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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 08/11/2013 14:23:50
Solo Moratti può parlare di calciopoli?

 

Calciopoli continua ad essere un affare mediatico. Massimo Moratti costantemente esterna la sua personale visione dello scandalo. Lo fa questa volta al settimanale Sette affermando: «vedevo davanti a me un muro non superabile. Avevo capito che al massimo avremmo potuto concorrere per il secondo o terzo posto. Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l’impegno preso. Così ho deciso di andare avanti, mentre si andava precisando quanto si era intuito già nel 1998. Ho pensato: faremo una squadra così forte, che vinceremo tutto». (Link)

Una prima considerazione. Da anni siamo molto attenti all’argomento leggendo tutto quello che di volta volta viene pubblicato e non ci sorprende più constatare che quando è la parte colpevolista ad esternare una personale visione dello scandalo, le varie dichiarazioni vengono ben accolte e trovano spazio e centralità; quando le considerazioni arrivano invece da chi da quello scandalo si sta ancora difendendo, c’è un evidente fastidio, superficialità e in alcuni casi la critica pubblicamente chiede di guardare avanti e di non ritornare su vecchi argomenti senza entrare nel merito delle affermazioni.
Insomma, si ripete la storia di sempre: parlarne, ma solo per confermare i sospetti e le accuse, non certamente per mettere in dubbio il teorema.


La storia della volpe e l’uva che si ripete in modo perpetuo nel calcio italiano è ben riassunta dallo scandalo calciopoli. Trovare una spiegazione per quei risultati che sul campo tardano ad arrivare è lo spot nazionale. Inspiegabile allora per chi comunque investiva molto nel calcio non arrivare mai a raggiungere quei traguardi che la Juventus vantava, sul campo e fuori, con bilanci sani, trofei e prospettive legate concretamente allo sviluppo del nuovo stadio.

Anche perché, se una sentenza c’è stata, è bene leggerla anche nel modo dovuto: il campionato fu regolare e non condizionato da quello che Moratti continua a pensare di aver “intuito”.
Inutile inoltre far presente come della famosa relazione di Palazzi, quella in cui si paventava un illecito per l’Inter, non se ne faccia mai menzione. Come se fosse diritto di qualcuno pretendere che non sia mai esistita.

Continua insomma ad essere permesso il racconto-ricordo della solita verità di parte, contando sul consueto appoggio mediatico. La realtà, ieri come oggi, viene sacrificata per difendere l’interesse di chi da calciopoli ne ha tratto solo benefici.



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