Udienza del 27.11.2013. Napoli, appello calciopoliL’udienza del processo di appello di calciopoli del 27 novembre passa la palla agli arbitri, cioè la parola all'ex designatore Pairetto e alle ultime giacchette nere indiziate di aver favorito la presunta associazione a delinquere che avrebbe condizionato il campionato 2004/2005 senza averne condizionato le partite. Ancora una volta siamo costretti alla
passerella arcinota degli orrori di calciopoli, abbondantemente smentiti, come hanno fatto notare le difese, in primo grado e dissotterrati in appello senza che si sia tenuto conto della fase dibattimentale vissuta nell’aula 216 di Napoli, dove sembra siano suonate a vuoto le parole di 27 testimoni e siano cadute nel nulla le denunce di inquinamento e selezione di molte delle prove presentate dall’accusa e dai suoi collaboratori. Uno dei quali avrebbe dovuto trovarsi sul banco degli imputati.
Dattilo, ovvero una commedia degli equivoci Abbiamo raccontato questa storia talmente tante volte che non è possibile a mente umana raziocinante rendersi conto che si sta ancora ragionando di qualcosa che non è mai accaduto. I capi di accusa per Udinese Brescia del settembre 2004 si basano su una serie di affermazioni talmente inverosimili da essere degne della sceneggiatura di una commedia degli equivoci. L’avvocato di
Dattilo le ha descritte come
”evoluzioni di acrobati che hanno trasformato carenze investigative in deduzioni logiche, arrivando a farle diventare prova dell’esistenza del reato” , poiché avrebbe dovuto essere l’associazione a delinquere a essere finalizzata a qualcosa e non il contrario. I fatti dicono che non ci sono contatti tra la scheda attribuita a Dattilo (che si attiva due mesi dopo Udinese Brescia) e quella di Moggi. Che Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati e giocarono contro la Juve. Che il teorema delle ammonizioni preventive e dei sorteggi taroccati è stato vanificato dai testimoni nel corso delle udienze del primo grado (non la sequenza di immagini montata efficacemente a caso del video sparito a cura della procura di Napoli). Che Jankulovsky andava espulso per motivi legati allo svolgimento della partita. Che il guardalinee Camerota, responsabile dell’espulsione, non è stato indagato. Che Giraudo disse a Moggi che l’arbitro se era sveglio dimezzava l’Udinese a partita finita. Che Moggi non si interessò di Dattilo al telefono con Baldas. Che Dattilo, che ha rinunciato alla prescrizione, non è stato favorito nella sua carriera di arbitro da Moggi, ma anzi è stato fermato per 4 mesi dopo quella partita. Ne consegue la richiesta della sua assoluzione.
Seguiranno altri articoli che riprenderanno gli argomenti dell’ultima udienza del 27.11.2013 Commenta l'articolo sul nostro forum
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