Tra "Moggigate" e tornei estiviSi chiude con un +1 e un -1 il bilancio del borsino estero bianconero di un weekend calcistico invero per nulla avaro di calcio. Mentre Ancelotti si autocelebrava incensando le sue benefattrici in un amichevole al bivio tra una squadra all’arrembaggio e quella definita storicamente la più di tutto, PSG e Real Madrid, Bayern Monaco e Borussia Dortmund facevano sul serio contendendosi quello che tradizionalmente può essere considerato come l’ultimo e il primo trofeo stagionale: la Supercoppa Tedesca, che il solo Guardiola prendeva come un gioco rivoluzionando schemi e sistemi forse con un attimo di anticipo e cum pauco grano salis. Il che ci riporta per associazione di idee all’imminente impegno a stelle e strisce della Juve, che si inserisce nelle mattinate bollenti di Caronte con il primo degli impegni oltreoceano dell’aurora del prossimo 31 luglio contro l’Everton all’AT&T Stadium di San Francisco, nell’ambito della Guinness International Cup (
Link). Propedeutico alla Supercoppa stavolta Italiana contro la Lazio del 18 agosto.
Arriva proprio dall’America il segno positivo, poiché da una bella schermata
apprendiamo che negli USA il conto dei nostri scudetti è rimasto invariato nonostante calciopoli, anzi si è accresciuto dei due vinti sotto la guida di Antonio Conte, che reduce dalla luna di miele ha ripreso il timone della sua squadra senza nulla concedere ai sentimentalismi ma con la solita grinta e concentrazione.
Il segno meno giunge invece dalla Spagna. Qui, nonostante l’allontanamento forzato di Villanova dalla panchina del Barcellona, al quale vanno i più sentiti auguri di tornare al più presto guarito, si prospetta una stagione di fuoco. Catalani e madrileni stanno affilando le armi e le unghie di campioni vecchi e nuovi e sembrano volersi guardare le spalle non solo dalle tedesche, in un’analisi che non si ferma nemmeno di fronte alla Juventus, ottimisticamente descritta all’assalto di una CL che quest’anno avrà tante pretendenti (
Link).
Marca.com dedica un ampio reportage alle avventure bianconere, con un excursus che ne rilegge con qualche distrazione la storia recente. E conia per farsopoli un nome nuovo, "
Moggigate ", parallelo al nostrano "Moggiopoli" e preferito dai pennivendoli in rosa al “calciopoli” di Oliviero Beha. Secondo l’autorevole testata, Moggi comprava gli arbitraggi e per questo la Juventus fu condannata alla serie cadetta e ebbe sottratto il titolo 2005/2006. Tocca bacchettare i giornalisti iberici. E a mio avviso un poco anche qualche commentatore in patria.
Salta subito anche all’occhio del lettore più sprovveduto e meno rancoroso la svista: gli scudetti sottratti furono due. Il titolo 2004/2005 relativo all’unico campionato sotto indagine e rimasto non assegnato, più il successivo 2005/2006, regolarmente vinto sul campo dalla Juventus ma considerato figlio della colpa e abortito nel cartone gradito a Moratti.
Un errore da principianti. Fatto il quale quasi si giustifica nell’incompetenza e nella malavoglia verso l'indagine dell’autore del pezzo tutto il resto, che dà il massimo solo in quella trovata che riecheggia scandali di ben altra portata.
Per comprendere calciopoli e raccontarla giusta bisognerebbe aver letto le sentenze e aver seguito almeno a grandi linee le vicende del processo sportivo e delle udienze di Napoli. Entrare nei meandri del sistema giudiziario italiano e accettare che la condanna della Juventus deriva essenzialmente da due decisioni sbagliate determinate dalla procura di Napoli e dalla Federazione da una parte e dalla stessa società bianconera dall’altra.
Questo è a mio avviso il dettaglio mancante nelle volenterose, diligenti e indignate ricostruzioni circolate in questi giorni. Delle 170.000 intercettazioni a disposizione ancora oggi non si è capito perché furono messe a disposizione delle procure solo quelle che si potevano dare, escludendo dalle loro responsabilità soprattutto la società degli Inter_cettatori professionisti, sui quali pesa un’accusa ben più pesante di quella ridottasi a un possibile quanto improbabile tentativo di frode che grava su Moggi e consistente in reati che rimandano alla concorrenza sleale e allo spionaggio industriale, prescritti come illeciti accertati da Palazzi nel luglio 2011. Moggi non comprava gli arbitraggi perché calciopoli, a differenza di scommessopoli, è uno scandalo dove non è girato un soldo e gli arbitri presunti affiliati (tutti assolti tranne 4) non percepivano gratificazioni in carriera. A differenza dei cavalli di ****, che si ritrovavano ai colloqui di lavoro presso istituti bancari.
Di portata non meno devastante ai fini dell’attribuzione delle responsabilità fu l’atteggiamento masochista e irresponsabile della società bianconera, che rimasta orfana di Moggi e Giraudo, cadde nel baratro di una gestione dissennata da parte di John Elkann, che non solo si batté la mano sul petto, ma fu il primo a condannare i suoi stessi dirigenti per mano proprio dell’avvocato difensore, che accettò la serie B paventando una condanna ancora più dura. Alla fine dell’agosto 2006, la Juventus era di fatto in serie B, ma la società commise un altro grave errore, rinunciando dopo una lunga riunione del suo cda a presentare un ricorso al TAR che avrebbe riaperto i giochi senza fermare i campionati europei. Circa la mancata prospettiva tuttavia nel dicembre 2007 Blatter si fece promotore di ringraziamenti a Luca Cordero di Montezemolo, che non avendo rivestito all'epoca dei fatti alcuna carica ufficiale nella Juventus, deve ancora spiegarci “i meriti” di un tale scambio di cortesie.
Nuovo impulso ai ricorsi è giunto con l’insediamento alla presidenza della Juventus di Andrea Agnelli, ma essi sembrano essersi arenati tra insidie procedurali e (in)competenze, in attesa che si compia il tempo per il raggiungimento del terzo grado di giudizio del processo di Napoli e del cosiddetto processo breve che vede ormai alla sbarra solo Giraudo. Prescrizione permettendo.
Secondo le informazioni contenute in Wikipedia
”Marca” farebbe parte di RCS Media Group. Alla voce “Attività all’estero” leggiamo: "RCS MediaGroup è significativamente presente in particolare in Spagna, Portogallo, Francia, USA e Cina. Controlla tra l'altro il gruppo spagnolo Unidad Editorial (editore dei quotidiani El Mundo, Marca e Expansion e di numerosi periodici, tra cui Telva e Actualidad Economica)… (
Link).
Nel borsino estero della Juventus dubitiamo che il +1 della piacevole news americana, che sottolinea l'orgoglio di un torneo made in USA con illustri ospiti made in Europe, possa rimettere in pari la credibilità bianconera, sulla quale per sempre graverà il marchio del “Moggigate”. O almeno fino a quando non si sarà passati da una fase di “vigilanza” a una seriamente “operativa”. Senza la quale si correrà per sempre il rischio di vanificare i successi passati, presenti e futuri ottenuti sul campo.
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