Secondo il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Milano, Loretta Dorigo, “Non c'è prova che l'Inter avesse commissionato alla security Telecom e Pirelli, quando era guidata da Guiliano Tavaroli, le attività di 'spionaggio' dell'arbitro Massimo De Santis e nemmeno che abbia utilizzato i dati
"abusivamente acquisiti". Così riporta Tuttosport (
Link ) in data 21/06/2013.
E continua: Per sostenere ciò il giudice si basa su alcune deposizioni agli atti della causa dalle quali emerge che all'epoca dei fatti
"vi era stato un incontro tra Tavaroli, Moratti e Facchetti nel quale il presidente e il dirigente dell'Inter avevano prospettato la situazione di gravi irregolarità loro comunicata dall'arbitro Nuncini ed avevano chiesto consiglio. Nell'occasione - prosegue il giudice - Tavaroli (...)
aveva consigliato due soluzioni alternative tra il presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, ovvero far assumere al Facchetti il ruolo di fonte confidenziale delle forze dell'ordine". "Giova ricordare - annota ancora il magistrato - che
Moratti, pur non ricordando l'episodio nello specifico, dichiarava di aver chiesto consiglio a Tavaroli su come procedere". La società calcistica poi presentò un esposto, successivamente archiviato, in quanto Nuncini non aveva accettato di deporre. Ma ciò che è rilevante per sostenere la tesi del Tribunale è che , come è stato
"inoppugnabilmente" provato,
"il costo economico di tutti gli abusivi accertamenti compiuti a carico dell'ex arbitro De Santis fosse sostenuto da Pirelli" e ciò rappresenta un elemento di riscontro dell'estraneità - a differenza del caso di Bobo Vieri - della società guidata da Massimo Moratti.
"In altri termini - ribadisce il giudice citando le dichiarazioni messe a verbale da Fabio Ghioni, l'ex capo del Tiger Team di Tlc -
deve affermarsi che oltre alla pertinenza organizzativa degli autori materiali della condotta al gruppo Pirelli/Telecom ad alla assunzione da parte di quest'ultima dell'onere economico dell'intera operazione, si riscontra il soddisfacimento in capo a quel committente di un interesse economico funzionale proprio ed autonomo, in qualità di azionista di rilievo nonchè sponsor dell'Inter".Cioè:
Telecom e Pirelli stanno all’Inter come Mediaset sta al Milan, anche se Auricchio non ci arrivava. Oltre le dichiarazioni rese da Caterina Plateo, Fabio Ghioni e Giuliano Tavaroli al processo Telecom di Milano, riascoltiamo dalla viva voce di Moratti.
Dall'intervista di Sabelli Fioretti al patron Massimo Moratti (Corriere Magazine del 26/09/20016) Tempo fa l’ex arbitro Nucini venne da voi e vi raccontò tutto il marcio che c’era nel calcio. «Lo mandammo dai giudici ma non confermò il suo racconto. Ebbe paura delle conseguenze».
Poteva denunciare la cosa lei. «Temevo che fosse una trappola per farci fare brutta figura. Però nacque la voglia di capire che cosa ci fosse di vero».
Metteste sotto sorveglianza l’arbitro De Santis.
«
Una persona si offrì di farlo. Conosceva alcune persone in grado di darci informazioni perché lavoravano al ministero dove aveva lavorato De Santis. Ma non ne uscì nulla». (
Link )
Dall’intervista di Moratti a Beccantini su La Stampa del 22/09/2006 (
Link )
Allora avra' preso atto anche dello scandalo Telecom. Dossier illegali, spiati eccellenti. Telecom, cioe' Marco Tronchetti Provera... «E' un amico, un amico vero. Gli sono molto vicino. L'Inter non e' l'unica passione che ci accomuna. Piena fiducia in lui e nei suoi metodi. Sull'onesta' e la buona fede di Marco garantisco io. Di piu': ci metto la mano sul fuoco». Preoccupato dagli sviluppi delle indagini? «In che senso, scusi?». Nel senso che possa essere tirata in ballo l'Inter? «No, nella maniera piu' categorica». Eppure faceste pedinare l'arbitro De Santis. «
E' ormai un episodio di dominio pubblico. Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un tizio si offri' di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. E comunque, c'e' un'inchiesta in corso. Meglio attendere gli esiti».
Il tizio era Giuliano Tavaroli. Moratti lo sapeva. Non fece niente per fermarlo. Non si preoccupò di denunciare alcunché alla FIGC. Dovremmo credere che fece realizzare i dossier illegali per suo conto? Così come cercano di farci credere che sia accaduto per l’intera attività di spionaggio condotta dalla security di Telecom? Telecom è sponsor del campionato italiano di calcio dal 1998. Pirelli è stata a lungo sponsor dell’Inter. E’ impressionante la concomitanza di cariche che sono state contemporaneamente detenute dagli stessi dirigenti interisti nei consigli di amministrazione delle rispettive società e dell’Inter. Che l’affaire Telecom sia da insabbiare come tanti altri misteri nel nostro paese per una volontà che chiamano ragion di stato non vuol dire che milioni di persone si possano prendere in giro tanto impunemente. Ci riserviamo di leggere per intero le motivazioni, ma il comportamento della prima sezione civile del Tribunale di Milano e del giudice Loretta Dorigo è sconcertante.
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