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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di L. BASSO del 04/08/2009 13:17:22
Original Tarocc

 

Come molti degli amici del forum sanno, oltre ad essere un tifoso della Vecchia Signora, oltre a fare l’Amministratore di Stabili, oltre ad essere un estimatore di Bacco e di Venere, ma non del tabacco, tra le mie attività, – last but not least – c’è quella del papà.
Papà di una bella bimba di quasi 6 anni che, quando andiamo al Carrefour a far la spesa, vede appese le magliette blu e nere che ben conosciamo e mi dice “scappa papà, arrivano quelli dell’inter e ci rubano tutto!”.
Come quelle di tutti i papà, a cadenze più o meno regolari quali il Natale, il compleanno & C., anche la mia casa è invasa da regali più o meno voluminosi e/o rumorosi: bambole anoressiche vestite come passeggiatrici, tastierine il cui volume è regolabile dal livello “motore di formula 1” a quello “concorde al decollo”, bulimici orsi di pezza disneyani in scala 1 a 1 (nel senso che sono grandi come un grizzly delle Montagne Rocciose) e così via.
Durante la solenne apertura di uno di questi pacchetti regalo, ammetto di avere strabuzzato gli occhi: la carta regalo, una volta strappata, rivelava uno di quei droidi giapponesi costruiti come un cane-robot. No, non il solito cagnolino di pezza, che magari abbaia o passeggia al suono di un fischietto: intendo proprio quegli androidi che i tecnici del Sol Levante stanno realizzando a livello di prototipo, su modelli animali o antropomorfi.
Personalmente, ho tutta una mia idea sugli “animali virtuali da compagnia”, a partire dal Tamagotchi fino agli androidi di cui sopra, ma questo non mi impedisce di avere un groppo in gola pensando alla salute mentale del mio amico che ha appena acquistato un regalo che costa come una city-car. Alla faccia del Papi nazionale che va all’improvvisata alle feste di compleanno e – toh! – casualmente aveva in tasca un collier da 4.000 euro.
Il groppo presto scompare: una volta liberato dalla carta, il cane-robot si rivela essere... un temperamatite a batteria!
Costruito in modo da sembrare il robot da compagnia giapponese, ma “soltanto” un temperamatite.
Intendiamoci, difficilmente un regalo avrebbe potuto essere più gradito a mia figlia, che ama disegnare per la maggior parte del proprio tempo libero, ma è fuori di dubbio che, come spesso avviene per molti dei giocattoli che popolano le nostre bancarelle e vetrine, siamo davanti all’ennesimo caso di “clone”, di “copia”, di “tarocco”.
Qualcosa che viene spacciato per buono, per originale, ma che originale non è.
Come le finte magliette delle Winx, come i finti personaggi di Dragon Ball, come...

...già, ma tutto questo cosa c’entra col calcio, direte voi?
Un attimo di pazienza e ci siamo...

E’ di qualche giorno fa, infatti, l’ennesima “perla” del Messia Lusitano della Pelota: di fronte alla solita pletora di giornalisti genuflessi in attesa di carpire spizzichi e bocconi del Divin Verbo, il nostro amato Special UAN ha detto, più o meno: “Moratti vuole che gli porti a tutti i costi la Coppa Campioni? Se vuole gli porto la copia che ho a casa”.
Ovviamente il commento dei giornalisti è stato, più o meno: “Anche in questi giorni di tensione per la vicenda Ibrahimovic, Mourinho non perde la voglia di scherzare”.
Beh, scherzare, mica troppo. Innanzitutto Mourinho, che come tutti sappiamo “non è un pirla”, ha continuato dicendo: “Se Moratti non lo sa, glielo dico io: ci sono 2 o 3 squadre ben più forti di noi” , che nel periodo estivo di liberalizzazione totale delle sparate (vedi Zenga e la sua promessa di scudetto) suona come un fulmine a ciel sereno. Se tanto mi dà tanto, vuol dire che non sono 2 o 3, sono almeno 7 o 8.
E poi c’è un altro aspetto che ci tocca da vicino.
“Gli porto la copia che ho a casa”. Una replica, insomma. Una copia, un clone. Un TAROCCO.
Una Coppa Campioni made in China, stampata male e con i “baffi” di nero sulla cromatura che spuntano sotto le attaccature dei manici.
Magari di plastica.
Che nella bacheca di quella squadra non ci starebbe nemmeno male.
Proprio Mourinho, infatti, aveva dato qualche tempo fa il suo parere sugli ultimi trofei aggiunti nella bacheca morattiana: “Uno scudetto consegnato in segreteria, uno vinto contro nessuno e uno arraffato all’ultimo minuto”. Come a dire che tutti e tre insieme non ne facevano uno buono.
Un po’ come le audiocassette che si compravano, quand’eravamo giovani, in spiaggia dagli ambulanti: copertine fotocopiate, libretti assenti e – soprattutto – registrazioni di pessima qualità da non capire se stavi ascoltando i Duran Duran o un ubriaco che urla al cielo da una panchina del parco.
Poi magari le ascoltavi sul walkman che compravi dallo stesso ambulante. Quello che, se non stavi attento, la chiusura a molla dello sportello ti amputava quattro falangi mentre i pulsanti si scollavano alla prima volta che li usavi.
E che, almeno apparentemente, dissipava il tuo dubbio di cui sopra, allontanandoti sempre di più da Simon Le Bon e avvicinandoti sempre più a Bartolo ed al suo Tavernello.
Beh, io di quelle cassette non ne ho mai comprate, né tantomeno mi sono accaparrato quei walkman.
E allo stesso modo evito di comprare, oggi, a mia figlia, giocattoli “tarocchi”.
Non per protezionismo xenofobo anti-cinese, intendiamoci.
E nemmeno per snobismo borghese: ormai queste copie a buon mercato sono talmente migliorate, nella loro fattura, da poter ingannare l’occhio di molti passanti.
Tutti possono fare la loro bella figura con una maglietta di BRADA a 5 euro o con un AI-FON a 10.
Già. Ma la figura la fai con gli osservatori distratti.
Perché non bisogna dimenticare che l’occhio esperto non si inganna facilmente. E soprattutto non puoi ingannare TE STESSO.
Non puoi dire che quel CD si sente bene. “Vabbè, salta un paio di volte in mezzo ad una canzone, ma...”
Non c’è MA.
La Scala per il Paradiso è come la suonavano Jimmy Page e Robert Plant. Senza saltini in mezzo, se no è una scaletta di legno zoppicante.
E la voce di Janis Joplin graffia di suo quando grida “prendi un altro pezzo del mio cuore”, non perché la cuffia del lettore è scassata.
Non posso ascoltarla “come Dio comanda”? Pace, non la ascolto.
Sto senza, e non me ne faccio una paranoia, perché “Zziuffà, non ho il lettore strafigo anche io”.
Non posso comprarmelo? Pazienza. Aspetterò a sentirmi la musica quando arriverò a casa col mio stereo.
Non posso comprarmi un Barbera d’Alba? Bevo acqua minerale, non mi rifugio certo nel vino al cartoccio fatto con gli additivi chimici.
Non ho più la folta criniera stile Napo orso capo dei miei 20 anni? Ripiego su un bel taglio corto che fa virile, non mi compro la parrucca.

Invece, dato che il mondo – dicono – è bello perchè è vario, c’è chi cerca le scorciatoie.
Chi vuole apparire senza averne la possibilità, chi vuole darsi un tono, farsi bello agli occhi degli altri grazie a bugie, a falsi, a finzioni.
Fino a che la realtà non ti sbugiarda.
Come avviene annualmente ad una certa squadra, che in Italia Domina, Cavalca, Asfalta (Dio solo sa come ne manderei davvero qualcuno ad asfaltare le strade, per mostrargli cosa significa il lavoro duro!), ma che alla prova del nove dimostra tutti i suoi limiti rimediando figure barbine appena superate Chiasso e Ventimiglia.
Un po’ come quelle ragazzine che in discoteca (rigorosamente la domenica pomeriggio) ci sembravano delle fate grazie alle luci basse ed al cotone idrofilo nel reggiseno, poi il giorno dopo le vedevamo al Valentino e ci apparivano brutte come Maga Magò.
E così eccoci all’apoteosi del tarocco calcistico: non vinco lo scudetto da anni? Me ne faccio assegnare uno a tavolino. Ma che dico, uno... due, tre, quattro... anzi, cinque, come il Grande Torino!
E la Coppa? Già, l’ultima vinta sul campo risale a quando si giocava ancora con la palla di pelle di mammuth, bisogna fare qualcosa...
Et voilà! Ecco la coppa in silverplate , costa poco e vi permetterà di fare un figurone con tutti gli amici quando la esporrete! Potrete usarla come portaombrelli, portavasi, wc portatile da campeggio... ci potrete fare i gavettoni agli amici, è infrangibile e leggerissima, così che anche un capitano in stato neurovegetativo e con la faccia ancora più plastificata di quella della buonanima di Michael Jackson possa sollevarla all’aereoporto di Malpensa davanti ai suoi tifosi.
...e solo questa sera, ai primi 100 che chiamano, in regalo una confezione dei “Miracle Blade”!

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