Una bella rogna. Torino come la Terra dei fuochi. Ogni tanto l’Italia si riscopre tristemente uguale da nord a sud.
La Stampa ha riportato l’ennesima notizia raccapricciante, per il nostro paese, per l’ambiente, per lo sport, per l’imprenditoria, per la Juventus: “
… nella lettera che la Juventus ha scritto il 4 novembre scorso all’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo sta scritto nero su bianco: nell’area della Continassa che la società (dopo averla pagata al Comune 11,7 milioni di euro) sta bonificando per costruirci sopra la cittadella bianconera, è stata trovata una discarica di proporzioni inimmaginabili, e buona parte di questi rifiuti è costituita da «bucce» in plastica di cavi a cui è stata - opportunamente - tolta l’anima in rame. La Lega e Fratelli d’Italia (e poi anche i 5 Stelle) - scatenando le ire di Sel - hanno subito trovato una paternità a questo oceano di immondizia: «Lì c’erano i rom, è evidente che questo è il frutto dei loro traffici, il Comune prenda i soldi che servivano all’emergenza nomadi per far fronte a questa enorme spesa imprevista»”.
A corredo si rende noto che “
la perizia della bonifica (commissionata dalla Juventus ad uno studio specializzato privato, A.Engineering) era stata giudicata congrua dai tecnici del Comune, e stabiliva in 175 mila euro - da calcolare a scomputo degli oneri di urbanizzazione - la spesa necessaria alla rimozione di tutti i rifiuti e alla bonifica del suolo. Peccato che la Juventus, nella lettera inviata a Lo Russo, faccia notare che ne ha già spesi 200 mila (andando quindi oltre il budget) soltanto per ripulire una porzione di territorio che rappresenta un decimo del totale, rimuovendo 1.310 tonnellate di rifiuti”. Secondo tal Marco Grimaldi di Sel, la mela avvelenata deve toccare alla Juventus e “
l’amministrazione deve tentarle tutte per non pagare di tasca propria”. Marrone di Fratelli d’Italia paventa invece il pericolo che l’intera impresa vada in malora, come accade spesso, nonostante, possiamo dire, la buona volontà di qualcuno di fare ancora imprenditoria in questo nostro paese fatto di mala amministrazione, burocrazia, sgambetti e patate bollenti che nessuno vuol prendersi la responsabilità di pelare nel nome della
cosa pubblica.
La Juventus intanto ha già annunciato, si legge in coda all’articolo, che rinuncerà a costruire la multisala cinematografica, dato che i bastoni tra le ruote glieli ha messi stavolta il ricorso al TAR dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema e al suo posto starebbe valutando un progetto denominato “Stadio due”, un’area destinata alla fruizione delle partite giocate presso la Juventus Stadium su maxischermo a prezzo ridotto.
Il progetto di rivalutazione dell’area della Continassa era stato mediaticamente avversato fin dal primo istante, con una serie di trovate di un paio di noti soggetti del giornalismo moralizzatore italiota. Se
Il fatto quotidiano aveva dato voce al M5S, che intendeva denunciare una speculazione a vantaggio della Juventus ma soprattutto del gruppo finanziario ad essa riconducibile, l’editorialista “granata”, ma lo diciamo solo per dovere di cronaca, di
Panorama Oscar Giannino, scagliandosi contro il sindaco Fassino
aveva raccolto l’infelice e scorretta quanto tendenziosa affermazione del M5S secondo la quale i terreni erano stati acquistati per 0,58 euro al metro quadro. Sempre per dovere di cronaca segnaliamo la chiosa dell’articolo del 14 novembre 2012 che ospitava le lagnanze di Giannino: “
La Juve, però, a quanto pare gode di una ‘fortuna’ che non sembra sorridere a tutti: magari l’Inter avesse certi tipi di rapporti, forse a quest’ora parleremo di lavori già iniziati…”. (
link).
Meno male che
Tuttosport il 12 settembre 2012 avesse già pubblicato i conti e scritto testualmente: “
"L'atto - precisa la società -
consente alla Juventus di garantirsi, per un periodo di 99 anni rinnovabile, il diritto di superficie di un'area di circa 180mila quadri, destinata ad accogliere nei prossimi anni anche attività turistico-ricettive, attività per lo spettacolo, residenze private, attività commerciali". "Il corrispettivo - precisa la società -
è stato fissato in 11,7 milioni di euro, che valorizza in 355 Euro circa al metro quadrato la superficie lorda di pavimento (in totale 33.000 metri quadrati) e in 65 Euro al metro quadrato il diritto di superficie (in totale circa 180.000 metri quadrati)".”
Oscar Giannino, probabilmente a caccia di voti per le prossime elezioni del febbraio 2013, si era improvvisato moralizzatore, forte, riteniamo, di uno di quei famosi titoli di studio che amava attribuirsi senza aver mai dato gli esami per ottenerli. Il 19 febbraio 2013
Il Giornale scriveva: “Non solo il master a Chicago (mai conseguito). Anche le lauree (in Giurisprudenza ed Economia) erano inesistenti. Oscar Giannino viene travolto, così, dalle sue stesse balle. O, come lui preferisce chiamarle, omissioni di controllo. Intervistato da Enrico Mentana, sul tg di La7, il leader di
"Fare per Fermare" il declino ammette candidamente di non essersi mai neanche laureato: 'Quello che so l'ho imparato per i fatti miei”.
Pur non millantando titoli, anche noi che scriviamo senza essere remunerati da testate tanto rinomate quanto distratte, ma ci organizziamo con i nostri poveri mezzi, armati solo della nostra forza di volontà, a discapito del tempo che potremmo dedicare anzitutto alle nostre famiglie, come pure ad altre attività di volontariato o a qualche hobby, ci siamo abituati a imparare, a cercare, a scovare le notizie, quelle più vicine alla realtà, per i fatti nostri.
Siccome il 14 giugno 2012 Luca Pisapia ha legittimato citando GLMDJ, nonostante non ne avesse le intenzioni, il nostro lavoro, prendendolo in considerazione sul
Fatto Quotidiano, forse è il momento di capire di che pasta sono fatti quelli che si sentono eredi del giornalismo d’inchiesta di Montanelli o Beppe d’Avanzo. Di sperare che si rimbocchino le maniche e scendano in campo per farci sapere come stanno realmente le cose in quel di Torino come in quel di Napoli. Avendo l’accortezza di indirizzare il loro lavoro, come ama fare il loro caposcuola, a combattere la scomparsa dei fatti, in ossequio a essi.
"
Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni", Marco Travaglio,
La scomparsa dei fatti.
Non vorremmo per l’ennesima volta fare i conti con le solite opinioni antijuventine, quelle diffuse ad arte proprio per nascondere i fatti.