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Editoriale di M. GIACOMINI del 12/10/2013 10:28:10
Liberi di giocare, dove e con chi?

 

Liberi di giocare dove e con chi se le società muoiono?

Ci risiamo. L’Assocalciatori si getta a capofitto sul vincolo dei calciatori dilettanti. L’ennesima riprova che L’A.I.C. vive una realtà fuori dal contesto. Rispiegare un’altra volta del perché il vincolo è necessario e indispensabile per il movimento dilettantistico italiano mi crea difficoltà interiori. Una sorta di allergia alle solite magagne da “io penso al mio orticello e menefregoaltamente (da leggere tutto d’un fiato) di quello che poi può accadere all’intero sistema”.
In pratica in casa A.I.C. giocano col gatto di Schrödinger, che in questo caso sono le società. Come nel famoso esperimento del fisico viennese le società dilettantistiche sono sia vive che morte, dipende molto dal vincolo. Abolirlo significa far crollare la diga sociale più importante del paese Italia e cioè far morire il dilettantismo. È vero che alcune di queste società trattano i propri “vincolati” come fossero merce propria ma è anche vero che c’è un articolo delle NOIF che da la possibilità di svincolarsi ogni anno ai calciatori ed è l’Articolo 108. La norma che è stata reintrodotta dopo un periodo in cui fu cancellata serve per far si che il calciatore, al termine della stagione agonistica, venga inserito nelle liste di svincolo. Il 108 lo si deve firmare nel momento del tesseramento o anche successivamente, ma è sempre meglio farsi dare i famosi “tre fogli” subìto al momento del tesseramento. Fidarsi è bene ma…
Assocalciatori dovrebbe farla finita con la battaglia del vincolo e prevedere una cosa molto più semplice e meno deleteria: che il 108 sia allegato, obbligatoriamente, al “cartellino” per il tesseramento. Questo darebbe due opportunità a chi deve firmare (nella grande maggioranza ai genitori di minori), firmare il tesseramento senza firmare lo svincolo a fine stagione, oppure firmare entrambi e non aver problemi col vincolo. Dal canto loro le società potrebbero tesserare solo coloro che non vogliano firmare il 108. Ma sulla possibilità di svincolarsi al termine della stagione senza alcun problema manca una corretta informazione per colpa del lassismo dell’Assocalciatori che è troppo intenta a pensare all’abolizione del vincolo e ai diritti dei grandi calciatori e delle società che per convenienza non mettono al corrente i calciatori e i loro genitori nel caso di minorenni.
La Lega Nazionale Dilettanti non ha preso bene, uso un eufemismo, questo rilancio dell’A.I.C. e il vice presidente vicario Alberto Mambelli ci ha spiegato che: “Non ce lo aspettavamo proprio. I nostri rapporti con loro sono ottimi e questa storia del vincolo, in questo momento, è totalmente inaspettata. In un momento storico dove perdiamo decine e decine di società ogni anno, per problemi di natura economica l’abolizione del vincolo distruggerebbe il dilettantismo così come lo conosciamo in Italia. Se loro perseguiranno su questa strada i rapporti futuri con questa dirigenza non saranno per niente idilliaci. Noi difendiamo le società perché senza di loro non potrebbe esistere nessuno sport né tanto meno il calcio”.
Si andrà ai materassi? Come amava dire il Padrino per definire una battaglia. Staremo a vedere. Intanto, Damiano Tommasi e la sua Associazione hanno diramato un comunicato in cui affermano che: “L’Italia e la Grecia sono gli unici paesi europei in cui è ancora previsto tale vincolo, che crea gravi storture in un mondo, quello dilettantistico, che sta vivendo un momento difficile e in alcuni casi, come nel calcio femminile, diventa sinonimo di abbandono dell’attività agonistica. Abolire il vincolo sportivo significa restituire a migliaia di calciatori e calciatrici dilettanti il diritto di scegliere liberamente con chi giocare. “La nostra intenzione è quella di portare l’età del vincolo dagli attuali 25 ai 18 anni” - ha detto il Presidente Tommasi. “Crediamo che in ottica europea questa iniziativa abbia un grande valore, soprattutto quando si parla di formazione dei giovani. Sembra un paradosso che oggi un calciatore professionista sia vincolato per la durata del suo contratto, mentre un dilettante debba aspettare i 25 anni per poter decidere la propria carriera agonistica”.
L’esempio con le altre Nazioni europee non vi devono ingannare perché non c’è Paese dove il Dilettantismo sia ramificato e strutturato come in Italia, perciò qui il vincolo ha una sua collocazione logica e specifica così come il 108, anche se cercano di tenerlo nascosto, sia le società che l’Assocalciatori. Liberi di giocare si chiama l’iniziativa dell’A.I.C, ma la domanda nasce spontanea: liberi di giocare dove e con chi se le società muoiono?

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