Colpo di coda della giustizia sportiva. Finalmente arrivò il giorno della riforma: la Giunta del Coni cancellerà, a partire dal 1 luglio 2014, il Tnas e l’Alta Corte di Giustizia Sportiva. Nasce il
Collegio di Garanzia che sarà articolato in cinque sezioni composte da dieci membri (giudicheranno a rotazione). Il loro giudizio verterà solo sulla legittimità delle decisioni, non entrando nel merito, ed avrà il potere di rinviare gli atti all’organo di giustizia federale di secondo grado (una sorta di Cassazione dello sport). Nasce anche la
Procura Generale dello Sport (con un suo procuratore e dodici sostituti) con potere di vigilanza sulle procure federali.
Sarà emanato anche un nuovo codice di giustizia sportiva (una commissione inderogabilmente lo renderà effettivo entro il 30 maggio) con particolare attenzione alla responsabilità oggettiva che rimarrà un caposaldo ma sarà modulato per proteggere le società. Maggiore attenzione speriamo sia riservata anche al ruolo della difesa nei processi sportivi.
A proposito del nuovo CGS:
ci si augura che resti l'istituto della revisione, attualmente previsto dall'art. 39. Non vorremmo che si approfittasse dell'occasione per escludere in modo definitivo la possibilità di "tornare" su calciopoli e restare così mortificati dalle «sentenze rese».I recenti fallimenti dei tribunali dello sport, con il Tnas che ha ridotto o cancellato buona parte delle condanne sul calcioscommesse comminate dai due precedenti gradi di giudizio, ha portato alla polemica sullo scontificio, cercando, in alcuni casi non isolati, di addossare proprio al Tnas la responsabilità delle mancate condanne.
Sull’argomento si è espresso anche Fulvio Bianchi che da sempre segue le vicende della giustizia sportiva. Ha scritto all’interno della sua rubrica “Spy Calcio”: «non ci sarà più il Tnas, il tribunale dell'arbitrato sportivo. Definito, giustamente, anche dallo stesso Malagò uno "scontificio".
E' stato, in molti casi, un'autentica vergogna: ha cancellato anni e anni di squalifiche ai condannati per il calcioscommesse, sconfessando così tutti i gradi di giudizio della Figc. Lo stesso presidente Giancarlo Abete se n'era lamentato, e non poco. Malagò ha accolto le istanze della Federalcio: ora il Tnas scompare».
Generalizzare su questo argomento è molto facile. Il Tnas è intervenuto laddove la giustizia sportiva nei precedenti gradi di giudizio, non ha saputo provare con certezza responsabilità tali da produrre condanne esemplari. L’esperienza insegna che spesso la velocità nei giudizi e la superficialità con cui alcuni tesserati sono stati giudicati, non sempre sono state sinonimo di garanzia di “giustizia”.
Ad Abete, che ha votato contro questa riforma, non piace il ruolo della Procura Generale e l’idea di un codice unico per tutte le federazioni perché non garantirebbe l’autonomia delle stesse assicurata invece dalla Legge Melandri. Autonomia che ad oggi ha prodotto più danni che benefici…
Un cambiamento necessario che vorremmo interpretasse in modo corretto i principi basilari della giustizia.
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