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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. ROCCA del 31/07/2009 08:18:14
Assetati di Giustizia

 

Lo spirto guerrier ch'entro mi rugge, più lentamente del dovuto, si riappropria di questo sempre più sdegnato mio vivere la passione sportiva. Dalla pochezza di sportività e competizione leale degli ultimi tre campionati Italiani di calcio e dalla insipienza voltagabbana delle attuali proprietà e dirigenza della mia squadra del cuore. La Juventus.
Mi impongo, per dovere, un rigurgito di coraggio per trascinare l'opposizione alla caligine (marrone) dell'etical-corretto. Nella quale nulla è trasparente tranne l'antiJuventinismo ruggente, sconfessato nelle dichiarazioni di circostanza, ma confermato dagli atti effettivi della pletora di dirigenti dell'élite del nostro sport.
Non sono mica id**ta. O c'è chi crede che bisogna essere idioti per forza essendo tifosi?
Certo aiuta, come coloro che "bevono" tutto ciò che gli viene propinato dai miracolati di farsopoli.
Ci sono poi anche quelli che "mangiano" e poi offrono da "bere" (certe offerte, si sa, non si possono rifiutare).
Sempre pronti a battersi per lo stile Juventus, ma ad una condizione: "basta parlare di farsopoli...".
Guardano avanti e si strusciano premurosi, persino servili, al fondoschiena dei cinici burattinai che ci hanno venduto. Che parlano di etica. Quell'etica di cui hanno inondato il periodo post 2006. Solo che l'etica dovrebbe essere come l'acqua pura.
Inodore, incolore e insapore.
Quest'etica invece puzza e ha un colore marrone. Sul gusto chiedere a chi la "beve". Sono astemio a quella fonte.
Figuratevi se riconosco ad Abete o Petrucci o Matarrese la statura morale per pronunciare quella parola nella sua definizione autentica! Mi ripeto, non sono mica un fan di Cobolli Gigli!
Ho buona memoria.
Anche leggendo oggi la sentenza definitiva del Tas di Losanna, che ha assolto definitivamente Mannini e Possanzini, non posso esimermi dal notare l'equità, la solerzia e l'efficienza di questi personaggi. Rigorosamente a senso unico.
I due calciatori, come è noto, in gennaio erano stati squalificati dallo stesso Tas per un anno, rei di essersi presentati in ritardo ad un controllo antidoping. Violando di fatto una norma precisa.
La FIGC aveva assolto i due giocatori, mentre il tribunale nazionale antidoping del CONI li aveva condannati a 15 giorni di squalifica.
Poi la decisione del Tas: squalifica di un anno, non per essere risultati positivi ad un controllo antidoping, ma per il ritardo.
In molti hanno ricordato il precedente di Francesco Totti, al quale però non fu comminata nessuna squalifica: il pupone non si tocca.
Qualcuno aveva anche iniziato a fare parallelismi sulle due vicende, identiche nella violazione. Anche per scongiurare ulteriori polemiche, che non portano mai bene in periodi di elezioni, i vertici di Coni, FIGC e Lega, sotto la bandiera "dell'etica", si sono fatti in quattro per "rivedere" la Sentenza.
«Entrambi hanno fatto sia gli esami del sangue che delle urine: un anno di squalifica è rovinare la carriera ad un giocatore. E' una cosa ridicola. Ora spero che giocatori come Totti, Buffon e Maicon dicano qualche cosa. Ci sono giocatori che si drogano e dopano eppure giocano tranquillamente», la linea difensiva del procuratore Degiorgis, agente di Possanzini, cui non fa difetto la chiarezza o l'irresponsabilità. Palazzi lo ha ascoltato? Guariniello e l'obbligatorietà dell'azione penale sono alle Maldive? Oppure agisce solo se non gli rinnovano l'abbonamento in tribuna? Chi sono questi giocatori che si dopano e si drogano? Avete sentito qualche reazione o solo scendere sabbiolina fine fine? Ha detto una sciocchezza, e allora paghi per l'illazione, oppure chi di dovere agisca e gli chieda i nomi. Di altra specie la reazione del presidente Gino Corioni: «Ricorreremo a tutto quello a cui possiamo ricorrere, perché i due ragazzi non hanno fatto niente. Questa sentenza è una presa in giro per tutti: per noi, per i giocatori, per la Federcalcio, per il Coni e per la Lega. E' una porcata pazzesca, voglio vedere se lo sport italiano riuscirà a difenderci».
«Spero che non sia un segnale politico e spero che non ce ne sia motivo. Il nostro calcio è in una dimensione di grande attenzione sul doping. Abbiamo un incontro mercoledì con Petrucci, Campana e Matarrese. Ci stiamo coordinando col Coni e naturalmente con la Fifa. Cercheremo di vedere le possibilità per intercettare una sentenza spropositata», promette il n.1 della FIGC, Abete.
Antonio Matarrese confida: «Sbaglia il Papa, non può sbagliare il Tas? L'appoggio di Blatter è molto importante, anche perché noi pensiamo che questa vicenda sia qualcosa che va risolta tra Fifa e Wada».
«In caso di richiesta di revisione del procedimento, da regolamento il Tas potrebbe anche sospendere la squalifica su richiesta delle parti - ha spiegato il procuratore di Mannini, Davide Lippi - Tale sospensione non è automatica ma stiamo lavorando per questo».
Il 18 marzo il Tas ha sospeso la squalifica di Possanzini e Mannini, che hanno potuto riprendere a giocare dalla successiva giornata di campionato.
Il commento di Petrucci: «Quella sanzione era sproporzionata e quindi è stata fatta una corretta giustizia».
Oggi la sentenza definitiva.
Sia chiaro, un anno di sanzione per quello che è solo un problema tecnico mi era sembrato eccessivamente penalizzante: la lotta al doping è un’altra cosa. Non è questo il punto. Il non luogo a procedere nei confronti di capitan Sputazza, vergognoso. Due pesi e due misure. Ma il nocciolo del problema è ancora un altro. Proviamo a scoprirlo.
Gli indizi chiave sono in queste parole: revisione, quattro, ricorreremo a tutto quello a cui possiamo ricorrere, porcata pazzesca, intercettare, sentenza spropositata, appoggio di Blatter, il Tas potrebbe anche sospendere la sentenza, è stata corretta un ingiustizia, due pesi due misure......
Se non avete "bevuto" avete già capito il "nocciolo". Di etico non c'è nulla. Rabbia e sdegno a iosa.
La sanzione è sproporzionata qui, lo ammettono tutti: qui dove comunque esiste la violazione palese di una regola. Eppure uno di quelli zitti in questa vicenda è il prof. Sandulli, ignoto al nome Giustizia, inventore di strutturazioni e sommatorie di reati (o più probabilmente solo trascrittore), teorico del club delle cravatte e dei gerani. Uno di quelli che la danno a "bere". Sono sicuro che costui, coerentemente, avrebbe ribadito il concetto della esclusività del circolo Wada, quindi ciccia, secondo le parole di allora: nessun ricorso possibile.
Com'è che nella fattispecie il trio delle meraviglie ha fatto la corsa alla revisione a correggere un'ingiustizia, contro una sentenza spropositata? Com'è che qui si sono mobilitati tutti? Tutti.
Com'è che qui erano magicamente aperte tutte le strade e in due mesi si è risolto tutto? Il campionato si è fermato giusto un quarto d'ora. Parliamoci chiaro, se non la si vuole "bere" a forza è impossibile da inghiottire. A meno di essere come quelli che parlano di farsopoli senza aver letto la sentenza di condanna che dice chiaramente che non c’è stata alcuna partita truccata e che la Juventus non ha commesso alcun illecito sportivo ex articolo 6 del codice FIGC, oppure di essere in malafede.
Se qui si è potuta correggere un'ingiustizia con minori probabilità di riuscita, a maggior ragione la sentenza Sandulli aveva ed ha tutti i requisiti per essere demolita. A partire dal fatto che in quel procedimento, meramente indiziario, non sono stati garantiti i diritti e l’accoglimento del principio del giusto processo. Per finire con l'acclarata mancanza di illecito. Quindi i dirigenti federali continuano a fare i pesci in barile e a prenderci per i fondelli. Finito qui? No. Adesso siamo al "calice della staffa", ma non ho concluso.
Torniamo ai giochetti. Masochistici per noi bianconeri di un certo tipo. Rileggete le dichiarazioni di Corioni, presidente e proprietario. Sono il motore dei tre dell'oca selvaggia. Determinato a percorrere tutte le strade possibili, anche ordinarie. Ma simili dichiarazioni non le avete sentite anche da tal Cobolli Gigli dopo il "pateracchio" Ruperto? Perché nel caso in specie c'è stata una mobilitazione generale mentre quella volta le istituzioni del calcio italiano hanno fatto orecchie da mercante e continuano a farle? Ve lo dico io.
La differenza è nella determinazione del proprietario: Corioni avrebbe agito veramente.
Cobolli Gigli sapevano tutti che non l'avrebbe fatto. Quando ha detto che si sarebbe rivolto al Tar, gli tremava l'orecchio.
Compito a casa. Perché? Se non "berrete" l'amaro calice, lucidi, avete già la soluzione.
Sta nel numero quattro. Quattro come gli illeciti che un avvocato difensore mentiva ci fossero a carico della Juventus mesi dopo le sentenze in un'assemblea degli azionisti.
Neanche Sandulli e Ruperto erano arrivati a tanto.
Il nemico lo abbiamo in casa. Se vi porge il bicchiere, non prendetelo: siamo assetati di giustizia, ma è una sete che gli Elkann non possono toglierci, se non con una precisa e dettagliata confessione. Della loro fede interista!

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