Prioreschi:”Ricorda se era Ghefli?”
Galati:” A me sembra di si..ma non ricordo bene”
Priooresti:” Che ruolo rivestiva?”
Galati: “Dirigente, non so quale ruolo”
Piroreschi: ” Amministratore delegato?”
Galati:”non ricordo”
Prioreschi “Tanto quello era”.

Trofino: difesa Moggi
Trofino: “Nel corso di questa sua disposizione ha parlato di una riunione che aveva visto presente 7 squadre di serie A. Vorrei che chiarisse al collegio, ci dicesse il perché della riunione, oggetto e cosa avvenne”.
Galati chiarisce, che l’oggetto era la decisione sul doppio designatore, uno che avrebbe dovuto garantire alcune società, l’altro altre società. Le squadre del nord, con maggior poter economico Milan, Inter, Juve, protendevano per Bergamo, Sensi, nella sua motivazione vera o falsa che il palazzo cercava di raggirarlo, non accettò e chiese a Nizzola di trovare un candidato che garantisse anche altre società e nasce appunto il doppio designatore
Trofino:” Sa se in questa riunione si votò per individuare i due designatori e la Juve per chi votò?”
Trofino: “ Votò per Bergamo?”
Galati ritiene che, dopo aver sentito l’intervista di Chiusano, la Juventus votò Pairetto.
Il catalizzatore della situazione fu Sensi

Morescanti: difesa Fabiani
Morescanti: ” La sua esperienza alla CAN di A e B quanto è durata?”
Galati: “ 6 mesi 15/07/99 7/01/200”
La Morescanti riprende il tema delle palline riconoscibili, ricordando che quando l’urna gira meccanicamente apporta sempre delle nuove ammaccature e che quindi quelle che all’inizio potevano essere riconoscibili, dopo aver nuovamente girato potrebbero non esserlo più, ”sicuramente capisce che è automatico e non è più riconoscibile” Galati conferma sconfessando quando in precedenza affermato, cioè che erano riconoscibili.
Morescanti: “ Quanto erano grandi e come venivano scritti e piegati i bigliettini?
Galati: “Piegati in quattro, in una pagina dieci riquadri”
Insiste la Morescanti dicendo che, se il bussolotto si apriva il nome non era comunque visibile, ottenendo la conferma di Galati.
Morescanti: “Nel 2004-2005 fisicamente dove lavorava in quale via?”
Galati: ”Via Allegri 14”
Morescanti: “ Il sorteggio dove avveniva fisicamente?”
Galati: “Non ho mai assistito ad un sorteggio successivo”

La Casoria chiede conferma della presenza dei due notai

Bonatti: difesa Pairetto
Bonatti: “Precisazione… aveva già spiegato che con riferimento a quelle designazioni per la serie B non tramite sorteggio …riguardavano anche la serie maggiore?”
Galati: “ Assolutamente no”.
Bonatti:” Riguardavano in ogni caso sempre la stessa società o arbitro?”
Galati: “No”.
Bonatti: “Si può dire che non erano strumentali?”
Galati “…. Non ho mai avuto il minimo dubbio..”
Si parla poi di un “premio”, relativo alle assegnazioni di partite trasmesse in tv, una vetrina per l’arbitro e una motivazione.

De Vita: difesa Bergamo
De Vita: “Quali erano le preclusione, le regole da seguire?”
Galati:” Negli anni sono cambiate..Non erano regole fisse. Quando ero io alla CAN le preclusioni erano legate alla residenza, luogo di lavoro, ripetizioni delle partite, e quello che c’era nel foglio notizie.”
De Vita: “Consentiva verso la fine di ridurre le possibilità di scelta?”
Galati:” Si decisamente.”
De Vita: “Negli ultimi mesi erano delle scelte condizionate”
Galati: “ si”.

Sul controesame di Fabiani ritorna il PM
Ritorna sul fatto che dopo aver stampato il nome, piegato in quattro, e messo dentro la pallina, c’era il controllo dei designatori, “in cosa consisteva, si riaprivano i bussolotti?”
Galati: “Si..”.

Casoria: “Quando si decideva di non fare il sorteggio si faceva apparire?”
Galati:” Nel comunicato ufficiale non ho mai scritto che si trattava di sorteggio, ma sapevo che le motivazioni erano tecniche “
Casoria: “non si diceva?”
Galati: “solo per la serie B”
Casoria: “non si diceva né che c’era stato né che non c’era stato”.

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