Abbiamo spesso evidenziato come
l’informazione parziale, quella studiata per impedire al lettore di poter avere uno scenario completo dove poter maturare delle convinzioni proprie, riesca nell’impresa di indirizzare le opinioni fino a formare un sentimento collettivo culla dell’ignoranza.
Abbiamo anche visto come nel corso degli ultimi anni il quotidiano sportivo per eccellenza, la Gazzetta dello Sport, abbia fatto del taglia e cuci un’arte con cui condizione i lettori, approfondendo solo alcuni aspetti degli scandali per darne una lettura parziale.
Un esempio pratico si è presentato proprio di recente.
Il 23 maggio 2013, Il giudice Minniti del tribunale civile di Firenze ha emesso una sentenza (non definitiva),
con cui riconosce la responsabilità dell'Inter, della Pirelli, della Telecom e della Polis d'Istinto sui casi di dossieraggio illegale condotto nel 2003 (l’operazione ladroni) ai danni di diversi esponenti del mondo sportivo. La richiesta di risarcimento danni era stata presentata da
Paolo Bergamo, Mariano Fabiani, Salvatore Racalbuto e Nestore Reuca, che hanno vinto il primo step della causa civile contro Inter, Pirelli e Telecom.
La Gazzetta dello Sport ha completamente bucato la notizia, nemmeno un accenno nella cronaca. Nessuna traccia di una sentenza pur importante e ripresa da altre testate. Situazione imbarazzante quella di dover riconoscere che un tribunale ha accertato in capo all’Inter una responsabilità e che la società nerazzurra aveva invocato, ancora una volta, a sua difesa la prescrizione e l’incompetenza territoriale. E’ scomodo mettere in evidenza quelle responsabilità che per anni sono state sapientemente insabbiate. Meglio non muovere le acque fingendo che non sia successo niente. Una logica di parte senza mezzi termini.
Passa un mese e sono rese note le motivazioni con cui il giudice Loretta Dorigo ha respinto la richiesta di risarcimento danni presentata dell’ex arbitro
Massimo De Santis sempre in merito ai dossieraggi illegali. Come era prevedibile, questa notizia per la Gazzetta è degna di approfondimento e trova spazio all’interno del quotidiano. Le evidenze hanno tutte la stessa pendenza pro-nerazzurri: «Non fu l’Inter a commissionare il dossier sull’arbitro De Santis»; “manca la prova che a commissionarlo e utilizzarlo fosse stata l’Inter”; “La giudice non ritiene attendibile Tavaroli”…
Stesso argomento: dossieraggi illegali, diverso modo di affrontare e focalizzare le attenzioni dei lettori-tifosi Un esempio come tanti in cui è chiaro il fine ultimo. Un’informazione parziale per spingere il lettore ad una
visione telecomandata dello scandalo. Inchieste giornalistiche che vengono approfondite solo negli aspetti funzionali per condizionare e non per fare chiarezza. Calciopoli è questo!
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