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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di P. CICCONOFRI del 05/08/2009 07:54:00
Una squadra che non ci starà mai a perdere

 

«Siamo molto felici che in tutti voi vi sia grande entusiasmo. Le vostre aspettative sono le nostre. Una cosa vi prometto: saremo una squadra che non ci starà mai a perdere».
Questa la promessa di Ciro Ferrara a Pinzolo davanti ad un pubblico in delirio e pieno di aspettative.

Predestinato per qualcuno, voluto forzatamente dai senatori per altri, una semplice scelta della società che ha voluto lanciare un chiaro segnale, quello di una porta aperta alla prima squadra attraverso una valorizzazione del capitale umano interno con un occhio particolare rivolto al settore giovanile.

Un rapporto, quello con la nuova gestione, che Ciro definisce «di profonda stima e di rispetto dei ruoli», nato proprio nel 2006 quando Ciro, in Germania con la nazionale di Lippi, venne chiamato ad occuparsi del settore giovanile della Juventus.

«Ciro Ferrara è l’uomo giusto per la Juve. Mi fa piacere rivedere uno juventino sulla panchina della Vecchia Signora. Ciro, oltre ad essere un amico, è stato un compagno di mille battaglie e mi auguro possa riportare la squadra alla vittoria», questo l’augurio di Antonio Conte, che si era trovato in lizza proprio con Ciro per la panchina della Juventus.
Anche Camoranesi ritrova nel neo-Tecnico un po’ di quella juventinità perduta: «Ferrara dice cose da juve », e sorride.

Uno Juventino che dice cose da juve: finalmente!

Quel «ricordiamoci da dove veniamo», che Ranieri riproponeva in ogni occasione per ricordare una squadra neo-promossa, Ciro l’ha subito sostituito con un «ricordiamoci che siamo la Juventus».

Ferrara lavora molto sulla psicologia e dice di farlo per recuperare l’autostima che qualche campione sembra aver perso, ricordando chi è la Juventus, qual è la sua storia e quali devono essere le sue naturali ambizioni.
«Guardare al massimo senza sbandierarlo pubblicamente», il motto del neo tecnico.

Sarà per il suo viso “familiare” dopo tante novità, sarà che la sua voglia di mettersi in gioco infonde fiducia, fatto sta che il “mister” Ferrara raccoglie ampi consensi tra la stragrande maggioranza degli juventini. Ciò non toglie che per lui ci sarà da affrontare una dura impresa, anche perché oggi Ciro è chiamato a vincere, un risultato diverso sarebbe una sconfitta: un peso grande da sorreggere per il neo-Mister. Ferrara dovrà farsi trovare pronto psicologicamente ad affrontare queste pressioni. Da amico, il Ds Secco si dice sicuro: «Ciro sa reggere il peso delle responsabilità».

Ma non c’è solo la psicologia, nel nuovo corso di Ferrara: molto il lavoro fisico, molta l’attenzione all’infermeria che tanto ha penalizzato l’andamento della squadra nella scorsa stagione. Si lavora sul singolo e sul gruppo, insieme ai suoi collaboratori Massimiliano Maddaloni, Michelangelo Rampulla e Dado Sormani. E magari, tra qualche tempo, anche Nedved. Che il nostro Ciro riesca a far ritrovare i giusti stimoli anche a Pavel?

«Dobbiamo essere dei rompiscatole», l’altra massima di Ranieri che oggi, da esonerato, tira fuori gli artigli e pretende fino all’ultimo centesimo del suo contratto. Giusto pretendere il rispetto degli accordi, molto il rammarico: pensate se la stessa grinta l’avesse tirata fuori quando era necessario per spingere la squadra e per non perdere la fiducia dei senatori, o magari per imporsi il raggiungimento di un obiettivo più da “Juve” di quel piazzamento Uefa richiesto al suo esordio con la Juventus.

Fra qualche giorno si inizierà a fare sul serio, Ferrara dovrà dimostrare il suo valore e non gli basterà sapersi presentare, ma dovrà sedersi su quella panchina ricca di storia e di trofei cercando di onorarla.
«Era il miglior difensore della squadra anche fuori dal campo», lo elogia ancora Secco.
Speriamo che da allenatore sappia difendere la fiducia che tutti noi abbiamo riposto in lui.

Dietro la sua figura aleggia da sempre quella ben più pesante di Lippi, dietro le sue scelte c’è sempre quel legame con la vecchia guardia che in molti vedono come una possibile fonte di conflitto.
Gestire il gruppo non sarà semplice, partire da allenatore prendendo in dote una squadra di nome Juventus che è chiamata a vincere, e caricarsi le aspettative dei tifosi, ripagandoli magari per l’affetto con cui lo hanno accolto, sarà un’impresa ardua.

Rispetto dei ruoli ed interazione, sembra questa la linea che Ciro seguirà. Cercare il contatto, anche personale, per stimolare il campione, ma alzare la voce quando necessario per imporre le proprie scelte.
Ricordate le sue prime parole da “traghettatore”? «Chiedo 7 punti in 2 gare». Il settimo punto è quello che ha conquistato con la nomina ad allenatore. Non solo ambizione, ma volontà, impegno e costanza per raggiungere un obiettivo, proprio come noi di Giulemanidallajuve.

Ciro, ti chiediamo la terza stella, quella da festeggiare tra juventini: ci aspettiamo il tuo contributo!

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